La Murgia sud-occidentale: La varietà del paesaggio e le testimonianze archeologiche delle civiltà apulo-lucane
S'inquadra spesso la Puglia come una regione "a trazione costiera", in cui a risaltare è soprattutto il litorale marino, che concentra su di sé buona parte della popolazione regionale, delle attività economiche trainanti e delle attrattive turistiche. Ma c'è un'altra Puglia, più nascosta, più silenziosa, più lontana dai grossi centri abitati e dalle vie di […]
S'inquadra spesso la Puglia come una regione "a trazione costiera", in cui a risaltare è soprattutto il litorale marino, che concentra su di sé buona parte della popolazione regionale, delle attività economiche trainanti e delle attrattive turistiche. Ma c'è un'altra Puglia, più nascosta, più silenziosa, più lontana dai grossi centri abitati e dalle vie di comunicazione più caotiche; è quell'entroterra pietroso, collinare, a tratti grigio e brullo, a tratti verde e rigoglioso, testimone emblematico della ricchezza e della povertà di risorse idriche, fattore peculiare per una regione storicamente assetata come la Puglia.
La Murgia è troppo vasta e complessa per essere abbracciata con una sola rapida panoramica; tante le sfaccettature ambientali che la diversificano da Canosa di Puglia a Ceglie Messapica, o da Spinazzola a Locorotondo, giusto per citare alcuni comuni posti a presidio dell'altopiano carsico summenzionato.
In quest'occasione s'intende limitare il raggio d'azione visivo-descrittivo, ad un'area ben individuabile dal punto di vista geomorfologico, ma che in un'ottica prettamente geografico-amministrativa rappresenta un vero crocevia per gli enti provinciali e regionali, che qui s'incrociano in modo frastagliato.
La Murgia barese di Sud-Ovest, negli agri di Santeramo, Altamura e Gioia del Colle, lentamente degrada verso la Murgia Tarantina nord-occidentale di Laterza, Ginosa e Castellaneta: le due aree suddette trovano una sinergica sponda naturale, col versante materano orientale che, coi suoi pendii ed i suoi rilievi, si lascia alle spalle la città dei Sassi e guarda ad est verso la composita Murgia pugliese. Ecco in breve delinearsi un distretto naturale, che in nessun modo può essere rinominato con diciture e definizioni, che si discostino eccessivamente dal suo meraviglioso paesaggio. In gergo economico, conosciamo quest'area sotto il toponimo di distretto del salotto, per via dei notevoli insediamenti industriali sorti sul limes provinciale, che divide Bari da Matera.
Ma la piana di Viglione, col suo noto crocevia stradale, ha conosciuto migliaia d'anni fa la durevole presenza romana, esaltata da una portentosa arteria stradale qual'era la Via Appia Antica o Tarantina; un'attestazione storica imperitura che, in nessun modo, può essere offuscata da boom economici manifatturieri contingenti. Se dall'agro di Santeramo ci si sposta di qualche chilometro verso Laterza, si nota di primo acchito la feconda ricchezza artistica, celata nei cunicoli rupestri, di grotte affrescate con ammirabile maestria, lungo tutto l'arco ionico occidentale fino all'agro di Mottola, raffiguranti iconografie di chiara ispirazione orientale e che rendono questi anfratti ubicati a strapiombo, sui dirupi delle gravine tarantine, delle splendide nicchie incastonate nella roccia carsica, erosa dalle acque torrentizie.
Risiede qui la ricchezza della Murgia poliedrica: colline rocciose che superano anche i cinquecento metri d'altezza, sulle quali nessuna coltura è riuscita ad implementarsi, se non dopo gli sforzi e le fatiche di dissodamenti ancestrali.
Eppure le testimonianze archeologiche site presso l'insediamento de La Castelluccia , abitato stabilmente dal VI fino al Il- I secolo A.C., unitamente alle necropoli dolmeniche che interessano l'area di Murgia San Francesco, Murgia Giovinazzi e Murgia San Benedetto , tra Castellaneta e Gioia del Colle, dimostrano che la Murgia è stata storicamente capace di concentrare vita e civiltà, grazie alla varietà del suo paesaggio.
Le lame, convogliando le acque meteoriche dalle aree collinari, hanno creato oasi fertili e ricche di sorgive e terreni fecondi, come il Canale Iummo, sempre in agro di Castellaneta, un'area argillosa e con tanti dislivelli, che fungono da prologo alla maestosa gravina di Castellaneta, profonda oltre duecento metri, "un canyon nostrano", che continua ancora oggi ad incanalare le acque piovane della murgia meridionale gioiese, verso il bacino jonico.
Un'area tanto vasta e tanto varia, in cui è stata la vita rurale a scandire le tappe del progresso economico dello scorso secolo. La cerealicoltura, i comparti caseari, oleari e vitivinicoli sono tutti figli di questa terra apparentemente arida ed inospitale. ma che nei secoli ha saputo conservare, fin nelle profondità del suo sottosuolo, un patrimonio storico, architettonico e paesaggistico unico e difficilmente riproducibile. Le antiche masserie sparse negli agri sterminati dei comuni murgiani, rappresentano ancora una vivida testimonianza del peso produttivo di quest'area; una miriade d'insediamenti agro-zootecnici da diversi secoli operano in modo indefesso ma silenzioso, rendendo quest'entroterra un territorio sui generis, grazie alla multiforme ricchezza di prodotti tipici genuini e non ancora pienamente valorizzati.
Abbiamo attorno un potenziale distretto naturale, in cui enogastronomia e circuito storico-culturale danno vita ad un ragguardevole connubio di terra e sapori e nonostante le tante energie locali profuse dall'attivismo civico, non si riescono a coordinare nel modo più proficuo.
Antonio Rizzi
Giornalista di "Gioia in Cronaca"
Primo premio Concorso di giornalismo locale 2006
Stage della durata di tre mesi presso l'emittente TV "Canale 7"
Motivazione:
Il testo, per l'originalità del tema trattato e la ricchezza dell'informazione, si presenta come una colta e documentata rappresentazione, con qualche interessante scoperta, di un pezzo di territorio della nostra Regione ( La Murgia Sud-Occidentale )
29 Maggio 2007