Masseria e cappella Rosati, oggi masseria D’Onghia

Cortile d’ingresso alla corte della masseria Rosati, foto del 1992

A circa 4 Km. da Gioia, in direzione ovest sulla via per Santeramo in Colle, in contrada Busciglio, un tempo zona ricoperta da numerosi boschi, la famiglia Rosati agli inizi del ‘700 costruì due abitazioni a poca distanza l’una dall’altra.

Quella che si affaccia sulla provinciale per Santeramo è indicata sulla carta topografica dell’Istituto Geografico Militare come Casino Rosati ed attualmente è proprietà del prof. Vito Antonio Lozito, mentre l’altra, ubicata a circa 500 metri dalla precedente, per la sua maggiore grandezza è indicata come masseria Rosati.

La famiglia Rosati ha dato i natali a personaggi famosi che hanno onorato Gioia e l’Italia.

Il notaio Carlo Rosati è stato sindaco di Gioia dal 1859 al 1860. Continua la Lettura

Presentazione del volume di Alberto Tria “Passeggiando per Gioia …”

Locandina presentazione del libro di Alberto Tria

Il giorno 23 settembre 2021 nel chiostro comunale di Gioia del Colle, alle ore 18,00  sarà presentato il volumetto di Alberto Tria ” Passeggiando per Gioia …“, realizzato in collaborazione con l’artista Umberto Colapinto.

Il volume si avvale altresì della collaborazione  di Francesco Giannini e di Enzo Diana.

Come si può evincere dal titolo il volume vuole farci percorrere alcuni punti importanti di Gioia, alla riscoperta di monumenti e palazzi che rivestono una certa importanza nella storia del nostro Comune.

Il signor Tria, ha realizzato diciotto plastici in scala, che rappresentano: il palazzo Covella, la Scuola elementare San Filippo Neri, il Teatro comunale “Rossini”, il vecchio Mercato Coperto, il palazzo Pagano, il Convento di San Francesco, la Chiesa di San Francesco, l’Edificio scolastico Mazzini, il palazzo Favale,  il B&B Giordani (palazzo Milano), l’ex albergo Italia, il Liceo classico, la villa Tateo, la villa Cassano, la villa Girardi, la villa D’Ayala, la Scuola elementare di via Eva, l’edificio  del Circolo Unione.

Nel volume sono riportate le foto dei plastici , che sono accompagnate da una breve storia dei relativi edifici. Continua la Lettura

La villa De Bellis Girardi

21 Settembre 2021 Autore:  
Categorie: Storia, Territorio & Ambiente

Ingresso della villa De Bellis Girardi

La villa quando venne edificata sorgeva alla periferia di Gioia, in aperta campagna. Con l’espansione demografica e la costruzione di nuove abitazioni la villa restò inserita nel contesto cittadino su un’arteria stradale di notevole importanza, qual è via Regina Elena.

Fu fatta costruire da un componente della famiglia De Bellis, Vito, deputato gioiese nel parlamento italiano e titolare della medesima Banca sita sul lato ovest di  Piazza Plebiscito, sotto l’omonimo palazzo, abbattuto negli anni ’60 per far posto ad un grosso complesso condominiale.

Il figlio dell’onorevole, l’avvocato Angelo De Bellis, probabilmente a causa del dissesto e del fallimento della Banca paterna, avvenuto nel 1929, si narra che si suicidò, lanciandosi nel pozzo della villa in costruzione, in via Regna Elena. Secondo quanti riporta una deliberazione del giorno 11 gennaio 1943  anche  un altro componente della famiglia De Bellis, l’ingegnere comunale Filippo, che aveva ceduto il posto all’ingegnere Cirsella Umberto Sergio perché richiamato alle armi, si era suicidato il 20 maggio 1942.

L’immobile, che entrò tra i beni posti all’asta, fu venduto ed acquistato dal sig. Natale Girardi. Questi sposò una signora nativa di Casamassima dalla quale ebbe quattro figli, tre maschi e una donna. Uno dei figli maschi morì prematuramente. Continua la Lettura

Mario Vacca

 

Mario Vacca davanti al suo laboratorio

Tra un mese compirà 80 anni, ma è ancora un uomo dall’animo giovanile e forte, nonostante l’età. Mario Vacca, infatti,   è nato a Gioia il 7-10-1941 e, seguendo l’attività di famiglia, ha  dedicato il suo tempo lavorativo al settore edilizio, insieme ai fratelli. Diventa maestro costruttore e lavora nella costruzione di complessi edilizi soprattutto nel nostro Comune.

Quando decide di ritirarsi dall’attività lavorativa scopre di avere  una  particolare inclinazione, alla quale dà sfogo: quella di scolpire. Inizia con la scultura maneggiando il materiale ligneo locale e poi alterna lavori in pietra, utilizzando prevalentemente quella leccese a anche materiali più  malleabili.

Il suo laboratorio è situato in via Carlo III di Borbone n. 17 a Gioia del Colle, nel quale è possibile incontrarlo durante le fasi di lavorazione delle sue sculture.

Oltre alle sculture di personaggi legati alla storia di Gioia, in particolare immagini di Federico II, di Bianca Lancia, di personaggi della sua corte e di riproduzione di rapaci, lavori che ha donato al Comune di Gioia e che abbelliscono molti punti del Centro storico e sono esposti nel cortile del castello normanno-svevo, si è dedicato alla produzione di immagini sacre, alcune delle quali sono state esposte nel museo diocesano di Bari e in altre mostre provinciali. Continua la Lettura

Villa Colombo

Villa Colombo in una foto di Oronzo Minei, 1922, cartolina di S. Lagosante.

Una delle ville più belle di Gioia, nel periodo della sua edificazione, che era ubicata alla periferia del paese  e che attualmente è in una zona di forte espansione edilizia, è senza dubbio quella che viene conosciuta come ‘Villa Colombo’.

Questa denominazione è presente sulle due colonne che sostengono il cancello di accesso alla Villa.

In realtà il progetto della Villa, costruita alla fine dell’Ottocento su indicazione dell’architetto gioiese Cristoforo Pinto, fu commissionata dai proprietari dei terreni, la famiglia Cassano, per essere da essa utilizzata. Continua la Lettura

Largo Scarpetta

Largo Scarpetta come appariva alla fine degli anni ’70

Anche nelle migliori famiglie a volte è presente una “pecora nera” ovvero un componente che non ha onorato il buon nome del suo casato.

Questa affermazione calza anche per la famiglia Scarpetta, che annovera tra i suoi rappresentanti alcuni individui che hanno dato lustro a Gioia ed altri di cui sarebbe meglio perderne memoria.

Numerosi sono gli Scarpetta che Gioia del Colle può annoverare tra i suoi figli.

Dal Catasto Onciario di Gioia del Colle del 1750 veniamo a conoscenza di un reverendo Canonico don Francesco Paolo Scarpetta, di un legato del fu don Onofrio Scarpetta e di Lonardantonio Scarpetta, sacerdote.

Un tale Domenico Scarpetta, detto Scarpettullo, e Donato Scarpetta li troviamo coinvolti, insieme ad altri rivoltosi, negli avvenimenti del 14 febbraio 1799 che portarono alla strage di alcuni Martiri gioiesi, e precisamente nella uccisione del magnifico Filippo Petrera.

Tra i rappresentanti “positivi” della famiglia Scarpetta va annoverato Vincenzo, fisico, che subì il saccheggio della sua casa il 13 febbraio del 1799. Il suo nome compare anche in uno “strumento” rogato il 20-5-1804, all’indomani dei sanguinosi eventi del 1799.

Scarpetta Vincenzo fu tra coloro che firmarono l’attestazione indirizzata il 24-7-1806 al Governo francese dai gioiesi, per ribadire la fede filofrancese dell’avvocato Pasquale Soria.

Largo Scarpetta agli inizi del ‘900, durante una nevicata

Tra i testi contro Francesco Soria, da questi citati nella sua supplica, tra i sanfedisti figura Scarpetta Domenico.

Nell’elenco degli appartenenti alla sezione di Gioia della Carboneria, “La Costanza dei Bruti”, nel periodo 1820-21 compare Filippo Scarpetta, barbiere, che fu Sergente della Legione.

Un altro componente della famiglia Scarpetta, di nome Gervasio, esercitò la professione di notaio e rogò molti atti a favore della Chiesa Madre di Gioia.

Nel Centro storico di Gioia nei pressi della Chiesa Madre e di Sant’Angelo vi è un Largo, intitolato alla famiglia Scarpetta, in particolare a due suoi nobili rappresentanti, Donatantonio e Vincenzo Scarpetta, rispettivamente padre e figlio, fisici, cioè medici, i quali oltre ad essere esperti nelle discipline connesse agli studi relativi alla loro professione, godevano di notevole considerazione pe essere acculturati anche in altre scienze.

La piazzetta, non solo dagli abitanti del borgo, ma da tutti i gioiesi, nel linguaggio popolare era chiamato il largo de “Le quattro fontane” per la presenza, al centro della stessa, di una fontana dotata di quattro rubinetti da cui quattro persone potevano attingere contemporaneamente l’acqua dell’acquedotto pugliese fino a quando non ottennero l’allacciamento della propria abitazione alla rete idrica cittadina.

Largo Scarpetta, oggi, dopo il restauro del basolato ed il nuovo look

All’inizio del nuovo millennio, la pavimentazione del quartiere è stata restaurata e anche la vecchia e tradizionale fontana è stata sostituita con un’altra più moderna e meno artistica di quella precedente, conservando, però, i quattro rubinetti previsti dal primitivo progetto.

Nel largo sono state inserite delle panchine in pietra e sono stati piantati alcuni alberi per consentire ai passanti o agli abitanti del quartiere di trascorrere alcuni momenti di relax, o, come avveniva in passato, di  svolgere alcune attività collegate alla vocazione agricola cittadina, come la stagionatura e la pulitura delle mandorle, delle noci o dei legumi.

Sembra in questo modo perpetuarsi l’antica consuetudine degli abitanti del quartiere di posizionare le sedie nei pressi dell’uscio delle proprie abitazioni per dedicarsi a quelle attività, per intrattenere i bambini con giochi e racconti e per socializzare con i membri del vicinato.

Nel corso del secolo scorso, come si nota da alcune foto dell’epoca, questo sito ha subito delle trasformazioni, con un nuovo look delle facciate e con la sopraelevazione di alcune abitazioni. Nonostante questi cambiamenti si conserva ancora oggi la popolare denominazione di questa piazzetta come “Largo delle quattro fontane”.

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Villa Carano

Villa Carano, disegno di Raffaele Van Westerhout

A circa un chilometro da Gioia, lungo la strada Vicinale Vecchia Matera, in contrada Coticcia, su una ridente collinetta che spazia all’orizzonte e domina il Basso della Gaudella, è ubicata una graziosa villa.

Il pittore gioiese Raffaele Van Westerhout, tra la sua produzione artistica annovera anche la riproduzione di questa villa.

Essa è stata realizzata negli anni ’30 per volere del prof. Giovanni Carano Donvito per essere utilizzata, soprattutto durante i mesi estivi, dalla sua famiglia, come luogo di villeggiatura, di riposo e di studio, lontano dai disturbi cittadini.

La famiglia Carano, oltre a possedere una casa padronale in paese, era proprietaria di masserie e di possedimenti terrieri. Continua la Lettura

Le contrade di Gioia del Colle

Le contrade di Gioia, da ‘Onomastica stradale di Gioia del Colle’, di Bitetti e Celiberti

Il Comune di Monopoli passa per essere famoso anche per la presenza di 99 contrade (anche se in realtà sarebbero  91).

Il Comune di Gioia del Colle, senza contare il numero di quelle di cui si è persa la denominazione, può vantare ancora oggi 96 contrade.

Dal Catasto Onciario del 1750 relativo al Comune di Gioia del Colle e da altri documenti di archivio apprendiamo dell’esistenza di un centinaio di contrade, per definire meglio l’ubicazione delle diverse proprietà dei cittadini nell’agro gioiese.

Da tenere presente che il territorio gioiese fino al Settecento era più ampio di quello attuale. Infatti gli abitanti di Sammichele, Turi, Noci e Putignano si impadronirono di porzioni di territorio gioiese, ubicato in massima parte a nord, nord-est del paese.

Alcune contrade prendono il nome da una famiglia lì residente; di non tutte, però, conosciamo la motivazione della denominazione.

Si seguito si elencano le contrade di Gioia in ordine alfabetico, anche se di alcune di esse si è perduta memoria. Continua la Lettura

La Masseria Soria a Marzagaglia

La masseria di Cesare Soria, a Marzagaglia

A Sud di Gioia, a circa 5 Km dal paese, in contrada Marzagaglia, sulla provinciale per Castellaneta, è ubicata una masseria di proprietà di Cesare Soria.

Come ricorda Guido Malcangi in una monografia sui Soria, La discendenza dei Soria di Puglia prende le mosse da Donato Antonio Soria, fratello di Diego senior, che, trasferendosi a Gioia del Colle, prese dimora nell’avito palazzo cinquecentesco sito dietro la chiesa di S. Francesco, verso la fine del Cinquecento. Donato Antonio ebbe tre figli: Francesco, che, nel 1799 fu al seguito del reazionario cardinale Ruffo, Pasquale e Cesare, in lotta con lui, per i loro principi liberali.

Il casato dei Soria si attestò a Gioia proprio con i fratelli Pasquale e Cesare, eminenti avvocati, verso la fine del secolo XVIII. Cesare morì a Trani nel 1839.

Di Cesare Soria si diceva che filava, per mettere in evidenza le sue qualità di profondo ed acuto ragionatore che dalle più riposte ragioni della filosofia e del diritto antico traeva gli argomenti favorevoli alle sue cause. Continua la Lettura

La festa di San Giuseppe Lavoratore a Gioia del Colle. 1 Maggio

L’arciprete don Di Maggio in processione, a cavallo, a Montursi durante la cavalcata del 1° maggio

Su questo argomento, che riproponiamo nel giorno del tradizionale festeggiamento del giorno 1 maggio, anche quest’anno soppresso a causa della pandemia, si possono visionare, sempre su questo sito, i seguenti articoli:

-La Chiesa di San Giuseppe Lavoratore e il Parco di Montursi

-La festa di San Giuseppe Lavoratore

-La festa del 1° maggio a Montursi.

Di seguito riporto una ulteriore ricerca storica del nostro concittadini, l’insegnante Giuseppe Montanarelli.

La festa di San Giuseppe Lavoratore a Gioia del Colle. 1 Maggio.

La seconda memoria liturgica dedicata a San Giuseppe, sotto il titolo di Lavoratore, fu istituita ilL’Arciprete Primo Maggio del 1955, da Papa Pio XII, per dare un valore e senso religioso e cristiano alla Festa laica internazionale del Lavoro.

Questa memoria trae la sua origine dalla Festa del Patrocinio Universale della Chiesa conferito a San Giuseppe e fissata da Papa Pio IX, alla terza Domenica dopo Pasqua. Continua la Lettura

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