Un battistero nella zona archeologica di Monte Sannace

Dopo i pregevoli ritrovamenti a seguito degli scavi effettuati nel mese di settembre del 2020 sull’acropoli di Monte Sannace, da parte della Scuola di specializzazione in Archeologia dell’Università degli Studi di Bari, altri importanti scoperte sono state effettuate nella campagna di scavi nel periodo 2022-2023. Sul ciglio dell’acropoli, in direzione nord, già nel 1959 fu […]

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Il battistero rinvenuto nella campagna di scavi del 2023

Dopo i pregevoli ritrovamenti a seguito degli scavi effettuati nel mese di settembre del 2020 sull’acropoli di Monte Sannace, da parte della Scuola di specializzazione in Archeologia dell’Università degli Studi di Bari, altri importanti scoperte sono state effettuate nella campagna di scavi nel periodo 2022-2023.

Sul ciglio dell’acropoli, in direzione nord, già nel 1959 fu eseguito uno scavo che mise in luce un tratto della prima cinta muraria che cingeva la parte alta dell’insediamento. Solo a partire dal 2020, sempre ad opera della Scuola di specializzazione dell’Università di Bari, sono state portate avanti altre campagne di scavo, durante le quali sono venute alla luce diverse strutture murarie appartenenti a diverse unità abitative, con scheletri e qualche suppellettile.

Due scoperte significative riguardano una struttura in pietra, probabilmente un antico frantoio, uno spiazzo simile ad un’aia e una piccola stanza di forma trapezoidale, che presenta le pareti rivestite da più strati di intonaco impermeabilizzante e pavimento in piccoli laterizi e pietre legate da malta, in prima istanza definita come “stanza da bagno”, dotata di una ”vasca a sedile”.

Infatti l’ambiente, in posizione angolare, presentava una vaschetta di terracotta parzialmente incassata nel pavimento e cementata alle pareti, e un sistema di afflusso e deflusso delle acque, comunicante all’esterno attraverso una canaletta di tufo.I numerosi ritrovamenti di anfore, grandi contenitori e bacini unitamente ad un significativo ritrovamento di ceramica romana di prima età imperiale, fa ritenere le strutture riferibili alla fase di vita più recente dell’abitato di Monte Sannace.

Ancora più significativi i risultati della campagna di scavo effettuata nel 2023, che sono stati illustrati durante le Giornate Europee del Patrimonio, precisamente il 23 settembre, nella masseria Montanaro a Monte Sannace, dalla prof.ssa D. Nuzzo dell’Università di Bari.

La dott.ssa Nuzzo ha affermato che gli scavi, iniziati nel 2022, che hanno interessato la parte est dell’acropoli, hanno portato alla luce alcune strutture come torri difensive di un eventuale castrum medievale, con specchia borbonica ancora presente anche con scopo di spazio recintato, escludendo l’ipotesi di una chiesa di Sant’Angelo con relativa torre campanaria.

Sono venute alla luce strutture databili dalla fine del decimo secolo, che si impostavano al di sopra delle originarie strutture e fondazioni, confermando le notizie che già si avevano sul sito, e cioè di una antichissima città peucezia abbandonata agli inizi del primo millennio. È venuta alla luce anche una struttura che costituiva la base di una torre ad angolo che ricorda quelle ottagonali di tradizione bizantina.

Tombe rinvenute nelle adiacenze del battistero

I ritrovamenti del 2022 non modificavano nella sostanza l’idea che fino ad allora si aveva del sito: un luogo abitato da una importantissima città peucezia, probabilmente la Thuriae di cui ci parla lo scrittore Plinio, abbandonata al massimo agli inizi del millennio e poi rioccupata nel periodo bizantino. Probabilmente i bizantini occuparono il sito, posto in posizione elevata, come postazione per la difesa e il controllo dei loro territori. Sono venuti alla luce oggetti di ceramica, vetro, tegole di epoca tardo-antica.

Nel 2023 sono stati effettuati due saggi di scavo, l’uno a ridosso della recinzione ad est e l’altro verso occidente, verso le trincee rinvenute negli anni ’80, che hanno portato alla luce  resti di un’altra torre, ben posizionata rispetto all’idea di recinto quadrangolare che si conosceva, anche se la scoperta più importante è quella di una vasca o fonte battesimale che si inserisce all’interno di un ambiente in parte ricavato e delimitato da strutture peucezie, quindi si tratta di una rioccupazione di una zona in parte già abitata.

Il battistero è una struttura molto ampia e si compone di un ottagono centrale non del tutto  regolare,  inscritto all’interno di una croce greca, il cui ingresso era consentito da ovest, dove sono presenti due gradini che permettevano la discesa nel fonte, e tutt’intorno abbiamo il riempimento della vasca. Non conosciamo la conformazione della vasca però sono stati individuati i pali della fondazione lungo la parte meridionale, che ci permettono di poter ipotizzare la conformazione della parte interna. L’interno della vasca è ricoperto da un doppio strato di malta idraulica, resistente all’acqua; infatti sembra che il battesimo fosse praticato per immersione.

Al piano di calpestio sono stati trovati dei mattoni frammentati con croci, materiale utilizzato nei secoli precedenti e reimpiegato. Ciò suggerisce presenza di edifici cristiani e di culto verso la fine della tarda antichità a Monte Sannace. È possibile effettuare il confronto di tali mattoni  con quelli rinvenuti a Canosa, anche se quel sito è abbastanza distante da Monte Sannace, e con quelli presenti  nella restante parte del sistema diocesano.

Non si conosce il limite ovest della struttura rinvenuta. Nell’ambiente del ritrovamento del fonte battesimale, sono venute alla luce due tombe che sembrerebbero legate al fonte stesso. Del resto la presenza di un’area cimiteriale non è nuova nei pressi di un’area cultuale. Alcune tombe sono coperte da lastroni, sono state violate, con presenza di ossa e di qualche elemento di corredo.

Il fonte battesimale era sicuramente collegato e legato alla presenza in loco di un ambiente cultuale, cioè una chiesa. Dove poteva essere era situata?  Verosimilmente a nord del fonte battesimale, orientata a est per la presenza di un muro importante impostato con diramazioni verso nord.

Saranno i futuri scavi a fugare questi dubbi. Questo rinvenimento, che potrebbe offrire ulteriori indicazioni con altre campagne di scavo, risalirebbe tra la fine del sesto e l’inizio del settimo secolo d. C. in seguito ad un progressivo processo di cristianizzazione, che ha interessato le campagne della Puglia centrale, che parte dalle città e man mano interessa insediamenti, villaggi e zone con  insediamento sparso, per assolvere le funzioni cultuali delle popolazioni che abitavano nelle campagne, fenomeni che nella Puglia centrale  non sembrano essere anteriore al sesto secolo. In passato si realizzavano piccoli edifici di culto talvolta con associazione a tali edifici di culto di un fonte battesimale.

Zona del ritrovamento del frantoio e delle vasche con canalette per afflusso e deflusso delle acque, nella parte nord dell’acropoli

La chiesa di campagna dipendeva da un vescovo urbano, da una diocesi, nel nostro caso dalla diocesi di Bari, come si potrebbe dedurre dalla presenza di mattoni con croci tipiche della diocesi.  Non possiamo operare confronti con altri siti facenti parte della diocesi della Puglia, di cui Monte Sannace faceva parte.

Due dati importanti che ricaviamo da questi ritrovamenti dovrebbero essere: la datazione dell’utilizzo del sito oltre il periodo tra decimo e dodicesimo secolo e la presenza di un impianto che testimonia la volontà del vescovo di Bari di porre in quest’area una zona di culto.

A chi serviva questa area e dove vivevano i cristiani che frequentavano questa chiesa? Dal momento dalle ricognizioni del 2019 sappiamo della presenza un insediamento sparso, case da ricognizione, ville e fattorie, con presenza di frammenti ceramici e quindi la chiesa, situata stranamente in una posizione elevata, potrebbe aver svolto la funzione di un punto di riferimento per un abitato sparso che occupava l’area circostante. La ricerca è da approfondire per confermare queste supposizioni.

La chiesa sembra continui a funzionare ancora nell’Alto Medioevo, ma questa ipotesi la si potrà accertare a seguito di nuovi scavi, anche perché sembrerebbe che il battistero sia stato defunzionalizzato in occasione dell’occupazione nel decimo-undicesimo secolo e nel dodicesimo secolo sembrerebbe esserci la presenza umana nel sito di Monte Sannace, eventualità sempre da approfondire.

Se così fosse si farebbe luce sull’occupazione del sito da parte della popolazione locale, che fino ad oggi era stata fissata alla fine del decimo secolo, escludendo ogni forma di insediamento in epoca successiva. Solamente attraverso ulteriori campagne di scavo si potrebbe stabilire se il sito di Monte Sannace sia stato effettivamente abitato anche oltre il Quattrocento.

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10 Ottobre 2023

  • Scuola di Politica

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