La festa di Santa Maria Maddalena a Gioia

  Il culto di S. Maria Maddalena a Gioia del Colle era operante nell’omonima cappella sita nella prima traversa di Corso Vittorio Emanuele. Singolare è la presenza a Gioia di tale cappella, che risalirebbe probabilmente al secolo X e che ci rimanda al mondo bizantino ed ebraico. Il nome Maddalena è legato all’ebraico Magdala, cittadina […]

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Interno della Chiesa di Santa Maria Maddalena

Il culto di S. Maria Maddalena a Gioia del Colle era operante nell’omonima cappella sita nella prima traversa di Corso Vittorio Emanuele. Singolare è la presenza a Gioia di tale cappella, che risalirebbe probabilmente al secolo X e che ci rimanda al mondo bizantino ed ebraico. Il nome Maddalena è legato all’ebraico Magdala, cittadina nei pressi del lago di Tiberiade, località nota anche come Genezaret. Anche la tecnica edificatoria della cappella, che utilizza per gli affreschi e per le murature moduli costruttivi tipici dei bizantini, ci rimanda a influenze orientali. Come mai il culto di quella Santa a Gioia?

Se analizziamo il culto della Santa, vissuta nel territorio ebraico, e operante a Gioia, si potrebbe pensare ad una importazione effettuata da Ebrei o da bizantini.

Maria Maddalena, vissuta in un territorio un tempo abitato dagli Ebrei, è una santa il cui culto nacque verso l’880, quando il monaco Badilone portò in Europa dalla Giudea delle reliquie della Santa, culto che poi si sviluppò a Vérzelay, in Francia, nel secolo XI.La Puglia è stata una terra di transito e di sosta sia per i Crociati che per i pellegrini che attraverso la Via Francigena si recavano in Terra Santa’, in particolare a Gerusalemme, ma anche per i Cavalieri di Malta, che erano titolari di alcune proprietà terriere nel nostro Comune ed avevano una sede a Gioia, dove avevano costruito un Ospitale per soccorrere i pellegrini in transito.

E’ probabile, quindi, che da Bari o da Taranto, dove si erano insediate colonie di Ebrei, spostandosi nelle due direzioni lungo la cosiddetta via Consolare, alcuni Ebrei si siano stabiliti a Gioia, al centro delle due città maggiori, diffondendo i culti orientali, tra cui quello di S. Stefano e di S. Maria Maddalena, santi ebraici, e le tecniche costruttive orientali, utilizzate per l’erezione della chiesa di S. Maria Maddalena.

Di seguito riporto due ricerche effettuate dal nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli, cultore di storia religiosa del nostro paese.

Santa Maria Maddalena. 22  luglio.

Papa Gregorio Magno e la Chiesa latina hanno identificato Maria di Magdala, da cui Maddalena,  con tre figure femminili: la donna che, liberata da sette demoni, seguì Gesù in diversi viaggi, la peccatrice che gli unse il capo e piedi con un balsamo profumato e fu perdonata dei suoi peccati, ed infine Maria di Betania, sorella di Marta e Lazzaro. Presente sul Calvario, fu una di quelle donne che portarono gli unguenti per il seppellimento di Gesù e fu la prima ad avvertire gli Apostoli che il sepolcro era vuoto.  Tornando nel giardino, vide gli Angeli nel sepolcro e parlò con loro,  riconoscendo il Cristo resuscitato.  La tradizione orientale vuole che Maria Maddalena sia morta ad Efeso, invece la tradizione occidentale, accreditata storicamente, vuole che insieme a Marta e Lazzaro, siano giunti per mare in Francia ed abbiano evangelizzato la Provenza, dove attualmente è sepolta. Viene sempre ritratta con i lunghi capelli rosso-bruni che ricoprono le sue nudità e con un vasetto di profumo in mano. Recenti scavi archeologici hanno  riportato alla luce l’antica  ricca città di Magdala, nella cui Sinagoga la Maddalena incontrò per la prima volta Gesù.

Nuove fonti storiche recenti hanno potenziato la figura di Maria di Magdala, nobile e ricca donna, che, mettendosi al completo servizio di Gesù, divenne l’Apostola degli Apostoli, in un periodo storico in cui la donna non era considerata e rispettata.

La festa di Santa Maria Maddalena a Gioia del Colle. 22 luglio.

Pianta della Chiesa di S. Maria Maddalena

Anticamente a Gioia del Colle la festa liturgica di Santa Maria Maddalena, compatrona di Francia, era suffragata dai presidii militari francesi e dalle famiglie di origine francofona. La festa si celebrava presso un’antica  chiesa, costruita fuori le mura cittadine, ora inesistente, dedicata alla Santa ed ubicata nei pressi dell’attuale Chiesa parrocchiale di Santa Lucia, costruita su una preesistente chiesa rurale, sulla via per Santeramo in Colle. In questa zona, oltre alla Chiesa di Santa Maria Maddalena, erano presenti altri tre edifici di culto. In particolare la Chiesa dedicata a Santa Sofia Vedova di Milano, la Chiesa dedicata a San Lorenzo Diacono e Martire e la Chiesa dedicata a Santa Lucia Vergine e Martire. Nella Chiesa si conservavano le reliquie ossee e del manto e c’era una statua in pietra della Santa, opera di Stefano da Putignano, in seguito sostituita da un quadro ed attualmente introvabili. La festa prevedeva un pellegrinaggio e la celebrazione della Santa Messa solenne svolta all’alba, in ricordo  della visita fatta dalla Santa, presso il sepolcro di Gesù, testimoniando per prima la Sua resurrezione. Al termine  della Santa Messa si assisteva alla processione della statua lapidea della Santa, issata su un carro trainato da due buoi ed accompagnato da fanciulle che  indossavano un nastro rosso intorno alla testa. La processione entrava in città,  scortata dai Francesi e dopo aver sfilato con difficoltà per le vie strette del borgo antico, sostava in Chiesa Madre, per il panegirico dedicato alla Santa. Nel pomeriggio si assisteva in Chiesa Madre al rito purificatore delle pubbliche  penitenti, con la triplice benedizione con acqua santa e cenere. Le donne che volevano rinascere a vita pura o consacrata venivano benedette e cambiavano il nastro rosso, indossando  sulla testa un nastro bianco. In questa occasione le madri purificavano le proprie figlie, propiziando una vita onorata e virtuosa.  Le donne che si consacravano al Signore, esprimevano l’impegno laico pubblico di fedeltà alla Chiesa. In serata dopo aver acceso quaranta piccoli falò, una per ogni ora trascorsa da Gesù nel sepolcro, si assisteva alla processione di ritorno della statua della Santa sul carro, con fiaccolata, accompagnata dalle fanciulle festanti, con i nastri bianchi. Particolare era la vendita a basso costo dei profumi, degli unguenti e delle spezie. Suggestivi erano gli spostamenti della statua lapidea per i vari rituali, non privi di pericoli. Nel tempo la processione venne soppressa e con la demolizione della  chiesa extra moenia, la festa fu trasferita inizialmente nella Chiesa dell’Addolorata in via Bartolomeo Paoli,  con la sola processione del quadro nel borgo antico.  Dopo la sconsacrazione della Chiesa dell’Addolorata, la festa fu trasferita in Chiesa Madre, dove il quadro danneggiato, venne sostituito impropriamente da una statua in cartapesta leccese della scuola del Manzo, che non raffigurava la Maddalena, ma rappresentava la Vergine Addolorata.  In Chiesa Madre si svolgevano gli offici liturgici e la processione pomeridiana per le vie  dell’anello extra murario cittadino. Questa statua, che a sua volta aveva sostituito quella dell’Addolorata a manichino, danneggiata e propria della Matrice,  dopo la soppressione della festa veniva posta , il Venerdì Santo, ai piedi  del Crocifisso a destra sull’altare maggiore, dopo la visita pietosa della  statua dell’Addolorata della Chiesa Rettoria di San Francesco d’Assisi. Dopo la soppressione della seconda processione dell’Addolorata della Chiesa di San Francesco d’Assisi, il Venerdì Santo, la statua della presunta Maddalena ovvero l’Addolorata della Chiesa Madre,  è stata collocata nella Chiesa del Cimitero comunale. Dopo le guerre mondiali, la festa dell’Apostola di Gesù venne gradualmente ridimensionata ed infine completamente dimenticata.

Il culto moderno di Santa Maria Maddalena.

Tracce moderne del culto di Santa Maria  Maddalena erano presenti nella Chiesa Rettoria di San Rocco anche in riferimento penitenziale ai riti della Settimana Santa, la cui immagine era esposta in occasione della processione dei Sacri Misteri Dolorosi con la Via Crucis, il Venerdì ed il Sabato Santo.

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22 Luglio 2020

  • Scuola di Politica

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