Il quindicinale “Strapaese”

A partire dal 1881 Gioia ha prodotto numerose testate giornalistiche, settimanali o quindicinali o mensili. Alcune sono state di taglio politico, altre a carattere letterario, di informazione amministrativa, di cronaca locale, di avvenimenti sportivi, di stampo religioso. Tra queste pubblicazioni va segnalata una che, come riportava la testata, è un quindicinale di letteratura, arte e […]

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Il primo numero di Strapaese dell’8 giugno 1930

A partire dal 1881 Gioia ha prodotto numerose testate giornalistiche, settimanali o quindicinali o mensili. Alcune sono state di taglio politico, altre a carattere letterario, di informazione amministrativa, di cronaca locale, di avvenimenti sportivi, di stampo religioso.

Tra queste pubblicazioni va segnalata una che, come riportava la testata, è un quindicinale di letteratura, arte e varietà, fondato nel giugno del 1930, anno VIII dell’era fascista, su iniziativa del prof. Fortunato Matarrese, docente di Lettere nel Liceo-Ginnasio di Gioia; il suo nome è Strapaese.

Oltre al compito di elevare il livello culturale cittadino con articoli di forte spessore letterario i redattori cercarono di vivacizzare la vita paesana con attività e mostre che mostrassero ai paesi limitrofi la vivacità di Gioia in vari settori e sfatassero l’idea che l’erba del vicino è sempre più verde della nostra.

Da sottolineare che già  dal primo numero il quindicinale si pone l’obiettivo di tentare di dotare questo foglietto di una, sia pure modestissima, pagina femminile … affidandoci ad un referendum femminile per la scelta del redattore degli articoli da inserire, in seconda pagina, nell’apposto spazio intitolato Vita femminile.

Uno spazio viene dedicato anche a scrittori e poeti locali, ai disegnatori e caricaturisti, tra cui spiccano Michele Romano e Michele Cuscito Montesano.

Strapaese ha avuto vita breve perché sono stati pubblicati solo sei numeri, a partire dall’8 giugno 1930 fino al 16 agosto 1830.

Direttore responsabile è stato Tommaso Marazia mentre la stampa è stata a cura dello Stabilimento Tipografico Ed. Dott. Vito Romano, via Marchese di Montrone, 116 Bari. La Direzione, Redazione e Amministrazione era in Piazza Plebiscito, 16 a Gioia del Colle. Il costo di un numero era di 30 centesimi ed era composto da otto fino a 10 pagine.

Da notare che nel 1930, il nostro Comune, così come appare sul frontespizio del giornale, è indicato ancora con la denominazione di Gioia dal Colle.

Nel primo numero la Direzione così scriveva: Sappiamo abbastanza bene che questi fogli locali rappresentano, nella grande repubblica giornalistica, la casta miserabile e reietta dei diseredati, il più delle volte condannati a vivere una vita grama e tristanzuola di accattonaggio.La loro apparizione è salutata spesso da un coro di fischi, da una bufera di cachinni, da un turbine di frizzi; questa atmosfera ostile li trova al loro esordio, li accompagna nella faticosa stentata esistenza di poche lune e finisce col soffocarli e opprimerli.

Né poi il destino truce che li colpisce e li stronca così rudemente è sempre ingiusto, specie quando si pensi a quello che simili rivistuzze furono, per il passato, immondezzaio di tutte le basse insinuazioni, di tutte le vili malignità paesane, buone solo a conseguire il fine delittuoso di rinfocolare la funesta tendenza alla faziosità e al beghismo, amica piaga della penisola, da cui ci andiamo, per fortuna, a poco a poco guarendo.

Molti, perciò, quando leggeranno il titolo del nostro foglio, ricorderanno i pessimi confratelli di un tempo e arricceranno il naso in segno di disgusto e di sprezzo. Sforzando un tantino l’immaginazione noi ci figuriamo l’accoglienza da essi serbata a “Strapaese”; ci par di vedere i versacci che per un istante deformeranno le linee del volto delle oneste e ben nate e sennate persone; le scrollatine sfiduciose di spalle, i tentennii fra compassionevoli e paternali di testa, i sorrisetti sardonici e beffardi, le ingrognature di muso e i solenni aggrottamenti di ciglia dei saccentoni al cento per cento.

Fortunato Matarrese

Il professore Fortunato Matarrese

Un giornaletto paesano! Che idea melensa e rancida, da passatisti! E ci par di sentire l’onda confusa delle riprovazioni, dei dissensi, delle apprensioni che si accompagnerà a smorfie e risate.

Ma noi, giustificando in parte timori e perdonando a dileggi, vogliamo prevenire gli uni a far tacere subito gli altri, affrettandoci a manifestare quali intenti ci siamo proposti con “Strapaese”. Modesti e limitati, s’intende, ma degni, crediamo, di riscuotere l’approvazione di tutti coloro i quali ritengono un merito incoraggiare i tentativi generosi e promuovere le buone iniziative.

Apprestare una palestra ai giovani ingegni, i quali non hanno agone ove cimentare le loro fresche irrequiete energie; colorare, di delicata e vaga poesia gli aspetti della vita paesana in cui traspare un raggio di quella universale spiritualità di cui il nostro animo è assetato; esaltare o porre in rilievo quelle figure che contribuirono con l’opera loro sia pur modesta al progresso della umana società! Non si creda adunque, come dal titolo del giornale si potrebbe sospettare, che noi vogliamo fare i provinciali ad oltranza e rimanere accovacciati all’ombra del nostro campanile a ruminare dicerie erudite o a filare indagini folkloristiche; per noi ha vista difettosa non meno chi decanta cose lontane e della vita cittadina si rende sviscerato amatore e ammiratore,  disprezzando tutto quello che forma la vita dei borghi e dei paesi, quanto colui il quale, temendo i contatti con il vortice delle metropoli, loda e canta l’idillica vita del suo villaggio. Se uno soffre di presbiopia, l’altro è affetto da miopia.

Tra i redattori del giornale vanno segnalati: il prof. Fortunato Matarrese, Antonio Fasano, Nanni Masi, don Vincenzo Angelillo, Franz Diasparro, Antonio Daddosio, i quali furono unanimi nell’ obiettivo di  divulgare nel contesto gioiese la cultura attraverso la presentazione, il commento, la critica e la recensione di libri e opere di autori  significativi della letteratura italiana.

Il primo numero di Strapaese era composto da 8 pagine che contenevano articoli con varie tematiche e anche  annunci pubblicitari.

La prima pagina, oltre il testo della Redazione, presenta l’articolo Strapaese … e stracittà, di Giovanni D’Apulia. La seconda pagine contiene gli articoli Un paese senza stra di Nanni Masi, Vita femminile di y.y. e i versi Tirando a volo, del cacciatore. La terza pagina contiene la prima parte della novella Il cavaliere di Guascogna di Franz Diasparro e la poesia Capriccio di Antonio Fasano.  

La pagina quattro contiene l’articolo del prof. Fortunato Matarrese Note sull’opera poetica del Carducci e Libri letti e recensioni di Antonio Fasano.

Per la quinta pagina Gioia e Gioiesi, la Redazione scrive: In questa pagina tratteremo argomenti d’indole strettamente paesana e sfotteremo, quando ce ne verrà l’estro, quelle persone che riteniamo degne della nostra considerazione. I fessi pacificamente riconosciuti li lasceremo tranquilli. La agina contiene l’articolo Frammenti di storia paesana, un sonetto nella sezione Ritratti e autoritratti e un disegno caricaturale sul Podestà di Gioia.

Il numero sei di Strapaese del 16 agosto 1930

In sesta pagina figurano l’articolo Inaugurazione della lapide commemorativa ai caduti in guerra della contrada Montursi, pubblicità e Annunzi vari.

La pagina sette comprende l’articolo di Giccì Qui sfotto Trilussa (ma non troppo) e Note sportiva. Vola scudetto, vola, di Teddy. Infine a pagina otto il prof. Fortunato Matarrese firma l’articolo Il libro del giorno, “Mozzo”. Metà della pagina è riservata ad un inserto pubblicitario.

Come si può notare, già dal primo numero il quindicinale dà molto spazio ad argomenti letterari, ma non disdegna di presentare storie di paese, argomenti sportivi e inserti pubblicitari.

Anche nei numeri successivi sono presenti importanti articoli, tra i quali spiccano: Appunti sulla poesia di G. Gozzano, Gli Indifferenti di A. Moravia, Sant’Agostino, Giuseppe Del Re, Note di arte prefascista, Francesco Romano, Intevista con Paola Borboni,  La  filosofia, Govoni novelliere.

Non conosciamo le motivazioni della precoce scomparsa del quindicinale ad appena due mesi e mezzo dalla sua prima pubblicazione; probabilmente i costi di gestione e lo scarso numero di copie vendute, come fanno pensare  i numerosi e sistematici richiami in ogni numero ad acquistarlo e leggerlo.  Avete un solo modo per dimostrarci efficacemente consenso, incoraggiamento e simpatia ABBONATEVI. La migliore collaborazione è quella che ci perviene sul talloncino di una cartolina vaglia. E ancora: Gioiesi, questo è il vostro giornaleAbbonatevi a Strapaese.   Chi non intende abbonarsi è pregato di respingere il giornale.   Gli abbonati sono pregati di inviare sollecitamente la loro quota.   Strapaese giunge a tutti gli uomini colti della Nazione.  Diffondete Strapaese.   Gioiesi! Strapaese è il vostro giornale. Dimostrateci la vostra simpatia abbonandovi e facendo le inserzioni che riguardano i vostri commerci e le vostre industrie.   Strapaese ha il consenso del pubblico intelligente che legge.

C’è chi ipotizza che i redattori furono costretti a interrompere la pubblicazione di Strapaese perchè,  operando in pieno periodo fascista, mantennero una certa distanza e autonomia dalla politica del tempo e  non tollerarono alcun atteggiamento di propaganda o di accondiscendenza nei confronti del governo fascista.

Sicuramente la chiusura del giornale giunse come un tuono a ciel sereno. Infatti  sul numero  5 del quindicinale il Comutato Organizzatore annunciava una sua   iniziativa, la prima , probabilmente, di una lunga serie : Una  mostra d’arte a Gioia, con il seguente articolo. Il nostro giornale pare nato in un momento giusto, tanto che quindicinalmente viene atteso e letto con simpatia da tutti. Esso dalla pratica va attingendo esperienza e saprà interpretare le tendenze, i bisogni ed i gusti dei lettori, specialmente gioiesi. In conseguenza intende seguire iniziative utili e dilettevoli. Per ora si propone, giusto il desiderio di molti, di organizzare una Mostra d’Arte a Gioia. Nessuno se ne meraviglierà ricordando le riuscitissime precedenti mostre tenute a Gioia alcuni anni addietro.

Le mostre, cose difficili altrove, a Gioia diventano quasi facili, perchè non mancano cultori d’arte, professionisti, dilettanti e buongustai.

Il letterato Filippo Surico disse una volta che Gioia era un’oasi d’arte nella provincia di Bari. Difatti conta nomi conosciuti come Enrico Castellaneta, Francesco Romano, Giuseppe Masi, Giuseppe Iacobellis e nomi di giovani artisti come Savino Torelli, discepolo di F. Romano e vari altri.

Prossimammente faremo una  breve ma dettagliata storia del moderno movimento artistico in Puglia da prima della grande guerra ad oggi; e vedremo che proprio Gioia, in questo movimento, anzi in questa rinascita, occupa uno dei primissimi posti.

Per questa volta limitiamoci a formulare lo schema del Regolamento della mostra: a) La mostra avrà luogo nelle aule dell’Edificio Scolastico, gentilmente messe a disposizione del Comitato organizzatore dal Direttore sig. Luigi Balestra, e resterà aperta dalla metà di agosto al 5 settembre corrente anno. b ) Potranno esporre tutti gli artisti  e dilettanti d’arte gioiesi o residenti in Gioia con opere originali. Le copie non saranno ammesse. c) Saranno accolte, previo giudizio d’una giuria nominata dal Comitato Organizzatore pitture con qualunque tecnica (olio, acquerello, tempera, incisione, disegno, ecc.) e sculture eseguite su qualsiasi materiale.

Si accetteranno lavori decorativi d’ogni specie, non esclusi mobili, stoffe, lavori femminili ecc. ecc. Vi sarà inoltre un reparto di caricature e l’esposizione degli oggetti ritrovati negli scavi di Monte Sannace. d) La notifica dei lavori da esporre dovrà pervenire alla sede della Redazione di “Strapaese”, Piazza Plebiscito n. 16, nei giorni 5-6-7 e 8 di agosto. La consegna dei lavori dev’essere fatta nei giorni 11 e 12 agosto nella sede della Mostra (Edificio delle Scuole Elementari), dalle ore 10 alle 12 e dalle 18 alle venti. e) È in facoltà assoluta del Comitato, non solo di estendere la portata della mostra, ma di rifiutare tutto quanto non avrà significato ed espressione decorosa. f) La consegna degli oggetti, quadri ecc. dev’essere accompagnata da un preciso elenco di essi, firmato dall’autore o da chi per lui. Il Comitato ordinatore nel prendere in consegna quanto si espone curerà la messa a posto; ma non potrà essere responsabile di rotture o di altri danni. g) Le opere ed oggetti rifiutati dovranno essere ritirati sollecitamente, prima dell’apertura della mostra. h) Chiusa la Mostra, tutti gli oggetti devono essere ritirati, immancabilmente nei due giorni susseguenti. i) Sulle vendite il Comitato riterrà il dieci per cento. L’espositore contribuirà in parte alle spese di addobbo, previo accordo col Comitato.

Poco prima di interrompere le pubblicazioni Strapaese   nell’ultimo numero del periodico, il n. 6, nel pubblicizzare la Mostra, che sarebbe stata inaugurata il 24 agosto 1930, invitando tutti a visitarla, dedicò una mezza pagina alla mostra artistica di “Strapaese”. Nell’articolo che riporto,  a firma di Cim, oltre a dare informazioni sulla Mostra, si sottolinea la linea editoriale del quindicinale volta valorizzare personaggi gioiesi  da imitare per le loro qualità professionali e umane, a raffinare lo spirito, l’educazione e ad elevare il livello culturale dei gioiesi.

Gli artisti gioiesi Giuseppe Masi, Giuseppe Jacobellis e Michele Cuscito Montesano ad una Mostra del 1912

Nel settembre del 1912, ad iniziativa di pochi volenterosi, vi fu una mostra d’arte e di lavori femminili negli ampi locali dell’edificio scolastico. Ben dieci sale accolsero lavori pregevoli di artisti nostri, alcuni già noti, altri saliti poi in fama, di pittura, scultura, arte decorativa, cuscini, merletti ecc. Vi si tennero conferenze d’arte, concerti, trattenimenti; notevoli personaggi ed autorità della provincia visitarono la ben organizzata mostra riportandone la più gradevole impressione.

Anche le vendite furono notevoli e tali da dare un incoraggiante gettito che poteva e doveva essere  il lievito di più ampie manifestazioni del genere. Tutto faceva presagire un più largo sviluppo negli anni successivi, ma purtroppo venne la guerra, il dopo guerra ancor più catastrofico, gli sconvolgimenti politici, tutte cose che per una ragione o per l’altra  assortirono le forze ed il tempo così dei vecchi come dei giovani artisti. Sono occorsi ben diciotto anni prima che queste nostre energie si affasciassero nuovamente per riprendere quel glorioso ascensionale cammino interrotto e ritardato da tanti e così importanti avvenimenti. E nelle stesse aule che vide i primi non vani conati degli artisti nostri abbiamo voluto organizzare questa nuova mostra di arte, mostra in cui accanto a nomi vecchi e ben noti, figureranno altri di giovani nuovi alle competizione d’arte, pieni di ardore e di fede e che anelano alla conquista di quel raggio di sole che deve illuminare il loro duro e pur delizioso cammino.

Ricorderemo così Enrico Castellaneta, il decano degli artisti nostri, sempre giovine di cuore e di propositi anche se , ahimè non più di anni; rivedremo lo strapaesano Peppino Jacobellis con tutte le sue manifestazioni folkloristiche, rivedremo Michele Cuscito Montesano in cui non sappiamo se ammirare più il paesista o il caricaturista e che malgrado le molteplici occupazioni mantiene sempre fresca e viva la sua vena di arte e Michele Romano, altro caricaturista geniale e paesista efficace. E rivedremo Filippo Catucci, pittore virgiliano da che volle ritirarsi in dolce romitaggio. Degna corona a questi vecchi e noti artisti faranno le giovani promesse che già vanno sicuramente affermandosi nel campo dell’arte: ed ecco Sabino Torelli, autodidatta che benchè nativo di Santeramo è ormai gioiese di adozione e che comunque a Gioia ha coltivato e sviluppato il suo innato senso d’arte; ecco Gennarino Minei di Oronzo, fortemente preparato all’accademia di Belle Arti di Roma e che degnamente onorerà il nome del suo valoroso e pur modesto zio, quel Gennaro Minei per la cui scuola son passati tutti gli artisti nostri da mezzo secolo in qua; ed ecco Luca D’Aprile, un giovane volenteroso e desideroso di farsi luce nell’agone dell’arte.

Avremo così accanto ai professionisti i dilettanti, a fianco di autentici nomi già affermati, nomi che attraverso questo primo saggio anelano alla notorietà ed alla conquista.  Avremmo desiderato vedere in questa nuova rassegna d’arte nostrana un’altra autentica gloria paesana; vogliamo dire di Renato Iavarone. Ma se il tempo non ci sarà tiranno, non disperiamo di avere qualche lavoro del pregevole artista. Ma non si poteva e non si doveva riprendere questa tradizionale rassegna senza uno spirito sublime d’artista compianto ed indimenticato vi aleggiasse intorno: Francesco Romano. Ed è per questo che un’apposita sala raccoglierà i suoi superstiti lavori. Sarà questa sala una speciale attrattiva in quanto il nome  di Romano, già prima della sua immatura scomparsa, aveva varcato i confini della Patria.

All’elegante manifestazione (poichè ogni manifestazione d’arte non può prescindere dall’eleganza) era necessaria una elegante cornice. Abbiamo quindi pensato, integrare la mostra con una rassegna di lavori di mani gentili. Le nostre donne hanno una speciale attitudine e versatilità in lavori donneschi specie di  pizzi, trine e ricami, così che la mostra ci darà agio di ammirare assai pregevoli lavori che vanno dall’intaglio al cucito, dal tombolo al Richelieu, dal ricamo in lana e seta a quello in bianco e in  oro; dall’applicazione al dipinto. Ce ne sarà per tutti i gusti.

L’inaugurazione della mostra avrà luogo il 24 prossimo coll’intervento delle autorità e notabilità della politica e dell’arte di tutta la provincia. Per l’occasione, una grande firma del giornalismo terrà il  discorso inaugurale e seguirà poi un trattenimento d’arte musicale. Altri convegni vi si terranno nel corso della mostra con concerti affidati alle speciali cure del Maestro Pietro Argento e degli altri artisti nostrani, letture di versi e liriche e conferenze d’arte. Tutta roba indigena, strapaesana, ma non per questo meno artistica e raffinata.

Contiamo sull’appoggio morale del nostro pubblico, paghi solo se avremo saputo dar loro una quindicina di svaghi intellettuali che ne elevino lo spirito e ne raffinino l’educazione, così com’è nel nostro programma.

Purtroppo  questo ambizioso compito di elevazione sociale e culturale dei gioiesi fu frenato dalla repentina chiusura del periodico Strapaese.

Strapaese riprese la pubblicazione come quindicinale nel 1960 e restò in vita fino al 1965, connotandosi, però, come giornale politico, diretto da uomini di destra.

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25 Gennaio 2024

  • Scuola di Politica

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