Lo Stemma del Comune di Gioia del Colle

Alcuni affermano che nel 1820, a seguito della demolizione di alcune case situate dietro lo storico Mercato Coperto, viene rinvenuta una lapide, che raffigura lo stemma di Gioia, opera eseguita nel 1480 dallo scultore Giovanni De Roccha. Nella seduta  della Giunta comunale del 23-9-1898, invece,  il Sindaco D'Eramo cav. Daniele riferisce alla Giunta che presso […]

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Stemma Comunale Gioia del Colle visibile sulla scalinata interna del MunicipioAlcuni affermano che nel 1820, a seguito della demolizione di alcune case situate dietro lo storico Mercato Coperto, viene rinvenuta una lapide, che raffigura lo stemma di Gioia, opera eseguita nel 1480 dallo scultore Giovanni De Roccha.

Nella seduta  della Giunta comunale del 23-9-1898, invece,  il Sindaco D'Eramo cav. Daniele riferisce alla Giunta che presso gli eredi del fu Pietro Nicola Favale esisteva una lapide antica contenente lo stemma di Gioia.  Ricorda: E' noto che il Comune nel 1820 censì alcuni casamenti alla piazza, che furono acquistati dal dott. Pietro Nicola Favale. ( La Piazza di cui si parla è l'antica Piazza di Gioia cioè Piazza Duomo, di fronte alla Chiesa Madre ). Questi demolì i vecchi casamenti ricostruendone uno nuovo con altri che possedeva in attacco a quelli cedutigli dal Comune. Dalla demolizione dei vecchi casamenti risultò un'antica lapide con la data del 1840 delle dimensioni di circa un metro per 80 centimetri, sulla quale erano incisi uno stemma dell'Università di Gioia, quello della casa d'Aragona e un altro che non si potuto ancora decifrare. Per la importanza della lapide sarebbe stato conveniente di farne l'acquisto nell'interesse del Comune, ma poiché per ora gli eredi del fu Pietro Nicola Favale non sono disposti a cederla, così il Presidente sindaco ha fatto le pratiche per ottenere il permesso, come fu ottenuto di farne fotografia.

Sul bassorilievo, sullo scudo posto sul lato sinistro è riportata la seguente scritta: PR. IOES. DE ROCCHA ME SCULPSIT 1480 ( mi ha scolpito il Primicerio Giovanni De Rocca ), mentre sullo stemma sinistro, raffigurante la coppa di gioie,  è riportato: ARMA IOE, sormontato dalla scritta UNIVERSITAS  IOE  ( Stemma di Gioia   Città di Gioia ).

 Il 27 agosto 1932 il Podestà, Vincenzo Castellaneta,  considerato che lo stemma, consistente in una coppa dal coperchio alzato ricolmo di gioie, in campo ubertoso, traeva la sua origine da una scultura eseguita nel 1480 su una pietra murata nella sede della Università di Gioia e che lo stemma da quel tempo avuto in legittimo possesso del Comune si riferiva ad una tradizione del tempo cui molti si attennero, compreso il Padre Bonaventura da Lama, secondo la quale una sconosciuta Regina, passando da Gioia, avrebbe perduto una gioia ed avendola ritrovata, in segno di giubilo volle che Gioia si chiamasse questa terra, delibera di chiedere il riconoscimento per il legittimo possesso, da parte della Consulta Araldica, dello stemma del Comune come sopra indicato, obbligandosi a pagare le tasse e i diritti prescritti per tale riconoscimento.

Il 23 agosto 1934 il Re Vittorio Emanuele III concede al Comune di Gioia del Colle la facoltà di usare un gonfalone comunale così composto: drappo di colore cremisi riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dello stemma comunale con l'iscrizione centrata in oro: Comune di Gioia del Colle. Le parti di metallo ed i nastri saranno dorati. L'asta centrale sarà ricoperta di velluto cremisi con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e, sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.

Lo stemma attuale  è composto da uno scudo, colorato in verde nella banda inferiore e in azzurro  nella restante parte. Al centro della banda color verde, che sta ad indicare la ricchezza e la fertilità della terra, è poggiata una coppa d'oro ricolma di gioie ai cui lati vi sono due spighe di grano. Il colore azzurro della banda centrale, considerato simbolo di nobiltà, sta a ricordare la lealtà, la giustizia e la buona fama. Lo scudo è sormontato da una corona turrita circolare. Quest'ultima presenta  alla sua base 3 pusterle, mentre nella parte centrale, aggettante, sono visibili altre 9 porte e nella parte superiore 9 merlature a coda di rondine. Lo scudo è incorniciato da un ramoscello di ulivo dal lato destro e da un ramoscello di quercia dal lato sinistro ( due alberi tipici del territorio di Gioia ), legati tra di loro da un nastro tricolore.

Rispetto all'Arma Ioe scolpita dal  De Roccha e al simbolo del quale il nostro Paese si dotò a seguito della proclamazione dell'Unità d'Italia, che riprendeva quanto raffigurato nel bassorilievo del 1480, l'attuale stemma del Comune di Gioia si discosta per la mancanza del coperchio al di sopra della coppa ricolma di gioie.

E proprio la presenza della coppa piena di gioie  ha dato luogo a numerose leggende sull'origine del nome Gioia, dato al nostro Comune, come quella da più fonti riportata, di una regina, che, avendo perso una collana che portava al collo e avendola successivamente ritovata, volle chiamare il sito in cui si era verificata la perdita e il ritrovamento con il nome di Gioia del collo, in seguito modificato in Gioia del Colle, forse per il fatto che il Paese si ergeva su una bella collina.

La scultura eseguita nel 1480, che riporta l'Arma Ioe,  in passato era murata nello stabile  della famiglia Favale, antica sede del Palazzo Comunale di Gioia, in corso Vittorio Emanuele II. 

Il 9 novembre del 1997, grazie alla signora Maria Loreta Santovito, proprietaria dello stabile Favale, che con un gesto di squisita disponibilità e generosità ha voluto donarla al Comune, il bassorilievo quattrocentesco viene ufficialmente scoperto presso il palazzo municipale ( al termine della prima rampa che porta al primo piano del  Palazzo San Domenico ).  Una copia del bassorilievo è stata posizionata nell'antico palazzo Favale, come segno di gratitudine per la donazione dell'opera originale.

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25 Giugno 2007

  • Scuola di Politica

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