I ‘portatori’

Confratelli ‘portatori’ del busto argenteo di San Filippo

Da tempo immemorabile a Gioia quasi ogni mese si festeggiava un avvenimento religioso legato alla ricorrenza liturgica di un Santo. Tre erano i momenti forti di queste ricorrenze: la celebrazione della Messa in onore del Santo, la processione della statua del Santo e la festa civile che era imperniata sull’ascolto della Banda musicale e sullo ‘sparo’ dei fuochi d’artificio.

Tra queste tradizioni quella più coreografica e maggiormente partecipata è senz’altro la processione del Santo o della Santa, che, portato a spalla da quattro individui, attraversava le vie della città accompagnata dalle Confraternite e dai sacerdoti locali, dagli amministratori comunali, da un folto numero di fedeli, mentre numerosi cittadini facevano ala al passaggio della processione, ed altri dai balconi, addobbati con drappi preziosi, lanciavano petali di fiori all’arrivo della statua del Santo.

Fino agli inizi del secolo scorso, nella ricorrenza delle feste dei Santi, per portare a spalla le statue dei Santi durante le relative processioni si ricorreva all’affidamento attraverso una ‘licita’: coloro che offrivano una somma superiore a quella degli altri partecipanti all’asta si aggiudicavano quel privilegio.

Con il passare degli anni e fino alla fine del secolo scorso toccava anche ad alcuni confratelli o ad alcuni fedeli il compito e l’onore di portare in processione le statue attraverso le vie del paese. Continua la Lettura

Via Giuseppe Barba

16 Maggio 2023 Autore:  
Categorie: Gioia Nota, Storia

Via Giuseppe Barba

Nel quartiere bizantino di Gioia, sul prolungamento di via Spada, vicolo che si imbocca tra la sede INPS e piazza Cesare Battisti e che porta al sagrato della chiesa di Sant’Andrea, è ubicata la via che porta il nome dell’arciprete Giuseppe  Barba.

Nella Galleria in sonetti di ritratti storco-poetici degli Arcipreti della Collegiata insigne di Gioja in Bari pubblicata in Appendice al Quadro istorico-poetico sulle vicende di Gioia in Bari detta anche Livia, al XII Ritratto, che di seguito riporto, l’abate Francesco Paolo Losapio ci notizia dell’Arciprete Dottor D. Giuseppe Barba, un religioso già in vita  in odore di santità.

Nutrire i vivi, e seppellire i morti

Eran pregi di Barba, e non di meno

Tutte l’altre virtù dell’alme forti

E di grand’uomo egli annidava in seno.

   Or benigno, or severo in modi accorti

   Usò lo sprone, oppur la sferza e ‘l freno,

   Intrepido or minacce, ora conforti

   Di vizi, o di virtù secondo il treno.

Grave nel portamento e nel contegno,

Vestìa con gran decoro, e sempre in fronte

Del sacro minister splendeagli il segno.

   Nuovo Sannacherib lasciò le impronte

   Di morte sul suo capo: Iddio per pegno

   D’amor salvollo, e con maniere conte. Continua la Lettura

La masseria Gigante

La masseria Gigante, vista dall’alto

Della famiglia Cassano abbiamo parlato in un altro articolo pubblicato su questo sito, visionabile cliccando sul seguente link:  https://www.gioiadelcolle.info/gioia-del-colle-e-la-famiglia-cassano/.

Nel 1612 un ramo della famiglia Cassano si trasferisce a Gioia del Colle e si imparenta con la famiglia Gigante, originaria di Acquaviva delle Fonti, consolidando il proprio patrimonio agrario.

La masseria Gigante è ubicata sulla via che porta ad Acquaviva a circa 5 Km. dall’abitato di Gioia.

Non siamo a conoscenza dell’anno di costruzione di questa masseria; l’incisione presente su una pietra che è murata nel corpo di fabbrica delle cantine edificate nel 1884 riporta la seguente iscrizione: V. G. G. F. A D 1753, probabilmente iniziali della famiglia Gigante che fece costruire la masseria in quella data. Nella seconda metà dell’Ottocento la costruzione fu restaurata e ampliata da Filippo Cassano, che ne era proprietario.

Particolare della scalinata della masseria Gigante

In epoca più vicina a noi la masseria è stata proprietà della signora Zoe Leomanni, coniugata Cassano. Alla sua morte la masseria e stata data in eredità alla signora Milena Perniola, figlia dell’ultimo marito della signora Zoe. L’erede ha provveduto al restauro dei tetti della masseria, che erano in gran parte fatiscenti, e a consentito alla figlia l’utilizzo dei terreni di pertinenza della masseria per colture biologiche di grano e di vigneti.

Anche se la struttura presenta alcune feritoie sul coronamento, non rientra nel novero delle masserie fortificate.

La masseria, una delle più belle presenti nell’agro gioiese, sia dal punto di vista architettonico che per la volumetria che occupa, si sviluppa su tre livelli.

Secondo la tradizione delle grandi masserie il primo livello, quello a piano terra, era adibito in parte a ricovero di attrezzi e di bestiame e in parte ad abitazione del massaro e degli addetti alle attività agro-zootecniche.

Da ammirare è la facciata principale che presenta una elegante e imponente scalinata antistante l’edificio e un portale modanato.

La scalinata si interrompe dopo la prima rampa per permettere l’accesso agli al primo piano padronale, attraversando un ampio terrazzo-ballatoio. Questo terrazzo, arretrato rispetto al frontespizio, era occupato dai proprietari della masseria e dei terreni ad essa associati, mentre il terzo livello o sottotetto era utilizzato per la conservazione delle derrate alimentari.

La cappella della masseria Gigante

La scala, protetta da una balaustra sagomata, divide il fabbricato in due parti simmetriche che presentano verso gli estremi, due aperture tompagnate delineate da colonne laterali e sormontate da archetti ogivali e merlature.

In posizione frontale rispetto alla zona residenziale sono localizzate alcune costruzioni più recenti,

adibite a magazzini. La zona riservata alle stalle, separate tra bovini ed equini, si sviluppa intorno ad una piccola corte interna lastricata.

In posizione distaccata dal fabbricato rurale, e precisamente posteriormente al prospetto della masseria, è ubicata una chiesa o meglio una piccola cappella rurale.

Essa è costituita da un monovolume con volta a botte e copertura a spioventi e presenta sul prospetto un portale in pietra ad arco, sormontato da un oculo lobato dal quale l’interno della cappella prende luce.

Interno della cappella della masseria Gigante

Sul pinnacolo è presente un campaniletto a vela che termina con una Croce.

Le facciate laterali presentano un grosso arco tompagnato; quello posto sul lato destro del prospetto presenta sull’arco una lunetta, anch’essa murata, che verosimilmente un tempo era finestrata per permettere di illuminare l’ambiente interno.

La cappella internamente è molto sobria; presenta una volta a botte e un altare in pietra addossato alla parete di fondo, con un minimo di arredo sacro, necessario per le funzioni religiose.

Le pareti sono semplicemente imbiancate e prive di dipinti o di raffigurazioni sacre.

La cappella era utilizzata non solo per le funzioni religiose a vantaggio degli abitanti e dei lavoranti della masseria, ma era disponibile anche per altri abitanti delle numerose masserie delle contrade limitrofe.

Nella cantina un tempo erano presenti delle grosse botti in legno, che contenevano il vino che si produceva in abbondanza nell’azienda.

La bellezza e la maestosità della masseria Gigante ha attratto l’attenzione anche di operatori del settore cinematografico.

Cantina della masseria Gigante

Infatti alla fine di marzo del 2023 la masseria Gigante è stata utilizzata come set per le riprese di alcune scene del film Il mio posto è qui, scritto e co-diretto da Cristiano Bortone e Daniela Porto, film prodotto da Orisa Produzioni, con il sostegno di Apulia Film Commission e Regione Puglia.

Alcune scene del film sono state girate nella sacrestia della chiesa di San Francesco d’Assisi a Gioia.

La storia è ambientata nella Calabria rurale della fine degli anni ’40, racconta la storia di amicizia e di emancipazione tra una ragazza madre e l’organizzatore di matrimoni locale, l’unico gay del paese, che la porta a sfidare i pregiudizi della comunità e a lottare contro una società condizionata da una cultura patriarcale, per trovare il proprio posto nel mondo.

© È consentito l’utilizzo del contenuto di questo articolo per soli fini non commerciali, citando la fonte ed il nome dell’autore.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.