Mario Rosini: Be My Love
La parte nota di un artista è una risultante di influenze, di emozioni, di vissuto. A seconda dei momenti storici, ogni lavoro raffigura, come in un'istantanea, l'artista in quel momento e non c'è da meravigliarsi se a volte lo si scopre completamente diverso da come si conosceva in precedenza, l'importante è che ogni volta esso […]
La parte nota di un artista è una risultante di influenze, di emozioni, di vissuto. A seconda dei momenti storici, ogni lavoro raffigura, come in un'istantanea, l'artista in quel momento e non c'è da meravigliarsi se a volte lo si scopre completamente diverso da come si conosceva in precedenza, l'importante è che ogni volta esso risulti schietto, autentico, senza compromessi. Non è affatto facile che ciò accada in un mondo di "dotti, medici e sapienti" pronti a consigliare, a dire cosa è giusto o sbagliato, bello o brutto e non è affatto consueto che l'artista riesca nell'impresa di ascoltare soltanto se stesso. Perché questa premessa? Perché Mario Rosini, pianista, cantante, divenuto famoso per le sue collaborazioni professionali nel mondo della musica pop e per la sua partecipazione a Sanremo, ma da sempre appartenente anche al mondo musicale jazzistico, ha deciso che oggi la sua istantanea debba raffigurare proprio la musica jazz che è in lui. Egli serba un amore smisurato per questa musica, per i suoi idoli del passato, maestri di una tecnica rubata e fatta propria attraverso notti di studio continuo.
Mario Rosini e il piano sono un tuttuno, sembra che canti, anche quando suona (o magari è il contrario…), attinge da ogni fonte d'ispirazione senza preclusioni, trae energia e creatività dalla storia esternando un pianismo alla Peterson o alla Tatum per le armonizzazioni e alla Corea o alla Hancock per le figurazioni ritmiche. Ma l'elemento che maggiormente emerge dall'ascolto di questo album è un'attenzione, quasi maniacale, al tema di ogni brano. Rosini lo espone, lo smembra, ne afferra frammenti che suona fugaci inframezzandovi evoluzioni sempre più dense ma senza mai far perdere minimamente l'orientamento ad un ascoltatore che ne rimane indubbiamente coinvolto.
Ciò avviene con veemenza come nelle corroboranti "All Blues" e "Someday My Prince Will Come" o nelle virtuose "Softly as in a morning sunrise", "Groovin' High" e "Wave", oppure con classe ed eleganza come nelle delicate "What are you doing the rest of your life", "Body And Soul" e "Be my love" (che merita una menzione particolare per l'ottimo controllo dinamico). Comunque, vi è sempre una continua creatività, una sorta di foga artistica che magari può anche far pensare ad una sorta di "istinto represso" ma che comunque rende le esecuzioni copiose di particolari che vanno colti e assimilati di ascolto in ascolto.
Un album in cui Rosini vi ha registrato musica che ha ritenuto essere maggiormente rappresentativa e nel quale ha cercato, riuscendovi, di non ascoltare nessuno, tranne se stesso e le sue fonti d'ispirazione.
13 Luglio 2007