Dalla Scuola Losapio alla Biblioteca comunale

Mi piace sottolineare che ho sempre avuto una particolare attenzione per la Scuola Media Losapio, ubicata in Piazza Umberto I, non solo perché l’ho frequentata da studente, ma anche perché è lì che ho avuto il mio primo incarico di insegnamento. In merito agli articoli e agli incontri che negli anni scorsi hanno acceso i […]

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Il Ginnasio Losapio

Mi piace sottolineare che ho sempre avuto una particolare attenzione per la Scuola Media Losapio, ubicata in Piazza Umberto I, non solo perché l’ho frequentata da studente, ma anche perché è lì che ho avuto il mio primo incarico di insegnamento.

In merito agli articoli e agli incontri che negli anni scorsi hanno acceso i riflettori sulla storica sede della Scuola media Losapio mi permetto di raccontare la sua storia e di offrire alcuni spunti di riflessione per un quadro più completo della questione.

Per opportuna conoscenza della Storia e, spero, per confutare alcune affermazioni superficiali di coloro che non hanno fatto che denigrare il mio operato (arrivando al punto di costituire un Comitato per scongiurare il ‘trasloco’)  nel volere il trasferimento della Losapio, partirò dagli anni ’60.

Premetto, come ho già riferito, che in quel decennio ho frequentato la Losapio e ci sono tornato più tardi come docente.

Avendo, quindi, a cura le sorti della ‘Scuola‘ di Gioia e dell’istruzione nel nostro Comune, in qualità di docente e di consigliere comunale, eletto nella lista civica “Costituente Democratica Progetto per la Città “, dal 1996 ho più volte sollecitato l’Amministrazione comunale a recuperare i fondi, che una decina di anni addietro erano stati stanziati per la costruzione di una nuova Scuola media, ammontanti a £ 1.502.932.976, per utilizzarli nella ristrutturazione della Losapio.

Oltre al recupero di quel finanziamento,  la Costituente Democratica, tramite il sottoscritto, il 27-5-1997 inviò una missiva  all’allora Sindaco di Gioia, all’Assessore al Territorio, al Segretario Generale del Comune, al Dirigente dell’Ufficio Tecnico comunale, con la quale chiedeva all’Amministrazione di portare a termine, in tempi brevissimi, il computo metrico della Scuola Media Losapio e, conseguentemente, di avviare le procedure per l’espletamento della gara d’appalto per i lavori di ristrutturazione della stessa, la cui durata, prevista nel termine di un anno, avrebbe consentito di entrare in possesso dell’immobile all’inizio dell’anno scolastico 1998-1999, riportando nella sua naturale sede la Losapio, temporaneamente ospitata nel distaccamento della Carano e  in un  immobile di proprietà privata.

Con missiva del 19 giugno 1997 il sottoscritto chiedeva al Sindaco le motivazioni del ritardo nel completamento del computo metrico e nella successiva procedura di indizione della gara d’appalto per la ristrutturazione della Losapio.

La scuola media Losapio dopo la prima ristrutturazione

A seguito di continue pressioni, il 17 dicembre 1997 la Giunta Comunale di Gioia deliberava l’approvazione del progetto rielaborato per restauro e ampliamento della Scuola media Losapio, redatto dall’Ufficio Tecnico comunale di Gioia, con la previsione della spesa complessiva di £. 1.500.000.000, la cui copertura era per £. 999.000.000 come contributo regionale concesso con decreto dell’Assessorato Regionale ai LL.PP. n.197 del 12-03-1993, erogato tramite mutuo della Cassa DD.PP., per £. 171.000.000 con quota di contributo regionale concesso con decreto dell’Assessorato Regionale ai LL.PP. n.198 del 12-03-1993 erogato tramite mutuo contratto con il CREDIOP ed infine per £. 350.000.000 con fondi comunali, derivanti dall’avanzo di amministrazione, esercizio 1996. Inoltre deliberava di indire per i lavori oggettivati licitazione privata, con offerta ai prezzi unitari al fine di affidare i lavori dell’importo a base d’asta di £. 1.252.4440.147 e di approvare l’avviso di gara e lo schema di invito predisposto dall’U.T.C.  Il bando di gara, tra gli altri quotidiani, vede la pubblicazione sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 27-1-1998.

Nel frattempo la Scuola Media Losapio era stata “cancellata“. Infatti nel 1998 l’Ufficio Scolastico Provinciale di Bari, nell’elaborare il piano di dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche per l’anno 1999-2000, ai sensi dell’art. 21 L. 15-03-1997 n.59, inseriva la Scuola media Losapio tra gli istituti scolastici da sopprimere, accorpandola alla Scuola media Carano.  Pur non essendo in servizio allora presso la Losapio, ma nella Scuola Carano, in qualità di consigliere comunale, mi premuravo di ottenere dall’Ufficio anagrafe di Gioia i dati dei probabili studenti del quinquennio successivo e di stilare una relazione, nella quale motivavo le ragioni per soprassedere alla decisione dell’accorpamento.

Tale relazione, consegnata al Sindaco di Gioia, fu inviata al Consiglio Scolastico Provinciale in data 3-11-1998.

Il 2-12-1998 nella riunione del Consiglio Scolastico Provinciale di Bari, indetta per definire il dimensionamento ottimale delle Istituzioni Scolastiche, alla quale intervenni insieme al Sindaco di Gioia e alla Dirigente della Scuola Media Losapio, consegnai all’Assessore provinciale al ramo, prof. Giuseppe Summo, copia del documento del 3-11-1998 ed esposi le ragioni della nostra contrarietà all’accorpamento.

Per rafforzare la volontà della Città di non accorpare la Scuola Losapio, come consigliere comunale e in nome della Costituente Democratica feci mettere a protocollo del Comune una richiesta al Presidente del Consiglio Comunale di Gioia, con la quale chiedevo la convocazione del Consiglio comunale per l’approvazione di un articolato o.d.g. sul mantenimento della personalità giuridica della Scuola media Losapio (cioè la non soppressione della Losapio).

L’o.d.g., illustrato e proposto dal sottoscritto, fu approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Gioia in data 10-12-1998.

A seguito di dichiarazioni rilasciate dall’Assessore provinciale alla Cultura, prof. Summo, riportate su La Gazzetta del Mezzogiorno del 15-12-1998, in cui, contrariamente ai dati in nostro possesso e a lui consegnati,  affermava : Minervino Murge non è semplicemente sede di Comunità Montana, ma è propriamente zona montuosa (per cui si evitava l’accorpamento)… per la Losapio si prevede una diminuzione di oltre 20 alunni… l’accorpamento è inevitabile, gli inviavo la seguente precisazione: Gioia è classificata per ‘legge’ zona montana, oltre ad essere sede di Comunità Montana; la altitudine media del territorio comunale è di 360 metri in città, fino ai 435 metri  nell’agro (così come Minervino); la popolazione nell’agro è di circa 4.000 abitanti a fronte di circa 24.000 residenti in città.

Non si conosce per quale previsione divinatoria l’Assessore Summo assegnava alla scuola media Carano i circa 50 alunni previsti in aumento nel quinquennio, mentre dava per certo un calo di oltre 20 alunni per la Losapio. Tale previsione non aveva alcun fondamento, perché la decisione di iscrivere gli alunni all’una o all’altra Scuola è esclusivo e libero diritto dei genitori; tale decisione è esprimibile solo entro il 25 gennaio di ogni anno.

Ai 16 punti a favore del mantenimento della personalità giuridica della Losapio, elencati nell’o.d.g.  approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Gioia in data 10-12-1998, affermavo che c’era da aggiungerne un altro, previsto tra gli indirizzi programmatici del documento del Consiglio Scolastico Provinciale (art. 21 legge 59 del 1997), che recita: Legare fortemente le scuole dell’obbligo alla storia, alla tradizione e all’identità del territorio.

L’abate Francesco Paolo Losapio

Tale norma  faceva proprio al caso della Losapio. Infatti la Scuola media Losapio prende nome dall’abate Francesco Paolo Losapio (Gioia 1762-1842), che nel 1842 con pubblico testamento lasciò un legato per l’istituzione in Gioia di una Scuola classica (oggi diremmo media). Questa fu impiantata nel giugno 1869 e prese nome di Scuola Ginnasiale.

Nel 1941, a seguito della riforma Bottai, il ginnasio inferiore (i primi tre anni), distaccatosi dal ginnasio superiore (4° e 5° anno) e dal Liceo, formò la Scuola media Losapio, che nel 1944 ebbe una sede distaccata a Santeramo, nel 1946 una sede staccata a Sammichele e nel 1950 una sede staccata ad Acquaviva, Scuole, queste ultime, che acquisirono l’autonomia nel 1953.

L’eventuale accorpamento delle due Scuole medie, oltre a cancellare la ‘storia’, la tradizione,  la Scuola media Losapio, che in 130 anni aveva formato diverse generazioni di gioiesi, avrebbe significato anche un ‘tradimento’ verso un benefattore della città e della cultura (appunto l’abate Losapio), che con pubblico testamento lasciò gran parte dei suoi averi per l’istituzione di una Scuola ginnasiale (media) nella sua Gioia del Colle.

Il giorno 20-12-1998, come da comunicazione dal sottoscritto svolta nel Consiglio comunale di pari data, il Sindaco, il Presidente del Distretto Scolastico di Gioia e il sottoscritto hanno incontrato il Referente del Consiglio Scolastico Provinciale nella sede della Provincia di Bari, per chiedere di soprassedere alla decisione di accorpamento della Losapio, con tutte le motivazioni del caso.

In un’ultima missiva, inviata qualche giorno dopo, rivolta al Provveditore agli Studi di Bari e all’Assessore provinciale prof. Summo,  suggerivo di procrastinare al successivo a. s. 1999-2000 ogni decisione in merito all’ipotesi di accorpamento della Scuola media Losapio con la Scuola elementare di Via Eva, alla luce del prevedibile rilancio della Losapio con la nuova sede ristrutturata, mantenendo la personalità giuridica alla stessa e in relazione al fatto che  si trattava di due diversi ordini di scuola (l’una primaria e l’altra secondaria) con diversa tipologia di azione formativa, rivolta ad una fascia di età particolarmente a rischio, per il disagio adolescenziale.

La decisione finale fu quella di mantenere in piedi la Scuola Losapio, grazie ad una dura ed estenuante battaglia, fondata sui fatti, sulla storia, sulla tradizione locale.

Vorrei solo dire che, da docente e da consigliere comunale non mi sono affatto risparmiato perché la Scuola Losapio fosse ristrutturata con fondi che erano quasi perduti e che, mentre quasi 30 anni fa, il nome Losapio era stato già cancellato da Istituzioni provinciali, grazie alla tenacia e alla caparbietà di pochi, tra i quali il sottoscritto, si è evitato che fosse cancellato definitivamente il nome Losapio a Gioia.

Se questo significa voler ignorare la storia, cancellare la memoria storica e il nome di un benefattore lascio ai cittadini il compito di giudicare!

Passando al successivo passo riguardante il trasloco della Scuola media Losapio, innanzitutto vorrei dire che se un capro espiatorio deve essere individuato nella decisione che ha portato a quel ‘trasloco‘  dalla sede di Piazza Umberto I al plesso della Carano, quello è il sottoscritto e non l’allora Amministrazione comunale di Gioia.

Frequentando la Biblioteca comunale di Gioia e partendo dalla constatazione che la stessa era giunta ad un grado di saturazione tale che gli oltre 30 mila volumi presenti e gli ambienti ormai traboccanti non permettevano di accogliere nuove acquisizioni (acquisti  e richieste di donazione da parte di numerosi cittadini; molte donazioni giacevano accatastate in depositi  per mancanza di spazi espositivi e soprattutto per motivi di staticità dell’immobile) durante il terzo mandato sindacale di Povia mi ero offerto spontaneamente di studiare  l’affare e ricercare una soluzione al problema.

Il Convento dei Francescani Riformati di Gioia dove il Losapio fece costruire la prima Biblioteca civica

Ho svolto, durante due mandati, come consigliere comunale, e di consigliere del Distretto scolastico Ba/17, il compito di monitorare la situazione del settore scolastico e dell’edilizia scolastica. In qualità di docente della Scuola media Carano, ero venuto a conoscenza che, a causa del decremento demografico nel nostro Comune alcune strutture scolastiche, tra cui le Scuole Carano e Losapio, erano sottoutilizzate.

Nell’ottica della razionalizzazione dell’esistente e di una soluzione al problema Biblioteca, di concerto con l’Amministrazione comunale e della direzione della Biblioteca comunale, ero venuto in possesso dei dati riguardanti il numero degli alunni, delle classi funzionanti in ogni istituto scolastico, dalle materne alle scuole medie, nonché del numero di alunni da iscrivere negli stessi ordini scolastici per un decennio.

Dai dati numerici si evinceva una diminuzione di possibili fruitori delle scuole gioiesi, causa il calo demografico.

Inoltre dalle planimetrie dei singoli edifici scolastici si poteva rilevare il numero di ambienti utilizzabili come aule e quelli utilizzabili per servizi (presidenza, segreterie, aule speciali, laboratori). I dati evidenziavano un surplus di locali, rispetto al reale fabbisogno.

A titolo esemplificativo, durante l’anno scolastico 2014-15 presso la Scuola elementare Mazzini su un totale di 23 aule e 17 ambienti per servizi erano allocate 17 classi, con un esubero di 6 aule.

La Scuola media Carano aveva una dotazione di 22 aule e 19 ambienti per servizio, di contro alla presenza di 16 aule, con un esubero di 6 aule.

La sede centrale della Scuola media Losapio fruiva di 12 aule e 4 ambienti per servizi, per n. 8 classi, con un esubero di 4 classi.

La succursale della Losapio, che registrava 17 aule e 3 ambienti per servizi, ospitava 8 classi, evidenziando un esubero di 9 classi.

Alla luce di questi dati e della razionalizzazione degli edifici scolastici comunali avevo preparato una relazione che consegnai al Sindaco, nella quale suggerivo alcune possibili soluzioni.

Tra l’altro suggerivo di spostare le aule della sede centrale della Losapio presso i locali utilizzati presso il plesso della Carano, che offriva una adeguata capienza e di trasferire in piazza Umberto I la Biblioteca comunale.

Il sindaco Povia, giustamente, mi faceva rilevare che non sarebbe stato conveniente concentrare tutte le sedi delle due medie presso la Carano per cui, anche alla luce della istituzione di Istituti comprensivi, cominciai a studiare altre ipotesi di intervento.

Avevo appena terminato questo studio e mi apprestavo a consegnarlo al sindaco agli inizi di febbraio del 2015, ma ne fui impedito dagli eventi giudiziari che si verificarono in concomitanza con tale periodo.

Anche queste ulteriori ipotesi prevedevano lo svuotamento della Losapio di Piazza Umberto I in altra zona del paese, per permettere l’allocazione in quel sito della Biblioteca.

Non vorrei indugiare molto sulla inadeguatezza della sede centrale della Losapio come scuola: mancanza di norme di igiene (illuminazione artificiale, mancanza di normale aerazione negli ambienti siti al piano terra, inquinamento da veicoli, ristrettezza degli ambienti da utilizzare come aule), di carenti norme di sicurezza (rischio per gli alunni in caso di apertura delle porte a piano terra e porte che si aprono dall’interno) ecc…

Mi preme sottolineare, invece, che non è vero che con la scelta proposta dal sottoscritto e successivamente effettuata si perde la nostra Storia, il rispetto per un cittadino gioiese che ha lasciato tutti i suoi averi per la “cultura“ dei gioiesi, come qualcuno andava sbandierando ai quattro venti.

Il nome Losapio è presente nel nostro Comune in una strada a lui intestata, in un busto presente nel Liceo Classico, nella sede della Pro Loco e in una tela del pittore gioiese Benedetti, che lo raffigura. Tali segni stanno a ricordare per sempre l’uomo, il religioso, il maestro lo storico e il benefattore gioiese.

La prima pagina del testamento dell’abate Francesco Paolo Losapio

Torniamo alle volontà dell’abate Losapio. Nel testamento rogato in Gioia il 30 ottobre 1841 dal notaio gioiese Raffaele Taranto l’abate Francesco Paolo Losapio istruiva suo Legatario universale S.E. il Presidente della Pubblica Istruzione, residente in Napoli e l’intera Commissione della stessa coll’obbligo ed incarico di spiegare tutta la sua protezione e zelo a far valere, e sussistere il seguente pubblico stabilimento di una Biblioteca scelta, ad uso de’ miei concittadini, e medio della stessa lo formerà la mia piccola Biblioteca attuale, e tre Scuole primarie di Umanità minore …  e di Umanità maggiore … e con quest’ordine progressivo, cioè primo erigersi, ed edificarsi il locale, e l’edificio della Biblioteca, e delle scuole suddette, poi acquistarsi fino alla somma di docati cinquemila di libri scelti con scaffali, nicchie, scanzie, panconi da leggere, e scanni da sedere …

Pochi giorni prima di morire, il 17 gennaio 1842, intendendo proseguire nel suo intento di formare prioritariamente una Biblioteca, a vantaggio dei suoi concittadini e avendo reputato opportuno collocare la riferita Biblioteca nella Comunità e Convento dei Padri Riformati del nostro Comune, affidando ad un religioso, eleggibile di triennio in triennio, il compito di Bibliotecario, il Losapio firma con Michele Debellis e Gaetano Donatone, muratori, un contratto di cottimo sia per costruire dei pilastri dalla parte di mezzogiorno di detto Convento, per rafforzare la corrispondente parte del monistero, che si trovava lesionata, che per costruire sopra gli indicati pilastri una novella fabbrica alla esistente ad oggetto di ampliare le stanze corrispondenti al corridoio attuale … sui pilastri dovranno formare degli archi che debbono chiudere una volta a vela, su questi archi poi dovranno formare una camera da servire agli armadi dei libri componenti la Biblioteca … dovrà completarsi l’opera in 150 giorni … l’opera non sorpassa la somma di docati mille.

Da questo testamento si evince chiaramente che il primo adempimento da mettere in atto, secondo il Losapio, è l’istituzione di una Biblioteca!

Ebbene non era peregrina, quindi, l’idea di trasferire nei locali della Scuola Losapio la Biblioteca; in tal modo non si faceva altro che rispettare il volere de Losapio e ricordare l’illustre benefattore, non di cancellare il suo nome e la Storia, come alcuni vaneggiavano!

A chi però potrebbe obiettare che la Biblioteca comunale porta il nome di don Vincenzo Angelillo si potrebbe ribattere che fu un errore di chi volle tale intitolazione, dimenticandosi del Losapio.

Si potrebbe ora porre rimedio intitolando la Biblioteca ai due benefattori: Losapio – Angelillo.

Per ricordare ulteriormente la figura del benefattore Losapio e non cancellare un periodo della nostra Storia locale, avevo suggerito alle Amministrazioni comunali  di apporre sulla facciata della Scuola di piazza Umberto I una targa che condensasse la storia del palazzo (ex Tateo e ex De Bellis, Scuola ginnasiale e Media Losapio) e riportare l’indicazione che fu acquistato nel 1925 con i fondi del Legato Losapio.

Pannello segnaletico sulla facciata dell’attuale Biblioteca

La mia ostinazione nel portare a compimento il percorso da me suggerito di istituire la Biblioteca nel palazzo Tateo-De Bellis, ex Scuola Losapio, anche a dispetto di molti che, per le lungaggini amministrative e le continue interruzioni nei lavori di riqualificazione dell’immobile, dubitavano sulla positiva conclusione del progetto, è attestato anche dalla scelta operata dal sottoscritto allorquando, come esperto di storia locale, dopo regolare selezione, fui invitato a condurre un PON, realizzato con l’Istituto Tecnico Industriale “G. Galilei” di Gioia, insieme alla prof.ssa Giuliana Notarnicola. In quella occasione volli trattare di alcune eccellenze storiche di Gioia, tra cui figurava anche il palazzo del Ginnasio  e poi Scuola media Losapio. A conclusione del PON, con la docente e gli studenti realizzammo 12 pannelli turistico-informativi, uno dei quali  riportava la storia del palazzo Tateo-De Bellis con l’indicazione che sarebbe divenuto sede della Biblioteca. Anche in quella circostanza molti scettici mi dettero del visionario, disapprovando l’apposizione di quel cartello, inutile, dal momento che mai quel sito sarebbe diventato sede della Biblioteca comunale!

Inoltre si potrebbe continuare a ricordare il Losapio riportando l’intitolazione del Ginnasio al Losapio, così come appariva dall’iscrizione sul portone d’ingresso dell’attuale Liceo Classico. Anche in questo caso si potrebbe condividere l’intitolazione del Classico tra Losapio e Virgilio oppure apporre una targa che spieghi che l’istituzione delle Scuole ginnasiali fu voluta dall’abate Losapio, che donò tutti i suoi beni per tale scopo, anche se tale evidenza compare sulla base che sostiene il busto del Losapio, presente al primo piano dl Liceo.

A chi poi sostiene che il Losapio con la sua donazione ha comprato la Scuola che porta il suo nome vorrei ricordare che probabilmente i fondi del suo Legato erano quasi esauriti nel momento in cui nel 1925 fu acquistato il palazzo dai fratelli De Bellis. Infatti il Losapio l’11 gennaio 1842 vende al signor Francesco Cassano, per la somma di ducati 6.000 tutti i beni di sua pertinenza: una masseria in contrada Gravistello, due partite di terra per la via che porta ad Acquaviva, due partite in contrada Canale, un piccolo fondo vicino all’abitato alla via dei Riformati.

Per recuperare in parte tale somma il Comune nel 1852 incaricò un legale che tutelasse gli interessi del Municipio. Inoltre il Comune nei 40 anni trascorsi dall’istituzione del ginnasio alla sua regificazione aveva dovuto sobbarcarsi le spese per fitto e gestione dei locali della Scuola e per stipendio ai professori, ai bidelli, oltre alle spese per luce, pulizie, riscaldamento e per ottenere il pareggiamento e la successiva regificazione.

Quanti dei frequentanti e dei genitori sanno del Losapio e della sua storia, con il trasloco della Scuola media  dimenticheranno la Storia di Gioia?

Non è con il ripetere: ‘sono della Losapio‘ che si fa la Storia di Gioia o si conosce la storia di un concittadino illustre e benefattore, né è trasferendo quella Scuola che si distrugge la nostra Storia.

Il plesso Losapio dove furono trasferite le ultime classi della Scuola Losapio

Con i segni che attestano la presenza e il ricordo del Losapio (la strada a lui intitolata, il busto nella Pro Loco, il quadro dell’abate, l’intitolazione della Biblioteca e del Ginnasio, come già descritto) si fa memoria e si salva anche il volere del benefattore!

Alla circostanza che, per mancanza di fondi la scuola Losapio non veniva ristrutturata ad uso di Biblioteca, restava un contenitore vuoto, anzi si era passati dalle stelle … alle stalle, nel senso che da luogo della ‘Cultura‘era diventata sede della società che gestiva la… spazzatura, per aver ospitato per qualche tempo la distribuzione delle pattumelle per la raccolta differenziata dei rifiuti, rinfocolando critiche nei miei confronti per aver espropriato gli studenti di una scuola, diedi una risposta.

Pur non condividendo la scelta operata, di concedere la sede della Losapio alla società preposta al nuovo servizio di raccolta differenziata dei rifiuti per la consegna dei kit, a cui avrebbe dovuto provvedere la stessa società prendendo in fitto locali a proprie spese, a coloro che si scandalizzavano per tale utilizzo ho ricordato che oltre alla consegna dei kit la società appaltatrice svolgeva una funzione educativa e culturale, spiegando le modalità di attuazione della raccolta differenziata.

E, ditemi, se questa non è anche ‘ Cultura ‘.

Inoltre compito della scuola è anche quello di educare al rispetto dell’ambiente e … paradossalmente, informando e dando spiegazioni sulla corretta modalità di attuazione della raccolta differenziata, si fa ‘ cultura ‘: è quello che ha fatto chi ha utilizzato la Scuola Losapio!

Mi sembra doveroso dare queste informazioni in merito alla Scuola media Losapio, non per far bella mostra, ma per amore della verità e perché qualcuno accusava il sottoscritto, che favorì la scelta del “trasloco“, di aver dimostrato poco amore per la cultura, per la storia locale, per un benefattore.

Alla fine del 2017 l’allora Vice Sindaco, Enzo Cuscito, ricordando che il trasloco della Scuola era stato effettuato, mi informava che era stato pubblicato un bando regionale per le Biblioteche e, di concerto con lui, decidemmo di parteciparvi per ristrutturare la scuola media Losapio a tale utilizzo. L’immobile è stato ristrutturato e adeguato, grazie alla partecipazione a  un bando regionale FESR-FSE 2014-2020, ASSE VI – AZIONE 6.7 “Interventi per la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale” “Community Library, Biblioteca di Comunità: essenza di territorio, innovazione, comprensione nel segno del libro e della conoscenza”, per la Creazione e allestimento del Nuovo Polo Bibliotecario Civico di Gioia del Colle, bando, che l’Amministrazione Lucilla si è aggiudicato presentando un progetto che è stato approvato dalla Regione Puglia, ottenendo un finanziamento di  € 1.420.505,68.

La consegna definitiva ha subito diverse proroghe a causa di continui problemi burocratici.

La Losapio dopo la ristrutturazione per utilizzo come Biblioteca comunale

Il 17 giugno 2025 finalmente la Biblioteca comunale è stata inaugurata e l’Amministrazione comunale se n’è presa tutti i meriti, pur con un breve accenno alla precedente Amministrazione, che aveva ottenuto il finanziamento per l’istituzione della Biblioteca di Comunità.

Al sottoscritto, che nel momento del trasferimento della scuola Losapio si è dovuto sorbire i … rimproveri e … altro,  da parte dei genitori degli alunni frequentanti quella scuola, magari gli stessi individui che oggi plaudono per l’inaugurazione del sito come Biblioteca, e anche al Vice Sindaco Enzo Cuscito, che volle dar seguito a quel percorso di crescita culturale per Gioia, non c’è stato  neppure un misero richiamo per la scelta caparbiamente suggerita e per l’impegno profuso per portare a termine l’impresa, come ben ricorderanno la Direttrice della Biblioteca e i responsabili dell’Ufficio Tecnico da me continuamente sollecitati e incalzati a concludere i lavori di ristrutturazione, per non andare incontro alla perdita del finanziamento!

A me resta, però, la consolazione e la soddisfazione, nel mio piccolo, di aver fatto tutto quanto era possibile per salvare una Istituzione impotantissima per Gioia  e per dare finalmente al nostro Comune una nuova sede per la Biblioteca comunale, anche con la presa di posizione  contraria di tanti detrattori e pessimisti, smentiti puntualmente dalla ostinazione di chi ha lottato fino alla fine per il raggiungimento di questo traguardo!

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1 Luglio 2025

  • Scuola di Politica

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