Santa Rita da Cascia a Gioia del Colle

Quando si parla di donne che sono state santificate si pensa a qualcuna che sin dalla giovinezza ha vissuto in castità e ha dedicato la propria vita a servizio  dei più deboli e dei bisognosi, che ha rinunciato a formarsi una famiglia o magari è andata anche incontro al martirio per testimoniare fino alla fine […]

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Santino di Santa Rita

Quando si parla di donne che sono state santificate si pensa a qualcuna che sin dalla giovinezza ha vissuto in castità e ha dedicato la propria vita a servizio  dei più deboli e dei bisognosi, che ha rinunciato a formarsi una famiglia o magari è andata anche incontro al martirio per testimoniare fino alla fine la propria fede.

Tra le Sante del passato che sono venerate non solo nella loro terra di origine o nella propria nazione, ma in gran parte del mondo cattolico va annoverata Santa Rita da Cascia.

Santa Rita è venerata come la santa dei casi impossibili o disperati; è patrona delle donne maritate infelicemente ed è invocata come santa del perdono e paciera di Cristo.

Molto travagliata è stata la sua vita; sposata con un uomo dal carattere violento sopportò con pazienza i suoi maltrattamenti e lo perdonò, riuscendo anche a farlo riconciliare con Dio. Diventata madre di due ragazzi li educò ai principi cristiani e, secondo una leggenda, per sottrarli allo spirito di vendetta che aveva loro inculcato uno zio, pregò Cristo che, piuttosto che deviassero dalla retta strada, glieli togliesse da questo mondo, dicendo: Io te li dono. Fa’ di loro secondo la tua volontà. Santa Rita fu esaudita, infatti i due figli morirono a causa di una malattia. Dopo tante peripezie riuscì ad entrare nel Monastero di Santa Maria Maddalena  di Cascia e praticò la carità, la pietà e la penitenza.Anche a Gioia da tempo immemorabile nella Chiesa di Sant’ Angelo il 22 maggio, suo dies natalis, si festeggia solennemente Santa Rita.

Approfondimento dell’insegnante Giuseppe Montanarelli.

Prima della venuta dei Padri Agostiniani, la festa di Santa Rita da Cascia veniva celebrata nella Chiesa di San Rocco, in quanto la Santa veniva associata al Taumaturgo francese per via delle piaghe presenti in entrambi i Santi. Nella Chiesa di San Rocco vi era un quadro votivo ed un bassorilievo in cartapesta ad uso devozionale. Alcuni autori identificano il quadro presente nella Chiesa di San Rocco con quello che era presente in quella di Sant’ Angelo, introdotto dagli Agostiniani. A causa dei rinnovamenti liturgici, la festa fu trasferita nella Chiesa di Sant’Angelo in seguito alle missioni agostiniane.

Statua di santa Rita nella Chiesa di Sant’Angelo

La festa liturgica e devozionale, introdotta a Gioia del Colle dai Padri Agostiniani, che, officianti presso la Chiesa di Sant’Angelo, donarono le reliquie ossee e dell’abito di Santa Rita da Cascia, attualmente conservate nell’ omonima rettoria. Anticamente i Padri Agostiniani fecero realizzare un quadro della Santa che veniva portato in processione, insieme alle reliquie, nel centro storico, dopo la Santa Messa solenne, officiata in mattinata nella Chiesa di Sant’Angelo.  Al termine della processione, c’era l’ostensione pubblica, la benedizione ed il bacio delle reliquie. Nel pomeriggio, dopo il panegirico dedicato alla Santa, venivano benedetti il pane dei poveri e le rose rosse della Carità. Il pane benedetto veniva distribuito ai poveri, oppure veniva mangiato dai fedeli durante la cena, dopo aver recitato tre “Ave Maria”. Il pane veniva dato anche agli ammalati per augurare la guarigione. Alcune famiglie invece, conservavano il pane in casa, affinché si scongiurasse la carestia o la mancanza di cibo e lavoro. Le rose venivano donate alle bambine ed alle ragazze che dovevano sposarsi, affinché la Santa le proteggesse nel matrimonio, rendendo i mariti docili, fedeli e puri. Le rose venivano conservate in casa, nei cassetti dei corredi. Se la rosa si appassiva,  chi l’aveva ricevuta, viveva a lungo, , se invece rimaneva intatta avrebbe goduto felicità e benessere. Pertanto non venivano sciupate, per allontanare la cattiva sorte, anzi venivano inserite nei materassi di paglia, come auspicio di fertilità. Nella simbologia cristiana la rosa rappresenta la Carità e la Rosa Mistica è la Madonna. A santa Rita, definita la Santa degli impossibili, venivano presentate le situazioni umane più disperate, che in caso di indegno ascolto venivano affidate prima  a San Rocco e poi a San Filippo Neri. In seguito, il quadro, rovinato dall’ umidità, venne sostituito nel Novecento da un gruppo statuario in cartapesta leccese del maestro Manzo. Il gruppo statuario raffigura Santa Rita da Cascia, in estasi, inginocchiata ai piedi di Gesù Crocifisso, assistita e sorretta dall’Arcangelo Gabriele. L’opera ritrae il miracolo della spina, che staccandosi dalla testa di Gesù Crocifisso, con un raggio di luce, si impresse sulla fronte della Santa, rimanendo come piaga inguaribile fino alla morte. Santa Rita da Cascia aveva chiesto al Signore Gesù di condividere in modo indegno la Sua gloriosa Passione e pertanto miracolosamente ricevette il segno doloroso della Sua comunione con il Salvatore. Attualmente la festa di Santa Rita da Cascia si celebra nella Chiesa rettoria di Sant’Angelo e prevede l’officio liturgico, con la Santa Messa solenne e la traslazione della statua della Santa in piazza Livia, il bacio della reliquia e la distribuzione delle rose benedette. 

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22 Maggio 2020

  • Scuola di Politica

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