Le due… facce dei sovrani delle … Due Sicilie

La dinastia Borbone ha governato in Italia Meridionale durante il Settecento e l’Ottocento; ha governato il Regno di Napoli e quello di Sicilia dal 1734 al 1861. Tra i Borboni che hanno lasciato un buon ricordo va annoverato Carlo, fondatore della dinastia,  incoronato a Palermo con il titolo di Re delle Due Sicilie, nato nel […]

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La dinastia Borbone ha governato in Italia Meridionale durante il Settecento e l’Ottocento; ha governato il Regno di Napoli e quello di Sicilia dal 1734 al 1861.

Tra i Borboni che hanno lasciato un buon ricordo va annoverato Carlo, fondatore della dinastia,  incoronato a Palermo con il titolo di Re delle Due Sicilie, nato nel 1716 da Filippo V di Spagna (re di Napoli e di Sicilia tra il 1700 e il 1713 , oltre che re di Spagna tra il 1700 e il  1746, e fondatore a sua volta della dinastia dei Borbone di Spagna) e dalla duchessa di Parma Elisabetta Farnese.

Carlo, duca di Parma e Piacenza, conquistò il regno di Napoli e nel 1735 il regno di Sicilia, sottraendoli alla dominazione austriaca. Quell’anno fu incoronato re a Palermo e nel 1738 fu riconosciuto come Re di Napoli e Re di Sicilia dai trattati di pace, in cambio della rinuncia ai suoi possedimenti farnesiani e medicei in favore degli Asburgo e dei Lorena.

Poiché Carlo nel 1759 ascese al trono di Spagna con il nome di Carlo III, dovette rinunciare ai troni italiani, e abdicò in data 6 ottobre 1759, decretando la definitiva separazione tra la corona spagnola e quelle napoletana e siciliana.

Il Regno di Napoli e quello di Sicilia nel 1816 furono unificati come Regno delle Due Sicilie. Successori di Carlo di Borbone furono: Ferdinando IV (1759-1825), dal 1814 Ferdinando I delle Due Sicilie; Francesco I (1825-1830), Ferdinando II (1830-1859), Francesco II, che nel 1860 perse il Regno, conquistato dal Vittorio Emanuele II di Savoia. Con tale conquista, il Regno delle Due Sicilie smette di esistere in quanto regno sovrano e indipendente.

Non tutti i Re Borbone, a differenza di Carlo, hanno riportato simpatie da parte dei loro sudditi per il loro governo.

Segni del malcontento delle popolazioni nei confronti del sovrano Borbone li troviamo a partire dal 1799. Sotto il reame di Ferdinando IV, Re di Napoli, si verificarono i luttuosi avvenimenti che videro anche Gioia ribellarsi contro il governo dispotico del Borbone e che portarono alla morte dei Martiri del 1799, il cui ricordo è attestato dal Monumento eretto in Piazza Castello in loro onore nel 1900, in occasione del centenario del loro sacrificio.

Lo stesso Ferdinando IV verrà contestato dai rivoluzionari Carbonari nel 1820, che chiedevano un governo più democratico e una Costituzione sul modello di quella francese.

Il Re Ferdinando I (1816-25) inizialmente concesse la Costituzione, ma subito dopo la ritirò e avviò una dura repressione.

Stessa storia si ripeterà nel 1848, anno in cui Ferdinando II concesse la Costituzione a tutto il Regno, ma con il fallimento della rivolta riprese a governare in modo assoluto e a reprimere i rivoluzionari.

Nonostante le successive attestazioni di fedeltà al Re, nel 1856 il sovrano sfuggì ad un attentato.
Facendo seguito ad una circolare dell’Intendente della Provincia il Decurionato di Gioia, così come aveva fatto in ben due volte negli anni precedenti, formulò un indirizzo al re Ferdinando II, manifestando gratitudine per gli indicibili beni oprati a pro’ nostro, il suo affetto e la sua venerazione, condanna l’esecrando attentato e imprecando il capo che lo concepiva, ricorrendo al Tempio ad  implorare dal propizio Nume la continuazione dei favori al Prediletto Figlio della Religione di Lui vivente, all’amatissimo Monarca.

Nel 1858 il Decurionato di Gioia concorse con la somma di 30 ducati alla erezione del monumento a Carlo Borbone in Napoli. A Carlo III, inoltre, per il suo buon governo, il Comune di Gioia ha voluto intitolare una strada cittadina.

Alcune realizzazioni del re Carlo di Borbone: Teatro San Carlo, Reggia di Caserta, scavi di Pompei

Per dinamismo, intraprendenza, lungimiranza e per la spiccata sensibilità verso la storia, le arti e la cultura in generale, Carlo ha portato il Regno ai primi posti del mondo durante il suo governo. Napoli in particolare, ma anche le tantissime altre città d’arte del Meridione, divenne meta obbligata dei viaggiatori, che la trovarono in rapido ed armonico progresso, tanto che lo stesso Goethe espresse viva ammirazione per “gli operosi napoletani”.

Si deve infatti a Carlo III se il suo Regno era tra i più ricchi e avanzati e sviluppati d’Europa, come testimoniano i molteplici interventi operati nei territori da lui governati e, in particolar modo a Napoli, città che ottenne l’indipendenza dopo ver patito la servitù di uno sovrano straniero per ben 230 anni.

Sia come re di Napoli, sia come re di Spagna, egli viene ricordato come uno dei più importanti riformatori del secolo. Dette inizio a molteplici riforme, anche se parte furono solamente avviate da lui e furono portate a compimento dai suoi successori.

Fu un rivoluzionario nel campo politico e sociale, perché, incline al progresso del suo Regno, intese per la prima volta lo Stato come collettività da curare e tenere nella dovuta considerazione.

Con lui furono raggiunti importanti risultati per il popolo, attraverso la soppressione di molti abusi e la possibilità per i contadini di ad affrancarsi dal potere tirannico dei baroni, e di poter raccogliere e seminare nei terreni demaniali, spesso usurpati dai nobili.

Come sovrano amò i suoi popoli e ne cercò il bene e mostrò di possedere virtù come parsimonia, religiosità, equilibrio di spirito, puntualità, purezza di costume, amore per la magnificenza delle arti.

Si interessò anche di ricerche archeologiche, che fecero riemergere nel primo settecento le antiche città romane di Pompei, Ercolano e Stabia.

Il Regno di Napoli mancava quasi completamente di strade, lasciate in uno stato di abbandono perché erano considerate pericolose in caso di invasioni nemiche, i turchi per primi.

L’impegno di Carlo di Borbone fu rivolto a utilizzare le grandi risorse economiche del Regno per creare lavoro, occupazione e benessere, mettendo di conseguenza in moto l’economia. Pensò anche a favorire il ripopolamento delle campagne che versavano in precarie condizioni, alla ricostruzione di interi quartieri fatiscenti, a costruire ospedali, chiese, giardini, magnifici palazzi. Si pensi al Teatro di San Carlo, il più grande e sontuoso di quel tempo, alla Reggia di Caserta, a quella di Capodimonte, dove nel 1743 insediò la celebre fabbrica di porcellane. Diede poi vita al Museo Borbonico e relativa galleria, alla Biblioteca, divenuti poi nazionali.

Vanno altresì ricordate le sue opere pubbliche, per la modernizzazione delle infrastrutture, come strade e acquedotti, o economiche, come i Granili ed il Foro, o sociali, come l’Albergo dei Poveri, che poteva ospitare i cittadini economicamente non autosufficienti.

Con prammatica (legge) reale del 25 febbraio 1751 volle la fondazione dell’Albergo dei Poveri, che in quel tempo rappresentò un’opera rivoluzionaria: un’idea bizzarra che rispecchia in modo emblematico la paternalistica, ma generosa, preoccupazione di Carlo per la felicità del suo popolo, come lo definì Antonio Ghirelli nella sua Storia di Napoli.

Iniziò la costruzione del ricovero dei mendicanti e la loro riabilitazione come esseri umani, contribuendo, con notevoli somme e donazioni sue e della moglie, a questa realizzazione.

Venne istituita l’assistenza sanitaria per gli anziani e per gli inabili. Ai giovani venne impartita una adeguata istruzione e, oltre allo studio della grammatica e della matematica, venne garantita una qualificazione professionale con avviamento al lavoro e l’insegnamento di varie arti: calzolaio, fabbro, falegname, tornitore, filatrice.

Fu tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX che l’ospizio ospitò le donne perdute e fu adibito anche a casa di correzione dei minori. Con il concordato del 1741 Carlo pose fine al secolare contrasto con il Papa.

Di seguito riporto alcuni primati conseguiti dal Regno di Napoli e delle Due Sicilie dal 1732 al 1860, come riportato sul sito della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie:

1732 il più antico istituto di sinologia e orientalistica d’Europa (il Collegio cinese di Napoli),

1735 prima cattedra di Astronomia e Nautica in Italia affidata a Napoli a Pietro De Martino,

1739 istituzione del primo tribunale del commercio in Italia,

1739 primo fucile a retrocarica a polvere e a vento in Italia (Napoli, Raimondo de Sangro),

1751 prima legislazione in Italia sull’organizzazione sanitaria,

1753 primi studi di sclerodermia con Carlo Curzio,

1754 prima cattedra di economia in Europa affidata a Napoli ad Antonio Genovesi,

1759 primo quotidiano italiano (Diario Notizioso),

1763 primo cimitero italiano per poveri (il “Cimitero delle 366 fosse”, a Napoli),

1764 primi studi di epidemologia in Italia con Michele Sarcone,

1770 prima “carrozza marittima” in Europa (futuro hovercraft) a Napoli (Raimondo de Sangro),

1774 prima istituzione in Italia della motivazione delle sentenze (Gaetano Filangieri),

1777 primo stato italiano a stabilire rapporti diplomatici ufficiali con l’Impero Russo,

1780 primo albo degli avvocati in Italia,

1781 primo codice marittimo moderno (opera di Michele de Jorio),

1782 primo intervento in Italia di profilassi antitubercolare,

1783 prime leggi antisismiche in Italia,

1783 primo cimitero in Europa a uso di tutte le classi sociali (Palermo),

1787 nascita della moderna “arte ostetricia” femminile (con Teresa Ployant),

1789 prima assegnazione di “case popolari” in Italia (San Leucio presso Caserta),

1789 prima istituzione di assistenza sanitaria gratuita (San Leucio),

1796 Prima città italiana a ospitare un consolato dei neonati Stati Uniti d’America (consolato di Napoli con John Mathieu),

1801 prima scoperta mondiale di un asteroide: “Cerere Ferdinandea” (Giuseppe Piazzi),

1801 primo Museo Mineralogico del mondo,

1802 prima istituzione in Italia di “uffici per la vaccinazione”,

1806 prima cattedra di zoologia in Italia,

1807 primo orto botanico moderno in Italia a Napoli,

1812 prima Scuola di Ballo in Italia annessa al San Carlo,

1813 primo ospedale psichiatrico italiano (Reale Morotrofio di Aversa),

1817 prima legge in Italia per la gestione e l’accoglienza degli immigrati,

1818 prima nave a vapore nel Mediterraneo (Ferdinando I),

1818 prima scuola italiana per ciechi a Napoli presso l’ospizio dei Santi Giuseppe e Lucia,

1818 prima istituzione del sistema pensionistico in Italia (con ritenute del 2% sugli stipendi),

1819 primo edificio costruito per un Osservatorio Astronomico in Italia a Capodimonte,

1822 prime ricerche e pubblicazioni di medicina omeopatica in Italia,

1828 primi esperimenti di medicina omeopatica in Italia (Palermo),

1830 primo aletoscopio, macchina ottica inventata da Raffaele Sacco,

1831 prima istituzione di un assegno di disoccupazione per chi era impossibilitato a lavorare,

1832 primo ponte sospeso in ferro nell’Europa continentale sul Garigliano,

1832 prima ordinanza italiana in materia di nettezza urbana (con raccolta differenziata),

1832 prima istituzione in Italia di un ente per gli studi statistici (Direzione Centrale di Statistica con  il Giornale di Statistica di Sicilia),

1832 minor numero di pazzi rispetto alla popolazione in Europa (1 a 10.404 nel Regno di Napoli, 1 a 1000 in Francia, 1 a 883 in Inghilterra, 1 a 5.568 in Piemonte),

1833 più alto numero in Italia di   vaccinati contro il vaiolo in rapporto alla popolazione (oltre un milione e trecentomila persone in venti anni),

1833 prima nave da crociera in Europa (Francesco I),

1833 più alto tasso di longevità in Europa (1 novantenne ogni 117 morti, 1 centenario ogni 946 morti, rispetto alla media europea di 1 a 11.996),

1835 primo istituto italiano per sordomuti,

1836 prima compagnia di navigazione a vapore nel Mediterraneo,

1836 primo progetto italiano per automobile (a vapore, in Sicilia),

1836 primi studi in Europa contro la distrofia muscolare (prof. Gaetano Conte),

1838 primi studi di Raffaele Piria sull’acido salicilico (futura “aspirina” a cui diede il nome),

1839 prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici,1839 prima illuminazione a gas di una città italiana (terza in Europa dopo Londra e Parigi) con 350 lampade,
1839 prima normativa per la tutela dei beni culturali in Italia,

1840 prima fabbrica metalmeccanica d’Italia per numero di operai (1.050) a Pietrarsa presso Napoli,

1841 primo centro sismologico in Italia presso il Vesuvio,

1841 primo faro lenticolare a luce costante in Italia a Nisida (arcipelago delle isole Flegree),

1843 prima nave da guerra a vapore in Italia (pirofregata Ercole, a Castellammare),

1843 primo periodico psichiatrico italiano pubblicato presso il Reale Morotrofio di Aversa da Biagio Miraglia.
1843 primo progetto di “ascensore” (o “sedia volante”) in Italia,

1844 prima istituzione di un marchio per la tutela di un prodotto (“d.o.c.” per l’olio pugliese),

1845 prima locomotiva a vapore costruita in Italia a Pietrarsa,

1845 primo osservatorio meteorologico italiano alle falde del Vesuvio,

1845 primo Istituto al mondo per lo studio dei fenomeni vulcanici (Osservatorio Vesuviano),
1846 costruzione della prima locomotiva collinare in Italia a cura di Giovanni Pattison, capace di superare pendii del 2,5%,

1851 prima lavatrice motorizzata italiana a Napoli (presso l’Albergo dei Poveri),

1852 primo bacino di carenaggio italiano in muratura nel porto di Napoli,

1852 primo esperimento di illuminazione elettrica in Italia a Capodimonte,

1853 primo piroscafo nel Mediterraneo per l’America (il Sicilia della Società Sicula Transatlantica, del palermitano Salvatore De Pace: 26 i giorni impiegati)

1853 prima applicazione dei principi della scuola positiva penale per il recupero dei malviventi,

1853 primo tunnel carrozzabile in Italia a Napoli tra San Francesco di Paola e piazza Vittoria,

1854 prima nave a vapore italiana ad approdare nel Nord America (il Sicilia),

1855 primo telegrafo elettrico in Italia,

1856 primo sismografo elettromagnetico nel mondo costruito da Luigi Palmieri,

1858 primo tunnel ferroviario italiano a Nocera,

1859 prima nazione italiana e seconda in Europa per produzione di guanti (700.000 dozzine di paia ogni anno),

1859 prima bandiera italiana e seconda nel mondo (dopo quella inglese) per presenze nei porti francesi,
1860 la più grande industria navale d’Italia per numero di operai (a Castellammare),

1860 prima flotta militare d’Italia,

1860 prima flotta mercantile in Italia (seconda nel mondo),

1860 il minore carico tributario erariale in Europa,

1860 maggiore quantità di lire-oro conservati nei banchi nazionali in Italia (dei 668 milioni di lire-oro, patrimonio di tutti gli stati italiani messi insieme 443 milioni erano del Regno delle Due Sicilie),

1860 maggiore quantità di moneta circolante in Italia (433 milioni di lire),

1860 la città più popolosa d’Italia, Napoli (447.065 abitanti rispetto ai 204.715 di Torino o ai 194.587 di Roma),

1860 il più alto numero in percentuale di addetti all’industria in Italia (1.189.582 solo nel Mezzogiorno continentale),

1860 primo stato italiano per percentuale di orfanatrofi, ospizi, collegi, conservatori e strutture di assistenza e formazione,

1860 Prima Borsa Merci in Italia e seconda Borsa Valori dell’Europa continentale,

1860 la più bassa percentuale di mortalità infantile,

1860 più alto numero di centenari in Italia (46 i centenari ancora al 1861 nelle province napoletane, 9 in Piemonte, 4 in Lombardia),

1860 la più alta percentuale di medici per abitanti in Italia,

1860 prima città d’Italia per numero di teatri,

1860 prima città d’Italia per numero di conservatori musicali,

1860 primo “piano regolatore” in Italia, per la città di Napoli,

1860 prima città d’Italia per numero di tipografie (Napoli: 113),

1860 più alto numero in assoluto e in percentuale di iscritti all’università in Italia (Napoli, 10.528),

1860 prima città d’Italia per numero di giornali e riviste,

1860 minor numero di condannati a morte in Italia (fin dal 1848),

1860 la più alta quotazione di una rendita statale (120% alla Borsa di Parigi),

1860 il minore carico tributario erariale in Europa,

1860 minore percentuale di emigranti in Italia.

Nel 1833 venne a Bari il re Ferdinando II, soprannominato «Re bomba».

Il re nel 1839 inaugurò il primo tratto della prima ferrovia europea: la Napoli-Portici.

La capitale del Regno borbonico, Napoli, è stata la sede della prima Università pubblica, quella denominata «Federico II», ha avuto le prime industrie per la produzione di stoffe in seta (opificio di San Leucio di Caserta, 1776), il primo ospedale ginecologico d’Italia.

Salerno è stata la sede dell’antichissima Scuola Medica Salernitana, la prima e più importante istituzione medica d’Europa nel Medioevo (IX secolo); come tale come tale è considerata da molti come l’antesignana delle moderne Università.

Per queste ed altre numerose eccellenze, oltre alla pratica felle tre F (feste, farina, forca), molti abitanti, napoletani e non, del Regno borbonico non accettarono il cambiamento di regime e il passaggio del Sud al Regno d’Italia, sotto la dominazione di Casa Savoia.

Come si può notare dai dati sopra riportatati, basterebbe un solo settore per comprendere la floridezza economica del regno dei Borboni, essi infatti nel campo marittimo avevano una flotta mercantile, prima in Italia e seconda in Europa, che consentiva di avere quasi il monopolio dei commerci, dei traffici internazionali e una disponibilità monetaria di assoluto prestigio.

Cippo in onore del sergente Pasquale Romano e dei suoi compagni, in contrada Vallata, dove furono catturati

Con la proclamazione dell’Unità d’Italia e il conseguente passaggio del regno borbonico a quello sabaudo tutte le ricchezze del Regno delle Due Sicilia confluirono nelle casse del Regno d’Italia e, ahimè! furono utilizzate per sviluppare e industrializzare essenzialmente le regioni del Nord a svantaggio del Sud.

Alcuni cittadini meridionali, scontenti di questa svolta politico-amministrativa, diedero origine a quel movimento di protesta che prese nome di Brigantaggio e Gioia fu un centro rilevante della resistenza  dei filoborbonici contro l’unificazione del Sud al regno sabaudo.

Uno dei capi di questi “briganti” che si segnalò nella lotta contro l’Unità d’Italia dal 1861 al 1863 fu il sergente borbonico Pasquale Romano; solo l’intervento di un grosso contingente dell’esercito nazionale riuscì ad avere il sopravvento sul suo gruppo, a catturarlo e a infliggergli una disonorevole morte il 5 gennaio 1863.

Notizie più approfondite sulla figura del sergente Romano è possibile leggerle su questo sito, cliccando il seguente link:  https://www.gioiadelcolle.info/gioia-tra-unita-ditalia-e-brigantaggio-il-sergente-romano/

Nostalgici filoborbonici sono presenti ancora oggi nel nostro paese. Nel 2006 è stato fatto erigete un Cippo dal «Movimento Neoborbonico» in onore del sergente Pasquale Romano e dei suoi compagni, nella contrada Vallata, nei pressi dell’ex lebbrosario, per ricordare il luogo dove fu catturato.

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21 Gennaio 2024

  • Scuola di Politica

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