Il professore Cesare Svelto

23 Marzo 2022 Autore:  
Categorie: Storia

Il prof. Cesare Svelto

Trenta anni fa, l’8 maggio 1992 veniva a mancare tra di noi un concittadino, il prof. Cesare Svelto, che ha lasciato una traccia luminosa della sua presenza e del suo impegno a favore di Gioia del Colle.

Nasce a Gioia il 29 maggio 1908. Completa i suoi studi conseguendo nel 1933 la laurea in Scienze Economiche e Commerciali presso l’Istituto Superiore di Scienze Economiche dell’Università di Bari.. Nel 1938 consegue l’abilitazione all’insegnamento della Lingua francese.

Dal 1934 al 1938 ha insegnato Lingua e letteratura francese nel Comune di Maglie. Lì nasce Orazio Svelto nel 1936, che insieme al fratello Vito, nato a Gioia nel 1934 e alla figlia Maria, si affermeranno nel campo scientifico e della ricerca e dell’insegnamento a livello accademico ed internazionale.

Rientrato a Gioia nel 1939 ha continuato ad insegnare Lingua francese fino alla sua andata in pensione nel 1976, dapprima nella Scuola media Losapio e successivamente nel Ginnasio-Liceo P.V. Marone.

Generazioni di studenti sono stati affidati alle sue cure e al suo insegnamento, che ha svolto sempre con generosità e desiderio di far emergere le qualità che ogni alunno possedeva, operando, e non solo dal punto di vista pedagogico, per alcuni versi in modo inconsueto per i suoi tempi. Continua la Lettura

Ristorante “La Cicerchia”

Filippo Addabbo ed il figlio Alessandro

C’è un prodotto agricolo, che fa parte della tradizione gastronomica di Gioia del Colle e che molti cittadini e ristoratori stanno valorizzando e riscoprendo, che prende il nome di cicerchia.

Nel dialetto gioiese nnòlche, compare in un proverbio dialettale: Ci se mange cìcere e nnòlche, la sére desciune se colche, chi mangia ceci e cicerchie la sera si corica digiuno, a significare che mangiando a mezzogiorno tali legumi, che sono sufficientemente sostanziosi, la sera si può fare a meno di cenare.

Il suo nome scientifico è Lathyrus sativus, ma la cicerchia è nota anche come pisello d’India o pisello d’erba.

È un legume povero da un lato, perché utilizzato in passato dalla popolazione rurale o quella più economicamente sfavorita, ma nello stesso tempo è particolarmente ricco di proteine, di vitamine del gruppo B, di fibre, di polifenoli, di sali minerali, di calcio e di fosforo.

Oltre a questi elementi positivi la cicerchia presenta un lato negativo in quanto contiene una piccola quantità di una neurotossina rappresentata da acido β-N-Oxalvl-L-α,β- diaminopropionico, detto ODAP, variabile a seconda delle caratteristiche del terreno e delle condizioni ambientali. Per ridurre al minimo la tossicità delle cicerchie occorre dedicare ad esse un ammollo di circa 24 ore prima della cottura in acqua preferibilmente salata e tiepida. Al momento della cottura è consigliabile sostituire l’acqua dell’ammollo con acqua pulita e non salata. Inoltre la cottura in acqua bollente e per un tempo piuttosto lungo contribuisce ad eliminare la potenziale tossicità della cicerchia e a renderla più digeribile. Continua la Lettura

L’Ufficio Postale a Gioia del Colle

19 Marzo 2022 Autore:  
Categorie: Gioia Nota, Storia

L’Ufficio postale in Corso Ricciotto Canudo in una cartolina degli anni ’70

Gioia, essendo sulla strada consolare che da Bari conduce a Taranto era tappa di sosta per ogni tipo di corrieri.

Nell’Apprezzo della Terra di Gioia del 1611 stilato da Federico Pinto si dice: …et il Procaccio, che viene da Napoli per andare a Taranto, passa nello andare e ritornare per mezzo di detta Terra di Gioja, et ivi viene a fare continuamente stanza, per essere non solo capo giornata, ma anco per la comoda abitazione.

Nel 1806 fu disciplinata dal Decurionato di Gioia l’usanza dei corrieri pedatici per la corrispondenza.

Nel 1819 il Decurionato di Gioia fa richiesta dello stabilimento di un ufficio di procaccio per Gioia e anche per utilità dei Comuni vicini.

Ad agosto del 1837, dopo 8 anni, scadeva il contratto di locazione stipulato con il Comune da Vitantonio Straziota, all’epoca titolare della locale scuderia dei cavalli di Posta, per l’uso del vecchio lamione, detto di San Domenico, perché ubicato alle spalle dell’ex Convento dei Domenicani, sito religioso dove verso il 1816  era stata trasferita la Casa Comunale.

Il sindaco Lorenzo Ceppaglia il 23 aprile convocò il Decurionato per deliberare il rinnovo della locazione del lamione. Continua la Lettura

Il settimo centenario della morte di Dante Alighieri

Dante. Dipinto di Domenico Di Michelino, Cattedrale di Firenze

Lo scorso anno ricorreva il settimo centenario della morte di Dante Alighieri, evento che a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia non è stato sufficientemente festeggiato.

Infatti nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321 moriva a Ravenna Dante Alighieri.

Notiamo un parallelismo tra il secolo in cui visse Dante e quello in cui viviamo. Il Trecento, infatti, è un periodo di crisi di valori, di cui la Divina Commedia è una testimonianza, è un periodo di lotta tra Imperato e Papato, di corruzione e di violenze, di smarrimento nella ‘selva oscura’. Il XXI secolo è caratterizzato da crisi della scuola, della famiglia, da convivenze, femminicidi, droga, lotte razziali, guerre.

Nel tempo di Dante e nella nostra società l’unico faro sembra essere la Chiesa, che alza la voce contro le contraddizioni non solo al suo interno, ma anche a quelle presenti nel mondo. Continua la Lettura

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