La Villa Cassano, ex Milano

Su Via Vicinale Milano a Gioia del Colle, di fronte alla Termosud, oggi Ansaldo Caldaie S.p.a., insiste un villino della fine dell’Ottocento, in origine verosimilmente proprietà della famiglia Milano, come possiamo apprendere da una foto che riporta la seguente scritta: Villino Milano 19-9-’15. Il nome del proprietario del villino, anzi meglio masseria padronale, ha dato […]

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Villino Milano, 15-09-1915

Su Via Vicinale Milano a Gioia del Colle, di fronte alla Termosud, oggi Ansaldo Caldaie S.p.a., insiste un villino della fine dell’Ottocento, in origine verosimilmente proprietà della famiglia Milano, come possiamo apprendere da una foto che riporta la seguente scritta: Villino Milano 19-9-’15.

Il nome del proprietario del villino, anzi meglio masseria padronale, ha dato origine alla denominazione della strada. Infatti parlando di quella via di collegamento che va dalla provinciale per Santeramo, partendo dall’imbocco del casello autostradale, fino all’incrocio con Via Federico II di Svevia, ex statale 100, gli anziani ancora oggi dicono: Sop à Milan, denominazione italianizzata in Sopra Milano, anche nella Carta topografica elaborata dall’Istituto Geografico Militare nel 1949.Sulla facciata di questa dimora era murato un bassorilievo noto come ‘lastra Orsino del Balzo’.

Bassorilievo di Raimondo Orsini del Balzo. Palazzo municipale di Gioia

Il prof. Giovanni Carano Donvito nella didascalia ad una riproduzione della lastra, eseguita dal pittore gioiese Raffaele Van Westerhout nel 1965 e riprodotto sul testo ‘Storia di Gioia dal Colle’(vol. I, pag. 176), riporta: Questo stemma pare risalga al Principe Giacomo del Balzo, succeduto nel 1371 a Filippo II  d’Angiò nel Principato di Taranto, cui successe poi,  verso la fine dello stesso secolo, Raimondello Orsini-Del Balzo, morto nel 1406. Secondo il Losapio fu scolpito dal Primicerio G.  De Rocca (sec. XIV). Un tempo era inserito nella Torre del Balzo, oggi incorporata nel Palazzo Carnevale in Via Canova. Nel rammodernamento di detto Palazzo lo stemma fu asportato e murato sulla facciata della Villa Cassano a 2 Km. dalla città dopo il ponte sulla ferrovia Gioia-Rocchetta S. Antonio.

Sulla Carta d’Italia, foglio di Gioia del Colle, edita dall’Istituto Geografico Militare nel 1949 il nome della villa compare come proprietà della famiglia Cassano.

La masseria, infatti, negli anni successivi alla Grande Guerra fu acquistata dalla famiglia Cassano, che affidò all’architetto Cristoforo Pinto l’incarico di ristrutturarla ed abbellirla.

Si deve alla generosità di un componente della famiglia Cassano, il signor Michele, la cessione gratuita della lastra al Comune di Gioia del Colle, che l’ha sistemata nel palazzo municipale, di fronte all’atro bassorilievo scolpito dal Primicerio Giovanni De Rocca, che rappresenta, tra l’altro, l’Arma Ioe.

Dopo essere stata lasciata in stato di abbandono per alcuni anni, a causa della morte di alcuni componenti della famiglia Cassano, agli inizi del nuovo secolo la Villa fu acquistata da un imprenditore edile di Santeramo che voleva ristrutturarla, probabilmente per rivenderla a qualche cultore di un patrimonio urbanistico del passato e amante della natura, visto che la struttura è immersa in un folto e rigoglioso giardino con specie arboree pregiate.

Purtroppo la morte improvvisa dell’ultimo proprietario non gli ha consentito di portare a termine il suo progetto per cui la Villa attualmente versa in uno stato di abbandono e di degrado.

Villa Cassano in Via Provinciale Milano (foto Mimmo Castellaneta)

La fitta vegetazione maschera la struttura abitativa e non fa apprezzare la bellezza della Villa, alla quale si accede da un cancello metallico sorretto da due colonne merlate a forma di torrione difensivo. Dagli alberi che fiancheggiano il viale di ingresso si intravede l’ottocentesca costruzione. Prima della costruzione è visibile una artistica piccola costruzione con abbozzi di due colonnine sovrapposte che ricalcano la forma dei pilastri posti all’ingresso della proprietà, con porticina ad arco ogivale, sormontato da un frontone che racchiude un bassorilievo raffigurante un volto femminile; segno inconfondibile di una ricca cuccia, similmente a quella meno artistica che si può ammirare nella Villa Colombo, anch’essa un tempo proprietà della famiglia Cassano.

Per l’edificazione dell’intera Villa, su proposta del progettista, sono stati utilizzati blocchi di carparo locale, in gran parte lasciati facciavista, materiale edilizio tipico del territorio gioiese e che fino alla metà degli anni ‘50 era utilizzato per le nuove costruzioni.

Il complesso edilizio si sviluppa in senso orizzontale in tre parti, tra loro collegate senza soluzione di continuità. All’estrema destra è visibile la vera e propria Villa, che costituisce il primo nucleo abitativo e che si eleva su due livelli, con evidenti segni di stile neogotico, come si evince dagli archi di chiusura delle finestre e del portone. Al piano terra sono presenti due bifore e un arco ogivale centrale, mentre al primo piano   possiamo ammirare tre monofore. Tali finestre, che presentano una fine cornice decorativa, ricalcano nella forma il modello utilizzato nella costruzione della chiesa di Santa Lucia, progetto anch’esso dell’architetto Cristoforo Pinto.

Particolare della villa Cassano  abitabile (foto Mimmo Castellaneta)

Sul prospetto al primo piano è visibile una loggia posizionata sull’avancorpo della costruzione che racchiude la porta di accesso all’abitazione. Sia le finestre che la loggetta al primo piano presentano una chiusura con lastre traforate di diversa fattura. Due differenti fregi corrono lungo la zona di raccordo dei due piani: a rettangoli pendenti nella parte bassa e ad archi nella parte alta. Il tetto è completato e abbellito da pregevoli merlature.

Segue sul lato sinistro una muratura di raccordo, alta fino al livello del primo piano, sormontata da fregi a coda di rondine e con un portone ad arco che immette in una piccola corte.

Come in altre masserie e ville sparse nell’agro gioiese, affiancata a questa struttura è ubicata una cappella, che presenta sul prospetto un portale lavorato, un cartiglio sormontato da un decoro architettonico aggettante e ondeggiante, un oculo, che rimanda ad un repositorio utilizzato il Giovedì Santo, una nicchia, che sicuramente racchiudeva la statua di un Santo. Il fastigio della cappella è realizzato dalla confluenza verso il centro di due archi circolari, simili ad un mantello aperto o a due braccia che si spalancano per invitare gli uomini ad entrare in chiesa, struttura  che racchiude una nicchia che certamente doveva contenere l’immagine di un Santo particolarmente caro alla famiglia Cassano. Su quella  base si apre una nicchia più piccola, che contiene verosimilmente l’immagine di un’altra Santa o di una donna appartenente alla famiglia Cassano che aveva voluto la costruzione della cappella. Al di sopra della seconda nicchia si eleva una piccola colonna sul cui capitello è scolpito un uccello; una Croce completa la costruzione la cappella.

Anteriormente la cappella è delimitata da un muretto basso, che forma un piccolo sagrato, mentre sul lato sinistro, in posizione rientrante rispetto al prospetto, è posizionato un piccolo campanile.

Prospetto della Villa con la cappella (foto Mimmo Castellaneta)

L’interno della cappella presenta archi ogivali, un altare policromo con sovrastante nicchia artisticamente lavorata, ma è privo di dipinti, statue ed arredi sacri; il soffitto è decorato e presenta la rappresentazione dello Spirito Santo sotto forma di colomba.

Mentre delle altre cappelle rurali sappiamo a chi erano dedicate, per questa, invece, la mancanza di dipinti o di statue non ci permette di individuarne la denominazione.

La costruzione termina con un altro ambiente monovolume, utilizzato molto probabilmente come stalla e come deposito, con evidenti segni di incompleto restauro.

Adiacente a questa costruzione è presente un altro corpo di fabbrica, anch’esso con uno sviluppo su due livelli, ma di diversi stili, che presenta aperture ad arco a tutto sesto o a sesto acuto. Nel giardino adiacente è presente un artistico pozzo in pietra, intorno al quale è fiorita una leggenda.

Infatti anche su questa Villa si tramandano alcune dicerie, tra cui quella di essere annoverata come ‘la casa degli spiriti’, poiché si narra di voci che si udivano di notte, di porte e finestre che sbattono, di una fanciulla caduta nel pozzo, di fenomeni apparentemente inspiegabili che si verificavano in questa proprietà.

Secondo alcuni anche la mancata conclusione del restauro della struttura, a causa dell’improvvisa morte del proprietario, sembrerebbe sia dovuta alla presenza di qualche … spirito!

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22 Aprile 2021

  • Scuola di Politica

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