La cittadinanza onoraria di Gioia al prof. Giuseppe Benagiano

Il professor Giuseppe Benagiano durante il suo intervento di ringraziamento nel Consiglio comunale

Il giorno 27 maggio 2025 durante la seduta di un Consiglio comunale, appositamente convocato, è stata conferita la cittadinanza onoraria al prof. Giuseppe Benagiano, ginecologo di fama internazionale, nato a Roma il 15 ottobre 1937.

Il prof. Benagiano in occasione della sua venuta a Gioia nel febbraio del 2005, per tenere una conferenza sulla condizione della donna nel mondo, disse: Ora ho compreso dove sono i miei geni, alludendo alla sua famiglia di origine e alla comunità gioiese.

I nonni paterni del prof. Benagiano erano Giuseppe Benagiano e Crescenza Passiatore, la quale era sorella del primo parroco di Santa Lucia, don Rocco Passiatore.

Un Giuseppe Benagiano nacque a Massafra nel 1787, dal quale discende il ramo gioiese del padre, il prof. Andrea Benagiano, distintosi nel campo della Odontoiatria, accademico, scienziato e autore di numerose pubblicazioni scientifiche e padre del presente prof. Giuseppe.

Molti elementi della vita del neo concittadino richiamano alla nostra memoria anche un altro uomo illustre della nostra città. Il prof. Benagiano, infatti, è quasi coetaneo di un altro scienziato di fama internazionale, il prof. Orazio Svelto, nato anche lui fuori Gioia da famiglia di origine gioiese nel 1936 ed insignito nel 2004 della cittadinanza onoraria di Gioia del Colle per essersi distinto nel campo della cultura, dell’arte, della scienza e particolarmente nello studio e della progettazione dei laser. Come il prof. Svelto, anche il prof. Benagiano, dopo un periodo di studio all’estero, decide di tornare in Italia per mettere a disposizione il suo sapere, le sue ricerche, i suoi studi e il suo insegnamento a favore della nostra Italia.

Inoltre un’altra coincidenza unisce i due scienziati: il numero 50. Il libro Principles of Lasers del prof. Orazio Svelto è studiato in almeno 50 Università straniere e il prof. Giuseppe Benagiano ha tenuto conferenze in 50 diverse nazioni. Continua la Lettura

San Filippo Neri e le bizzarrie atmosferiche a Gioia del Colle

L’Arcivescovo V.M. Orsini, futuro papa Benedetto XIII, esce miracolosamente illeso dal terremoto di Benevento del 1868, grazie a San Filippo Neri. Dipinto della donazione Eramo, presente nella pinacoteca Iavarone, Municipio di Gioia del Colle

San Filippo Neri è venerato come protettore dai terremoti, anche per aver protetto dal terremoto per ben due volte il vescovo Pietro Francesco Orsini, futuro papa Benedetto XIII, mentre reggeva la diocesi di Benevento.  La prima volta, come lui stesso riferì, fu miracolato nel 1688 perché da un armadio uscirono alcuni santini raffiguranti uno San Filippo e l’altro il Santo che pregava quando vide la Madonna che sorreggeva con la sua mano una trave della vecchia Chiesa della Vallicella che era uscita dal suo posto e si fermò sotto il suo capo. Sopra l’armadio era caduta una pesante architrave di marmo e questo armadio, sostenendola, lo salvò.

L’Orsini era fortunatamente sopravvissuto anche ad un altro terremoto che aveva colpito la città di Benevento nel 1702, miracolato, secondo lui, grazie a San Filippo, del quale era fervente devoto. Da questi episodi, e dal fatto che l’Orsini in suo onore compose una preghiera per la preservazione dai terremoti, potrebbe derivare la tradizione popolare di San Filippo come Santo protettore contro i terremoti.

A Gioia San Filippo era venerato come Protettore, ugualmente come Santa Sofia, principale Protettrice del paese, e alla sua persona sono legati alcuni episodi, relativi alla climatologia, verificatisi durante il giorno della celebrazione della sua festività.

I nostri nonni ricordano ancora oggi che il 26 maggio, ancorché stagionalmente siamo a primavera inoltrata, spesso era necessario indossare abiti pesanti se non addirittura un cappotto e munirsi di ombrello per contrastare le avverse condizioni atmosferiche. Non era raro, infatti, che nel dies natalis di San Filippo si verificassero scrosci improvvisi di pioggia durante la processione del Santo.

Nel 1893 la festa si tenne domenica 28 maggio, ma dato che la pioggia quasi continua nelle ore pomeridiane avesse interrotta la festa del nostro patrono San Filippo Neri, il Comitato decise il rinnovamento della festa che ebbe luogo la domenica successiva, il 3 giugno. Continua la Lettura

L’Associazione Internazionale Pugliesi nel Mondo

Targa dell’Associazione Internazionale Pugliesi nel Mondo, in via Carlo Sforza n. 2 a Gioia del Colle

A Gioia del Colle in via Carlo Sforza n. 2 c’è la sede l’Associazione Internazionale Pugliesi nel Mondo, fondata dal nostro concittadino, l’attuale presidente Giuseppe Cuscito.

L’Associazione ha ottenuto il riconoscimento da parte della Regione Puglia nel 2008.

A norma dello Statuto l’Associazione è apolitica, non ha scopi di lucro, opera in tutto il mondo e può essere costituita in sezioni locali.

Compiti dell’Associazione sono quelli di promuovere:

-iniziative sia in Puglia che in altre regioni nonché in Paesi ove si trovano comunità dei nostri corregionali, dirette a favorire lo sviluppo e il consolidamento dei rapporti e degli scambi sociali, economici, commerciali, e culturali fra tutti i pugliesi presenti in ogni parte del mondo e nella terra di origine; Continua la Lettura

Gioia Città ad economia turistica e Città d’Arte?

    Logo per una Città d’Arte

Anche se Gioia ha una vocazione agro-alimentare, vedi la DOC Vino Primitivo di Gioia del Colle e DOP Mozzarella fior di latte Gioia del Colle, ritengo che il nostro paese possa aspirare ad ottenere il riconoscimento di Comune ad economia turistica e Città d’Arte.

Per quanto riguarda i Comuni ad economia prevalentemente turistica, la normativa vigente richiede la presenza sul territorio di un sito di interesse storico – artistico inserito dall’UNESCO nella lista del patrimonio dell’umanità o il rapporto tra determinati parametri che riguardano sia la domanda turistica (arrivi, presenze, superficie territoriale, popolazione residente) sia l’offerta turistica (capacità ricettiva, numero di strutture ricettive, unità locali relative ad attività connesse con il turismo, addetti alle unità locali relative ad attività connesse con il turismo).

E Gioia, al centro della Puglia, risponde pienamente a questa vocazione turistica, in quanto è una Città equidistante da Bari, Taranto e Matera, punto di collegamento tra il Tirreno, l’Adriatico e lo Ionio, centro strategico per raggiungere Alberobello, le Grotte di Castellana, la Valle D’Itria, le coste dell’Adriatico e dello Ionio, via di passaggio per le attività cicloturistiche per la presenza di una pista cicloturistica e di una velostazione, presenta una varietà di strutture ricettive, da numerosi B&B cittadini o sparsi nelle masserie in campagna, ha case vacanze, Hotel, e dispone di ristoranti, trattorie, pizzerie. Continua la Lettura

Una statua dedicata a San Filippo Neri nel 2010

13 Maggio 2025 Autore:  
Categorie: Storia, Turismo

Inaugurazione della statua di San Filippo in Piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa

Risale esattamente a 126 anni fa, in questo stesso giorno, 13 maggio, un evento che lega San Filippo e Gioia del Colle.

Infatti con decreto del 13 maggio 1899 dell’arcivescovo di Bari, Giulio Vaccaro,  il 26 maggio di ogni anno Gioia del Colle festeggia  San Filippo Neri patrono egualmente principale che Santa Sofia.

L’affetto dei gioiesi per San Filippo Neri è attestato da numerosi segni che di seguito riporto, i quali palesano la devozione per il “Santo della gioia”:

-l’icona posta sull’Arco Nardulli, che lo raffigura insieme alla Madonna e ai Patriarchi: San Giuseppe, Santa Sofia e San Francesco da Paola,

-il dipinto presente nella Cappella Monte, attualmente proprietà della famiglia Colapinto, dedicata alla Madonna della Pietà,

-la statua presente nella nicchia sinistra sul prospetto della Chiesa Madre,

-il busto ricoperto di argento, presente nella Chiesa Madre,

-la statua processionale di San Filippo, presente nella Chiesa Madre, Continua la Lettura

San Filippo torna nella Chiesa dell’Immacolata di Lourdes

La statua di San Filippo nella Chiesa dell’Immacolata di Lourdes di Gioia, 26 aprile 2025

A distanza di dieci anni dalla sconvolgente e indimenticabile festa del 2015 e a cinque anni dallo scoppio della pandemia COVID, il 26 aprile 2025 la statua di San Filippo è tornata a far visita alla chiesa di Santa Maria Immacolata di Lourdes di Gioia del Colle.

Come per tradizione, la statua di San Filippo sarà ospite della Chiesa Immacolata di Lourdes, affinché  il Santo possa essere venerato dai parrocchiani e da tutti coloro che volessero raccogliersi in preghiera attorno a Lui,  dal 26 aprile fino al 16 maggio, giorno in cui farà ritorno nella sua casa, la Chiesa Madre, per i festeggiamenti che si terranno  in suo onore, a partire dalla celebrazione della solenne novena.

Sconvolgente e indimenticabile quel 2015 per una lunga serie di avvenimenti:

-le dimissioni del Sindaco Sergio Povia a febbraio, le conseguenti vicende giudiziarie e il successivo commissariamento del Comune,

-il restauro della tela raffigurante San Filippo, presente nella lunetta dell’omonimo Cappellone, dipinto che si era distaccato dalla cornice e che rischiava di rovinarsi e di provocare danni ai fedeli presenti, Continua la Lettura

I proietti o esposti a Gioia

8 Maggio 2025 Autore:  
Categorie: Storia

La ruota dei proietti

Spesso i mass media danno notizia di neonati, venuti alla luce in casa e non desiderati, che vengono abbandonati per strada o addirittura nei cassonetti della spazzatura, da individui che vogliono liberarsi di un peso o del frutto di una unione illegittima o di violenza carnale.

Non è un fenomeno particolare ed esclusivo dei nostri giorni, come si potrebbe erroneamente pensare, frutto della società del consumismo, che tende al raggiungimento del massimo piacere e all’eliminazione di ogni forma di limitazione di libertà e di godimento della vita senza le conseguenti responsabilità connesse agli impegni e ai doveri collegati alla funzione genitoriale.

Era una vera e propria piaga che interessava tutta l’Europa e solo nel Regno di Napoli nel 1785 il numero dei proietti ammontava a circa 25.000 unità. Uno dei problemi che affliggevano le contrade italiane, e anche   Gioia già prima dell’800, era la presenza dei proietti o esposti, cioè i trovatelli, i neonati, figli che venivano abbandonati, perché frutto di unioni illegittime o forzate o di donne di malaffare.

Il termine “proietto”, è il participio passato del verbo proiettare, derivato dal latino proiectus, part, pass. del verbo proiectare, che significa gettare fuori, gettare davanti a sè o davanti ad un luogo altrui.

I neonati abbandonati dai genitori venivano deposti nella cosiddetta “ruota dei proietti”. Essa era costituita da un dispositivo girevole di forma cilindrica, prevalentemente in legno, diviso in due parti e chiuse da uno sportello. Questo congegno, che era posizionato in corrispondenza di un’apertura su un muro adiacente a un convento, permetteva di collocare, senza essere visti dall’interno, gli esposti, i proietti cioè i neonati che venivano abbandonati dai genitori. Continua la Lettura

La Croce torna a mostrarsi alla chiesa della Madonna della Croce

3 maggio 2025: il momento dello scoprimento del nuovo cippo che sostiene la Croce presso la Chiesa della Madonna della Croce.

Il 3 maggio a Gioia si rinnova presso la chiesetta rurale della Madonna della Croce la ‘Festa agreste della lattuga’. Su questo sito, digitando i seguenti link: https://www.gioiadelcolle.info/maria-s-s-della-croce-e-la-festa-agreste-della-lattuga/#more-3869 e https://www.gioiadelcolle.info/4843-2/ è  possibile leggere un articolo su questa chiesa e su questa festa.

Una foto risalente alla “Festa della Lattuga” svolta presso la chiesa della Madonna della Croce nell’anno 1951 ritrae un gruppo di fedeli assiepato sulla scalinata dell’edificio sacro e intorno ad un cippo sormontato da una croce metallica.

Molto probabilmente atti di vandalismo, associati all’azione distruttrice del tempo e all’incuria nella custodia e nella manutenzione della chiesa rurale, avevano portato alla distruzione del basamento che sorreggeva la Croce e alla sua dispersione nel campo adiacente. Il suo rinvenimento, infatti, risalente a qualche anno fa, è avvenuto casualmente nei pressi della chiesa.

Grazie all’interessamento della Pro Loco di Gioia e al costituito “Gruppo di sensibilizzazione, studio e tutela della Madonna della Croce” da qualche anno si sta cercando di salvare un monumento rurale, testimonianza della storia religiosa di Gioia del Colle e di rinverdire il ricordo e la celebrazione della ricorrenza del 3 maggio in cui si ricorda la festa della Madonna della Croce. Continua la Lettura

C’era una volta il mercato all’aperto di frutta e verdure

Alcune bancarelle  del Mercato ortofrutticolo a Piazza Luca D’Andrano. Sullo sfondo, in Via Flora, si nota l’Arena Castellano.

Nel giorno dedicato alla Festa del Lavoro è significativo ricordare una attività lavorativa legata alla storia, alle tradizioni e all’economia di Gioia del Colle, che, durante il corso di millenni, per caratteristiche naturali del suo territorio e quindi per vocazione,  è essenzialmente collegata alle produzioni  agricole, alla loro commercializzazione e trasformazione.

Ancor prima della costruzione della cosiddetta Piazza Coperta nella Piazza Palombella, meglio conosciuta come Piazza Plebiscito, malauguratamente abbattuta nel 1971, e prima della costruzione del nuovo Mercato Coperto in Via Regina Elena, inaugurato il 22 maggio 1996, la vendita dei prodotti ortofrutticoli, oltre presso i locali a pianterreno di proprietà dei produttori locali, i cosiddetti sottani, era effettuata da produttori che giravano per le strade del paese, decantando la bontà della loro merce. Successivamente fu impiantato un mercato giornaliero di prodotti ortofrutticoli, che si svolgeva in Piazza Luca D’Andrano e lungo Via Flora, al cui inizio al lato nord era ubicata l’Arena Castellano.

Piazza Luca D’Andrano, come ricorda l’Abate Francesco Paolo Losapio nel Canto III del Quadro istorico-poetico sulle vicende di Gioia in Bari detta anche Livia, prende la denominazione da una famiglia che ha visto la presenza nel nostro Comune di magistrati, capitani e cavalieri./ A dovizia fondarono gli Andrani / Ospedali, Cappelle e Monasteri./ Di tanti il Monaster di San Francesco /restò: tutt’altro sparve…/ Tracciò i confini di nuova Chiesa a quella / che Regina degli Angeli si appella./ Luca fondò ed eresse il gran Convento / de’ Padri Francescani colla Chiesa;/ ed in essa la Cappella ad ornamento / del Santo del suo nome …/ e sotto l’Arca pose un monumento,/ a foggia di testudin discoscesa,/ del fondator per la famiglia sola / discendente da Luca e da Nicola./ Oltre tal testudinea sepoltura/ si vede anche un marmoreo mausoleo/ detto l’Arca d’Andrano, ove in scultura/ Jocchina di Rebarbar che la feo/ trovasi effigiata in sua figura:/ distesa a mani giunte, ed in leteo / ferreo sonno si giace in cima al sasso,/ come al momento stesso del trapasso./ Altre si ammiran pur sotto dell’Arca / immagini dipinte; ed ivi inciso / vedi l’Apostol Pietro con man carca / di chiavi che dischiude il Paradiso;/ guarda quindi un Arcangelo che varca / un’alma al luogo dell’eterno riso;/ scimia sul lato destro, e sul mancino / quel che toglie i peccati Agnel Divino. /Il tempio colla spada circoscritto / a canto del palazzo alfin fu eretto /…Sulla porta  del tempio in faccia al muro / i nomi incider fè Don Luca ancora /de’ suoi compagni aurati …/Né qui Luca fermossi, chè …/ venne altr’opere magnifiche formando / … un ampio ospizio, lavoro ammirando, / del misero a conforto e dell’anelo / pellegrin erger fece e in ordin dorio, / dicato a Caterina ed a Gregorio./… Altro tempio costrusse adorno anch’esso / d’immagini preziose, e sculto fuore / dallo stemma preclaro a lui concesso / per grazia dell’istesso Imperatore /… Che nel mil settecento ventinove / nel rifarsi la Chiesa del Convento,/l’Arca d’Andrano ed il sepolcro, dove / eran tanti ricordi,  fu già spento;/ e con barbarie non udita altrove / sacro il cener fu sparso e dato al vento /…Il suolo del palagio e l’ospedale, / non men che le due Chiese incorporaro / i Frati nel giardino, e ‘l materiale / formò il muro d’intorno ed il riparo:/ di tutto non rimase orma o segnale:/ tutto scomparve allor. Oh caso amaro! /…Od avessero almen risparmiata / la Madonna degli Angeli quei Frati;/ Chiesa che colla spada fu segnata / ed eretta in memoria degli aurati / cavalieri…  Continua la Lettura

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