Ancora una leggenda su Gioia del Colle

Abbiamo già riportato alcune leggende su Gioia del Colle: quella di Bianca Lancia che al tempo di Federico II perse un gioiello, quella di una nobildonna che perse una collana, riportata, sia pure con qualche variante, da Vito Umberto Celiberti e da Leonardo D’Erasmo. Un’altra leggenda, che come le precedenti, spiega il perché del simbolo […]

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Stemma di Gioia del Colle

Abbiamo già riportato alcune leggende su Gioia del Colle: quella di Bianca Lancia che al tempo di Federico II perse un gioiello, quella di una nobildonna che perse una collana, riportata, sia pure con qualche variante, da Vito Umberto Celiberti e da Leonardo D’Erasmo.

Un’altra leggenda, che come le precedenti, spiega il perché del simbolo adottato nello stemma comunale di Gioia viene riportato da narrazioni popolari, scomodando, questa volta, non personaggi risalenti al Medioevo, ma al mondo arcaico.

Con questa leggenda, oltre a giustificare la presenza della coppa nello stemma del Comune di Goia, si sarebbe data una spiegazione del toponimo Gioia, come già aveva detto l’abate Francesco Paolo Losapio, nel suo libro ‘Quadro Istorico-poetico sulle vicende di Gioia in Bari detta anche Livia’, il quale nel Canto I afferma: Canto di Giove la Cittade antica, / detta Jovia in latino, e quindi Joya …

Che si tratti di una leggenda è riscontrabile anche dal fatto che si fa riferimento a figure mitologiche del mondo greco e della produzione del vino primitivo in un’epoca in cui il nostro territorio non registrava la presenza di abitanti sedentari, che giustificassero la coltura della vite e della trasformazione del suo prodotto in vino.

Di seguito riporto una ricerca effettuata dal nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli.La leggenda di Dioniso a Gioia del Colle.

Secondo la leggenda locale pagana il simbolo dello stemma comunale di Gioia del Colle sarebbe il calice di Dioniso, perso sull’acropoli di Monte Sannace.

Narra la leggenda che Dioniso, dio greco del vino, scese sulla Terra per constatare l’ottima qualità dell’va locale e del vino primitivo i Gioia del Colle.

Per questo motivo si travestì da mercante e venne nell’antica città di Gioia del Colle, ubicata su Monte Sannace.

Dioniso in un quadro di Mimmo Alfarone

Acquistato il prezioso vino rosso, lo assaggiò e trovandolo buonissimo ne bevve con il suo calice così tanto da ubriacarsi e perdere la memoria.

In questo stato lasciò cadere il calice che andò perduto.

Zeus, che aveva saputo dell’accaduto, volle anche lui venire a Gioia del Colle per assaggiare l’ottimo vino e portarlo sul Monte Olimpo.

Avvertito da Apollo, Dioniso fuggì da Gioia del Colle per evitare che Zeus lo trovasse e potesse sottrarre il vino ai Gioiesi.

Pertanto convinse il Padre degli dei che il vino gioiese non era così buono come di diceva.

In questo modo avrebbe potuto berlo soltanto lui.

Dioniso, che aveva perso la memoria, fu aiutato da Apollo e portato nella sua dimora celeste.

Dioniso, avendo perso la memoria, non tornò più a Gioia del Colle, perché non sapeva come tornarci, lasciando il suo calice in città in modo che anche il vino non fosse sottratto dagli altri dei.

Gli antichi Gioiesi ritrovarono il calice di Dioniso e da allora lo utilizzarono come simbolo e sigillo cittadino a tutelare il prezioso vino primitivo.

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30 Aprile 2021

  • Scuola di Politica

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