La festa di San Giuseppe Lavoratore a Gioia del Colle. 1 Maggio

Su questo argomento, che riproponiamo nel giorno del tradizionale festeggiamento del giorno 1 maggio, anche quest’anno soppresso a causa della pandemia, si possono visionare, sempre su questo sito, i seguenti articoli: -La Chiesa di San Giuseppe Lavoratore e il Parco di Montursi -La festa di San Giuseppe Lavoratore -La festa del 1° maggio a Montursi. […]

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L’arciprete don Di Maggio in processione, a cavallo, a Montursi durante la cavalcata del 1° maggio

Su questo argomento, che riproponiamo nel giorno del tradizionale festeggiamento del giorno 1 maggio, anche quest’anno soppresso a causa della pandemia, si possono visionare, sempre su questo sito, i seguenti articoli:

-La Chiesa di San Giuseppe Lavoratore e il Parco di Montursi

-La festa di San Giuseppe Lavoratore

-La festa del 1° maggio a Montursi.

Di seguito riporto una ulteriore ricerca storica del nostro concittadini, l’insegnante Giuseppe Montanarelli.

La festa di San Giuseppe Lavoratore a Gioia del Colle. 1 Maggio.

La seconda memoria liturgica dedicata a San Giuseppe, sotto il titolo di Lavoratore, fu istituita ilL’Arciprete Primo Maggio del 1955, da Papa Pio XII, per dare un valore e senso religioso e cristiano alla Festa laica internazionale del Lavoro.

Questa memoria trae la sua origine dalla Festa del Patrocinio Universale della Chiesa conferito a San Giuseppe e fissata da Papa Pio IX, alla terza Domenica dopo Pasqua.A Gioia del Colle la festa agreste di San Giuseppe Lavoratore veniva celebrata presso la Contrada rurale di Montursi o Monte dell’Orso, dove sorgeva una piccola acropoli Peuceta.

L’Arciprete cittadino Monsignor Franco Di Maggio, per soddisfare le esigenze religiose e spirituali degli abitanti rurali, volle costruire, nel territorio appartenente alla Chiesa Madre, la Chiesa di Sa Giuseppe Lavoratore, fondata nel 1959, dotandola di una statua lapidea del Santo posta sull’altare maggiore.

La Chiesa fu costruita su una preesistente edicola rupestre dedicata al Santo carpentiere, edificata da tempo immemorabile per proteggere i lavoratori nei campi e nelle masserie.

La festa di San Giuseppe Lavoratore risaliva agli antichi riti propiziatori del fuoco e della fertilità maschile praticati sull’acropoli del Monte dell’Orso, in cui si praticava il culto di Ercole Ursino.

Il culto del fuoco, simbolo cristiano dello Spirito Santo, risale al miracolo compiuto dal Santo, nella grotta di Betlemme.

San Giuseppe, vedendo la Madonna infreddolita e non avendo mezzi per riscaldarla, cercò di trovare il fuoco al di fuori della grotta. Trovatolo nelle vicinanze e non avendo attrezzi per trasportarlo, lo collocò nel suo mantello, che miracolosamente non si bruciò e permise alla Madonna di riscaldarsi, rendendo più confortevole e luminoso il luogo dove sarebbe nato Gesù.

L’insegnante Giuseppe Montanarelli

La festa agreste nei primi anni prevedeva la cavalcata processionale, che partiva dalla Chiesa Madre dove era custodita la statua del Santo Patriarca.

All’alba si organizzava la cavalcata guidata dall’Arciprete a cavallo, seguivano i cavalieri di San Giuseppe, i fedeli ed il carro trainato da quattro cavalli, che trasportava l’immagine del Santo.

Il corteo equestre giungeva in mattinata presso la Chiesa di Montursi, dove veniva celebrata la Santa Messa solenne.

Al termine degli uffici liturgici, si realizzava la processione per gli agri, con la benedizione dei campi.

Prima di rientrare, la processione percorreva tre giri intorno alla Chiesa, in onore della Santissima Trinità. Quindi si impartiva la benedizione degli attrezzi da lavoro e degli animali.

Infine la statua del Santo entrava in Chiesa per la pubblica venerazione. I fedeli, pervenuti anche a piedi dal paese, consumavano il pranzo all’aperto, allietato dalla Banda delle Fave Bianche, che accompagnava il Santo durante le processioni,

Nel pomeriggio si accendeva il fuoco sacro, per scongiurare gli incendi boschivi e presso i fienili delle masserie e poi si assisteva allo spettacolo pirotecnico alla Bolognese.

Prima dell’imbrunire ripartiva la processione di ritorno di San Giuseppe, verso la Chiesa Madre.

Dopo il primo anno la cavalcata processionale ed il carro vennero sostituiti con mezzi motorizzati e l’immagine di San Giuseppe venne trasportata su di un carro trainato da un trattore agricolo.

Considerando la lunghezza e l’accidentalità del percorso, nonché le richieste dei fedeli murgiani, l’autorità ecclesiastica abolì le processioni, collocando la statua di San Giuseppe, in modo permanente, nella Chiesa di Montursi, permanendo la festa agreste.

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1 Maggio 2021

  • Scuola di Politica

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