Il Capodanno nella Storia

Gennaio 10, 2024 by  
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Fuochi d’artificio durante il Capodanno

Ancor prima dell’era cristiana, il calendario al tempo dei Romani, si dice istituito da Romolo, il fondatore di Roma,era di ispirazione lunare, perchè prendeva inizio con la luna piena di marzo. Era scandito in dieci periodi, ognuno dei quali  dava il nome al corrispondente mese, come si intuisce leggendo la loro denominazione: ad esempio settembre erano il settimo mese, ottobre l’ottavo, novembre il nono e dicembre il decimo.

Il calendario di Romolo anche se sembra sia derivato da quello lunare greco, ad un esame più attento   si comprende che  non è propriamente lunare poichè in caso postivo la durata di ogni mese sarebbe dovuta essere di giorni 29,5. Infatti il primo mese, Martius comprendeva 31 giorni, il secondo Aprilis comprendeva 30 giorni, il terzo Maius comprendeva 31 giorni, il quarto Iunius comprendeva 30 giorni, il quinto Quintilis comprendeva 31 giorni,  il sesto Sextilis comprendeva 30 giorni, il settimo September comprendeva 30 giorni, l’ottavo October comprendeva 31 giorni, il nono November comprendeva 30 giorni e il decimo December comprendeva 30 giorni. Leggi tutto

Il maestro Giuseppe Montanarelli dona reliquie e inno di San Filippo Neri

Il giorno 23 luglio 2019 il maestro gioiese Giuseppe Montanarelli, attualmente in servizio nel Comune di Terlizzi, ha voluto far dono alla Confraternita di San Filippo, che opera nella chiesa di Sant'Angelo di Gioia del Colle, di tre reliquie indirette, provenienti dal sepolcro del Santo, ricevute in occasione della sua visita alla Chiesa  di Santa Maria in  Vallicella in Roma, dove sono custodite le spoglie del nostro patrono San Flippo Neri.

Nella stessa giornata il maestro ha donato alla Confraternita  l'Inno a San Filippo Neri, Gloriso Patrono della Città di Gioia del Colle, dal titolo "Gioia Ti Invoca", Inno le cui parole e musica sono dello stesso Maestro Montanarelli. Il Maestro nella serata di presentazione dei suoi doni ha spiegato le motivazioni del gesto e della composizione dell'Inno al nostro Santo Patrono, che era privo di un suo Inno. Infatti quello attualmente in uso è stato adattato sul testo utilizzato per San Nicola di Bari, poiché presumibilmente quello ufficiale del Santo era andato perduto con il crollo del campanile della Chiesa Madre e del Cappellone di San Filippo, evento verificatosi  il 23 febbraio 1942. 

Tutto scaturisce dal profondo culto e dalla particolare venerazione che da tempo immemorabile il maestro Montanarelli nutre per San Filippo, non solo per  essere da qualche decennio componente del Comitato Feste Patronali di Gioia, ma anche per aver dato il suo fattivo contributo di conoscenze e aver collaborato alla pubblicazione del volume di Francesco Giannini e Sebastiano Lagosante " A tutto tondo San Filippo Neri Patrono di Gioia del Colle 500° Anniversario della nascita 1515-2015" e, come lui ha riferito, per essere stato miracolato da San Filippo Neri. In quest'ultimo senso l'Inno viene a colmare un vuoto  per l'assenza di un canto  di lode e di ringraziamento per il nostro San Filippo,ed è il dono di un fervente imitatore dell'apostolato del Santo nell'apostolato verso i fratelli, ed in particolare per la cura dei piccoli, un Inno il cui testo è pensato soprattutto, ma non esclusivamente, per i piccoli, cioè per coloro che il  Patrono di Gioia prediligeva particolarmente. L'Inno ha il pregio di essere un condendato della vita e delle virtu del Santo che ognuno dovrebbe imitare, per purificarsi già su questa terra delle mancanze e dei peccati che ognuno di noi  quotidianamente compie e vivere in comunione con i fratelli e con Dio: un Inno di lode al Santo, alla Trinità ed un invito a seguire le orme e l'esempio del nostro Patrono.

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Maria S.S. della Croce e la festa agreste della lattuga

La popolazione gioiese è solita festeggiare  il 3 maggio, giorno della Croce in questa Chiesetta. La chiesetta  Madonna della Croce è una delle cappelle rurali più vicine al centro abitato di Gioia. Essa è situata  quasi frontalmente al nuovo Cimitero,  lungo la via vicinale La Villa, su una piccola altura rocciosa e dista dal paese circa un chilometro. La sua data di fondazione risale agli inizi del 1700. La piccola chiesa appartiene alla famiglia Fiorentini ( Proprietà Fiorentini F.lli ed Eredi ). Proprio a devozione di Pasquale Fiorentini Senior e Junior è stato oggetto di restauri negli anni ottanta, ma oggi versa in condizioni critiche.

La chiesetta è circondata da un giardino. Dopo aver oltrepassato un cancello in ferro, una scalinata di pietra, in leggera salita, fiancheggiata da alberi, porta alla chiesetta. Il piccolo sagrato è racchiuso da una balaustra in tufo traforato.Il prospetto presenta una facciata, di colore rosso,  che è semplice.  lineare, con copertura a spiovente tronco, scandita da lesene laterali e stipiti della porta di accesso leggermente aggettanti. Sulla porta d’ingresso è presente un’apertura circolare racchiusa da una inferriata a forma di Croce, che svolge la funzione di dar luce  e creare la necessaria ventilazione di aria all’interno della chiesa. Al  di sopra dell’ oculo è presente la seguente iscrizione: Proprietà Fiorentini f.lli ed erede.  Questo restauro a devozione di Pasquale Fiorentini seniore e juniore.  La facciata termina con un piccolo campanile a vela, dotato di una campana.

Internamente la chiesa si presenta ad una navata con volte a botte, è grande e spaziosa e di una semplicità che non rivela uno stile particolare.   Di particolare interesse è l’altare, che è poggiato sulla parete di fondo ed è sostenuto da due colonne lavorate. La parte frontale e sottostante l’altare presenta un’artistica lavorazione nella quale è incastonata l’immagine del Cristo risorto. Sull’altare sono presenti tre affreschi: quello centrale, più grande degli altri due, rappresenta la Madonna con il Bambino Gesù in grembo che stringe tra le mani una Croce, elemento che probabilmente ha dato il nome alla chiesa. L’affresco laterale sinistro raffigura un Santo con il volto chinato, nell’atto di scrivere su una pergamena, mentre sul lato destro è dipinto un altro Santo, probabilmente san Giuseppe, come si potrebbe dedurre dal fatto che stringe  un giglio con la mano sinistra.

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