La festa di Sant’Antonio di Padova a Gioia del Colle

Il 13 giugno si celebra il dies natalis di Sant’Antonio di Padova. In realtà bisognerebbe chiamarlo Sant’Antonio di Lisbona, città nella quale nasce nel 1195 anche se muore il 13 giugno 1231 a Padova. Il suo nome era Fernando di Buglione. Invitato a partecipare insieme ad altri francescani al Capitolo generale dei frati minori  ad […]

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Statua lapidea di Sant’Antonio nella Chiesa di San Francesco

Il 13 giugno si celebra il dies natalis di Sant’Antonio di Padova.

In realtà bisognerebbe chiamarlo Sant’Antonio di Lisbona, città nella quale nasce nel 1195 anche se muore il 13 giugno 1231 a Padova. Il suo nome era Fernando di Buglione.

Invitato a partecipare insieme ad altri francescani al Capitolo generale dei frati minori  ad Assisi, ha modo di ascoltare san Francesco a Santa Maria degli Angeli. Dopo aver vissuto per circa un anno e mezzo nell’eremo di Montepaolo, nel Comune di Vodavola (FC), su mandato dello stesso Francesco, comincerà la predicazione evangelica dapprima in Romagna, poi nell’Italia settentrionale e successivamente in Francia. L’ eremo di Vodavola è dedicato a Sant’Antonio di Padova e costituisce il più importante santuario antoniano dell’Emilia-Romagna. Nel 1227, continuando la sua attività di predicazione, diventa provinciale dell’Italia settentrionale. Il 13 giugno 1231 mentre si trovava a Camposampiero in provincia di Padova, sentendosi male, chiede di rientrare a Padova, dove vuole morire nel convento dell’Arcella. Il santuario Antoniano dell’Arcella, conosciuto popolarmente come Sant’Antonino, situato nell’omonimo quartiere settentrionale della città di Padova, è il luogo di culto cattolico al cui interno si conserva la cella dove spirò sant’Antonio il 13 giugno 1231.

Statua di Sant’Antonio nella Chiesa di San Francesco

Il culto per Sant’Antonio a Gioia è molto forte ed è attestato anche dall’onomastica che ritroviamo frequentemente in paese; il nome Antonio lo troviamo da solo o associato a quello di altri Santi, come Vito, Marco, Giuseppe.

A  Gioia del Colle registriamo la presenza di una Chiesa di Sant’Antonio, con annesso Convento, nota anche come Chiesa del Crocifisso.

La presenza di una Cappella  intitolata a Sant’Antonio viene citata negli Ordini della Santa Visita dell’arcivescovo di Bari Mons. Giulio Cesare Riccardi, nel 1593.

Padre Diego da Lequile nella sua Relatio Historica precisa che il Convento di S. Antonio a Gioia del Colle sorse in conseguenza dell’entusiasmo popolare per i figli di S. Francesco della Serafica Riforma. Secondo le Note dei Conventi del 1646, la Relatuo Historica del 1647 e l’epigrafe incisa sull’architrave della chiesetta di S. Antonio, la fondazione iniziò ad ottobre del 1633.

In una Nota del 1664 si legge che il 18° Convento di Puglia  è quello di Sant’Antonio costruiti fuori le mura della città di Jovia della Diocesi di Bari, il cui sigillo è l’immagine integra di Sant’Antonio di Padova con il fanciullo Gesù  nella destra e un giglio nella sinistra.

Quando i padri Riformati Francescani decidono di  erigere il Convento, in un documento del 1634  dichiarano di aver risarcito una Cappella diruta situata fuori di detta terra fundata nel luogo detto Sant’Antonio. Sull’altare della seconda cappella  di sinistra della Chiesa è presente una tela raffigurante Sant’Antonio di Padova, databile intorno al 1640, quindi quello citato nella nota del 1664.

Un altro affresco, presumibilmente del XVIII secolo, che raffigura Sant’Antonio è presente  nel chiostro del Convento, sul lato est.

Gioja dalla Carta Generale del Regno di Napoli del 1810

Dalla Carta Generale del Regno di Napoli incisa dal Guerra nel 1810 e in una carta topografica del 1873 fuori le mura  della città di Gioja è segnato un territorio denominato S. Antonio.

Come mai dal secolo scorso la festività di sant’Antonio non viene più festeggiata nella Chiesa di Sant’Antonio, ma in quella di San Francesco?

Le motivazioni potrebbero essere molteplici. Probabilmente perché la Chiesa di Sant’Antonio era ubicata alla periferia del paese e non aveva una statua  del Santo da portare in processione, ma solo una tela raffigurante il Santo, a differenza della Chiesa di San Francesco che ne aveva due, una più antica in materiale lapideo ed un’altra, più moderna, molto più leggera, che viene portata in processione il giorno della sua festività.

Inoltre nel 1865 Chiesa e Convento di Sant’Antonio passarono in possesso del Demanio, anche se due anni dopo, nel 1867, il Comune di Gioia chiese di ottenerli per sé per utilizzare: il Convento come sede dell’Asilo d’Infanzia e per ampliare l’Ospedale civico Paradiso e la Chiesa per riaprirla al culto a proprie spese.

Non è da sottovalutare che la Chiesa di San Francesco è ubicata nel centro del paese e che il Santo di fu quasi un maestro e un modello per Sant’Antonio, che fu anche contemporaneo del fondatore dell’Ordine francescano. Nel 1219 fu ordinato prete e l’anno successivo, nel 1220 rimase colpito dall’arrivo a Coimbra dei corpi di cinque frati francescani, i quali erano andati in Marocco a predicare per ordine di San Francesco e lì erano stati decapitati. Chiese di entrare nel romitorio dei frati Minori e cambiò il suo nome in Antonio.

Tela raffigurante Sant’Antonio. Chiesa di Sant’Antonio

Di seguito riporto la ricerca su Sant’Antonio, effettuata dal nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli.  La festa di Sant’Antonio da Padova a Gioia del Colle.

La festa liturgica di Sant’Antonio da Padova fu introdotta a Gioia del Colle dai Frati Riformati Zoccolanti, officianti ed operanti nel Convento di sant’Antonio sito sul poggio dell’antica via di San Marco, in seguito trasformato in ospedale cittadino. La festa prevedeva la tredicina, la Santa Messa solenne in mattinata, con la distribuzione del pane benedetto dei poveri. Al termine delle azioni liturgiche, si svolgeva la processione con il quadro e le reliquie. La processione percorreva l’attuale via Ricciotto Canudo e seguiva il tracciato viario extra murale, con la benedizione alle quattro tempora e la sosta nella Chiesa di San Francesco di Assisi, per partecipare alla mensa dei poveri. Nel pomeriggio si effettuava il panegirico del Santo ed in serata ripartiva la processione di ritorno al Convento, illuminata dalle fiaccole. I monaci portavano a spalle il quadro inserito in un tronetto  ed a turno portavano tra le mani un prezioso ostensorio con le reliquie.

I Padri Riformati avevano introdotto la pia pratica devozionale dei tredici Martedì dedicati al Santo di Lisbona. Secondo la tradizione il Convento riformato sorgeva sui resti di una cappella rupestre dedicata a Sant’Antonio da Padova. I monaci del Convento francescano ricambiavano l’omaggio devozionale in occasione della festa di San Francesco d’Assisi. Con la partenza dei Padri Riformati Zoccolanti la festa di Sant’Antonio da Padova venne officiata nella chiesa di San Francesco d’Assisi, dove si realizzava la tredicina e la processione della statua in pietra del Santo, opera di Stefano da Putignano, issata su un carro trainato da quattro buoi. La processione percorreva il tracciato viario extra murario, sostando poi nel Convento di Sant’Antonio per la benedizione solenne e il bacio delle reliquie. Infine la pesante statua del Santo veniva riportata nella  Chiesa di San Francesco d’Assisi. In questa occasione si poteva bere e conservare l’acqua benedetta del pozzo, presente nell’antica piazza Plebiscito. Per alcuni anni l’immagine sostava anche presso il Convento domenicano o presso la Cappella di San Rocco. Con il tempo la statua lapidea venne dimenticata e non più utilizzata a causa della sua pesantezza e pericolosità. Pertanto il quadro del Santo veniva portato dal Convento di Sant’Antonio a quello  di San Francesco e qui restava per tutto il periodo dei festeggiamenti ed in occasione dell’ottavo giorno dopo la festa, veniva riportato nel Convento di Sant’Antonio.  Dopo molto tempo dalla partenza dei Frati Francescani, i devoti in accordo con il clero e la Confraternita del Sacro Monte del Purgatorio, commissionarono una statua lignea del Santo, utilizzata per la peregrinatio votiva, per scongiurare le discordie cittadine. I festeggiamenti antoniani si concludevano con la festa minima dell’ottava che prevedeva l’allestimento della nicchia presso Largo Sannelli. Anticamente la festa dell’ottava veniva svolta anche presso la Chiesa rurale di San Donato, appartenente ai Francescani,  dove si conservavano le immagini di Sant’Antonio da Padova e San Francesco di Assisi.  Nel tempo la festa esterna di Sant’Antonio di Lisbona, si è ridotta solo a quella liturgica in Chiesa. In tempi recenti la Confraternita del Purgatorio ha ripristinato la festa esterna, con il programma liturgico proprio, la dedicazione dei tredici Martedì e la processione del Santo, con l’immagine lignea, anche con l’utilizzo iniziale di un carro moderno con trattore, nel territorio intra parrocchiano della Chiesa di Santa Lucia, in cui è inserita  la rettoria conventuale di San Francesco di Assisi. Per alcuni anni si è assistito anche al ripristino della festa minima dell’ottava, curata privatamente.

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13 Giugno 2020

  • Scuola di Politica

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