La Domenica delle Palme a Gioia del Colle

A conclusione del periodo di Quaresima la Chiesa ci invita a celebrare la ‘Settimana Santa’ per eccellenza, quella che introduce al triduo pasquale, durante il quale Cristo, servo sofferente, preannunciato dai Profeti antichi, con il suo sacrificio di redenzione ha glorificato il Padre e ha salvato tutti gli uomini. La Settimana Santa è preceduta dalla […]

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Gesù entra a Gerusalemme.
Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova

A conclusione del periodo di Quaresima la Chiesa ci invita a celebrare la ‘Settimana Santa’ per eccellenza, quella che introduce al triduo pasquale, durante il quale Cristo, servo sofferente, preannunciato dai Profeti antichi, con il suo sacrificio di redenzione ha glorificato il Padre e ha salvato tutti gli uomini.

La Settimana Santa è preceduta dalla domenica delle Palme, durante la quale si svolge la processione delle palme, da cui tale giorno prende il nome, che vuol commemorare l’ingresso di Gesù in Gerusalemme prima di portare a compimento il suo mistero pasquale.

La processione delle palme ripete ancora una volta, oggi, l’omaggio regale del popolo fedele al suo Signore; con fede ed umiltà i cristiani esprimono la propria riconoscenza a Cristo per averci riscattato dal peccato e resi uomini nuovi, rigenerati dalla sua morte e resurrezione.

Durante la celebrazione eucaristica la liturgia prevede la lettura del racconto doloroso della Passione di Cristo, che testimonia l’amore di Dio per tutti gli uomini, racconto che verrà riproposto il Venerdì Santo.Di seguito riporto una ricerca storica del nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli.

La Domenica delle Sacre Palme a Gioia del Colle. Domenica precedente alla Domenica della Pasqua Cristiana.

La Domenica delle Sacre Palme a Gioia del Colle. Domenica precedente alla domenica della Pasqua cristiana.

Nella Domenica delle Sacre Palme si ricorda l’ingresso di Gesù nella città Santa di Gerusalemme, accolto con rami di ulivo, mirto, salice e palma, per essere proclamato Re di Israele, dopo aver moltiplicato i pani ed i pesci, sfamando il popolo affamato ed aver poi risuscitato l’amico Lazzaro o lo sposo delle nozze di Cana. Gesù si reca a Gerusalemme la Domenica 02 Aprile dell’anno 30 d. C. per celebrare la Pasqua Ebraica. Dopo l’acclamazione entra nel Tempio e scaccia i mercanti, proclamando la Sua missione di Pace, che delude il popolo, il quale voleva insorgere contro il potere Romano, con la violenza ed il sangue, contribuendo così alla Sua condanna a morte.

A Gioia del Colle, all’alba della Domenica delle Palme, i fedeli, soprattutto i contadini ed i massari, si riunivano, con grandi fasci di rami di ulivo, mirto e salice, presso la Cappella delle Cinque Croci o del Calvario cittadino, sito sul luogo dove venne ritrovato un affresco rupestre raffigurante Gesù Crocifisso, attualmente perduto, per procedere verso la Chiesa Madre.

L’ulivo era il simbolo della Pace, il mirto era il simbolo della gloria ed il salice era il simbolo del silenzio. I rami di mirto e salice venivano utilizzati per decorare le chiese.  Giunti in Chiesa Madre, si realizzava la solenne processione trionfale aperta dalle confraternite, in ordine di fondazione, che osannanti agitavano i rami di ulivo. Seguivano il crocifero e l’Arciprete in groppa ad un asino, con un mantello rosso e con in mano le palme che ricordava Gesù benedicente. Dietro erano presenti tutti i sacerdoti della città ognuno recante una Croce lignea sulle spalle. Infine procedeva il popolo festante. La processione percorreva l’anello viario extra murale cittadino, per poi gingere in Piazza San Francesco di Assisi per effettuare sul sagrato del Convento, la solenne benedizione dei rami di ulivo. Dopo la benedizione alle quattro tempora, c’era lo scambio delle Palme, con un segno di pace. In questa occasione si realizzavano le pubbliche riappacificazioni, perdonando i torti e le offese subite. Dopo lo scambio festoso del segno della pace, i confratelli accompagnavano il Capitolo in Chiesa Madre e poi ogni congrega raggiungeva la propria Chiesa, per deporre sotto l’altare maggiore le Palme benedette che sarebbero state distribuite durante le Sante Messe del giorno. Ogni fedele portava in casa o nelle masserie i rami di ulivo, che assicuravano per tutto l’anno pace, serenità e benessere. Il non partecipare alla processione delle Palme poteva arrecare danni, incidenti e sventure. Secondo le credenze locali le foglie dei rami di ulivo corrispondevano al numero dei capi di bestiame, uova, prodotti caseari o agro alimentari che ogni contadino, massaro o allevatore si augurava di poter realizzare durante l’anno. Nel tempo vennero eliminati i rami di mirto e di salice, riducendosi i riti alla pubblica benedizione ed il cammino processionale dalla sola Chiesa Madre al Convento di San Francesco di Assisi e viceversa, senza la partecipazione del caratteristico asinello.

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28 Marzo 2021

  • Scuola di Politica

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