L’insediamento peuceta di Santo Mola

santomola4Il territorio di Gioia del Colle è ricco di reperti archeologici, segno tangibile della presenza dell'uomo nel nostro Comune  già in età antica. Il sito archeologico più consistente e più conosciuto è quello di Monte Sannace,  uno dei più antichi ed importanti insediamenti dei Peuceti in Puglia, risalente all'Età del Neolitico, che, oltre alle necropoli ha portato alla luce i resti delle dimore degli antichi abitanti.

Altri siti minori, ma tali solo per estensione, per sviluppo cronologico e per scarsità di reperti urbanistici, non per importanza, sono presenti nel nostro territorio comunale, quasi tutti in direzione Sud Ovest e poco distanti tra loro, ulteriore segno della posizione favorevole all'insediamento dell'uomo su un pianoro che domina la fertile   zona circostante, ancora oggi attraversata da lame con piccoli torrenti  o con presenza di laghetti artificiali.

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L’illuminazione elettrica a Gioia

15 Gennaio 2010 Autore:  
Categorie: Storia

lampionegioiaA Gioia si incomincia a parlare di illuminazione pubblica il 6 aprile 1826, allorquando il Signor Intendente della Provincia, durante la riunione del Decurionato da lui stessa indetta, afferma: Essendo Gioia un Paese rispettabile per la sua situazione, e pel numero degli abitanti, non conduce che le strade siano all'oscuro nella notte, tanto più, ch'essendovi la Strada Consolare, molti mancano dei passeggieri; è d'uopo quindi che le strade abbiano de' riverberi.

Il suggerimento dell'Intendente non trova seguito perché i Decurioni nella seduta del 6 agosto seguente  riconoscono lo stato deplorevole del Comune a causa dell'inclemenza delle stagioni e richiede alle Autorità Superiori la sospensione delle pubbliche imposte. Il 13 agosto il Decurionato chiede di fare economie, rimandando a miglior tempo le spese per il maestro pubblico e la maestra, per il Chirurgo dei poveri e chiede altresì la sospensione dei lavori pubblici e  della guardia rurale, la riduzione degli stipendi e di non imporre nuovi balzelli, date le tristi condizioni della popolazione.

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Ricoveri antiaerei

12 Gennaio 2010 Autore:  
Categorie: Storia

Durante la seconda guerra  mondiale Gioia era considerata un obiettivo sensibile, un  luogo di notevole importanza Ricoveristrategica, in quanto era un importante snodo stradale ( diramazioni per Taranto, Bari. Matera, Brindisi )  e ferroviario ( collegamenti con Bari, Taranto, Foggia, Matera ) ed anche sede di un aeroporto militare ( o meglio, come allora veniva chiamato, Campo di Aviazione ). 

Dal primo Campo di Aviazione  la notte tra il 4 e il 5 ottobre 1917 partirono 15 biplani con piloti italiani che seguirono Gabriele D'Annunzio  nell'eroica impresa del bombardamento e della distruzione della flotta nemica  nelle Bocche di Cattaro. Nel 1940, dopo essere stato ampliato il Campo prende la denominazione di Regio Aeroporto Militare.

Era quindi naturale che Gioia potesse subire bombardamenti aerei e che alla popolazione gioiese fosse data  l'opportunità di proteggersi da tali evenienze. In effetti bombardamenti aerei  furono effettuati su Gioia ed ebbero come obiettivi il Campo d'aviazione, la stazione ferroviaria e il cavalcaferrovia, che subirono gravi danni.

Per impedire stragi di civili inermi fu decisa la costruzione di ricoveri antiaerei,  l'acquisto di maschere antigas, la posa in opera e in funzione  di una sirena di allarme sulla torre dell'orologio in Piazza Plebiscito e l'oscuramento serale e notturno con lampade azzurrate, schermate da  cappellotti metallici.

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Le neviere

neviera0001Dai tempi antichi l'uomo ha avvertito l'esigenza di procurarsi refrigerio durante la calura estiva e, non avendo i mezzi di cui oggi disponiamo, ha utilizzato ciò che la natura gli offriva: la neve.

La neve in passato da qualcuno era considerata  una maledizione divina, perché rovinava alcune colture agricole, pregiudicando i raccolti.  Come  ogni moneta ha una doppia faccia, così anche per questo fenomeno atmosferico l'uomo col passare del tempo  ha apprezzato  il lato positivo, vedendo  in esso un beneficio per la natura, poiché la neve rallentava la crescita dei semi e delle piante e contribuiva alla distruzione degli  insetti nocivi all'agricoltura. Inoltre ha imparato a considerarla una merce preziosa anche per lui e ad utilizzarla sia per scopo alimentare ( per la preparazione di  sorbetti e bevande fresche e per conservare cibi, come riserva di acqua potabile nei periodi di siccità ) che per uso ospedaliero e medico ( cura di ascessi, contusioni, febbre ). La neve era anche utilizzata da comunità monastiche, specialmente per la conservazione di prodotti caseari.

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