Don Francesco Filippo Indellicati

In questi ultimi anni si fa un gran parlare di vini e in particolare del vino primitivo di Gioia del Colle, specialità che viene ormai esportata in tutto il mondo. L’apice di questo successo, che è in continua ascesa, si è raggiunto nel 2018, anno in cui il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha […]

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Don Francesco Filippo Indellicati

In questi ultimi anni si fa un gran parlare di vini e in particolare del vino primitivo di Gioia del Colle, specialità che viene ormai esportata in tutto il mondo.

L’apice di questo successo, che è in continua ascesa, si è raggiunto nel 2018, anno in cui il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha acquistato, a seguito di una serata di degustazioni organizzata a Los Angeles da un importatore americano, 720 casse di Primitivo di Gioia del Colle, da sei bottiglie ciascuna, per un totale di 4300 bottiglie. Il vino Primitivo acquistato da Trump è stato prodotto dalle Tenute Chiaromonte di Acquaviva delle Fonti.

Per dare ulteriore visibilità al Vino Primitivo da sei anni ormai a Gioia si festeggia il Palio delle botti, una  kermesse folcloristico-turistico-enogastronomica che vede la partecipazione di alcune Cantine che producono il Primitivo di Gioia del Colle e che durante la manifestazione si contendono la vincita del Palio.

L’ampelografo (studioso della morfologia esterna dei differenti vitigni, che classifica secondo determinati criteri sistematici) Francesco Antonio Sannino, indica nel 1799 la data di inizio della coltivazione del primitivo ad opera del sacerdote gioiese, primicerio, Filippo Francesco Indellicati.

Il termine “primicerio” deriva dalle parole latine primus («primo») e cera (cera), a indicare il primo iscritto in una lista di cera (come era in uso presso i Romani).

Primicerio è una dignità nel Capitolo di una Chiesa, era l’ecclesiastico che vigilava e presiedeva i suddiaconi e gli altri chierici minori nel servizio divino. Spesso fu detto cantore, in relazione al compito che svolgeva, quello di ammaestrare al canto corale non solo i chierici minori, ma tutti i componenti il capitolo e di presiedere al coro.

In alcune cattedrali quella del primicerio era una dignità religiosa di tutto rispetto, in quanto egli aveva giurisdizione sui canonici, potendo punirli, anche con la privazione delle distribuzioni corali, per il loro cattivo comportamento nel coro; in altre chiese aveva una semplice precedenza d’onore sui canonici.

Il primicerio, era sottoposto all’arcidiacono, e a lui spettava specialmente il compito dell’istruzione dei diaconi e di dare a questi lezioni che riguardavano l’ufficio notturno dei chierici lectiones, quae ad nocturna officia clericorum pertinent.

Lapide funebre di Francesco Filippo Indellicati, nel cimitero di Gioia

Dell’Indellicati sappiamo che nacque a Gioia del Colle nel 1767, che era un uomo di grande cultura, un appassionato studioso di botanica e di agronomia e che divenne primicerio del capitolo della Chiesa Madre di Gioia. Morì a Gioia del Colle nel 1831 e fu sepolto nel locale cimitero. Nell’ala sinistra sopraelevata del Cimitero Monumentale è ancora visibile il loculo con l’iscrizione del suo nome e cognome.

Rientrando nelle sue disponibilità alcuni appezzamenti di terra, in particolare in contrada Liponti, e in seguito agli studi, osservazioni e ricerche che effettuò su queste sue proprietà si accorse che alcuni vitigni avevano un germogliamento tardivo rispetto agli altri vitigni, la qual cosa permetteva di limitare i danni conseguenti alle gelate primaverili, molto frequenti in queste zone, e di ottenere due raccolti, uno precoce e dal succo più corposo e di alta gradazione ed uno più tardivo dal grado alcolico meno forte.

Poiché l’Indellicati si rese conto che l’uva di quei ceppi maturava con notevole anticipo rispetto agli altri vitigni sembra che abbia lui stesso coniato il termine ‘ primativo ‘ o ‘ primaticcio ‘, derivato dal latino primativus.

Dopo i primi esperimenti l’Indellicati selezionò alcune ‘ marze ‘ mise in coltura a primitivo altri ettari di sue terre.La prima monocoltura di “Primaticcio”, grazie ai suoi pregi quantitativi e qualitativi, si estese ben presto in tutti gli agri di Gioia del Colle, Altamura e Acquaviva delle Fonti.

L’ampelografo più importante per quanto riguarda il nostro vino primitivo, quello che nel 1919 pubblicò la approfondita ricerca ‘Il Primativo di Gioia’, è senza dubbio il santermano prof. Giuseppe Musci, Direttore dei Consorzi di Difesa della Viticoltura di Bari.

Nel suo accurato studio il Musci così si esprime: Non ho la pretesa di rintracciare l’origine esatta di questa ottima varietà, che gode tanta viva simpatia e tanta buona reputazione presso i nostri viticoltori. Però dalle ricerche da me fatte in proposito è risultato che verso la fine del secolo XVIII il Primicerio Don Francesco Filippo Indellicati di Gioia del Colle, nell’esaminare i vitigni, che alla rinfusa si coltivano in alcuni vecchi vigneti di quel territorio, notò che un vitigno si adattava –  a preferenza degli altri- alle terre rosse e che dava prodotto precoce, abbondante ed ottimo. Eseguì un’accurata selezione e chiamò quel vitigno Primativo appunto per la precocità di maturazione del frutto. Coi tralci avuti dalla selezione piantò nella regione Terzi, contrada Liponti, del territorio gioiese (detta anche via delle Carrare), otto quartieri (un quartiere corrispondeva ad ettari 0,1575 e comprende n. 625 viti, allevate a ceppo basso secondo il sesto di metri 1,50×0,80) di vigna, che fino a qualche anno addietro esistevano e che credo siano in piedi tuttora.

Cippo del Primitivo, posto in contrada Liponti

L’Amministrazione Comunale di Gioia, a ricordo dell’impianto del primo vigneto primitivo nel nostro territorio, nel luogo in cui ciò avvenne, precisamente in Contrada Liponti, il 19 maggio del 2004 ha posto un cippo commemorativo in pietra, opera dell’artista F. Cotrufo.  Sul lato del cippo che guarda verso Gioia del Colle, in posizione centrale, sono scolpite le mani del primicerio gioiese Indellicati, nell’atto di piantare una vite di primitivo. In alto è riportato il seguente brano poetico, tratto da La ballata del vino generoso della prof.ssa Nunzia Sala Bianco: Don Francesco Indellicati / dopo aver selezionato / quello che adatto fosse / alle terre dette ‘rosse’ / in Contrada dei Liponti / fece lesto i suoi conti / e fissò che ottanta are / si dovesser coltivare / per produrre il vino eletto:/ “Primitivo” esso fu detto /“Primativo” lo chiamò/ che precoce gli sembrò.

Nella parte inferiore del cippo è presente la scritta F. Francesco Indellicati (1767-1831) che impiantò il primo vigneto del primitivo di Gioia del Colle frutto di anni di studi e ricerche.

In prossimità di questa stele, al termine di un progetto PON 2014-2020 attuato da alcune classi dell’Istituto Tecnico Industriale “Galileo Galilei” di Gioia del Colle, è stato posizionato un cartello turistico-informativo sulla nascita del Primitivo e sul primicerio Francesco Filippo Indellicati.

Da qualche anno il fondo su cui don Francesco Filippo Indellicati impiantò per la prima volta il Primativo è tornato a produrre il Primitivo, grazie al dott. Vincenzo Benagiano, che, dopo aver acquistato quel fondo, ha reimpiantato il famoso vitigno e durante la vendemmia del 2018 ha iniziato la raccolta, la produzione e l’imbottigliamento di questa preziosa bevanda da tavola.

La denominazione data al vino prodotto è “Vigna Liponti”, a ricordo del nome della contrada in cui don Francesco Filippo Indellicati impiantò le prime marze di primitivo.

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14 Gennaio 2024

  • Scuola di Politica

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