Il testamento di Reone Guarnita, 14 settembre 1292

19 Novembre 2021 Autore:  
Categorie: Prodotti Locali, Storia

Testo del testamento di Reone Guarnita

Presso l’archivio della Biblioteca Provinciale “De Gemmis” di Bari si può prendere visione di un testamento di Reone Guarnita di Gioia, rogato dal notaio Nicola De Capite di Gioia il 14 settembre 1292  (V Indizione di Gioia), che ci porta a conoscenza di un pezzo di storia del nostro Comune.

Di particolare importanza notizie sulla presenza di alcune chiese in Gioia, sulla contemporanea presenza della duplice gerarchia ecclesiastica, quella latina e quella greca, le donazioni alla chiesa di San Francesco, alla Chiesa Matrice e un accenno alla chiesa di San Vito, che attesta  già a quella data il culto del Santo Martire nel nostro Comune.

Dal documento apprendiamo anche i nomi di alcune contrade di Gioia, notizie su alcune unità di misura, sulle produzioni agricole, tra cui frumento, orzo, vino e sull’allevamento di animali, come buoi, mucche, muli tori, giovenche.

Il testo che si riporta è la traduzione dell’originale, che presenta alcune lacune, segnalate con puntini sospensivi, di difficile trascrizione, perché mutilo nella piegatura centrale o macchiato dall’umidità.

Reone Guarnita, signore della Terra di Ioa, appressandosi il giorno in cui renderà la sua anima al Signore Dio dell’universo dichiara le sue ultime volontà. Continua la Lettura

Piazza Livia

10 Novembre 2021 Autore:  
Categorie: Storia

Piazza Livia e la Chiesa di S. Angelo  all’incrocio con Via Bartolomeo Paoli

La Piazza, che comprende il sagrato della Chiesa di Sant’Angelo ed il largo posto ad est dell’edificio religioso, prende la denominazione da Livia, la moglie di Bartolomeo Paoli.

Il Paoli era il comandante del contingente schiavone che venne in Italia nella seconda metà del XV secolo, per combattere a fianco degli Aragonesi di Ferrante I contro gli Angioini.

Il Losapio ricorda che, al termine della guerra, alcuni Albanesi e Schiavoni fecero ritorno in patria, mentre altri si stabilirono a Gioia e formarono quello che, dalla loro presenza, prese la denominazione di borgo degli Albanesi.

Grazie ad essi Gioia si ripopolò e da 12 fuochi del 1447 (ogni fuoco era un nucleo familiare mediamente composto di 5 persone, che pagavano una tassa annua) si passò negli anni seguenti a 136. Continua la Lettura

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