La famiglia Eramo e le donazioni per San Filippo Neri

Febbraio 24, 2024 by  
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La statua di San Filippo con gli abiti donati dalla signora Amalia Lezzi

La famiglia D’Eramo o Eramo, come oggi risulta dai registri dello Stato civile di Gioia, ha sempre avuto una devozione particolare per il Patrono  di Gioia, san Filippo Neri.

Tale devozione è stata favorita sicuramente dal fatto che questa famiglia ha dato i natali a ben quattro Primiceri.

Il primicerio era una dignità del capitolo cioè un ecclesiastico che vigilava e presiedeva ai suddiaconi e agli altri chierici minori nel servizio divino, aveva il primo posto dopo l’arcidiacono; in alcuni capitoli o collegiate e nelle confraternite, è il titolo di dignitario con funzioni di direzione e sorveglianza o puramente onorifiche.

Uno di questi primiceri, il canonico don Daniele Eramo, nel 1883 acquistò il castello di Gioia, che successivamente nel 1907 fu acquistato dal marchese Orazio De Luca Resta di Noci.

Della famiglia Eramo ricordiamo anche il cav. Eramo Daniele, che è stato Sindaco di Gioia dal 22 agosto1895 al 14 aprile del 1897, dal 23 ottobre 1897 22 ottobre 1901, dal 5 maggio 1902 al 21 novembre 1903, nonchè presidente del Circolo Unione di Gioia dal 1880 al 1892.

Nell’agro gioiese sono presenti numerose masserie che appartenevano alla famiglia Eramo.

Si narra che per ringraziamento allo scampato pericolo della sua famiglia dall’epidemia di colera che si abbatté su Gioia nel 1837, donna Amalia Lezzi, moglie di Celestino Eramo, fervente devota di san Filippo, donò al nostro Patrono il vestito per la statua processionale, un anello in oro con topazio e l’aureola. Leggi tutto

La festività di Pentecoste a Gioia del Colle

Maggio 31, 2020 by  
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La Pentecoste, dipinto di Giotto di Bondone

Quest’anno il 31 maggio cade la Pentecoste, cioè la festività religiosa che si celebra  a distanza di 50 giorni dalla celebrazione della Pasqua.

Il periodo dei cinquanta giorni di Pasqua si conclude con la celebrazione della discesa dello Spirito Santo, che Gesù aveva preannunciato ai suoi discepoli.

Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore, perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascio orfani, ritornerò da voi. (Giov. 14, 16-18).

La Pentecoste, oltre a ricordare un avvenimento storico rilevante per i primi discepoli di Gesù,per tutti i cristiani costituisce il compimento dell’intervento salvifico di Dio e del suo piano di salvezza per tutti gli uomini.

La Pentecoste ricorda due temi della festa ebraica: la presentazione e l’offerta delle primizie della terra e l’anniversario dell’alleanza del monte Sinai, effettuata cinquanta giorni dopo l’uscita dall’Egitto (Es. 19, 1-16). Leggi tutto

Tre Santi Patroni di maggio

Maggio 16, 2020 by  
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San Nicola e il miracolo dei tre bambini resuscitati, tela nella Chiesa di San Rocco

Il mese di maggio, nel bel mezzo della primavera, è il periodo in cui ”cadono” numerose feste patronali.

Tra queste, i nostri nonni ne ricordavano tre in particolare: San Nicola di Bari (Pàtara, 250, Mira, 326) la cui ricorrenza secondo il calendario liturgico cade il 6 dicembre, ma viene festeggiata l’8 maggio, San Cataldo ( monaco cristiano nato in Irlanda,  morto a Taranto nel 685), festeggiato a Taranto il 10 maggio e San Filippo (Firenze 1515, Roma 1595), festeggiato a Gioia del Colle il 26 maggio.

Pur essendo nati in periodi diversi e in luoghi diversi la venerazione verso questi tre Santi era talmente viva e forte che il popolo li accomunava come “fratelli”; ed in realtà lo erano, in qualità di fratelli in Cristo.

Inoltre  due dei tre Santi, Nicola e Cataldo, sono stati venerati a Gioia da tempi lontanissimi. A Gioia risalirebbe la presenza di una Chiesa di san Nicola, ubicata nei pressi dell’omonimo Arco, dove risiedeva il rappresentante della Chiesa di san Nicolò di Bari, Chiesa alla quale il duca normanno Ruggero d’Altavilla, figlio di Roberto il Guiscardo, nel giugno 1087, un mese dopo l’arrivo da Mira a Bari delle reliquie di San Nicola confermò all’arcivescovo Ursone II la donazione che suo padre aveva fatto alla Mensa Arcivescovile di Bari, delle terre del Canale, di Gioia a Frassineto, presso Monte Sannace e della chiesa di Sant’Angelo (Cod. Diplom. Bar. I,32), donazione più volte confermate dai suoi successori. Quest’Arco fa parte di un borgo che in passato prendeva la denominazione di Borgo San Nicola. Leggi tutto

Sonetto di San Filippo Neri

Aprile 21, 2012 by  
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San_Filippo_NeriSan Filippo Neri, come descritto nella sua Vita, in età giovanile si dilettò nella Poesia, sia latina che volgare, cioè italiana.

Nella poesia volgare aveva tanta facilità che componeva all'improvviso.

A motivo della sua umiltà, come è accaduto per molti altri Santi,  prima della sua morte fece bruciare tutti i suoi scritti. Nonostante tutto, per un caso fortuito, un sonetto, da lui composto   nella sua gioventù, si è salvato ed è giunto fino a noi.

San Filippo nel  sonetto, scritto nel volgare del suo tempo e quindi di non facile comprensione, ci parla dell'Anima, che è stata creata da Dio, immortale, bella, libera e che a Lui deve ritornare e  in Lui deve continuare a vivere in eterno in cielo, "per calcare le stelle",  dopo la nostra fugace esperienza di vita terrena. L'uomo non può vivere in eterno in Dio, non può godere della sua Presenza, del suo Amore e della sua Comunione se non  muore a se stesso,  alla sua vita terrena e alle sue effimere gioie.

Di seguito si riporta tale sonetto, composto da San Filippo  Neri durante la sua gioventù e da lui scritto di proprio pugno.

Ritengo sia  un'occasione, questa, per far conoscere meglio a noi gioiesi il nostro Protettore e un'ulteriore prova dell'affetto e della devozione che nutriamo verso la sua Persona.

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Per una raccomandazione speciale…

Novembre 1, 2009 by  
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I Santi Patroni S. Filippo e S. Sofia ai piedi della Vergine (Chiesa Madre, transetto)… conviene puntare molto in alto. Il fenomeno è sempre esistito, a maggior ragione in tempo di crisi e scarsità di mezzi. Nella società romana antica, ad esempio, molti uomini liberi, ma di modesta condizione sociale, per sopravvivere si riducevano allo stato di clientes, quotidianamente alla ricerca di uno o più generosi patroni. Tale fu anche Giovenale, autore latino della prima metà del I sec. d.C., dopo aver esercitato per un periodo l'avvocatura: nelle sue satire descrisse efficacemente la vita amara del cliente, che ogni giorno all'alba e con qualunque tempo era costretto ad aggirarsi per le strade della città, pur di essere tra i primi a salutare il suo signore. Il patronus, se particolarmente ricco, aveva infatti uno stuolo di clientes, i quali al mattino affollavano l'atrio della sua casa per il rituale saluto, la salutatio matutina, e per rendersi disponibili a svolgere incarichi di vario tipo (dal disbrigo di pratiche burocratiche alla cura degli affari economici e patrimoniali, all'organizzazione della campagna elettorale in caso di candidatura del patrono), ricevendone in cambio innanzitutto la sportula, una cesta piena di vivande per il vitto giornaliero, poi sostituita da piccole somme di denaro, quindi protezione e assistenza giuridica in tribunale.

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Lettera a San Filippo Neri

Maggio 26, 2007 by  
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San Filippo NeriCarissimo,
ti scrivo  alcune domande alle quali non trovo risposte. L'occasione mi viene offerta dalla festa patronale della mia città della quale sei Patrono. L'episodio se vuoi è specioso, irrilevante secondo me, ma avverto il bisogno di dirtelo, visto che dalle mie parti l'essere ascoltati è diventato terribilmente difficile.
Il  "Comitato della Festa" che è composto da 34 cittadini , lo presiede un parroco e vi figura anche una donna, ha realizzato un programma diviso in due parti: quello religioso e quello civile. Nel primo è prevista la predica tradizionale della novena e le processioni che servono per far sfilare in pompa magna tutti i poteri con i propri  segni. In quello civile oltre alle gare sportive è stato inserito un corteo storico denominato :" Gli Svevi in terra di Gioia, con l'intento di recuperare visivamente memoria e rappresentazione dell'ormai millenaria storia e vita della comunità gioiese".
Una sorta di sceneggiata che serve soltanto a fare più spettacolo, visto che viviamo da tempo in una società dello spettacolo, dove mostrarsi conta di più che essere.

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Gioia del Colle – La Città

Aprile 19, 2007 by  
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Cartina PugliaCittà a 38 Km. a sud di Bari, ( 40°  48' di lat. Nord  e 16° 55' di long. Est ),  posta a 364 mt. sul l.d.m., presenta una superficie di 206,48 Kmq. e una popolazione di circa 28.000 abitanti.

La si può raggiungere con mezzi pubblici: con le FF.SS. utilizzando sia la linea ferroviaria Bari – Taranto che la la linea Gioia – Rocchetta S. Antonio; con i pullman delle Ferrovie del Sud Est, delle autolinee Marozzi (  Roma ed il Nord Italia), Sabato -Scoppio ( Puglia e Sicilia ), Lentini ( Savona e Nord Italia ), Inter Sai (  Calabria ), Chiffi ( per Gallipoli ). Seat ( Lecce ),Sita ( Puglia ), STP ( Puglia ).

Con la propria autovettura si può arrivare attraverso la statale 100, l'autostrada A 14 Bologna-Taranto, uscita Gioia del Colle, le strade provinciali Altamura-Gioia, Alberobello-Gioia, Turi-Gioia, Acquaviva-Gioia, Putignano-Gioia, Castellaneta-Gioia, Laterza-Gioia, Matera-Gioia. 

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