Palazzo Giordani, già Palazzo Milano

Fino alla fine del’700 l’abitato di Gioia, come risulta dalle carte topografiche dell’epoca, era ristretto all’anello che comprendeva il Centro storico ed una ristretta fascia con esso confinante. In quel periodo dovevano essere presenti  ancora le quattro Porte dalle quali si accedeva in Gioia, come si evince dal Catasto onciario di Gioia del 1750. Bisogna […]

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Palazzo Giordani, già Milano, a Gioia del Colle in Via Roma

Fino alla fine del’700 l’abitato di Gioia, come risulta dalle carte topografiche dell’epoca, era ristretto all’anello che comprendeva il Centro storico ed una ristretta fascia con esso confinante.

In quel periodo dovevano essere presenti  ancora le quattro Porte dalle quali si accedeva in Gioia, come si evince dal Catasto onciario di Gioia del 1750.

Bisogna attendere l’inizio dell’Ottocento perché il paese si ingrandisca e si espanda anche in direzione ovest, lungo quella direttrice che successivamente prenderà la denominazione di Via Stazione, perché conduceva alla Stazione ferroviaria.

Dalla Carta Generale del Regno di Napoli del 1810 si nota che Gioia del Colle, oltre l’anello storico manifesta un ampliamento del paese a nord verso Bari-Acquaviva e in direzione est verso Noci.Il 19 maggio del 1865 il Consiglio comunale di Gioia approva l’apertura della nuova strada per la stazione ferroviaria; infatti il 1° giugno successivo viene inaugurato  il  primo tronco della ferrovia Bari-Taranto, quello compreso tra Bari e Gioia del Colle.

Dalla Carta topografica dell’I.G.M. (Istituto Geografico Militare) del 1873, foglio 189, che riguarda il territorio di Gioia, a differenza di quelle degli anni precedenti, sono inserite alcune nuove costruzioni sulla via per Santeramo.

Alla fine dell’Ottocento via Stazione ferroviaria, che successivamente sarà denominata via Principe Amedeo (con deliberazione del Consiglio comunale di Gioia del 26-1-1890) e poi via Roma, (con deliberazione del Consiglio comunale di Gioia del 22-10-1931), si arricchisce di nuove costruzioni, alcune delle quali progettate dall’architetto gioiese Cristoforo Pinto, progettista anche della nuova Chiesa di Santa Lucia. Infatti fino alla fine dell’Ottocento sul sito su cui oggi insiste la Chiesa di Santa Lucia era ubicata una Cappella rurale dedicata a Santa Lucia de’ Greci, extra moenia, che nel 1885 fu distrutta da un terremoto.

Gioja dalla Carta Generale del Regno di Napoli del 1810

Agli inizi del ‘900 su via della Stazione sorge la Villa Cassano, progettata dall’architetto Pinto  e successivamente altre abitazioni prendono forma su Via Roma. Nel 1932 su un suolo acquistato dalla famiglia Cassano inizia la costruzione del Liceo Classico di Gioia.

Il territorio gioiese compreso tra il complesso conventuale di San Francesco, la via per Santeramo e quella della Stazione alla fine dell’Ottocento era occupato da orti e giardini, che inizieranno ad essere edificati, per la richiesta di nuovi alloggi, determinata dall’accresciuto numero della popolazione che dal 1871 al 1901 era passata da 13.094  a 21.721 abitanti, come risulta dai dati del censimento.

Nel 1913, quasi contemporaneamente alla costruzione della Chiesa di Santa Lucia, su via Stazione viene costruito il palazzo Milano, una abitazione innovativa per quel tempo rispetto alle case palazziate e a quelle padronali del territorio gioiese, in quanto sarebbe il primo esempio a Gioia di una costruzione progettata non ad uso esclusivo del proprietario, ma con appartamenti da locare, in modo da costituire una rendita per il locatore. Il progettista è l’ingegnere Giovanni Milano, il quale agli inizi del Novecento ha assunto l’incarico di secondo ingegnere comunale, con il compito di realizzare progetti, direzione e lavori di opere pubbliche, affiancando il primo titolare, l’ingegner Luigi Giordani, responsabile delle manutenzioni. Sembra che l’ing. Milano sia stato anche coprogettista, insieme all’ing. Luigi Giordani,  della costruzione del Mercato coperto di Gioia. Tale manufatto, costruito su suolo comunale in Piazza Palombella, confinante  a sud con Piazza Plebiscito, fu demolito nel 1972 per far posto ad una nuova costruzione da adibire a sede della nuova Casa comunale (Municipio), attualmente sede del Centro Operativo INPS di Gioia del Colle.

In quest’anno, precisamente  il 23 settembre prossimo, ricorre il primo centenario della morte dell’ing. Giovanni Milano ( nato il 7-5-1865 e morto il 23-9-1920).

Attualmente il palazzo è abitato dal proprietario e da alcuni suoi parenti. Il secondo piano, invece, da alcuni anni, dopo una opportuna ristrutturazione, è adibito a B&B, con denominazione “B&B Al secondo piano”. Tale scelta sembra essere in linea con le  intenzioni dell’originario proprietario e progettista, il quale, attraverso la costruzione dell’immobile, intendeva garantire a sé e ai suoi famigliari una fonte di reddito per i bisogni di una vita decorosa ed economicamente  tranquilla.

L’ing. Giovanni Milano (1865-1920)

Di seguito riporto una nota storica dell’attuale proprietario dell’immobile, il dott. Severino Giordani, che ringrazio per aver voluto condividere queste notizie che ci illustrano un significativo momento storico locale, costituiscono una bella pagina di vita del nostro Comune e ci rendono orgogliosi degli uomini che ci hanno preceduti e che hanno lasciato alle generazioni future il segno della loro operosità e originalità.

Il palazzo, sito in Via Roma (già Principe Amedeo), è il primo palazzo condominiale realizzato a Gioia del Colle.

Progettato e costruito dall’ing. Giovanni Milano (1865-1920), tale palazzo fu ultimato nel 1913 al fine di realizzare un investimento sia immobiliare che al contempo redditizio.

Il palazzo fu costruito non con il criterio dei palazzi padronali, che hanno l’androne di accesso sulla strada principale, bensì  in una via adiacente (Via Giordano Bruno), al fine di ottenere uno spazio maggiore da adibire a locali commerciali.

Questa impostazione di progettazione certamente è stata dovuta alla permanenza dell’ing. Milano nella città di Torino, dove soggiornò per frequentare il Politecnico e conseguire la laurea in ingegneria.

Logo B&B “Al secondo piano”

Ad ultimazione lavori il palazzo era costituito da tre locali commerciali con accesso da Via Roma e da locali adibiti ad abitazione (sottani) con accesso dalle strade laterali, da quattro appartamenti al 1° piano e quattro appartamenti al 2° piano, oltre ad un terrazzo condominiale da cui si accedeva a n. 8  ampie soffitte, ognuna dotata di caminetto (fuoco a terra) e camino (spazio riservato a conservare la carbonella o carbone).

Ma la novità sia per quei tempi, e forse anche per oggi, era l’aver riservato nell’ampio androne del portone, l’accesso ad un locale a piano terra destinato a portineria. Infatti fino agli anni ’60 tale locale veniva concesso gratuitamente in abitazione, al fine di ottenere in cambio sia la guardiania che la pulizia delle scale.

In tale palazzo per diversi anni ha avuto sede l’Ufficio  del Registro, mentre il locale centrale, con accesso da Via Roma, dagli anni ’30 fino al 1980 era stato condotto in locazione da Domenico De Bellis ( soprannominato Chenégghie) ed adibito a sala biliardo, che per la gioventù maschile di tutti quegli anni è stata un’istituzione.

Dono della Cooperativa di consumo all’ing. Giovanni Milano, anno 1912

Nei primi anni del 2000 l’attuale proprietario, dott. Severino Giordani (nipote ex matre dell’ing. Milano), ha provveduto a ristrutturare totalmente tale palazzo, dotandolo di ascensore, che, fortunatamente grazie alla lungimiranza del nonno, è stato possibile inserire nell’ampio vano scala, oltre a sostituire le travature del tetto ed a trasformare le vecchie soffitte in propria abitazione.

Mi fa piacere portare a conoscenza dei GIOIESI la storia di un palazzo di Gioia e, grazie alla fraterna amicizia con il prof. Franco Giannini, spero che inserirà queste mie semplici note nel sito da lui gestito con tanta professionalità, al fine di far considerare quanto Gioia fosse all’avanguardia in confronto ai paesi limitrofi, grazie ai suoi “UOMINI”.

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27 Agosto 2020

  • Scuola di Politica

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