La Corte dei Sannaci

Il logo de ‘La Corte dei Sannaci’

Una rustica masseria risalente alla fine del ‘700 immersa nel verde, a circa 5 Km da Gioia sulla ss. n.100, nel 1972 fu acquistata dal cav. Giuseppe Colonna, un noto imprenditore edile barese, innamorato della bellezza della struttura e della sua ubicazione, a metà strada tra Bari e Taranto, precisamente al Km. 34,400.

Il signor Colonna aveva un’azienda denominata COLOMAR (Colonna Marcantonio), una S.a.s., che offriva prodotti e servizi per l’industria turistica ed alberghiera, costruzione, acquisto, locazione ed esercizio di complessi alberghieri turistici con eventuali dipendenze complementari ed accessorie, forniture alloggio di pensioni, alberghi e hotel.

La scelta dell’acquisto della struttura gioiese fu dettata oltre che dalla bellezza della struttura e del paesaggio circostante anche dal fatto che si tratta di un punto nevralgico e baricentrico tra Bari, Taranto e Matera e tra le bellezze pugliesi e non: Castellana Grotte, Alberobello, Castellaneta, Ostuni, Fasano, Cisternino, Altamura, Gravina, Matera, ecc. Continua la Lettura

I “Monacacìidde”

16 Agosto 2021 Autore:  
Categorie: Storia

Il Monachicchio, immagine tratta da ‘Il Monacello  NoiXConTesTo ‘

I “Monecacìidde”, che dal dialetto gioiese possiamo tradurre nella forma italiana Fraticelli, nella tradizione popolare sono i folletti che, di notte, entravano nelle stalle e facevano trecce alle criniere o alla coda dei cavalli.

Nel folklore meridionale, non soltanto pugliese, ma anche quello lucano, calabrese, napoletano e siciliano, è presente questo folletto, che è rappresentato con caratteristiche demoniache e si raccontava che alcuni questi demoni erano custodi di tesori e di beni terreni.

Questo folletto, dell’altezza di circa mezzo metro, vestito con pantaloni lunghi fino alla caviglia, piedi simili a quelli del diavolo unghiuto, con un cappuccio rosso sul capo, penetrava nelle stalle attraverso il buco della serratura  o di un piccolo pertugio e si divertiva ad annodare in trecce le criniere e le code dei cavalli. Era in grado di provocare il mal di pancia alle bestie domestiche e realizzava trecce anche  alle donne dai capelli lunghi. Spesso saltava sulla pancia delle persone che dormivano e si divertiva a pressarla costringendo i malcapitati a svegliarsi col fiatone e a causa dei battiti accelerati del cuore. A volte i dispetti del folletto arrivavano al punto da  legare mani e braccia del malcapitato, fino a paralizzarlo; altre volte rompeva piatti e soprammobili, soffiava nelle orecchie dei dormienti, oppure palpeggiava le donne. Si adirava se qualcuno riusciva a togliergli il cappello, ma era in grado di consigliare di giocare dei numeri al lotto per realizzare una cospicua vincita. Continua la Lettura

Villa Colombo

Villa Colombo in una foto di Oronzo Minei, 1922, cartolina di S. Lagosante.

Una delle ville più belle di Gioia, nel periodo della sua edificazione, che era ubicata alla periferia del paese  e che attualmente è in una zona di forte espansione edilizia, è senza dubbio quella che viene conosciuta come ‘Villa Colombo’.

Questa denominazione è presente sulle due colonne che sostengono il cancello di accesso alla Villa.

In realtà il progetto della Villa, costruita alla fine dell’Ottocento su indicazione dell’architetto gioiese Cristoforo Pinto, fu commissionata dai proprietari dei terreni, la famiglia Cassano, per essere da essa utilizzata. Continua la Lettura

Il prof. Francesco Cortese

11 Agosto 2021 Autore:  
Categorie: Storia

Il preside Francesco Cortese con gli alunni della classe III Liceo, a. s. 1972-73

Quest’anno il prof. Francesco Cortese, educatore di profonda cultura e pubblico amministratore, avrebbe compiuto 106 anni.

Egli, infatti, nasce a Casoria il 23 dicembre 1915 e termina il suo percorso terreno a Gioia del Colle nel mese di marzo del 1998; napoletano di nascita ma gioiese di elezione e di adozione.

Dopo la frequentazione in un collegio, (rimane orfano di padre all’età di 10 anni), fino al conseguimento della maturità, un cugino di suo padre, che lo segue e ne apprezza le qualità, lo invoglierà a proseguire negli studi. Il parente è Nino Cortese docente universitario, uno dei maggiori esperti del Risorgimento italiano, del cui istituto fu vicepresidente, curatore dell’edizione dell’opera omnia di De Sanctis, amico di Croce alla cui area storica si iscrive. Per il giovane Francesco questa prossimità fu fondamentale per la sua formazione, avendo potuto personalmente frequentare la cultura napoletana ai più alti livelli. Continua la Lettura

Largo Scarpetta

Largo Scarpetta come appariva alla fine degli anni ’70

Anche nelle migliori famiglie a volte è presente una “pecora nera” ovvero un componente che non ha onorato il buon nome del suo casato.

Questa affermazione calza anche per la famiglia Scarpetta, che annovera tra i suoi rappresentanti alcuni individui che hanno dato lustro a Gioia ed altri di cui sarebbe meglio perderne memoria.

Numerosi sono gli Scarpetta che Gioia del Colle può annoverare tra i suoi figli.

Dal Catasto Onciario di Gioia del Colle del 1750 veniamo a conoscenza di un reverendo Canonico don Francesco Paolo Scarpetta, di un legato del fu don Onofrio Scarpetta e di Lonardantonio Scarpetta, sacerdote.

Un tale Domenico Scarpetta, detto Scarpettullo, e Donato Scarpetta li troviamo coinvolti, insieme ad altri rivoltosi, negli avvenimenti del 14 febbraio 1799 che portarono alla strage di alcuni Martiri gioiesi, e precisamente nella uccisione del magnifico Filippo Petrera.

Tra i rappresentanti “positivi” della famiglia Scarpetta va annoverato Vincenzo, fisico, che subì il saccheggio della sua casa il 13 febbraio del 1799. Il suo nome compare anche in uno “strumento” rogato il 20-5-1804, all’indomani dei sanguinosi eventi del 1799.

Scarpetta Vincenzo fu tra coloro che firmarono l’attestazione indirizzata il 24-7-1806 al Governo francese dai gioiesi, per ribadire la fede filofrancese dell’avvocato Pasquale Soria.

Largo Scarpetta agli inizi del ‘900, durante una nevicata

Tra i testi contro Francesco Soria, da questi citati nella sua supplica, tra i sanfedisti figura Scarpetta Domenico.

Nell’elenco degli appartenenti alla sezione di Gioia della Carboneria, “La Costanza dei Bruti”, nel periodo 1820-21 compare Filippo Scarpetta, barbiere, che fu Sergente della Legione.

Un altro componente della famiglia Scarpetta, di nome Gervasio, esercitò la professione di notaio e rogò molti atti a favore della Chiesa Madre di Gioia.

Nel Centro storico di Gioia nei pressi della Chiesa Madre e di Sant’Angelo vi è un Largo, intitolato alla famiglia Scarpetta, in particolare a due suoi nobili rappresentanti, Donatantonio e Vincenzo Scarpetta, rispettivamente padre e figlio, fisici, cioè medici, i quali oltre ad essere esperti nelle discipline connesse agli studi relativi alla loro professione, godevano di notevole considerazione pe essere acculturati anche in altre scienze.

La piazzetta, non solo dagli abitanti del borgo, ma da tutti i gioiesi, nel linguaggio popolare era chiamato il largo de “Le quattro fontane” per la presenza, al centro della stessa, di una fontana dotata di quattro rubinetti da cui quattro persone potevano attingere contemporaneamente l’acqua dell’acquedotto pugliese fino a quando non ottennero l’allacciamento della propria abitazione alla rete idrica cittadina.

Largo Scarpetta, oggi, dopo il restauro del basolato ed il nuovo look

All’inizio del nuovo millennio, la pavimentazione del quartiere è stata restaurata e anche la vecchia e tradizionale fontana è stata sostituita con un’altra più moderna e meno artistica di quella precedente, conservando, però, i quattro rubinetti previsti dal primitivo progetto.

Nel largo sono state inserite delle panchine in pietra e sono stati piantati alcuni alberi per consentire ai passanti o agli abitanti del quartiere di trascorrere alcuni momenti di relax, o, come avveniva in passato, di  svolgere alcune attività collegate alla vocazione agricola cittadina, come la stagionatura e la pulitura delle mandorle, delle noci o dei legumi.

Sembra in questo modo perpetuarsi l’antica consuetudine degli abitanti del quartiere di posizionare le sedie nei pressi dell’uscio delle proprie abitazioni per dedicarsi a quelle attività, per intrattenere i bambini con giochi e racconti e per socializzare con i membri del vicinato.

Nel corso del secolo scorso, come si nota da alcune foto dell’epoca, questo sito ha subito delle trasformazioni, con un nuovo look delle facciate e con la sopraelevazione di alcune abitazioni. Nonostante questi cambiamenti si conserva ancora oggi la popolare denominazione di questa piazzetta come “Largo delle quattro fontane”.

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