Largo Scarpetta

Largo Scarpetta come appariva alla fine degli anni ’70

Anche nelle migliori famiglie a volte è presente una “pecora nera” ovvero un componente che non ha onorato il buon nome del suo casato.

Questa affermazione calza anche per la famiglia Scarpetta, che annovera tra i suoi rappresentanti alcuni individui che hanno dato lustro a Gioia ed altri di cui sarebbe meglio perderne memoria.

Numerosi sono gli Scarpetta che Gioia del Colle può annoverare tra i suoi figli.

Dal Catasto Onciario di Gioia del Colle del 1750 veniamo a conoscenza di un reverendo Canonico don Francesco Paolo Scarpetta, di un legato del fu don Onofrio Scarpetta e di Lonardantonio Scarpetta, sacerdote.

Un tale Domenico Scarpetta, detto Scarpettullo, e Donato Scarpetta li troviamo coinvolti, insieme ad altri rivoltosi, negli avvenimenti del 14 febbraio 1799 che portarono alla strage di alcuni Martiri gioiesi, e precisamente nella uccisione del magnifico Filippo Petrera.

Tra i rappresentanti “positivi” della famiglia Scarpetta va annoverato Vincenzo, fisico, che subì il saccheggio della sua casa il 13 febbraio del 1799. Il suo nome compare anche in uno “strumento” rogato il 20-5-1804, all’indomani dei sanguinosi eventi del 1799.

Scarpetta Vincenzo fu tra coloro che firmarono l’attestazione indirizzata il 24-7-1806 al Governo francese dai gioiesi, per ribadire la fede filofrancese dell’avvocato Pasquale Soria.

Largo Scarpetta agli inizi del ‘900, durante una nevicata

Tra i testi contro Francesco Soria, da questi citati nella sua supplica, tra i sanfedisti figura Scarpetta Domenico.

Nell’elenco degli appartenenti alla sezione di Gioia della Carboneria, “La Costanza dei Bruti”, nel periodo 1820-21 compare Filippo Scarpetta, barbiere, che fu Sergente della Legione.

Un altro componente della famiglia Scarpetta, di nome Gervasio, esercitò la professione di notaio e rogò molti atti a favore della Chiesa Madre di Gioia.

Nel Centro storico di Gioia nei pressi della Chiesa Madre e di Sant’Angelo vi è un Largo, intitolato alla famiglia Scarpetta, in particolare a due suoi nobili rappresentanti, Donatantonio e Vincenzo Scarpetta, rispettivamente padre e figlio, fisici, cioè medici, i quali oltre ad essere esperti nelle discipline connesse agli studi relativi alla loro professione, godevano di notevole considerazione pe essere acculturati anche in altre scienze.

La piazzetta, non solo dagli abitanti del borgo, ma da tutti i gioiesi, nel linguaggio popolare era chiamato il largo de “Le quattro fontane” per la presenza, al centro della stessa, di una fontana dotata di quattro rubinetti da cui quattro persone potevano attingere contemporaneamente l’acqua dell’acquedotto pugliese fino a quando non ottennero l’allacciamento della propria abitazione alla rete idrica cittadina.

Largo Scarpetta, oggi, dopo il restauro del basolato ed il nuovo look

All’inizio del nuovo millennio, la pavimentazione del quartiere è stata restaurata e anche la vecchia e tradizionale fontana è stata sostituita con un’altra più moderna e meno artistica di quella precedente, conservando, però, i quattro rubinetti previsti dal primitivo progetto.

Nel largo sono state inserite delle panchine in pietra e sono stati piantati alcuni alberi per consentire ai passanti o agli abitanti del quartiere di trascorrere alcuni momenti di relax, o, come avveniva in passato, di  svolgere alcune attività collegate alla vocazione agricola cittadina, come la stagionatura e la pulitura delle mandorle, delle noci o dei legumi.

Sembra in questo modo perpetuarsi l’antica consuetudine degli abitanti del quartiere di posizionare le sedie nei pressi dell’uscio delle proprie abitazioni per dedicarsi a quelle attività, per intrattenere i bambini con giochi e racconti e per socializzare con i membri del vicinato.

Nel corso del secolo scorso, come si nota da alcune foto dell’epoca, questo sito ha subito delle trasformazioni, con un nuovo look delle facciate e con la sopraelevazione di alcune abitazioni. Nonostante questi cambiamenti si conserva ancora oggi la popolare denominazione di questa piazzetta come “Largo delle quattro fontane”.

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