Uno dei migliori Jazz Club a livello internazionale a Gioia all’Ueffilo

Tre anni fa respirammo, al suo esordio, l’atmosfera di ‘Ueffilo, ne “saggiammo” le potenzialità, ci stringemmo intorno al suo “progettista”, Filippo Cazzolla, ritrovatosi suo malgrado, solitario imprenditore, alle prese con imprevedibili problematiche di gestione. Da sommelier, scenografo e musicista per formazione a ristoratore ed impresario, in un momento gravato da problemi di salute familiari e […]

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Il famoso Jazzista Lino PatrunoTre anni fa respirammo, al suo esordio, l’atmosfera di ‘Ueffilo, ne “saggiammo” le potenzialità, ci stringemmo intorno al suo “progettista”, Filippo Cazzolla, ritrovatosi suo malgrado, solitario imprenditore, alle prese con imprevedibili problematiche di gestione. Da sommelier, scenografo e musicista per formazione a ristoratore ed impresario, in un momento gravato da problemi di salute familiari e dal venir meno di un’indispensabile collaborazione gestionale… Un percorso in salita irto di ostacoli che ha temprato Filippo, ma il disincanto non ha spento il suo entusiasmo ed oggi ‘Ueffilo, Jazz Club rinomato a livello internazionale, braceria, creperia, spaghetteria e pizzeria, nelle sue “segrete” in carparo ed in un giardino da fiaba, “in doppio set” (9,30/11,00) ha ospitato concerti “da brivido”

dai costi più che accessibili, sacrificando la ristorazione (un buffet nella sala del camino), ma consentendo a centinaia di appassionati di stringersi intorno al musicista, di dialogare con lui, di sentirne “l’odore”, di percepirne le emozioni, il canto, la voce, le vibrazioni dello strumento, senza sofisticate amplificazioni o maxi schermi. Un’atmosfera che ha contagiato gli artisti, pronti ad aprirsi, a dare il meglio di sé, riattivando le “cellule staminali” di quelle trepidanti emozioni che hanno lastricato ogni singolo percorso artistico, una “rigenerazione” che ha toccato i precordi, commosso e tracciato “solchi” nel cuore e nella mente, registrando indimenticabili vissuti.

Non a caso Lino Patruno, Mario Rosini, Sheila Jordan, Tommy Emmanuel, Randy Brecker, a loro agio come non mai, hanno manifestato entusiastici consensi, mentre Gegè Telesforo, icona di familiarità, si improvvisava barman. Tutti i musicisti hanno “certificato” con i loro scritti la qualità del Jazz Club, sono loro a promuoverlo tra i migliori, a proporre nuovi incontri…

Le foto in galleria nella fresca ombra del ‘Ueffilo, con le dediche di George Calbles, Eric Bibb, Donald Woods, Kenny Barron, Sandy Muller, Roberto Gatto, David Liebman, Paul Jeffrey e tante ancora… in bella mostra, nel surreale silenzio di un pomeriggio estivo raccontano e testimoniano con enfasi il successo di un luogo, di un sogno, di un uomo che lo ha reso realtà.

Marco Losavio con Bobby DurhamIntervista al direttore artistico Marco Losavio

-Tenendo conto che realtà come ‘Ueffilo sono spesso “inedite” in provincia ed in particolare dalle nostre parti, quale bilancio pensi di poter trarre dalla tua esperienza di direttore artistico?

La direzione artistica al ‘Ueffilo ha comportato due sfide. La prima, creare un punto di riferimento per la cultura legata alla musica non solo in provincia ma anche a livello regionale e l’altra, portare un po’ di buona musica qui a Gioia del Colle. Con grande fatica e sacrifici, in tre anni, posso affermare che ‘Ueffilo è uno dei jazz club più rinomati in Italia…, uno dei più belli e affascinanti luoghi nel mondo in cui poter suonare, a detta dei musicisti di calibro internazionale esibitisi. L’atmosfera che si crea all’interno, durante i concerti, è paragonabile a quella tipica che si riusciva ad ottenere nei jazz club americani degli anni ‘40-50: contatto diretto col pubblico, suono che pervade ogni angolo del club, dimensione che consente addirittura di suonare in acustico…con performance davvero uniche. Il bilancio, quindi, non può che essere positivo e se guardo ai primi concerti organizzati e agli ultimi, ne abbiamo fatta tanta di strada.

-Quali le difficoltà oggettive nell’organizzare eventi di tale portata?

La prima difficoltà è nel “beccare” liberi artisti di un certo calibro. Occorre cercare di sapere con largo anticipo quando un certo artista è in Italia o transita dalle nostre parti, e combinare la data su Gioia in collaborazione con altri Jazz Club come abbiamo spesso fatto insieme al Moro di Salerno, il Blue Note di Milano…se non hai almeno due o tre date i costi salgono vertiginosamente. Un esempio: Randy Brecker dagli Stati Uniti doveva andare a Dubai. Grazie alla conoscenza diretta sono riuscito a convincere la band a fermarsi prima in Italia per due, tre giorni e insieme al Blue Note abbiamo ottenuto la sua presenza anche al ‘Ueffilo. Ma non basta, è necessario divulgare in modo opportuno l’evento, anche perchè siamo a Gioia del Colle, non a Milano. Grazie ad Alceste Ayroldi, responsabile della comunicazione eventi del ‘Ueffilo, l’attenzione dei media non è venuta meno e per gli iscritti alla nostra newsletter l’informazione è stata capillare. Anche gestire i musicisti che vogliono salire sul palco non è semplice, ed è grazie al nostro fonico Pino Donvito, che tutti si sono dichiarati pienamente soddisfatti. Per quanto riguarda gli aspetti logistici, ci affidiamo alle realtà locali come il Grifone e l’Hotel Villa Duse che non ci hanno mai deluso. E poi, l’abnegazione di Filippo Cazzolla, il proprietario del ‘Ueffilo, vero mecenate che consente tutto ciò rischiando totalmente in proprio! Ma tutto questo è sufficiente? A volte no, divulgare questa musica, il suo apporto culturale e trovare pieno riscontro, non sempre è possibile…. In alcuni casi non è stato facile riempire il club, in altri abbiamo dovuto lasciare gente fuori… Alla fine, la soddisfazione nel vedere nomi come Mike Stern, Randy Brecker, Kenny Barron, Bobby Durham, Sheila Jordan, Frank Gambale, Tommy Emmanuel, Bob Mintzer, Dave Liebman solo per citarne alcuni, suonare sul palco del ‘Ueffilo e partire felici di averci conosciuto e pronti a tornare nuovamente, ci consente di superare ogni difficoltà…

-Quali i punti di forza e cosa si potrebbe migliorare?

I punti di forza sono senza dubbio il luogo dotato di un fascino senza pari, una certa facilità nel chiamare gli artisti grazie al mio coinvolgimento diretto con Jazzitalia e una credibilità conquistata attraverso una corretta e attenta comunicazione con i media. Si potrebbero coinvolgere maggiormente alcuni sponsor per ridurre i costi. Oggi, assistere ad un concerto di valore internazionale, in un luogo così intimo, che consente il contatto diretto con l’artista, spendendo meno di 20 – 25 euro… è quasi impossibile… il Blue Note ha 400 posti con costi superiori. Potremmo anche pensare a tessere, sconti, agevolazioni per categorie particolari…

-Cosa pensi della “concorrenza”, magari dotata di ampi ed altrui parcheggi?

Più musica si fa, più eventi si fanno, meglio è. Purtroppo a volte ci si improvvisa mentre la professionalità in ogni cosa è sempre fondamentale, nel rispetto di chi viene a suonare e nel rispetto di chi viene ad ascoltare. Noi in questo valore aggiunto del fare le cose con professionalità ci crediamo ed è per questo che ognuno ha un ruolo specifico nel quale sa di poter dare il massimo. Non m’intrometto in alcun aspetto della comunicazione e dell’organizzazione se non in termini di puro confronto, mi fido totalmente del lavoro degli altri, così come gli altri si fidano del mio. Solo così si può arrivare a gestire situazioni molto complesse come quelle che si hanno quando l’artista è di un certo calibro. Quindi, quello che mi auguro accada, è che tutto ciò venga fatto sempre nel pieno rispetto del luogo e della gente, cercando magari anche di creare delle sinergie tra i locali, con delle programmazioni ben incastrate e senza sovrapposizioni. Da questo punto di vista, noi siamo totalmente disponibili anche ad incontrarci ed a pianificare insieme una stagione invernale più corale…

-Una scommessa che senti di poter fare pensando al pregresso con uno sguardo al futuro…

Sarei già felice se riuscissimo a mantenere anche nella prossima stagione il livello artistico delle precedenti. Quest’anno cercheremo di proporre nomi che possano riuscire a coinvolgere più gente mantenendo sempre alta la qualità. Ma non è facile, è realmente un’impresa. Poi, una mia scommessa piccola, piccola ce l’avrei… vedere più gioiesi ai concerti… tranne pochissimi casi, tutto il resto della clientela è forestiera, moltissimi gioiesi latitano… ma va bene comunque, l’importante per noi è vedere al termine di ogni evento i volti soddisfatti di chi ha potuto vivere un’esperienza unica nel suo genere. Giro molto per lavoro e di jazz club ne ho visitati moltissimi in tutto il mondo… nessun intento celebrativo, ma ‘Ueffilo ha delle peculiarità che lo rendono davvero tra i migliori… tutti noi dovremmo esserne fieri.

Dalila Bellacicco

Da: La Piazza  – Gioia del Colle – Ottobre 2007.

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25 Ottobre 2007

  • Scuola di Politica

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