Via Giuseppe Barba

16 Maggio 2023 Autore:  
Categorie: Gioia Nota, Storia

Via Giuseppe Barba

Nel quartiere bizantino di Gioia, sul prolungamento di via Spada, vicolo che si imbocca tra la sede INPS e piazza Cesare Battisti e che porta al sagrato della chiesa di Sant’Andrea, è ubicata la via che porta il nome dell’arciprete Giuseppe  Barba.

Nella Galleria in sonetti di ritratti storco-poetici degli Arcipreti della Collegiata insigne di Gioja in Bari pubblicata in Appendice al Quadro istorico-poetico sulle vicende di Gioia in Bari detta anche Livia, al XII Ritratto, che di seguito riporto, l’abate Francesco Paolo Losapio ci notizia dell’Arciprete Dottor D. Giuseppe Barba, un religioso già in vita  in odore di santità.

Nutrire i vivi, e seppellire i morti

Eran pregi di Barba, e non di meno

Tutte l’altre virtù dell’alme forti

E di grand’uomo egli annidava in seno.

   Or benigno, or severo in modi accorti

   Usò lo sprone, oppur la sferza e ‘l freno,

   Intrepido or minacce, ora conforti

   Di vizi, o di virtù secondo il treno.

Grave nel portamento e nel contegno,

Vestìa con gran decoro, e sempre in fronte

Del sacro minister splendeagli il segno.

   Nuovo Sannacherib lasciò le impronte

   Di morte sul suo capo: Iddio per pegno

   D’amor salvollo, e con maniere conte. Continua la Lettura

La masseria Gigante

La masseria Gigante, vista dall’alto

Della famiglia Cassano abbiamo parlato in un altro articolo pubblicato su questo sito, visionabile cliccando sul seguente link:  https://www.gioiadelcolle.info/gioia-del-colle-e-la-famiglia-cassano/.

Nel 1612 un ramo della famiglia Cassano si trasferisce a Gioia del Colle e si imparenta con la famiglia Gigante, originaria di Acquaviva delle Fonti, consolidando il proprio patrimonio agrario.

Dal 1812 al 1813 capo dell’Amminisrazione comunale di Gioia è Filippo Gigante.

La masseria Gigante è ubicata sulla via che porta ad Acquaviva a circa 5 Km. dall’abitato di Gioia.

Non siamo a conoscenza dell’anno di costruzione di questa masseria; l’incisione presente su una pietra che è murata nel corpo di fabbrica delle cantine edificate nel 1884 riporta la seguente iscrizione: V. G. G. F. A D 1753, probabilmente iniziali della famiglia Gigante che fece costruire la masseria in quella data. Nella seconda metà dell’Ottocento la costruzione fu restaurata e ampliata da Filippo Cassano, che ne era proprietario.

Particolare della scalinata della masseria Gigante

In epoca più vicina a noi la masseria è stata proprietà della signora Zoe Leomanni, coniugata Cassano. Alla sua morte la masseria e stata data in eredità ai figli della signora Milena Perniola, figlia dell’ultimo marito della signora Zoe. Gli eredi hanno provveduto al restauro dei tetti della masseria, che erano in gran parte fatiscenti, e tali lavori hanno consentito l’utilizzo dei terreni di pertinenza della masseria, con la costituzione di una azienda agricola, che prende il nome da Masseria Gigante, che conducono direttamente,  per colture biologiche di grano e di vigneti.

Anche se la struttura presenta alcune feritoie sul coronamento, non rientra nel novero delle masserie fortificate.

La masseria, una delle più belle presenti nell’agro gioiese, sia dal punto di vista architettonico che per la volumetria che occupa, si sviluppa su tre livelli.

Secondo la tradizione delle grandi masserie il primo livello, quello a piano terra, era adibito in parte a ricovero di attrezzi e di bestiame e in parte ad abitazione del massaro e degli addetti alle attività agro-zootecniche.

Da ammirare è la facciata principale che presenta una elegante e imponente scalinata antistante l’edificio e un portale modanato. Continua la Lettura

Don Tonino Bello nel 30° anniversario della morte

Don Tonino Bello con papa Giovanni Paolo II

Quest’anno ricorrono due anniversari: due cantori dell’armonia, della musica e della pace, che ci allontanano dalle miserie umane per innalzarci al cielo, a Dio, Re della pace, dell’armonia e dell’amore.

Sono entrambi nativi di Alessano, dove sono anche sepolti. Il primo è il maestro Paolo Falcicchio direttore della Banda Musicale di Gioia del Colle, del quale quest’anno ricorre il 60⸰ anniversario della morte mentre l’altro è don Tonino Bello, vescovo di Molfetta, anche lui musicista per diletto, a cui piaceva suonare la fisarmonica e l’organo, cantore dell’armonia dell’universo e della pace, del quale quest’’anno ricorre il 30⸰ anniversario della morte.

Sin dall’antichità la musica ha suscitato un fascino straordinario a tal punto che molti popoli credevano che essa fosse un dono degli dei.

Ma è di don Tonino Bello che stasera vogliamo parlare e dedicargli questa rappresentazione.

Il 20 aprile 2023 ricorre il trentesimo anniversario della morte di don Tonino Bello (Alessano 1935- Molfetta 1993). Continua la Lettura

Il Mercoledì Santo a Gioia e i Giudei

5 Aprile 2023 Autore:  
Categorie: Storia

Lippo Memmi, Il bacio di Giuda Iscariota,collegiata di S. Maria Assunta, San Gimignano

Una tradizione di incerta provenienza vuole che sia affibbiato ai gioiesi l’appellativo di ’Giudei’. Secondo alcuni deriverebbe dal nome dell’apostolo Giuda, il traditore di Gesù.

Lo storico Gioiese Giovanni Carano Donvito, autore de “La Storia di Gioia dal Colle”, a proposito degli Ebrei, afferma: Non riusciamo ancora a spiegarci come a Gioia non si rinvenga alcuna traccia di Ebrei, pur così numerosi nella vicina Acquaviva e in molti altri Comuni dei nostri dintorni. Eppure dai paesi limitrofi   i gioiesi sono appellati … “Giudei”.

Per alcuni studiosi, quanto all’epiteto di “Giudei”, esso si basa sulla omofonia “Gioiesi-Giudei”.

Il defunto sacerdote gioiese don Vito Leonardo Cardetta, da una testimonianza del gioiese Giuseppe Labrocca, ricordava che l’epiteto era stato affibbiato ai gioiesi dagli abitanti di Acquaviva, allorché vennero a conoscenza di un episodio verificatosi a Gioia alla fine dell’Ottocento durante una Sacra rappresentazione dei Misteri. Per uno scherzo organizzato da alcuni giovani, che avevano manomesso il palco su cui dovevano recitare gli attori, il personaggio che rappresentava Gesù flagellato alla colonna si trovò coinvolto nel crollo del palco. Di qui l’appellativo Gioiesi – Giudei.

Secondo una storia tramandata oralmente proprio la presenza a Gioia di una statua che raffigurava un personaggio  identificato con Giuda Iscariota potrebbe  aver fatto sorgere nei cittadini dei paesi a noi limitrofi  l’idea che condividessimo o imitassimo il comportamento del discepolo traditore e  sortire l’effetto del conseguente appellativo di ‘giudei’.

Di seguito riporto una ricerca del nostro concittadini, l’insegnante Giuseppe Montanarelli, dal titolo La cacciata di Giuda Iscariota a Gioia del Colle. Mercoledì Santo.

Secondo la tradizione cristiana il Mercoledì Santo è il giorno che ricorda l’organizzazione della cattura tramata da Giuda Iscariota per arrestare Gesù e consegnarlo ai membri del Sinedrio. Anticamente a Gioia del Colle, nella serata del Mercoledì Santo, dopo la Santa Messa del precetto confraternale, si assisteva alla pubblica cacciata di Giuda Iscariota da Gioia del Colle, definita dai Paesi viciniori la Città dei Giudei.

Chiesa Madre di Gioia, reliquiario contenente il dito indice di San Marco

Con l’accordo sancito dalla città di Gioia del Colle con la Repubblica Marinara di Venezia, per il controllo e la gestione della via del sale, ubicata sul tracciato dell’antica strada per Matera, i Veneziani donarono ai cittadini Gioiesi la reliquia del dito indice destro di San Marco, oggetti preziosi inviati dal doge ed anche parte del galeone che aveva trasportato nel porto di Bari la reliquia dell’Evangelista.

In particolare la polena della nave aveva una statua lignea raffigurante un mercante moresco dai tratti demoniaci, che dal popolo venne subito identificata con la figura di Giuda Iscariota. La statua fu staccata dall’imbarcazione e venne conservata nella sacrestia dell’antica Cappella del Calvario cittadino, fuori le mura.

Durante la celebrazione della Santa Messa del Mercoledì Santo, la statua, in modo furtivo e coperta da un drappo nero veniva posta davanti al portale della Chiesa Madre. Al termine della benedizione, i Giudei, gridando, richiamavano l’arciprete, che rappresentava Gesù, per informarlo che c’era un forestiero che cercava rifugio in Chiesa.

Come l’Arciprete varcava il portale, i Giudei toglievano il drappo mostrando l’Iscariota che voleva entrare nel sacro edificio. L’Arciprete per tre volte scacciava Giuda, che veniva pubblicamente deriso e disprezzato dalla folla.

La statua veniva portata via di corsa, verso Porta Bari e scacciata dalla città con insulti, maledizioni e parole anche volgari. Nel tempo questa manifestazione, inizialmente approvata con riserva dal clero locale, divenne motivo di contese pericolose che a volte sfociavano in incidenti, pubblici disordini e risse violente.

Per tali motivi la cacciata di Giuda venne soppressa e la statua bruciata in Piazza San Francesco di Assisi.

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La cavalcata dei Re Magi a Gioia, 06 gennaio

I tre Re Magi in cammino verso Betlemme. Foto di OpenClipart-Vectors da Pixabay

Un tempo durante tutto l’anno si susseguivano numerose feste religiose, legate prevalentemente al culto della Madonna e dei Santi, tra i quali spiccava quello del Patrono. Tra le tante feste religiose che si svolgevano un tempo a Gioia, ce n’è una che va ricordata, e che da numerosi decenni è stata dimenticata: quella che si svolgeva il 6 gennaio di ogni anno, che è ricordata come Epifania, cioè manifestazione di Gesù come Salvatore dell’umanità, come Dio sceso in terra per riconciliare gli uomini con il Padre, come Re dell’universo, il quale viene riconosciuto come tale dai potenti provenienti da tutte le parti del mondo, impersonati dai Re Magi.

Nella tradizione locale durante il periodo natalizio i presepi allestiti nelle chiese e nelle abitazioni domestiche erano arricchiti, oltre che da statue di pastori, contadini e artigiani, anche da quelle che raffiguravano i tre Re Magi a cavallo di cammelli o dromedari, che portavano i loro doni al Bambino Gesù; questi ultimi, però, o venivano posizionati nel presepe in un punto più lontano dalla grotta  e li si faceva avanzare  man mano che si avvicinava la festa dell’Epifania o venivano posti davanti alla grotta del Bambino il giorno 6 gennaio. Continua la Lettura

‘Se saprai ricordarmi …’ di Leangela Svelto

Copertina del libro della prof.ssa Leangela Svelto

Tra i tanti libri che parlano della propria famiglia e dei propri avi è da annoverare uno che assume una particolare rilevanza non solo dal punto di vista degli eventi storici che vi sono riportati e che vedono coinvolte diverse generazioni che si sono susseguite nel tempo, ma anche perché l’autrice ha cercato di salvare dall’oblio del tempo tradizioni legate alla vita contadina, modi di vivere, racconti, proverbi, aneddoti, personaggi, ricette, tutti strettamente legati al nostro territorio.

E tanto meritevole è il recupero di queste microstorie quando ci accorgiamo che la riscoperta di alcune tradizioni rientrano nei canoni di una società degna di tal nome, basata su genuini valori e sul reciproco rispetto tra individui, pur diversi tra loro per censo e per formazione culturale.

Una lezione (e tale non poteva essere, dato che l’autrice è una professoressa) che ai nostri giorni dovrebbe far riflettere le nuove generazioni, e non solo quelle, sulla costruzione di una società improntata sui veri valori, solidarietà, rispetto, pace, come si riscontra attraverso la narrazione dei personaggi e delle vicende riportate nel libro.

Il volume è stato dato alle stampe a fine dicembre 2020 dalla prof.ssa Leangela Svelto e ha come titolo “Se saprai ricordarmi …”, scelta che la stessa autrice in apertura del volume ricorda di aver preso da un pensiero di Isabel Allende: La morte non esiste, figlia. La gente muore solo quando viene dimenticata, mi spiegò mia madre poco prima di andarsene. Se saprai ricordarmi sarò sempre con te. Continua la Lettura

La ‘Pizzica-Pizzica’ a Gioia del Colle

Il festival ‘La Notte della Taranta’ a Melpignano

Quando sentiamo parlare di ‘pizzica’ la mente va subito al salento e ad una sua antica  tradizione.

Infatti da alcuni anni è assurto a rinomanza internazionale Melpignano, un piccolo Comune di 2235 abitanti, in provincia di Lecce, che organizza ogni anno la ‘Festa della Taranta’, arrivata quest’anno alla 26ª edizione.

Nel 1998 nasce la ‘Notte della Taranta’ con lo scopo di valorizzare un territorio, quello salentino, ricco di storia, tradizioni e cultura, musica e cibo.

Nel 2008, su iniziativa della Regione Puglia, della provincia di Lecce, dell’unione dei Comuni della Grecìa Salentina e dell’Istituto “Diego Carpitella”, nasce la Fondazione “Notte della Taranta”. Continua la Lettura

Le ‘grave’ a Gioia

Pianta di Gioia a forma di pesce con l’indicazione di laghi e lame

Il territorio di Gioia, di forma irregolare, simile ad un pesce, quasi a ricordare che un tempo era ricoperta da acque marine, come  si evince da fossili marini presenti nei sedimenti rocciosi, appartiene alla cosiddetta zona dell’Alta Murgia e presenta caratteri climatici e morfologici propri.

Dal punto di vista della struttura geologica il territorio appartiene al cretacico con formazioni calcaree per l’85%, tufacee per il 13% e sabbie gialle per il 2%.

La natura pianeggiante o collinare del nostro territorio, unitamente al fenomeno carsico determina la mancanza di corsi d’acqua superficiali. Questa mancanza è accentuata dalla presenza di numerosi voragini o inghiottitoi che nel gergo locale sono noti come ‘gravi’. Continua la Lettura

Il restauro della fontana di Piazza XX Settembre

Locandina cerimonia restituzione alla Città della fontana di Piazza XX Settembre

Il giorno 5 marzo 2023 si è tenuta la cerimonia di restituzione alla città della fontana di Piazza XX Settembre, il cui recente restauro è stato curato dal Rotary Club Acquaviva delle Fonti-Gioia del Colle in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Gioia.

Il restauro è stato fortemente voluto sin dal 2021 dal dott. Dino Marazia, allora presidente del Circolo Unione di Gioia, allorquando in procinto di terminare il suo mandato presidenziale si accingeva ad assumere il ruolo di Presidente del suddetto Rotary Club. Questo suo desiderio non ha trovato realizzazione perchè prima di assumere il nuovo incarico è improvvisamente e prematuramente scomparso. I due Presidenti che si sono succeduti alla guida del Rotary, il dott. Vito Pappalepore ed il dott. Elia Masi hanno fatto propria la volontà del dott. Marazia, e, dopo lunghe pratiche burocratiche, hanno portato a compimento il restauro della fontana in Piazza XX Settembre.

A proposito della denominazione di tale Piazza occorre ricordare che fino alla proclamazione dell’Unità d’Italia il luogo era chiamato Largo Monte in onore dell’omonima nobile famiglia gioiese che abitava in quel Borgo, chiamato San Vito, che stavo sorgendo ad oriente di quello spiazzo. Continua la Lettura

La ‘Pentolaccia’ a Gioia

La festa della Pentolaccia a Tenuta Masseria Mofetta, organizzata da animatori di Gioia

Così come avveniva in molti paesi, anche a Gioia in passato, alcuni giorni prima dell’inizio del periodo quaresimale si festeggiava la ‘Pentolaccia’.

Le origini di questa festa, secondo alcuni risalirebbe al Medioevo e ad una tradizione messicana. Secondo altri sarebbe stata introdotta in Italia da Marco Polo al ritorno dal suo viaggio in Cina, dove la pentolaccia si festeggiava durante il locale Capodanno, introducendo in un contenitore dei semi, come elemento propiziatorio di copiosi raccolti.

Non è esclusa questa ipotesi poiché un tempo nelle nostre regioni meridionali la festa assumeva la funzione di vero e proprio rito, essendo collegata al verificarsi dell’equinozio di primavera, che coincideva con l’inizio dell’anno solare, che cadeva intorno al 25 marzo, e quindi costituiva un augurio di buon anno.

Poiché la festa si celebrava in prossimità della Quaresima, che costituisce un periodo di penitenza e di astensione dal mangiare la carne (carnem levare), è probabile che la rottura della Pentolaccia, che conteneva dolciumi, fosse un invito esplicito ad astenersi anche dai peccati di gola durante quel periodo.

Da festa a sfondo religioso, con il passar degli anni la Pentolaccia ha assunto una connotazione pagana e godereccia. Continua la Lettura

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