C’era una volta il mercato all’aperto di frutta e verdure

Alcune bancarelle  del Mercato ortofrutticolo a Piazza Luca D’Andrano. Sullo sfondo, in Via Flora, si nota l’Arena Castellano.

Nel giorno dedicato alla Festa del Lavoro è significativo ricordare una attività lavorativa legata alla storia, alle tradizioni e all’economia di Gioia del Colle, che, durante il corso di millenni, per caratteristiche naturali del suo territorio e quindi per vocazione,  è essenzialmente collegata alle produzioni  agricole, alla loro commercializzazione e trasformazione.

Ancor prima della costruzione della cosiddetta Piazza Coperta nella Piazza Palombella, meglio conosciuta come Piazza Plebiscito, malauguratamente abbattuta nel 1971, e prima della costruzione del nuovo Mercato Coperto in Via Regina Elena, inaugurato il 22 maggio 1996, la vendita dei prodotti ortofrutticoli, oltre presso i locali a pianterreno di proprietà dei produttori locali, i cosiddetti sottani, era effettuata da produttori che giravano per le strade del paese, decantando la bontà della loro merce. Successivamente fu impiantato un mercato giornaliero di prodotti ortofrutticoli, che si svolgeva in Piazza Luca D’Andrano e lungo Via Flora, al cui inizio al lato nord era ubicata l’Arena Castellano.

Piazza Luca D’Andrano, come ricorda l’Abate Francesco Paolo Losapio nel Canto III del Quadro istorico-poetico sulle vicende di Gioia in Bari detta anche Livia, prende la denominazione da una famiglia che ha visto la presenza nel nostro Comune di magistrati, capitani e cavalieri./ A dovizia fondarono gli Andrani / Ospedali, Cappelle e Monasteri./ Di tanti il Monaster di San Francesco /restò: tutt’altro sparve…/ Tracciò i confini di nuova Chiesa a quella / che Regina degli Angeli si appella./ Luca fondò ed eresse il gran Convento / de’ Padri Francescani colla Chiesa;/ ed in essa la Cappella ad ornamento / del Santo del suo nome …/ e sotto l’Arca pose un monumento,/ a foggia di testudin discoscesa,/ del fondator per la famiglia sola / discendente da Luca e da Nicola./ Oltre tal testudinea sepoltura/ si vede anche un marmoreo mausoleo/ detto l’Arca d’Andrano, ove in scultura/ Jocchina di Rebarbar che la feo/ trovasi effigiata in sua figura:/ distesa a mani giunte, ed in leteo / ferreo sonno si giace in cima al sasso,/ come al momento stesso del trapasso./ Altre si ammiran pur sotto dell’Arca / immagini dipinte; ed ivi inciso / vedi l’Apostol Pietro con man carca / di chiavi che dischiude il Paradiso;/ guarda quindi un Arcangelo che varca / un’alma al luogo dell’eterno riso;/ scimia sul lato destro, e sul mancino / quel che toglie i peccati Agnel Divino. /Il tempio colla spada circoscritto / a canto del palazzo alfin fu eretto /…Sulla porta  del tempio in faccia al muro / i nomi incider fè Don Luca ancora /de’ suoi compagni aurati …/Né qui Luca fermossi, chè …/ venne altr’opere magnifiche formando / … un ampio ospizio, lavoro ammirando, / del misero a conforto e dell’anelo / pellegrin erger fece e in ordin dorio, / dicato a Caterina ed a Gregorio./… Altro tempio costrusse adorno anch’esso / d’immagini preziose, e sculto fuore / dallo stemma preclaro a lui concesso / per grazia dell’istesso Imperatore /… Che nel mil settecento ventinove / nel rifarsi la Chiesa del Convento,/l’Arca d’Andrano ed il sepolcro, dove / eran tanti ricordi,  fu già spento;/ e con barbarie non udita altrove / sacro il cener fu sparso e dato al vento /…Il suolo del palagio e l’ospedale, / non men che le due Chiese incorporaro / i Frati nel giardino, e ‘l materiale / formò il muro d’intorno ed il riparo:/ di tutto non rimase orma o segnale:/ tutto scomparve allor. Oh caso amaro! /…Od avessero almen risparmiata / la Madonna degli Angeli quei Frati;/ Chiesa che colla spada fu segnata / ed eretta in memoria degli aurati / cavalieri…  Leggi tutto

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