‘Se saprai ricordarmi …’ di Leangela Svelto

Copertina del libro della prof.ssa Leangela Svelto

Tra i tanti libri che parlano della propria famiglia e dei propri avi è da annoverare uno che assume una particolare rilevanza non solo dal punto di vista degli eventi storici che vi sono riportati e che vedono coinvolte diverse generazioni che si sono susseguite nel tempo, ma anche perché l’autrice ha cercato di salvare dall’oblio del tempo tradizioni legate alla vita contadina, modi di vivere, racconti, proverbi, aneddoti, personaggi, ricette, tutti strettamente legati al nostro territorio.

E tanto meritevole è il recupero di queste microstorie quando ci accorgiamo che la riscoperta di alcune tradizioni rientrano nei canoni di una società degna di tal nome, basata su genuini valori e sul reciproco rispetto tra individui, pur diversi tra loro per censo e per formazione culturale.

Una lezione (e tale non poteva essere, dato che l’autrice è una professoressa) che ai nostri giorni dovrebbe far riflettere le nuove generazioni, e non solo quelle, sulla costruzione di una società improntata sui veri valori, solidarietà, rispetto, pace, come si riscontra attraverso la narrazione dei personaggi e delle vicende riportate nel libro.

Il volume è stato dato alle stampe a fine dicembre 2020 dalla prof.ssa Leangela Svelto e ha come titolo “Se saprai ricordarmi …”, scelta che la stessa autrice in apertura del volume ricorda di aver preso da un pensiero di Isabel Allende: La morte non esiste, figlia. La gente muore solo quando viene dimenticata, mi spiegò mia madre poco prima di andarsene. Se saprai ricordarmi sarò sempre con te. Continua la Lettura

La ‘Pizzica-Pizzica’ a Gioia del Colle

Il festival ‘La Notte della Taranta’ a Melpignano

Quando sentiamo parlare di ‘pizzica’ la mente va subito al salento e ad una sua antica  tradizione.

Infatti da alcuni anni è assurto a rinomanza internazionale Melpignano, un piccolo Comune di 2235 abitanti, in provincia di Lecce, che organizza ogni anno la ‘Festa della Taranta’, arrivata quest’anno alla 26ª edizione.

Nel 1998 nasce la ‘Notte della Taranta’ con lo scopo di valorizzare un territorio, quello salentino, ricco di storia, tradizioni e cultura, musica e cibo.

Nel 2008, su iniziativa della Regione Puglia, della provincia di Lecce, dell’unione dei Comuni della Grecìa Salentina e dell’Istituto “Diego Carpitella”, nasce la Fondazione “Notte della Taranta”. Continua la Lettura

Le ‘grave’ a Gioia

Pianta di Gioia a forma di pesce con l’indicazione di laghi e lame

Il territorio di Gioia, di forma irregolare, simile ad un pesce, quasi a ricordare che un tempo era ricoperta da acque marine, come  si evince da fossili marini presenti nei sedimenti rocciosi, appartiene alla cosiddetta zona dell’Alta Murgia e presenta caratteri climatici e morfologici propri.

Dal punto di vista della struttura geologica il territorio appartiene al cretacico con formazioni calcaree per l’85%, tufacee per il 13% e sabbie gialle per il 2%.

La natura pianeggiante o collinare del nostro territorio, unitamente al fenomeno carsico determina la mancanza di corsi d’acqua superficiali. Questa mancanza è accentuata dalla presenza di numerosi voragini o inghiottitoi che nel gergo locale sono noti come ‘gravi’. Continua la Lettura

Il restauro della fontana di Piazza XX Settembre

Locandina cerimonia restituzione alla Città della fontana di Piazza XX Settembre

Il giorno 5 marzo 2023 si è tenuta la cerimonia di restituzione alla città della fontana di Piazza XX Settembre, il cui recente restauro è stato curato dal Rotary Club Acquaviva delle Fonti-Gioia del Colle in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Gioia.

Il restauro è stato fortemente voluto sin dal 2021 dal dott. Dino Marazia, allora presidente del Circolo Unione di Gioia, allorquando in procinto di terminare il suo mandato presidenziale si accingeva ad assumere il ruolo di Presidente del suddetto Rotary Club. Questo suo desiderio non ha trovato realizzazione perchè prima di assumere il nuovo incarico è improvvisamente e prematuramente scomparso. I due Presidenti che si sono succeduti alla guida del Rotary, il dott. Vito Pappalepore ed il dott. Elia Masi hanno fatto propria la volontà del dott. Marazia, e, dopo lunghe pratiche burocratiche, hanno portato a compimento il restauro della fontana in Piazza XX Settembre.

A proposito della denominazione di tale Piazza occorre ricordare che fino alla proclamazione dell’Unità d’Italia il luogo era chiamato Largo Monte in onore dell’omonima nobile famiglia gioiese che abitava in quel Borgo, chiamato San Vito, che stavo sorgendo ad oriente di quello spiazzo. Continua la Lettura

La ‘Pentolaccia’ a Gioia

La festa della Pentolaccia a Tenuta Masseria Mofetta, organizzata da animatori di Gioia

Così come avveniva in molti paesi, anche a Gioia in passato, alcuni giorni prima dell’inizio del periodo quaresimale si festeggiava la ‘Pentolaccia’.

Le origini di questa festa, secondo alcuni risalirebbe al Medioevo e ad una tradizione messicana. Secondo altri sarebbe stata introdotta in Italia da Marco Polo al ritorno dal suo viaggio in Cina, dove la pentolaccia si festeggiava durante il locale Capodanno, introducendo in un contenitore dei semi, come elemento propiziatorio di copiosi raccolti.

Non è esclusa questa ipotesi poiché un tempo nelle nostre regioni meridionali la festa assumeva la funzione di vero e proprio rito, essendo collegata al verificarsi dell’equinozio di primavera, che coincideva con l’inizio dell’anno solare, che cadeva intorno al 25 marzo, e quindi costituiva un augurio di buon anno.

Poiché la festa si celebrava in prossimità della Quaresima, che costituisce un periodo di penitenza e di astensione dal mangiare la carne (carnem levare), è probabile che la rottura della Pentolaccia, che conteneva dolciumi, fosse un invito esplicito ad astenersi anche dai peccati di gola durante quel periodo.

Da festa a sfondo religioso, con il passar degli anni la Pentolaccia ha assunto una connotazione pagana e godereccia. Continua la Lettura

Le chiese di San Nicola de Palearis, di San Pietro Novizio e S. Pietro de Sclavezzùlis

Pianta topografica del Canale di Gioia, detto di S. Nicolò delle Pagliare, disegnata dal compassatore della Regia Dogana Donatello Mei Porticella, anno 1604, Arch. Stor. Bari

Il tabulario Federico Pinto nell’Apprezzo della Terra di Gioia del 1611 afferma: E fuori di detta Terra su una pianura vi sono tre Chiese, e cappelle antiche posti in diverse parti della campagna, che hanno del guasto de numero de 300 e più … Tale affermazione è ripresa dall’abate Francesco Paolo Losapio nella Cornice riportata nel Quadro Istorico Poetico sulle vicende di Gioia in Bari detta anche Livia: che dovunque il guardo / rivolgi, altro non vedi che trofei / d’amor, di fè, di carità votive / are novelle, nuovi altari e chiese, / cappelloni, cappelle e sacri ospizi, / sì privati che pubblici oratorii, / e da per tutto, a tal che a ben trecento / ne novera non senza meraviglia, / e ne commenda la Città sì ricca, / estesa tanto,  popolosa e adorna, / il tavolario  Pinto, che poi dopo, /la piange grama, desolata e priva / d’abitanti non men che d’ornamenti …

Il numero 300 sembrerebbe una svista del redattore dell’Apprezzo, che avrebbe aggiunto uno zero in più, anche alla luce del fatto che nel 1611 a Gioia dovevano essere presenti 526 fuochi, pari a circa 2630 abitanti e che lo stesso Losapio afferma che qualche anno dopo Gioia aveva un numero limitato di abitanti.

Lo stesso abate Francesco Paolo Losapio, nel primo Canto del citato libro, afferma che nel secolo nono, a seguito della invasione del nostro territorio da parte dei Saraceni, Gioja si giacque a seconda volta e gli avanzi scampati a tanto danno / ne’ vicin boschi sen vanno … chi su Monte Sannace o in Frassinete, / chi di Pagliara…,  Erano i primi due dagli abitanti / luoghi sagrati alla Divina Madre, / il terzo a San Nicola  e a tutt’i Santi. Continua la Lettura

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