Le chiese di San Nicola de Palearis, di San Pietro Novizio e S. Pietro de Sclavezzùlis

Pianta topografica del Canale di Gioia, detto di S. Nicolò delle Pagliare, disegnata dal compassatore della Regia Dogana Donatello Mei Porticella, anno 1604, Arch. Stor. Bari

Il tabulario Federico Pinto nell’Apprezzo della Terra di Gioia del 1611 afferma: E fuori di detta Terra su una pianura vi sono tre Chiese, e cappelle antiche posti in diverse parti della campagna, che hanno del guasto de numero de 300 e più … Tale affermazione è ripresa dall’abate Francesco Paolo Losapio nella Cornice riportata nel Quadro Istorico Poetico sulle vicende di Gioia in Bari detta anche Livia: che dovunque il guardo / rivolgi, altro non vedi che trofei / d’amor, di fè, di carità votive / are novelle, nuovi altari e chiese, / cappelloni, cappelle e sacri ospizi, / sì privati che pubblici oratorii, / e da per tutto, a tal che a ben trecento / ne novera non senza meraviglia, / e ne commenda la Città sì ricca, / estesa tanto,  popolosa e adorna, / il tavolario  Pinto, che poi dopo, /la piange grama, desolata e priva / d’abitanti non men che d’ornamenti …

Il numero 300 sembrerebbe una svista del redattore dell’Apprezzo, che avrebbe aggiunto uno zero in più, anche alla luce del fatto che nel 1611 a Gioia dovevano essere presenti 526 fuochi, pari a circa 2630 abitanti e che lo stesso Losapio afferma che qualche anno dopo Gioia aveva un numero limitato di abitanti.

Lo stesso abate Francesco Paolo Losapio, nel primo Canto del citato libro, afferma che nel secolo nono, a seguito della invasione del nostro territorio da parte dei Saraceni, Gioja si giacque a seconda volta e gli avanzi scampati a tanto danno / ne’ vicin boschi sen vanno … chi su Monte Sannace o in Frassinete, / chi di Pagliara…,  Erano i primi due dagli abitanti / luoghi sagrati alla Divina Madre, / il terzo a San Nicola  e a tutt’i Santi. Leggi tutto

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