Museo naturalistico della Murgia a Monte Rotondo

Monte Rotondo è nota per l’ubicazione della Chiesetta dell’Annunziata, fatta costruire nel 1309 dall’arcivescovo di Bari, Romualdo, in quanto la zona era proprietà della chiesa di San Nicolò di Bari, come ci conferma la concessione che  nel 1087 Ruggero d’Altavilla fece all’arcivescovo di Bari, Ursone. La chiesetta in passato era frequentata dagli abitanti della contrada, […]

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Museo Monte RotondoMonte Rotondo è nota per l’ubicazione della Chiesetta dell’Annunziata, fatta costruire nel 1309 dall’arcivescovo di Bari, Romualdo, in quanto la zona era proprietà della chiesa di San Nicolò di Bari, come ci conferma la concessione che  nel 1087 Ruggero d’Altavilla fece all’arcivescovo di Bari, Ursone.

La chiesetta in passato era frequentata dagli abitanti della contrada, che numerosi vivevano in campagna, dediti alle attività agricole e alla zootecnia.

Ancora oggi intorno alla chiesa si svolge un antico rito tra pagano e cristiano, noto con il nome di  passata al monte, tradizione  che si svolge durante la prima domenica dopo  Pasqua, il giovedì e la domenica successiva.

Oggi  nell’ex masseria adiacente alla chiesetta  si tengono campi estivi per ragazzi e ritiri spirituali per gruppi di laici e di religiosi.

Per la numerosa presenza di abitanti nella zona di Monte Sannace, distante dal paese circa sei chilometri,  il Comune di Gioia per venire incontro alle necessità della popolazione in età scolare già prima del  1930 in quella zona aveva preso in fitto locali da adibire a scuola elementare. Nel 1931 deliberò un concorso per le spese di costruzione di una scuola rurale a Monte Sannace. Ci vollero parecchi anni perché questo intento  trovasse la tanto auspicata realizzazione.

Alcuni anni dopo l’istituzione della nuova scuola media e con l’avvento del trasporto degli alunni dall’agro a Gioia, per frequentare gli istituti scolastici in paese, le scuole rurali son state abbandonate e, per evitare il loro deperimento a causa della mancanza di manutenzione,  alcune di esse sono state alienate. Anche la scuola rurale di Monte Rotondo ( zona più conosciuta come Monte Sannace ) è stata dismessa, ma non è stata venduta poiché essendo in uno stato di abbandono aveva subito un forte degrado

Con delibera   di Giunta municipale  n. 145 del 24 maggio 2001  l’ex scuola rurale è stata concessa in comodato d’uso gratuito all’Arcidiocesi di Bari-Bitonto ad uso della parrocchia di Santa Maria Maggiore di Gioia, titolare del possesso dell’adiacente chiesetta dell’Annunziata.

Questa concessione  era funzionale ad  un successivo progetto che vedeva coinvolti: La Parrocchia Santa Maria Maggiore, l’Arcidiocesi di Bari-Bitonto e il Comune di Gioia. proprio per evitare che la scuola deperisse a causa del suo abbandono.  Il Comune di concerto con la la Parrocchia Santa Maria Maggiore di Gioia del Colle, proprietaria della chiesa dell’Annunziata, nel 2001 il Comune di Gioia ha deciso di approntare un progetto di ristrutturazione della Chiesa dell’Annunziata e dell’ex Scuola rurale ‘Montursi’ con destinazione multifunzionale, da sottoporre a finanziamento P.O.R. 2000-2006 misura 2.2. – Tutela  e valorizzazione del patrimonio rurale, con l’obiettivo specifico di qualificare il patrimonio archeologico, architettonico, storico-artistico, paesaggistico, nonché quello relativo alla produzione culturale,

L’obiettivo era quello di potenziare, attraverso il restauro della chiesa dell’Annunziata ed il recupero dell’ex scuola rurale, da destinare a museo della civiltà contadina e della vegetazione autoctona, l’offerta turistico-culturale dell’intero comprensorio di Monte Sannace.

Riporto il contributo del concittadino   dott. Berardino Lattarulo, allegato alla relazione tecnica illustrativa al progetto di ristrutturazione della chiesa dell’Annunziata e dell’ex scuola rurale con destinazione multifunzionale P.O.R. 2000-2006 misura 2.2, progetto a cura del progettista arch. Fernando Russo.

Museo Monte RotondoPAESAGGIO ED ASSOCIAZIONI VEGETALI  Fin dall’Alto Medioevo gran parte del territorio gioiese era caratterizzato da un ecosistema naturale allo stato di climax, perfettamente in equilibrio con l’ambiente fisico, in cui dominava la foresta decidua con alberi a foglia coriacea.

Questo ambiente si è andato via via modificando con l’aumento della pressione antropica che ha provocato una graduale riduzione e modificazione della superficie boschiva,  per la necessità di destinare sempre nuove e maggiori superfici all’attività agricola. Tale processo di disboscamento e dissodamento del territorio toccò, a Gioia, il suo massimo nella seconda metà dell’800 con la quotizzazione dei demani comunali che, suddivisi in appezzamenti regolari serviti da una rete ortogonale di strade ed investimenti da impianti frutticoli intensivi, connotarono larghi spazi di paesaggio.

Attualmente il paesaggio comunale appare caratterizzato da ampie superfici coltivate a seminativo, associate a più o meno vaste isole boscose, che si fanno più rilevanti in una fascia semicircolare localizzata nell’area sud-orientale del territorio. 

In particolare l’area della contrada di Monte Sannace  e della masseria dell’Annunziata presenta  i seguenti ecosistemi: il bosco, la macchia gariga e il pascolo steppico.

Il bosco è rappresentato in tutte le sue varianti strutturali, dalla più complessa, ma rara, con formazioni a diversi livelli di vegetazione ( arborea, arbustiva, alta e bassa ed erbacea ) alla più semplice e frequente, il pascolo arborato.

L’essenza arborea dominante è il Fragno, a cui si associa la Roverella.  Sporadica è la presenza di Cerri, rintracciabili all’estremo confine occidentale del territorio, raro l’Acero minore e il Ciliegio selvatico, del tutto accidentale la presenza di Lecci e Querce spinose.

Gli strati arbustivi sono rappresentati da Pruno, Terebinto, Biancospino, Fillirea, Rosa ( rosa canina ), Caprifoglio, Berretta del prete, Viburno, Pungitopo ( Ruscus aculeatus ), Asparago ( Asparagus  acutifolius ).

Lo strato erbaceo è ricchissimo di specie, favorito, oltre che dalla presenza di radure, dal tardivo risveglio vegetativo del fragno che permette alla luce di raggiungere in grande quantità il livello del suolo.  Grande  interesse rivestono le numerose specie di orchidee, tutte da considerarsi rare e in pericolo di estinzione. Nel territorio gioiese sono presenti circa un terzo delle specie rintracciabili nell’intera regione: Orchys italica, Orchys bertolonii, Orchys morio, Orchys bombiliflora, Ophrys lutea, Ophrys tenthredinifera, Orchys papilionacea, Ophrys incubacea, Serapis vomeracea, Anacamptis  piramidalis.

La macchia gariga caratterizza un paesaggio piuttosto brullo, in cui spiccano formazioni cespugliose isolate, compatte, a volte impenetrabili. Vi predominano essenze, quali il Perastro, il Terebino, la Fillirea, il Biancospino, il Prugnolo ed il Rovo e specie lianose quali lo smilace ( smilax aspera ) e la clematide  ( clematis vitalba ).

Il pascolo steppico, caratterizzato un paesaggio del tutto brullo, dove dominante è il colore grigio della roccia nuda. Sporadica è la  presenza di piccoli alberi. Cespugli isolati di dafne ( daphnae gnidium ) costituiscono nella stagione secca l’unica nota di verde più intenso. Nel manto erbaceo prevalgono le trofite, tra cui molte graminacee e geofite come asfodelo ( Asphodelus microcarpus, Asphodeline lutea, Asphodeline  liburnica ) e Scilla (  Urginea maritima ).

Il pascolo svolge un ruolo determinante nella evoluzione delle associazioni vegetali dalle forme più complesse alle più semplici. Carichi sempre più elevati di bestiame provocano inevitabilmente il degrado, molto difficilmente reversibile, dal bosco alla macchia gariga fino al pascolo steppico.

Nell’agro gioiese l’attività pascolativa è ancora molto praticata, pertanto boschi e macchia gariga si presentano, con tutte le loro varianti intermedie, in maniera diffusa sull’intero territorio. Viceversa il pascolo stepposo caratterizza un’area posta  a sud-ovest dell’abitato e immediatamente limitrofa ai confini dell’agro gioiese con quelli di Castellaneta e Laterza, in un arco di territorio che va da Murgia S. Francesco a Murgia Fragennaro e che abbraccia quasi per intero le propaggini del contrafforte murgiano. Su queste terre da tempi immemorabili e fino agli inizi di questo secolo fu praticata la pastorizia. Ne è tangibile testimonianza sia l’associazione vegetale ospitata, sia la presenza numerosa di ruderi di antiche strutture, come ovili, recinti, tratturi.

Infine, un’associazione vegetale del tutto particolare può essere considerata la fascia di vegetazione collocata a ridosso dei muri a secco. Muro e piante costituiscono un vero e proprio biotipo nel quale il muro non svolge solo una funzione di difesa delle essenze che gli crescono a ridosso, ma è in grado di influenzare favorevolmente il  microclima agendo nei caldi mesi estivi da condensatore di rugiada. La maggiore disponibilità idrica, anche se modesta, consente così a numerose specie di superare la crisi idrica estiva. L’insieme muro-siepe svolge un ruolo ambientale importante soprattutto in quelle aree dove la pratica agricola è più intensa; esso diviene serbatoio di biodiversità non solo vegetali ma anche animali, capace di controbilanciare in qualche modo la semplificazione ecologica dei campi coltivati, costituendo inoltre una sorta di collegamento, di continuità tra le diverse ‘ isole ‘ di vegetazione naturale.

Scuola rurale di Monte Rotondo

LA EX SCUOLA RURALE   La ex scuola rurale è sita all’interno dell’area della masseria dell’Annunziata e dell’omonima chiesa. Venne costruita nel 1959 su un suolo della Prebenda Parrocchiale Santa Maria Maggiore di Gioia, permutato con suolo comunale nella frazione di Montursi da poco istituita, per costruirvi una chiesa a servizio degli abitanti della frazione rurale.La masseria, adibita a campo scuola estivo per giovani, non aveva un ambiente per ospitare un momento di incontro dei giovani sia di tipo culturale sia di studio delle attività del luogo, in particolar modo di processi ed evoluzione delle civiltà contadine, oltre alla conoscenza della flora e vegetazione presente nella contrada di Monte Sannace. Si è voluto recuperare la scuola rurale a questa funzione di incontro per i giovani e per la stessa popolazione della contrada ede anche per dare un impulso ad uno sviluppo turistico-rurale ed a quello archeologico, presente nella contrada, attraverso l’istituzione di una piccola struttura polifunzionale, dove vengono ad essere presenti un museo della conoscenza della civiltà contadina e rurae del passato e di oggi, la realizzazione di un museo botanico che dia la conoscena del territorio e dell’ambiente che costituisce il paesaggio di Monte Sannace e nello stesso tempo utilizzando le due sale per incontri, in particolare nel periodo autunnale. Lo stesso sagrato della chiesa era stato pensato come momento per le attività dello spettacolo all’aperto nel periodo primaverile ed estivo. Il degrado dell’ex scuola rurale consisteva in particolare nella mancanza totale di infissi, di servizi igienici, degli impianti tecnologici, dell’impianto elettrico, ecc., in quanto era stato completamente abbandonata e saccheggiata.

Il Progetto prevedeva la realizzazione di opere funzionali alla nuova destinazione d’uso, quello di accogliere le attività turistico-culturali-ambientali ed archeologiche, un piccolo museo del comprensorio di Monte Sannace aperto al pubblico e visitabile per l’intero anno, come la stessa chiesa.Il progetto non interveniva a modificare assolutamente la tipologia rurale  dell’ex scuola rurale anzi rivalutava l’aspetto architettonico originario. L’adeguamento era previsto all’interno: infatti venivano realizzati i nuovi bagni; al posto dell’alloggio del custode e della cucina veniva ripristinato il volume che sarebbe stato adibito a sala espositiva. I servizi, come piccolo ristoro, caffetteria, erano già presenti nella masseria, attualmente utilizzata come campo scuola.

Per l’individuazione dei beni era prevista la predisposizione di due tipi di cartelli per la segnalare il raggiungimento della contrada: uno di carattere descrittivo dell’area con immagini dei beni monumentali-archeologici e dei servizi che  la contrada offriva al visitatore turista e un altro in cui veniva descritto l’accesso, la pericolosità, i divieti di utilizzo del fuoco, le indicazioni generali, ecc. Erano previsti, inoltre, dei pannelli per interno di tipo museale per la descrizione della civiltà contadina del luogo, l’area archeologica, la vegetazione, il paesaggio, ecc. Nei due ambienti destinati alla funzione museale e di incontro culturale era previsto un arredamento formato da pannelli espositivi per allestimento di mostra fotografica, dipinti, grafici. Era previsto anche un posto di lavoro completo e quattro armadi-vetrinette per esposizione e due vetrinette centrali per esposizione di reperti pregiati.

La ex scuola rurale, dunque, a seguito dei citati lavori  è diventata Museo Naturalistico di Monte Sannace, storia, ambiente e  territorio. Si è voluto recuperare  questo spazio per dare un contributo alla conoscenza della storia della civiltà contadina e all’ambiente di questo territorio: la Geologia, la Botanica la Fauna degli ecosistemi che compongono questo piccolo scrigno di biodiversità nel cuore della Murgia.

Un luogo d’incontro per gli abitanti della contrada per eventi culturali e manifestazioni, ma anche un valido strumento di informazione turistica.

E’ da sottolineare che alcune varietà di piante e fiori si ritrovano esclusivamente nella zona circostante e costituiscono un patrimonio da salvaguardare. Per questo il Museo racchiude al suo interno pannelli con flora e fauna del territorio circostante, alcuni dei quali esemplari sono in via di estinzione.

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16 Luglio 2016

  • Scuola di Politica

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