L’estramurale a Gioia
Si comincia a parlare di costruire un estramurale a Gioia, per dirottare il traffico proveniente da Bari per Taranto o viceversa e alleggerire il passaggio dei mezzi nelle strade cittadine sin dalla fine dell’Ottocento. Infatti il paese si era ingrandito e soprattutto il traffico pesante, attraverso la strada statale 100, che attraversava il centro abitato, […]
Si comincia a parlare di costruire un estramurale a Gioia, per dirottare il traffico proveniente da Bari per Taranto o viceversa e alleggerire il passaggio dei mezzi nelle strade cittadine sin dalla fine dell’Ottocento. Infatti il paese si era ingrandito e soprattutto il traffico pesante, attraverso la strada statale 100, che attraversava il centro abitato, poteva costituire un pericolo per i cittadini gioiesi.
Il 23 maggio 1884 il Consiglio comunale esamina la proposta di apertura di una strada estramurale.
I tempi non erano maturi e bisogna attendere il 31 maggio 1913, data in cui il Consiglio comunale esamina la proposta per la costruzione di una via estramurale, di un nuovo rione e di un cimitero popolare.Infatti nel giro degli ultimi 50 anni le costruzioni si erano raddoppiate. Erano state realizzate costruzioni irregolari con strade strette, tortuose e senza aria. Le case erano accatastate e il perimetro urbano non cresceva. In periferia era tutta una palude. Il piazzale stazione era incurato all’esterno ed era pericoloso per le merci e i mezzi, come ad esempio per trasporto di tufi e merci varie. L’edificio scolastico era insufficiente ai bisogni e si era dovuto tramezzare l’aula magna e c’era l’esigenza di un ampliamento. Occorrevano aule per le scuole secondarie, alloggiate in proprietà private l’Asilo da 40 anni era in locali angusti, privo di giardino. Il cimitero era angusto e non poteva espandersi ad ovest per la natura del suolo e dei venti. Inoltre non era stata aperta né una nuova strada né uno spazio pubblico in 50 anni né era stato piantato un albero a differenza di altri Comuni, né vi erano strade larghe e rettilinee.
Occorreva risanare o trasformare la città per due vie: o con lo sventramento del vecchio sistema o modificando la propria periferia. Per motivi igienici della città e perché si potesse uscire dall’ambiente afoso che opprimeva la città, il sindaco Cassano Marcellino proponeva di cingerla di una via estramurale o corso di circumvallazione che corresse intorno alla città sviluppando un percorso di circa 3 chilometri e mezzo ed una larghezza intorno ai 20 metri che sarebbe stata dotata di una doppia fila di alberi ornamentali. Parte integrante di questa opera sarebbe stato un nuovo rione con accesso da via Luca D’Andrano, tra l’edificio scolastico e l’ex Convento di San Francesco, che sarebbe dovuto sorgere alle spalle dell’edificio scolastico. Si sarebbe costruito un nuovo cimitero, perché il vecchio non si poteva ampliare, utilizzando 5 o 6 ettari a nord est della città, che era una zona depressa e i venti erano meno favorevoli per le esalazioni. L’estramurale non avrebbe attraversato alcun edificio o costruzione tranne gli uffici della Società Elettrica, che sarebbero passati al Comune che li avrebbe rinnovati.
Ciò avrebbe decongestionato il traffico di veicoli e mezzi per la spazzatura e avrebbe permesso il passaggio al pomerio, mancando Gioia di giardini, viali o altri posti di svago. Inoltre si sarebbe potuto spostare in periferia le arti rumorose ed incomode e si sarebbero messi gli attrezzi, i carri bestiame che erano presenti nel centro della città. Si sarebbe potuto costruire, inoltre, un canale collettore della futura fognatura.
In tal modo si sarebbero avuti al lato sud della strada dei suoli edificatori per 35 mila metri quadri, considerati 50 metri a destra e 50 metri a sinistra della strada, per costruzioni atte a contenere oltre 50 mila abitanti. Ciò avrebbe portato ad un ribasso delle pigioni. Si sarebbe potuto costruire delle case operaie. Si sarebbe potuto, in tale zona, costruire l’asilo con giardino, l’edificio scolastico e forse anche una caserma, visto che il Governo più volte aveva chiesto al Municipio se fosse disposto a preparare i locali per alloggiarvi un reparto di truppa, la cui permanenza a Gioia era giustificata da ragioni toponomastiche e strategiche. Si sarebbe potuto pensare anche ad una nuova piazza per pubblici spettacoli o divertimenti e alla creazione di un giardino pubblico. Il nuovo cimitero popolare sarebbe stato solo per inumazione e non sarebbe costato al Comune, che avrebbe potuto vendere suoli e loculi al vecchio cimitero monumentale. Per il Comune era possibile attingere a prestiti statali per la costruzione del cimitero, scuole ed asili.
L’estramurale sarebbe stato realizzato in tre lotti. Il primo, lungo circa 2200 metri, circa la metà dell’opera, partiva da via Cimitero e proseguiva per via Santeramo, via Stazione, giardino Paolo Cassano, orto Fiorentini, via Lagomagno, vecchia estramurale, Provinciale Taranto, Largo della Fiera, fino alla strada provinciale per Noci. Tale tratto era esistente già per 1500 metri circa, occorreva solo ampliarlo in alcuni tratti più angusti. In tal modo si sarebbero ottenute due comode vie d’accesso alla Stazione. Il secondo lotto del progetto si riferiva al nuovo rione. Il terzo lotto riguardava il completamento dell’estramurale da Via Noci a Via Cimitero e l’acquisto di suolo occorrente per l’impianto del nuovo cimitero popolare. Intanto stava per arrivare l’acqua del Sele (a tal proposito si ricorda che il grado di civiltà di un popolo si desume dalla quantità di acqua che esso consuma), per cui per le strade interne non conveniva operare prima di aver costruito la rete per la fognatura. Il Consiglio approvò la proposta e diede incarico all’Amministrazione di presentare un progetto tecnico e finanziario relativo alle opere progettate e sopra esposte.
Il progetto andò in porto solo parzialmente in quanto non ci fu lo sviluppo edilizio e demografico sperato, anche a causa delle due guerre mondiali.
Con l’accresciuta richiesta di nuove abitazioni anche da parte di quei cittadini che abitavano in piccole case indipendenti o in sottani privi di luce e di aerazione e avvertivano la necessità di vivere in abitazioni più confortevoli e sicure dal punto di vista igienico-sanitario, il Comune di Gioia anche a seguito dell’individuazione della zona 167 e della urbanizzazione nella zona ad est del paese, prese atto che la circonvallazione divideva in due la città ed era fonte di continui incidenti stradali, spesso mortali. Questa situazione spinse l’Amministrazione comunale a richiedere all’ANAS di spostare il tracciato della circonvallazione a circa un chilometro ad est del paese, in una zona scarsamente abitata e, seguendo un tracciato tipo autostradale, fosse dotata di svincoli di ingresso in città che consentissero l’accesso in Gioia agli abitanti o ai cittadini che avessero bisogno di fermarsi in città.
Il tronco della nuova circonvallazione con doppia corsia nei due sensi di marcia e spartitraffico centrale, che si diramava all’altezza della Corte dei Sannaci per terminare al limite sud dell’aeroporto militare del 36° Stormo, è stato inaugurato ed aperto alla circolazione a settembre del 1999. La realizzazione del nuovo tracciato richiesto alcuni interventi di alta ingegneria, come lo scavo di una trincea con conseguente abbassamento del livello di un tratto stradale per formare una galleria sulla quale innalzare e poggiare una condotta in acciaio del canale che porta l’acqua dell’Acquedotto Pugliese in direzione Noci.
Un ulteriore tronco di due chilometri in direzione Taranto, teatro di numerosi incidenti stradali a causa della ridotta carreggiata di marcia, è stato completato e aperto al traffico a metà del decennio scorso.
Se da un lato la nuova circonvallazione è servita a ridurre il traffico veicolare pesante in Gioia e il relativo inquinamento atmosferico, anche in presenza nei pressi della vecchia variante di quattro edifici scolastici frequentati da numerosi alunni (Scuola elementare e materna di Via Eva, due scuole dell’infanzia di via Aldo Moro, Scuole Medie Carano e Losapio), dall’altro lato ha ridotto sensibilmente il numero degli automobilisti che nel percorrere la vecchia strada statale si fermavano presso i caseifici locali o gli spacci alimentari di vino primitivo o di altri rinomati prodotti locali per fare scorte o per effettuare una sosta nei locali della ristorazione locale per gustare piatti della nostra gastronomia.
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2 Aprile 2022