Il quindicinale “Strapaese”

25 Gennaio 2024 Autore:  
Categorie: Storia

Il primo numero di Strapaese dell’8 giugno 1930

A partire dal 1881 Gioia ha prodotto numerose testate giornalistiche, settimanali o quindicinali o mensili. Alcune sono state di taglio politico, altre a carattere letterario, di informazione amministrativa, di cronaca locale, di avvenimenti sportivi, di stampo religioso.

Tra queste pubblicazioni va segnalata una che, come riportava la testata, è un quindicinale di letteratura, arte e varietà, fondato nel giugno del 1930, anno VIII dell’era fascista, su iniziativa del prof. Fortunato Matarrese, docente di Lettere nel Liceo-Ginnasio di Gioia; il suo nome è Strapaese.

Oltre al compito di elevare il livello culturale cittadino con articoli di forte spessore letterario i redattori cercarono di vivacizzare la vita paesana con attività e mostre che mostrassero ai paesi limitrofi la vivacità di Gioia in vari settori e sfatassero l’idea che l’erba del vicino è sempre più verde della nostra.

Da sottolineare che già  dal primo numero il quindicinale si pone l’obiettivo di tentare di dotare questo foglietto di una, sia pure modestissima, pagina femminile … affidandoci ad un referendum femminile per la scelta del redattore degli articoli da inserire, in seconda pagina, nell’apposto spazio intitolato Vita femminile.

Uno spazio viene dedicato anche a scrittori e poeti locali, ai disegnatori e caricaturisti, tra cui spiccano Michele Romano e Michele Cuscito Montesano.

Strapaese ha avuto vita breve perché sono stati pubblicati solo sei numeri, a partire dall’8 giugno 1930 fino al 16 agosto 1830.

Direttore responsabile è stato Tommaso Marazia mentre la stampa è stata a cura dello Stabilimento Tipografico Ed. Dott. Vito Romano, via Marchese di Montrone, 116 Bari. La Direzione, Redazione e Amministrazione era in Piazza Plebiscito, 16 a Gioia del Colle. Il costo di un numero era di 30 centesimi ed era composto da otto fino a 10 pagine.

Da notare che nel 1930, il nostro Comune, così come appare sul frontespizio del giornale, è indicato ancora con la denominazione di Gioia dal Colle.

Nel primo numero la Direzione così scriveva: Sappiamo abbastanza bene che questi fogli locali rappresentano, nella grande repubblica giornalistica, la casta miserabile e reietta dei diseredati, il più delle volte condannati a vivere una vita grama e tristanzuola di accattonaggio. Continua la Lettura

Le due… facce dei sovrani delle … Due Sicilie

21 Gennaio 2024 Autore:  
Categorie: Storia

La dinastia Borbone ha governato in Italia Meridionale durante il Settecento e l’Ottocento; ha governato il Regno di Napoli e quello di Sicilia dal 1734 al 1861.

Tra i Borboni che hanno lasciato un buon ricordo va annoverato Carlo, fondatore della dinastia,  incoronato a Palermo con il titolo di Re delle Due Sicilie, nato nel 1716 da Filippo V di Spagna (re di Napoli e di Sicilia tra il 1700 e il 1713 , oltre che re di Spagna tra il 1700 e il  1746, e fondatore a sua volta della dinastia dei Borbone di Spagna) e dalla duchessa di Parma Elisabetta Farnese.

Carlo, duca di Parma e Piacenza, conquistò il regno di Napoli e nel 1735 il regno di Sicilia, sottraendoli alla dominazione austriaca. Quell’anno fu incoronato re a Palermo e nel 1738 fu riconosciuto come Re di Napoli e Re di Sicilia dai trattati di pace, in cambio della rinuncia ai suoi possedimenti farnesiani e medicei in favore degli Asburgo e dei Lorena.

Poiché Carlo nel 1759 ascese al trono di Spagna con il nome di Carlo III, dovette rinunciare ai troni italiani, e abdicò in data 6 ottobre 1759, decretando la definitiva separazione tra la corona spagnola e quelle napoletana e siciliana.

Il Regno di Napoli e quello di Sicilia nel 1816 furono unificati come Regno delle Due Sicilie. Continua la Lettura

Gioia all’Esposizione di Torino e di Parigi

16 Gennaio 2024 Autore:  
Categorie: Scuola, Storia

L’Edificio Elementare di Gioia

Agli inizi dell’800 molti erano gli analfabeti non solo nelle regioni settentrionali e centrali d’Italia ma anche nel Sud e quindi anche a Gioia del Colle. Infatti la lista degli Eleggibili, cioè coloro che potevano aspirare a ricoprire cariche civili e amministrative nel nostro Comune ammontavano a pochi individui. Ameno un terzo dei Decurioni, cioè i primi consiglieri comunali, doveva saper leggere e scrivere.

Dalla lista degli eleggibili a cariche rappresentative ed amministrative del Comune, compilata nel 1817 risulta un numero di 214 individui.

Nella lista vi erano: 10 operai di vari mestieri, 2 macellai (una categoria che aveva un peso nella società del tempo), 5 speziali, 2 negozianti, 6 medici, un orologiaio, un bottegaio, 6 notai, 7 civili (uomini di condizione agiata), 7 galantuomini (uomini di elevata condizione economica e sociale), 23 possidenti.  Tutti gli altri erano coltivatori e campagnoli, il maggior numero analfabeti. Continua la Lettura

Don Francesco Filippo Indellicati

Don Francesco Filippo Indellicati

In questi ultimi anni si fa un gran parlare di vini e in particolare del vino primitivo di Gioia del Colle, specialità che viene ormai esportata in tutto il mondo.

L’apice di questo successo, che è in continua ascesa, si è raggiunto nel 2018, anno in cui il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha acquistato, a seguito di una serata di degustazioni organizzata a Los Angeles da un importatore americano, 720 casse di Primitivo di Gioia del Colle, da sei bottiglie ciascuna, per un totale di 4300 bottiglie. Il vino Primitivo acquistato da Trump è stato prodotto dalle Tenute Chiaromonte di Acquaviva delle Fonti.

Per dare ulteriore visibilità al Vino Primitivo da sei anni ormai a Gioia si festeggia il Palio delle botti, una  kermesse folcloristico-turistico-enogastronomica che vede la partecipazione di alcune Cantine che producono il Primitivo di Gioia del Colle e che durante la manifestazione si contendono la vincita del Palio.

L’ampelografo (studioso della morfologia esterna dei differenti vitigni, che classifica secondo determinati criteri sistematici) Francesco Antonio Sannino, indica nel 1799 la data di inizio della coltivazione del primitivo ad opera del sacerdote gioiese, primicerio, Filippo Francesco Indellicati.

Il termine “primicerio” deriva dalle parole latine primus («primo») e cera (cera), a indicare il primo iscritto in una lista di cera (come era in uso presso i Romani).

Primicerio è una dignità nel Capitolo di una Chiesa, era l’ecclesiastico che vigilava e presiedeva i suddiaconi e gli altri chierici minori nel servizio divino. Spesso fu detto cantore, in relazione al compito che svolgeva, quello di ammaestrare al canto corale non solo i chierici minori, ma tutti i componenti il capitolo e di presiedere al coro.

In alcune cattedrali quella del primicerio era una dignità religiosa di tutto rispetto, in quanto egli aveva giurisdizione sui canonici, potendo punirli, anche con la privazione delle distribuzioni corali, per il loro cattivo comportamento nel coro; in altre chiese aveva una semplice precedenza d’onore sui canonici.

Il primicerio, era sottoposto all’arcidiacono, e a lui spettava specialmente il compito dell’istruzione dei diaconi e di dare a questi lezioni che riguardavano l’ufficio notturno dei chierici lectiones, quae ad nocturna officia clericorum pertinent.

Lapide funebre di Francesco Filippo Indellicati, nel cimitero di Gioia

Dell’Indellicati sappiamo che nacque a Gioia del Colle nel 1767, che era un uomo di grande cultura, un appassionato studioso di botanica e di agronomia e che divenne primicerio del capitolo della Chiesa Madre di Gioia. Morì a Gioia del Colle nel 1831 e fu sepolto nel locale cimitero. Nell’ala sinistra sopraelevata del Cimitero Monumentale è ancora visibile il loculo con l’iscrizione del suo nome e cognome.

Rientrando nelle sue disponibilità alcuni appezzamenti di terra, in particolare in contrada Liponti, e in seguito agli studi, osservazioni e ricerche che effettuò su queste sue proprietà si accorse che alcuni vitigni avevano un germogliamento tardivo rispetto agli altri vitigni, la qual cosa permetteva di limitare i danni conseguenti alle gelate primaverili, molto frequenti in queste zone, e di ottenere due raccolti, uno precoce e dal succo più corposo e di alta gradazione ed uno più tardivo dal grado alcolico meno forte.

Poiché l’Indellicati si rese conto che l’uva di quei ceppi maturava con notevole anticipo rispetto agli altri vitigni sembra che abbia lui stesso coniato il termine ‘ primativo ‘ o ‘ primaticcio ‘, derivato dal latino primativus.

Dopo i primi esperimenti l’Indellicati selezionò alcune ‘ marze ‘ mise in coltura a primitivo altri ettari di sue terre. Continua la Lettura

Dichiarazione di decadenza della monarchia borbonica

13 Gennaio 2024 Autore:  
Categorie: Storia

Palazzo Cassano-Resta a Gioia dove il 20 maggio 1860 fu firmato l’atto della decadenza della monarchia borbonica

Sulla strada che conduce a Bari, un tempo corso Vittorio Emanuele II, oggi via Di Vittorio, nell’isolato che è ad angolo con via Manin, è ubicato un grosso complesso abitativo, costruzione originariamente proprietà della famiglia Cassano e oggi condivisa con i discendenti di Vito Nicola Resta, che era coniugato con una donna della famiglia Cassano.

Quando l’edificio fu costruito era extra moenia, cioè fuori dalle mura cittadine e dal centro abitato. Questa sua particolare ubicazione si prestava a riunioni politiche, poiché permetteva di essere meglio vigilata e offriva più facilmente asilo ai convenuti, anche forestieri.

Fu proprio in questa casa di Gioia del Colle che si riunirono il 20 maggio 1860 i Capi liberali della Provincia e firmarono l’atto che dichiarava decaduta la Dinastia Borbonica, e che il De Cesare chiama “l’atto di maggior coraggio compiutosi nelle Puglie”.

A quella riunione parteciparono non solo cittadini di Gioia, ma anche alcuni liberali del circondario. Continua la Lettura

La Carboneria a Gioia

12 Gennaio 2024 Autore:  
Categorie: Associazioni, Storia

Una riunione di Carbonari in Puglia

Quando parliamo di Carboneria la mente va subito alla costituzione di una società segreta sorta a scopo rivoluzionario nel Regno di Napoli durante i primi anni dell’Ottocento.

Proprio perché si è sviluppata principalmente a Napoli, capitale del Regno dei Borboni, si è soliti pensare che la nostra Puglia e Gioia in particolare non sia stata interessata a questa forma di organizzazione rivoluzionaria.

In realtà il nostro Comune già nel 1799 era stato teatro di una delle prime forme di reazione al dispotico dominio dei Borboni, che aveva visto alcuni nobili ed intellettuali gioiesi schierarsi a favore di un governo democratico e che  per questo loro desiderio di libertà andarono incontro alla morte, Ci riferiamo ai cosiddetti Martiri del 1799, la cui memoria è onorata con un monumento eretto, in occasione del centenario di quei tragici avvenimenti, in piazza Castello, luogo dove i loro corpi furono bruciati. Continua la Lettura

Un lanificio a Gioia

Reperti di Monte Sannace, presenti nel Museo Archeologico di Gioia del Colle, tra cui anche pesi per telai

Sin dai tempi dei primitivi insediamenti a Monte Sannace, sito facente parte del territorio di Gioia, ricco di boschi e di pascoli, era presente una fiorente pastorizia e in particolare allevamenti di pecore e capre, come è testimoniato dal rinvenimento di numerosi reperti, a seguito di regolari campagne di scavo.

Numerosissimi sono stati i ritrovamenti di pesi utilizzati per mettere in funzione i telai a mano, che servivano per la trasformazione del manto delle pecore in indumenti in lana per ripararsi dal freddo nelle stagioni fredde.

Alla fine dell’Ottocento a Gioia, sulla via che conduce a Noci, opera un  grande lanificio a livello industriale, che dà occupazione ad oltre duecento dipendenti.

Ancor prima dell’impianto del Lanificio Lattarulo un altro lanificio, ben più piccolo, era funzionante a Gioia, ad opera dei locali frati Francescani Riformati che operavano nella chiesa di Sant’Antonio e che per l’occasione utilizzavano parte del loro adiacente Convento.

Molto vivace è stata la storia della Chiesa di sant’Antonio e dell’annesso Convento dei Francescani Riformati o, come viene citato nell’Apprezzo della Terra di Gioia del 1640, Convento di Padri Zoccolanti Reformati di S. Francesco. Continua la Lettura

Il Capodanno nella Storia

10 Gennaio 2024 Autore:  
Categorie: Storia

Fuochi d’artificio durante il Capodanno

Ancor prima dell’era cristiana, il calendario al tempo dei Romani, si dice istituito da Romolo, il fondatore di Roma,era di ispirazione lunare, perchè prendeva inizio con la luna piena di marzo. Era scandito in dieci periodi, ognuno dei quali  dava il nome al corrispondente mese, come si intuisce leggendo la loro denominazione: ad esempio settembre erano il settimo mese, ottobre l’ottavo, novembre il nono e dicembre il decimo.

Il calendario di Romolo anche se sembra sia derivato da quello lunare greco, ad un esame più attento   si comprende che  non è propriamente lunare poichè in caso postivo la durata di ogni mese sarebbe dovuta essere di giorni 29,5. Infatti il primo mese, Martius comprendeva 31 giorni, il secondo Aprilis comprendeva 30 giorni, il terzo Maius comprendeva 31 giorni, il quarto Iunius comprendeva 30 giorni, il quinto Quintilis comprendeva 31 giorni,  il sesto Sextilis comprendeva 30 giorni, il settimo September comprendeva 30 giorni, l’ottavo October comprendeva 31 giorni, il nono November comprendeva 30 giorni e il decimo December comprendeva 30 giorni. Continua la Lettura

La Chiesa della Madonna della Scala

9 Gennaio 2024 Autore:  
Categorie: Storia, Turismo

Facciata della Chiesa della Madonna della Scala e annessa abbazia

L’abbazia benedettina Madonna della Scala è ubicata sulla ex statale 604, attualmente strada provinciale 239, che collega Gioia con Alberobello, e dista circa 11 chilometri da Gioia e 7 da Noci.

L’edificio sorge su una preesistente chiesetta romanica del sec XIII, residuo di una grangia cassinese. Il monastero, invece, venne costruito nel 1930.

Attualmente la zona in cui insiste la chiesa e l’abbazia fa parte del Comune di Noci, ma in passato quel territorio era appartenente al Comune di Gioia.

Infatti negli Annali manoscritti di Mottola, a proposito della chiesa rurale della Madonna della Scala si dice: dicta ecclesia in dicto territorio Ioviae existente (la detta chiesa della Madonna della Scala insiste nel territorio di Gioia). Continua la Lettura

A proposito di … Giacomo di Gioia

8 Gennaio 2024 Autore:  
Categorie: Scuola

Via Filippo Ronco

Il poeta-cantastorie in vernacolo gioiese Filippo Ronco (1791-1877),  è stato un personaggio umile, ma legato alla storia e alle tradizioni della nostra terra, che ha lasciato un segno nel settore della musica e della cultura popolare.

Numerosi sono i gioiesi che portavano il nome di Giacomo, e tra questi va ricordato fra Giacomo di Gioja, il quale fu eletto vescovo della soppressa chiesa  di Lettere (NA) intorno al 1349, così come attingiamo dalle Addizioni del Coleti all’Italia Sacra dell’Ughelli.

A 33 anni (data presumibilmente simbolica per il richiamo degli anni di Cristo), si dedica alla poesia religiosa;  per sua stessa ammissione, nel 1862 sarebbe stato, novello Dante in vernacolo, guidato dal Creatore ad un viaggio nell’inferno, da cui  sarebbe poi scaturita la ‘Storia dell’inferno’ (pervenuta incompleta). Continua la Lettura

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