Paolo Losito

14 Novembre 2022 Autore:  
Categorie: Gioia Nota, Storia

Via Paolo Losito

Paolo Losito nasce a Gioia il 1709 e muore sempre a Gioia all’età di 80 anni il 1789.

La prima Storia di Gioia del Colle fu composta dal nostro concittadino Paolo Losito, ma è andata perduta alla metà del Novecento.

Il primo accenno a questa Storia ci viene dall’abate Francesco Paolo Losapio, che afferma che poté consultarne i due volumi e li utilizzò per la compilazione della sua opera Quadro istorico-poetico sulle vicende di Gioia in Bari detta anche Livia.

Infatti nella Cornice in versi scelti al Quadro istorico-poetico il Losapio dice: E chi il tuo nome / così caro alla patria e prediletto, / Paolo Lisito, può tacer? Qual scoglio / che immobil stassi al flagellar dell’onde / irate, il petto tuo costante e fermo, / intaminato e saldo stette al fiero / del Principe cipiglio, che sfidasti / caldo di patrio amor a lunga pugna, / e per te perigliosa; e al fine, oh! Raro / esempio inimitabile,  per lei / per la tua patria, oltre il sudor, le tante / cure, disagi e ben lungo soggiorno / fuor del tetto paterno, consultore / tu stesso a un tempo, ed altri consultando / in tutelare e vendicar suoi dritti, / sagrificasti pur le tue private / sostanze, ed altro non potendo, il sonno /  e le vigilie in due grossi volumi / con tremebonda man da te vergati, / donde materia e trassi impulso al mio / lavoro; ed oh! Se questi agli occhi miei / fusser ricorsi in più opportuno tempo, / quando sull’orme sue trassi ancor io / a perorar l’istessa causa, al certo / stato fora il trionfo più completo.

Dal  testo del Losapio apprendiamo anche che Paolo Losito si adoperò, in qualità di avvocato, della rivendicazione di alcuni beni usurpati da Signori , a beneficio del Comune di Gioia che ne era originario proprietario.

Veniamo a conoscenza di questa Storia anche da parte del prof. Giovanni Carano Donvito, il quale ebbe modo di consultarlo presso l’avvocato gioiese Filippo Petrera. Il Losito aveva dato alla sua storia il titolo Scritture e Memorie di Gioia di Bari, raccolte dal Dottor Paolo Losito per li posteri. Egli, infatti, nella prefazione alla Storia della “Storia di Gioia” afferma: Di qualche notizia ci ha soccorso pure un piccolo volume manoscritto di Memorie del Dottor Paolo Losito, che, dopo lunghe, faticose ricerche, riuscimmo a trovare presso il concittadino Avv. Filippo Petrera in Bari. Detto volume conteneva pure, principalmente, notizie feudo-demaniali.

Il nostro concittadino Vito Umberto Celiberti, parlando di Paolo Losito nel volume Da Monte Sannace a Gioia, Storia di due Città, scrive: Paolo Losito, uomo valentissimo nelle lettere e nelle scienze come anche nel Diritto, valente giurista, diede l’inizio alla rivendicazione dei diritti del Comune contro gli arbitrari abusi ed usurpazioni commessi dai feudatari di Gioia, insieme a Francesco Paolo Losapio, sindaco di Gioia nel 1740 e nonno dell’abate omonimo, i baroni. Quantunque nessuno dei suoi scritti sia oggi reperibile, tuttavia degni di onorato ricordo sono i suoi lavori manoscritti contro le gravezze feudali ed una Storia di Gioia, quest’ultima probabilmente vergata negli ultimi anni sulla scorta di quei documenti che in quasi mezzo secolo della sua professione forense aveva raccolto. Questo grosso volume manoscritto fu consultato prima dall’abate Francesco Paolo Losapio, che trasse, come lui stesso ci conferma, impulso da esso nella stesura del suo Quadro istorico-poetico e dal prof. Giovanni Carano Donvito che lo ebbe, quasi un secolo dopo, in consultazione dall’avvocato Filippo Petrera, e che ci riferisce il titolo completo: Scritture e Memorie di Gioia di Bari, raccolte dal Dottor Paolo Losito, per li posteri.

La Storia di Gioia scritta da Paolo Losito è misteriosamente scomparsa. L’ultima segnalazione della sua presenza è quella riportata dal prof. Giovanni Carano Donvito, che afferma di averlo consultato in Bari nella casa dell’avv. Gioiese Filippo Petrera.

L’avvocato Filippo Petrera

L’avvocato Filippo Petrera era figlio di Daniele un personaggio di spicco nel panorama scientifico e politico di Gioia del Colle, di cui ben poco si è detto e scritto proprio dov’egli nacque il 31 marzo del 1839. Su Filippo Petrera è possibile consultare su questo siti  un articolo al seguente link: https://www.gioiadelcolle.info/index.php?s=daniele+Petrera.

Il padre di Filippo era un umile sarto, Filippo Petrera junior, nipote del Filippo Petrera che insieme ad altri patrioti gioiesi fu ucciso e bruciato nel rogo di Piazza Castello il 14 febbraio del 1799, reo di aver piantato, insieme a Biagio e Giuseppe Del Re e Donatantonio Losito, l’albero della libertà per propugnare i principi della rivoluzione francese.

L’avv. Filippo Petrera nacque a Bari il 17 settembre del 1868. Omonimo del suo antenato Filippo Petrera, martire della controrivoluzione che insanguinò Gioia nel 1799, ebbe da sempre in animo di scoprire cosa accadde esattamente in quegli anni, una passione che si tramutò in costante e incessante impegno e ricerca di atti, ovunque essi potessero essere rinvenuti. Questi, archiviati con certosina dovizia, entrarono in possesso dell’avvocato Luciano Macario, suo discendente.

Grazie all’amicizia con l’avv. Gennaro Losito i manoscritti che riportavano notizie sugli avvenimenti svoltisi a Gioia nel 1799 sono stati forniti a lui dall’avv. Macario e sono stati utilizzati per ricostruire quelle vicende, che sono state pubblicate da un team di studiosi nel volume “Memorie dal fuoco”. Purtroppo nell’archivio dell’avv. Macario non è stata rinvenuta traccia della Storia di Paolo Losito.

In segno di riconoscenza per l’impegno profuso a favore del nostro paese come storico e difensore civico, a Paolo Losito l’Amministrazione comunale di Gioia ha  intitolato una strada cittadina, precisamente quella che da via Donato Boscia porta alla confluenza  di via Gioberti con piazza XX Settembre.

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Boschi e lupi nel territorio di Gioia del Colle

Boschi sul Pollino, in Lucania

I Romani chiamarono la Basilicata con il nome di Lucania, da lucus, che significa bosco; infatti la Lucania costituiva il luogo da cui essi attingevano il materiale ligneo soprattutto per la costruzione delle navi.

Come riferiscono alcune fonti documentarie, il territorio del Comune di Gioia nei tempi passati era coperto di boschi che erano utilizzati dagli abitanti sia per procurarsi la legna per usi domestici, come mobili o per ottenere carbone sia per cacciare selvaggina e raccogliere frutti ed erbe di cui cibarsi. I boschi, inoltre, offrivano sicuri ed inaccessibili ricoveri ai briganti locali e a quelli provenienti dalla Basilicata.

La vecchia strada lastricata BA-TA passava per Monte Sannace, ma già dalla fine de 1100 non era più percorsa ed era stata abbandonata, per la nascita e lo sviluppo dell’abitato gioiese. Continua la Lettura

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