Una pietra d’inciampo per le vittime del settembre del 1943

La celebrazione della festività del 25 aprile quest’anno a Gioia del Colle si carica di un singolare significato. La città di Gioia del Colle ha dato il suo contributo di concittadini morti durante il servizio militare in occasione delle due Guerre mondiali, per difendere, come fecero credere i nostri politici del tempo, la Nazione e […]

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Pietra, meglio targa d’inciampo, a ricordo delle 12 vittime gioiesi del settembre 1942, posizionata alla base del Monumento ai Caduti in piazza Cesare Battisti

La celebrazione della festività del 25 aprile quest’anno a Gioia del Colle si carica di un singolare significato.

La città di Gioia del Colle ha dato il suo contributo di concittadini morti durante il servizio militare in occasione delle due Guerre mondiali, per difendere, come fecero credere i nostri politici del tempo, la Nazione e riconquistare i territori che le erano appartenuti in passato.

Accanto a questi uomini costretti a svolgere il servizio militare, a combattere sui campi di battaglia e per questo motivo morti nell’adempimento del loro dovere, sono da annoverare anche civili che hanno perso la vita nel nostro Comune, durante lo svolgimento pacifico delle proprie attività lavorative.

Nel mese di agosto del 2023 nell’ambito della programmazione, messa in atto dalla sezione ANPI di Gioia del Colle, delle attività e dei progetti educativi per le scuole primarie e secondarie e della ricorrenza dell’80° anniversario dell’armistizio dell’8 settembre 1943, proposi di offrire un mio contributo sugli avvenimenti che videro coinvolti 16 cittadini gioiesi, vittime della barbarie dei tedeschi in ritirata, eventi che socializzai in un pubblico incontro cittadino.

Il 16 settembre 2023 avanzai la proposta di tramandare ai posteri la memoria di quelle vittime con il posizionamento di una targa a ricordo di quelle 16 vittime.

Samuele Petrera

Poiché due di quei cittadini gioiesi trovarono innocentemente la morte in Piazza Cesare Battisti a settembre del 1943, vittime dei tedeschi, suggerii di posizionare la targa alla base del Monumento ai Caduti di Gioia (quello eretto per i morti della Prima Guerra Mondiale e successivamente esteso anche ai Caduti della Seconda Guerra Mondiale), in ricordo di quei due martiri e degli altri dieci che perirono durante il mese di settembre del 1943, anch’essi vittime non di guerra, ma dei tedeschi in ritirata all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre.

In tal modo si sarebbero onorati i 12 martiri del 1943, accomunandoli agli altri Caduti delle due Grandi Guerre, per conservarne non solo il ricordo ai posteri, ma anche come monito per tutti a porre fine alle guerre e come stimolo ad impegnarsi per la pace tra i popoli.

Il 22 settembre 2023, durante la commemorazione organizzata dalla sede ANPI di Gioia del Colle a Piazza Livia, fui invitato a parlare degli avvenimenti del settembre 1943 a Gioia e rinnovai l’invito a ricordare il sacrificio dei 12 gioiesi con una lapide commemorativa da apporre alla base del Monumento ai Caduti, sotto le lapidi che riportano i nomi dei soldati gioiesi morti durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale.

La proposta fu accolta dai dirigenti della locale sezione dell’ANPI e la richiesta fu inoltrata al Sindaco di Gioia.

Resta Filippo Vito

Ad ottobre del 2023, con la collaborazione dell’architetto Alfredo Vacca, fu effettuato un sopralluogo a Piazza Cesare Battisti per capire quale fosse la migliore posizione e la forma della targa da apporre.

Poiché, come riferì il sindaco, il posto scelto inizialmente, la facciata frontale est della base esagonale del monumento al di sopra della quale era stata apposta una delle tre lapidi con i nomi dei Caduti della Prima Guerra Mondiale,  era soggetto al vincolo della Sovrintendenza, si decise di optare per il posizionamento di una pietra d’inciampo lungo il vialetto centrale che porta alla base del Monumento ai Caduti, per non essere soggetti a quel parere, che avrebbe richiesto non meno di sei mesi.

Su richiesta dell’ANPI e dell’architetto Vacca inviai una nota storiografica sui fatti verificatisi a Gioia nel mese di settembre del 1943, da allegare al progetto da presentare all’Amministrazione comunale per gli atti consequenziali.

La richiesta, corredata dal progetto e dalla relazione fu inviata alla Prefettura che l’ha esaminata e ha autorizzato la posa della pietra d’inciampo in Piazza Cesare Battisti.

Il 25 aprile 2025 nella ricorrenza della celebrazione dell’80° anno della Liberazione dell’Italia dai nazisti è stata scoperta la pietra d’inciampo alla base del monumento dei Caduti.

Pagellina funebre di Donato Buono

In apertura della cerimonia celebrativa del 25 aprile sono stato invitato a socializzare alla cittadinanza la ricostruzione storica degli eventi che videro il coinvolgimento del nostro paese e l’eccidio dei 12 gioiesi nel mese di settembre 1943.

Sono stati presenti alla cerimonia commemorativa alcuni parenti di quelle innocenti vittime, tra cui un Samuele Petrera,  nipote di Samuele Petrera,  ed una nipote di Resta Filippo Vito.

Riporto di seguito il contenuto del mio intervento.

Il 22 settembre 2023, in occasione dell’80° anniversario dell’armistizio delll’8 settembre 1943, l’ANPI di Gioia del Colle, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, organizzò un incontro-dibattito pubblico per ricordare quell’evento.

Fui invitato in quella circostanza a socializzare una ricostruzione storica degli eventi che si verificarono a Gioia del Colle nel settembre del 1943 a seguito della ritirata dei militari tedeschi, i quali non si limitarono a colpire obiettivi sensibili, bombardando l’aeroporto militare, nel quale trovarono la morte tre avieri, il ponte che scavalca il tracciato ferroviario Bari-Taranto nei pressi del Macello comunale,  non risparmiando neppure la stazione ferroviaria, ma fecero registrare, tra il 16 e il 26 settembre, la morte di 12 cittadini gioiesi, civili e inermi, tra cui anche una donna e un bambino.

Martino Orfino

La furia, o come alcuni affermarono, la barbarie nazista non si limitò all’uccisione di uomini inermi, dediti alle loro pacifiche occupazioni, senza risparmiare (orrendo crimine) donne e bambini, ma diede sfogo anche a comportamenti disumani, impedendo perfino ai familiari delle vittime di dare degna sepoltura ai loro cari, con il frettoloso e spregevole traporto, da parte dei militari tedeschi, dei cadaveri su improvvisati carri per essere gettati in discarica.

Il 16 settembre trovarono la morte:

1-Samuele Petrera, ferroviere pensionato di anni 45, ucciso davanti alla sua abitazione in via Le Strettole mentre si affacciava alla porta del suo sottano.

2-Resta Filippo Vito,  un contadino di 34 anni, il quale, ironia della sorte, per motivi di salute non era partito come militare; abitava in via Balena nel borgo di San Vito. Si trovava in un locale attiguo alla casa con degli amici; al suono della sirena del coprifuoco si affrettò a tornare a casa. Uscirono prima due suoi amici e quando fu il suo turno fu sparato e morì sul colpo a causa di un proiettile che lo colpì al petto. Sua moglie, per dargli una adeguata sepoltura, fu costretta a tenere nascosto il corpo in un orto, sotto la paglia, ai piedi di un cavallo, per tre giorni. Solo con l’arrivo degli inglesi fu possibile trasportarlo con un carretto al cimitero, per dargli una cristiana sepoltura.

Pagellina funebre di Alfredo De Bellis

3-Donato Buono, studente, di anni 19, abitava in un sottano in Via Canudo nei locali del Bar della Posta. Anche lui, ironia della sorte, essendo l’unico maschio in famiglia era stato esentato dal servizio militare. Quel giorno la sua famiglia si era trasferita nella casa di un’amica che abitava di fronte alla propria abitazione. Un amico di Donato andò in terrazzo, si affacciò e vide un tedesco in strada; chiamò Donato per fargli vedere la scena.  Un soldato tedesco gli sparò alla tempia, uccidendolo sul colpo. Solo il giorno dopo, con l’arrivo degli inglesi, fu possibile trasferire di lì il suo cadavere.

4-Martino Orfino contadino di anni 15, abitava in via Proserpina, una traversa di via Bartolomeo Paoli.  Sua madre era andata in piazza Scarpetta per approvvigionarsi di acqua. Avendo sentito degli spari tornò subito a casa, trovò i figli per strada e disse loro di rientrare; Martino si fermò sulle scale esterne e si sporse su via Proserpina. Un colpo di arma da fuoco lo colpì mortalmente alla testa.

5-Procino Filomena, casalinga di anni 34, fu uccisa davanti alla sua casa in via Palestro mentre stendeva il bucato.

6-Galasso Carmine, meccanico di anni 58, fu ucciso in piazza Cesare Battisti presso il monumento ai Caduti.

7-Marchitelli Giuseppe, calzolaio di anni 67, venne ucciso nella propria abitazione.

8-Alfredo De Bellis, avvocato di anni 30, stava studiando una causa nella sua casa in via Canudo; ad un certo punto andò sul terrazzino per prendere una boccata d’aria e fu sparato alla schiena da un soldato tedesco appostato sul campanile della Chiesa Madre. Morì nell’ospedale di Acquaviva il 21 settembre.

Il 17 settembre 1943 furono uccisi:

9-Domenico De Palma, agricoltore di anni 73. Si era recato in campagna lungo la via per Putignano e all’altezza della centrale ENEL con la ruota della sua bicicletta toccò un mucchio di pietre sotto le quali era stata nascosta una bomba a mano e saltò in aria.

10-Mingolla Cosimo, impiegato di anni 48, morì in Piazza Cesare Battisti per lo scoppio di una bomba a mano.

Il 19 settembre morirono:

Domenico Palmisano

11-Domenico Palmisano, agricoltore, di anni 32. Abitava a Montursi e dopo aver portato il suo carretto carico di verdure a Gioia per venderle, nel rientrare a casa, all’altezza del Macello comunale incrociò un altro carretto. Per poter passare si spostò verso il muretto laterale, dove c’era un mucchio di pietre; appena una ruota toccò quel mucchio di pietre, una mina lì nascosta lo fece saltare in aria. La deflagrazione fu così forte che si sentì da via Schiavone, dove abitava la sorella Anna, la quale, recatasi sul posto, lo trovò ormai senza vita.

12-Domenico Tarquilio, di anni 6, era andato in campagna con il padre per vendemmiare. Il padre ad un certo punto chiese a Domenico di prendere del pane che aveva posto in una sacca. Il ragazzo dopo aver preso il pane si sedette su una pietra sotto la quale era stata posizionata una mina. Saltò in aria, riducendosi in brandelli.

Dalle testimonianze apprese direttamente dagli interessati siamo venuti a conoscenza che numerosi gioiesi scamparono alla furia dei soldati tedeschi, i quali allo scoccare del coprifuoco sparavano verso qualsiasi ombra che si muoveva, perché fortunatamente non furono colpiti dal fuoco omicida.

Ancora più numerose sarebbero state le vittime se il 9 settembre, mentre su un binario della stazione ferroviaria di Gioia stazionavano tre carri merci carichi di materiale esplosivo ad alto potenziale, il treno non fosse partito in serata in direzione Santeramo. Non essendoci personale viaggiante disponibile per scortare tale treno straordinario, i militari tedeschi avevano collocato detonatori con una miccia, pronti a far saltare il convoglio. Il conduttore capo Cosimo Damiano Riondino, che quel giorno fruiva di una giornata di riposo, trovandosi per puro caso nei dintorni della stazione si offrì di scortare il treno fino a Santeramo, scongiurando una catastrofe.

Durante l’incontro-dibattito organizzato dall’ANPI di Gioia nel 2023 nell’80° anniversario dell’armistizio del settembre del 1943 suggerii di proporre all’Amministrazione comunale di Gioia di ricordare i 12 innocenti gioiesi, vittime della furia e della barbarie tedesca, con l’apposizione di una targa che riportasse i nomi delle 12 vittime, da collocare alla base del Monumento ai Caduti, atteso anche che due di esse trovarono la morte propria in Piazza Cesare Battisti.

Monumento ai Caduti in piazza Cesare Battisti

L’ANPI di Gioia fece proprio questo suggerimento e quest’oggi, 25 settembre 2025, esattamente lo stesso giorno in cui 43 anni fa sul Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, che presenta tre lapidi di quei 242 Caduti, furono scoperte le tre lapidi contenenti i nomi dei 235 Caduti della Seconda Guerra Mondiale, e nella ricorrenza del centenario dell’inaugurazione dello stesso Monumento ai Caduti, viene scoperta la pietra, o meglio la targa, d’inciampo a ricordo dei 12 gioiesi vittime della ferocia nazista.

Questa iniziativa va oltre il ricordo delle vittime del settembre del 1943 perché vuole ricordare alla presente e alle future generazioni gli orrori causati dalla guerra, le brutture, la distruzione di vite umane, della natura e delle sue preziose risorse provocate dai conflitti bellici, come insegnamento per gli uomini affinché si ravvedano e possano eliminarli definitivamente da ogni angolo della Terra, combattendo la vera battaglia, quella per la pacificazione e la civile convivenza umana.

Per coloro che volessero approfondire l’argomento e conoscere notizie sui 16 cittadini gioiesi vittime della barbarie dei soldati tedeschi nel settembre 1943 è possibile consultare un articolo su questo sito, digitando il seguente link: https://www.gioiadelcolle.info/index.php?s=richiesta+onorificenza.

Quel documento, su richiesta del sottoscritto e del sig. Dino Rubino fu consegnato al Commissario Prefettizio di Gioia, dott. Claudio Palomba, il quale il 28 aprile 2008 approvò la relazione storica a lui inviata sui fatti di sangue che a Gioia fecero seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943 e fu  inoltrata al Prefetto di Bari e al Ministero dell’Interno con la richiesta di  concessione in favore del Comune di Gioia del Colle della Medaglia al Valor Civile a ricordo delle vittime inermi che seguirono alla guerra fascista.

Poiché la targa apposta alla base del Monumento ai Caduti delle due grandi Guerre, a parere del sottoscritto, non rende il giusto onore alle 12 vittime del settembre del 1943, mi sento di suggerire all’Amministrazione comunale di Gioia di avviare, in tempi brevi,  la pratica per ottenere il parere favorevole dalla Sovrintendenza per l’apposizione di una lapide sulla quale siano incisi i nomi di quelle vittime, lapide da apporre alla base dello stesso monumento, in sostituzione della targa d’inciampo.

In alternativa si potrebbe allestire un cartello segnaletico contenente i nomi delle 12 vittime, da posizionare vicino alla rotonda che delimita il Monumento ai Caduti.

Poiché durante l’incursione aerea dell’11 settembre 1943 morirono tre avieri nel tentativo di difendere l’aeroporto di Gioia  dal proposito di distruzione e di occupazione da parte dei tedeschi, mitragliati dall’artiglieria nemica, fulgido esempio dell’adempimento del proprio dovere, come da informativa del Commissario Prefettizio di Gioia al Prefetto di Bari in data 14-10-1946, n. 9788, si potrebbe anche integrare il numero delle vittime di quel tragico settembre con i nominativi dei tre avieri.

Come sulle sei lapidi apposte sul Monumento dei Caduti sono riportati i nomi dei morti delle due Grandi Guerre e anche sul monumento ai Martiri del 1799, innalzato sull’omonima Piazza, sono scolpiti nel marmo i nomi di quelle innocenti vittime che si immolarono per la libertà, così ritengo che sia giusto e corretto tramandare ai posteri i nomi di questi altri 12 innocenti Caduti gioiesi.

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25 Aprile 2025

  • Scuola di Politica

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