La Chiesa della Madonna della Scala

L’abbazia benedettina Madonna della Scala è ubicata sulla ex statale 604, attualmente strada provinciale 239, che collega Gioia con Alberobello, e dista circa 11 chilometri da Gioia e 7 da Noci. L’edificio sorge su una preesistente chiesetta romanica del sec XIII, residuo di una grangia cassinese. Il monastero, invece, venne costruito nel 1930. Attualmente la […]

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Facciata della Chiesa della Madonna della Scala e annessa abbazia

L’abbazia benedettina Madonna della Scala è ubicata sulla ex statale 604, attualmente strada provinciale 239, che collega Gioia con Alberobello, e dista circa 11 chilometri da Gioia e 7 da Noci.

L’edificio sorge su una preesistente chiesetta romanica del sec XIII, residuo di una grangia cassinese. Il monastero, invece, venne costruito nel 1930.

Attualmente la zona in cui insiste la chiesa e l’abbazia fa parte del Comune di Noci, ma in passato quel territorio era appartenente al Comune di Gioia.

Infatti negli Annali manoscritti di Mottola, a proposito della chiesa rurale della Madonna della Scala si dice: dicta ecclesia in dicto territorio Ioviae existente (la detta chiesa della Madonna della Scala insiste nel territorio di Gioia). Lo storico gioiese Vito Umberto Celiberti, a seguito di ricerche storiche da lui effettuate, nel suo volume Storia documentaria di Gioia del Colle – dalle origini a Roberto D’Angiò- (Editrice Tipografica, Bari, 2000) afferma: Il crescere del Casale di San Michele e l’immigrazione nei territori gioiesi di Frassineto e di  Monte Sannace di Putignanesi, Turesi, Nocesi e Sammichelini, i quali con l’indebito e prezzolato consenso di affittatori e vari baroni, specialmente dei de Mari, andavano piantandovi masserie, cisterne ed altro, il tutto poi in danno dei Gioiesi che venivano perfino impediti di poter accedere nei propri possedimenti e dello stesso Comune, costretti per il rifiuto da parte dei predetti immigrati di pagare le tasse a sostenere da solo tutti gli oneri fiscali, finiranno col far rinchiudere quasi per intero il vasto territorio gioiese di Frassineto in quelli di Sammichele, Turi, Putignano e Noci.

Vito Umberto Celiberti

Tali notizie trovano riscontro nel verbale della riunione decurionale tenuta a Gioia il 2 febbraio 1802 nella vecchia piazza del Comune, detta piazza Duomo, ubicata di fronte alla Chiesa Matrice. Durante quella riunione il Presidente dei Decurioni (l’equivalente dell’attuale sindaco) Michele Cassano si lamentò che i Putignanesi, Nocesi, Turesi e Casalini (così erano e sono chiamati gli attuali abitanti di Sammichele) dopo aver piantato masserie e possedimenti nel territorio di Frassineto, che all’epoca arrivava fino alla Madonna della Scala ed al territorio di Mottola,  non volevano pagare il catasto al Comune di Gioia, né la buonatenenza o altro, ma sostenevano che come comunanti essi potevano venire a pascere, legnare, eccetera, mentre in realtà impedivano ai Gioiesi di poter andare nei loro territori, per cui occorreva adire il S. R. C. perché non era giusto che il Comune di Gioia dovesse sostenere da solo tutti i pesi fiscali.

Pietro Gioia, autore di una Storia di Noci, nelle Conferenze istoriche pubblicate a Napoli intorno tra il  1839-42, riferendosi ad una pianta topografica compilata nel 1488 da Pietro Paolo Precinto, razionale di Federico D’Aragona, signore di Mottola e principe di Altamura, in una nota riporta che dalla chiesa di Sant’Elena per vestigia dictis parietis si giunge al luogo ubi est S. Maria della Scala, dicta ecclesia in dicto territorio Joviae existente (dove si trova S. Maria della Scala, detta chiesa, presente nel citato territorio di Gioia)  e sottolinea che la porta d’ingresso della chiesa di S. Maria della Scala si trova sul lato occidentale dell’edificio, rivolta verso il paese di Gioia, la qual cosa confermerebbe  che il territorio su cui venne eretta la chiesa  benedettina apparteneva al Comune di Gioia.

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9 Gennaio 2024

  • Scuola di Politica

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