La Costituente Democratica Progetto per la Città a Gioia del Colle

Non potremmo comprendere le motivazioni della nascita di un movimento civico, come la Costituente Democratica Progetto per la Città, senza calarla nel clima storico che l’ha generato. Il 1993 per Gioia del Colle è stato un annus horribilis, un anno da dimenticare, non solo dal punto di vista amministrativo, ma anche per gli strascichi che […]

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Logo della Costituente Democratica Progetto per la Città

Non potremmo comprendere le motivazioni della nascita di un movimento civico, come la Costituente Democratica Progetto per la Città, senza calarla nel clima storico che l’ha generato.

Il 1993 per Gioia del Colle è stato un annus horribilis, un anno da dimenticare, non solo dal punto di vista amministrativo, ma anche per gli strascichi che convolsero il paese per varie vicende poco liete.

Un primo segnale negativo si ebbe subito verso la metà di febbraio, allorquando, a causa di disfunzioni e disservizi dell’Ufficio Tecnico comunale, un gruppo di ingegneri e di geometri organizzarono una forte protesta nei confronti dell’Amministrazione comunale.

Il 28 maggio l’autoparco dei Carabinieri, alloggiato nei box sottostanti il palazzo che ospita il Centro operativo INPS di Gioia in Piazza Plebiscito, fu interessato da un incendio, presumibilmente di origine dolosa.

Dulcis in fundo il 15 luglio il Consiglio comunale venne sospeso. Il Prefetto Corrado Catenacci nominò tre Commissari a reggere la Straordinaria Amministrazione del Comune.Il 20 agosto si verificò un attentato al comandante della Compagnia dei Carabinieri di Gioia, il capitano Mauro Pompei, ferito ad una gamba da un colpo di arma da fuoco.

Il 7 settembre viene pubblicato il decreto di scioglimento del Consiglio comunale di Gioia, firmato da Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.

Riporto la relazione del Ministro dell’Interno in data 6 settembre 1993.

Il consiglio comunale di Gioia del Colle (Bari), rinnovato nelle consultazioni elettorali del 12 maggio 1991, presenta fenomeni di infiltrazione della criminalità organizzata.

Invero il Prefetto di Bari, con rapporto del 23 luglio 1993, integrato con relazione del 30 agosto 1993, ha evidenziato che risultano collegamenti, diretti ed indiretti, di alcuni amministratori con la criminalità organizzata locale, che compromettono l’imparzialità degli organi elettivi ed il buon andamento dell’amministrazione comunale di Gioia del Colle.

In particolare, indagini condotte dai competenti organi hanno rilevato la presenza di una preoccupante infiltrazione della malavita nel tessuto sociale della zona e un progressivo inserimento di una componente criminale nella vita politica e amministrativa del Comune.

Il verificarsi, a partire dal 1991, di vari episodi delittuosi a carattere tipicamente intimidatorio, consistenti in attentati dinamitardi ed incendiari compiuti ai danni di amministratori in carica, evidenzia un clima di imbarbarimento della vita politica del Comune, finalizzato ad alterare il meccanismo della libera e democratica gestione della cosa pubblica.

Tra gli altri, si segnalano l’aggressione e l’attentato dinamitardo subito  dall’attuale sindaco  e l’incendio della autovettura del vice comandante dei vigili urbani, nonché il danneggiamento, in data 23 marzo 1993, di un tendone di proprietà di Longo Angelo,  attuale assessore e già presidente della cantina sociale,  per la cui gestione personalistica e fallimentare il predetto è stato rinviato a giudizio dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Bari, per aver falsificato bilanci e distratto fondi per fini extra sociali.

Con tali sistemi la criminalità organizzata ha creato connivenze e collusione con gli amministratori locali per piegarne le scelte di gestione a fini contrastanti con gli interessi pubblici.

Il Prefetto di Bari, Corrado Catenacci

Inequivocabile elemento di contiguità con la criminalità organizzata è la vicenda relativa alla costituzione ed espansione di una società di fatto facente capo al noto pluripregiudicato Vito Stasolla, operante nel settore dei servizi che si è aggiudicata, in più occasioni, con procedure illegittime, appalti del Comune per lavori presso la villa comunale e che ha ottenuto altresì la concessione di un chiosco di ristorazione nei pressi del locale ospedale. Il titolare della predetta società, avente alle dipendenze altri malavitosi, ex detenuti del luogo, si è reso responsabile unitamente ad un altro pregiudicato della citata aggressione commessa ai danni dell’attuale sindaco.

Con lo strumento dell’assegnazione degli appalti ai pregiudicati gli amministratori perseguono la finalità di controllarli e renderli manovrabili per i propri interessi. Detto scopo sottenderebbe alla costituzione della ditta ‘General Service S.r.l.’ rappresentata da Angelo Lippolis, che da indagini ancora in corso risulterebbe sorta per volere di alcuni amministratori al fine di gestire numerosi appalti pubblici in vari settori quali l’ecologia, l’igiene ambientale, l’impiantistica, le ristrutturazioni e altresì per controllare la malavita locale, con la possibilità di investire capitali provenienti da attività illecite. Risulta che il citato Angelo Lippolis intrattiene stretti rapporti con elementi appartenenti alla criminalità organizzata, in quanto lo stesso, in più circostanze, ha fatto lavorare presso la propria ditta pregiudicati del luogo.

La citata ‘General Service S.r.l.’ ha ottenuto dal Comune un appalto per lavori di rifacimento della segnaletica stradale ed un altro per la potatura degli alberi, concessi a trattativa privata in quanto considerati lavori urgenti, nonché il subappalto per lavori di ristrutturazione del macello comunale, il cui appalto è stato aggiudicato ad una ditta della provincia di Catania.

Evidente segnale della contiguità tra gli ambienti malavitosi e l’amministrazione di Gioia del Colle è l’assidua presenza, all’interno della casa comunale, di appartenenti alla criminalità locale ed a quella di Comuni limitrofi, in particolare in occasione di importanti sedute del consiglio comunale.

La contiguità tra amministratori locali ed ambienti delinquenziali trova ulteriore conferma nel fatto che alcuni appartamenti di proprietà comunale, per altro più volte ristrutturati a spese dell’amministrazione, sono, da tempo occupati da pregiudicati del luogo.

La credibilità e la fiducia della comunità nell’attuale amministrazione è stata ulteriormente compromessa dall’avvio di numerose indagini di polizia giudiziaria che vedono coinvolti esponenti di rilievo della citata amministrazione o persone ad essi collegate, per reiterare violazioni di legge connesse, in particolare, all’espletamento di gare d’appalto, all’illegittimo rilascio di concessioni edilizie, alla sottrazione di considerevoli somme di danaro, costituenti proventi contravvenzionali, alla gestione fallimentare della cantina sociale ed alla riscontrata presenza di ingenti spese fuori bilancio.

La presenza di organizzazioni criminali nel territorio del comune di Gioia del Colle ha ingenerato grave allarme nella popolazione anche a seguito dei gravi attentati dinamitardi compiuti nei confronti della locale compagnia dei carabinieri; in particolare, in data 29 maggio 1993 un incendio di presunta origine dolosa ha distrutto l’autoparco della predetta compagnia e successivamente,  in data 20 agosto, è stato teso un agguato di stampo mafioso al capitano, autore di molte indagini giudiziarie e di rapporti riservati sulle attività degli amministratori e sui loro collegamenti con pregiudicati locali, profondo ed acuto conoscitore della realtà del luogo.

Anche la burocrazia comunale risulta caratterizzata da una conduzione clientelare ed affaristica, che concorre ad alimentare lo sconcertante intreccio politica-malaffare-criminalità organizzata, che trova conferma  nei numerosi rapporti dei competenti organi, in cui sono implicati in una singolare commistione amministrativa, delinquenti, imprenditori ed impiegati come componenti di un unico sistema criminale il cui obiettivo è quello di utilizzare la pubblica amministrazione per il proprio esclusivo tornaconto.

Il clima di grave condizionamento e degrado in cui versa il consiglio comunale di Gioia del Colle, la cui libera determinazione risulta contigua agli interessi delle locali organizzazioni criminali, la palese inosservanza del principio di legalità nella gestione dell’ente e l’uso distorto della cosa pubblica, utilizzata per il perseguimento di fini estranei al pubblico interesse, hanno minato ogni principio di salvaguardia della sicurezza pubblica e, nel compromettere le legittime  aspettative della popolazione ad essere garantita nella  fruizione dei diritti fondamentali, hanno ingenerato diffusa sfiducia nella legge e nelle istituzioni da parte dei cittadini.

Il Ministro dell’Interno, Nicola Mancino

Da quanto sopra esposto, emerge l’esigenza dell’intervento dello Stato mediante provvedimenti incisivi in direzione dell’amministrazione di Gioia del Colle, caratterizzata da costanti collegamenti, diretti ed indiretti, tra amministratori e criminalità organizzata che condizionano la libera determinazione degli stessi, inficiano il buon andamento dell’Amministrazione ed il regolare funzionamento dei servizi alla medesima affidati.

Il Prefetto di Bari, ai sensi dell’art. 1, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1991, n. 221, ha dato avvio alla procedura di scioglimento del consiglio comunale di Gioia del Colle, con la citata relazione, disponendone, nel contempo, con provvedimento n. 4241/134/GAB, del 15 luglio 1993, la sospensione, con la conseguente nomina di una commissione per la gestione del comune.

Ritenuto, per quanto esposto, che ricorrano le condizioni indicate nell’art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1991, n. 221, che legittimano lo scioglimento del consiglio comunale di Gioia del Colle (Bari), si formula rituale proposta per l’adozione della misura di legge.

Roma 6 settembre 1993 Il Ministro dell’Interno: Mancino.

A seguito di questa relazione viene pubblicato il successivo Decreto del Presidente della Repubblica.

Scioglimento del consiglio comunale di Gioia del Colle. Il Presidente della Repubblica Visto che il consiglio comunale di Gioia del Colle (Bari), rinnovato nelle consultazioni elettorali del 12 maggio 1991, presenta forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata, rilevate dalla relazione inoltrata dal Prefetto di Bari; Constatato che  tali forme di condizionamento compromettono la libera determinazione dell’organo elettivo ed  il buon andamento dell’amministrazione  comunale di Gioia del Colle, nonché il regolare funzionamento  dei servizi alla medesima affidati, determinando la deviazione dell’amministrazione locale dai criteri di legalità; Constatato, altresì,  che la permeabilità dell’ente ai condizionamenti esterni della criminalità organizzata arreca grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svilimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilità degli organi gestionali; Ritenuto che, al fine  di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell’amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento degli organi ordinari del comune di Gioia del Colle, per il ripristino dei principi democratici e di libertà collettiva; Visto l’art. 1 del decreto-legge 31 maggio 1991, n. 164, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 luglio 1991, n. 221; Vista la proposta del  Ministro dell’Interno, la cui relazione è allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 7 settembre 1993; Decreta: Art. 1  Il Consiglio comunale di Gioia del Colle (Bari) è sciolto per la durata di diciotto mesi. Art. 2 La commissione straordinaria per la gestione dell’ente esercita, fino all’insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonché ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.

Il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro

La commissione straordinaria per la gestione dell’ente è composta da: Vocino dott. Giuseppe, vice prefetto ispettore; Basta dott. Ubaldo, generale di brigata dei carabinieri in ausiliaria; Marzano dott. Luciano, direttore di sezione di ragioneria.

Dato a Roma, addì 10 settembre 1993  Scalfaro, Ciampi , Presidente del Consiglio dei Ministri, Mancino, Ministro dell’Interno.

Come si vede da queste documentazioni, viene dipinto un quadro fosco del Comune di Gioia, che però presenta almeno tre inesattezze e che, a procedimenti conclusi, non hanno prodotto gli esiti consequenziali previsti dalle citate relazioni.

A quelle date il rinvio a giudizio dell’ex sindaco Angelo Longo non era stato ancora deciso; la licenza del chiosco di ristorazione fu rilasciata dal Commissario Prefettizio dell’epoca dott. Varratta, con delibera n. 993 del 25/9/1986; la trattativa privata per la potatura degli alberi era stata riconosciuta del tutto fondata da una sentenza della magistratura (giudice  Sabatelli) del 15/02/1993 che aveva assolto gli imputati perché il fatto non sussisteva.

È pur vero che il 7 novembre l’ex sindaco Angelo Longo e gli ex assessori Giuseppe Pace e Domenico Curione vengono arrestati con l’accusa di concussione, mentre avvisi di garanzia pervennero ad amministratori e membri della Commissione edilizia, ma la quasi totalità degli inquisiti sarà prosciolta qualche anno dopo.

La Straordinaria Amministrazione del Comune durò due anni fino alla data di indizione dell’elezione del nuovo Consiglio comunale.

Più volte si è cercato di cancellare questo marchio d’infamia da Gioia del Colle, visto che le indagini e l’evolversi delle investigazioni non confermarono completamente le presunte tesi accusatorie.

A causa di una ordinaria amministrazione del Comune e ad una stasi della vita politica e sociale del nostro paese, alcuni cittadini, animati dall’amore per Gioia e memori del fulgido passato della città, che era diventata punto di riferimento per i paesi limitrofi, per operosità e per capacità in molti settori, decise di impegnarsi in prima persona per risollevare le sorti di Gioia, dando vita ad un movimento civico.

La Costituente Democratica nasce appunto in questo clima particolare della vita gioiese. È un movimento civico politico sorto nel 1994 con lo scopo di riportare Gioia del Colle da cenerentola tra le 100 città d’Italia al ruolo di città guida che all’indomani dell’Unità d’Italia e per decenni aveva esercitato.

Pubblicità per le elezioni del 1995

Questa motivazione è espressa nel logo del movimento, che è costituito da un labirinto in cui sono racchiusi alcuni cittadini di ambo i sessi, che rappresentano i gioiesi immersi in uno scenario senza via di scampo, ai quali viene offerto il percorso da seguire per uscire dal labirinto, segnato da una linea rossa. Si tratta di un linguaggio metaforico per significare che la Costituente Democratica con il suo Progetto per la Città vuole offrire ai gioiesi la chiave per uscire dal labirinto in cui si era cacciato per un immediato ritorno ad una vita normale.

Per Statuto Costituente Democratica è una coalizione di democratici aperta a tutti coloro che volevano contribuire attivamente a costruire una ipotesi di futuro e di sviluppo della città, fondata sui valori della pace, della giustizia, della salvaguardia dell’ambiente e della solidarietà, in un’area di riferimento che comprende esperienze e forze ambientaliste, laiche, del cattolicesimo sociale e della sinistra democratica.

Con La Costituente Democratica si è avviata una nuova stagione politica, che potremmo definire la ‘nuova primavera gioiese’ non solo perché ha iniziato ad operare in primavera, ma anche per il risveglio avviato in ogni settore della vita cittadina.

Ho avuto l’onore e l’orgoglio non solo di par far parte del movimento, ma di essere impegnato in prima persona nella gestione amministrativa di Gioia del Colle, dapprima come consigliere comunale e successivamente in qualità del Presidente dello stesso Consiglio Comunale.

Per realizzare il sogno di riportare Gioia al buon governo della cosa pubblica la Costituente Democratica, partendo da gruppi di lavoro articolati sui bisogni indispensabili per i cittadini, nel 1994 elaborò un dettagliato programma definito in diversi punti:

-Assetto organizzativo e finanziario del Comune

-AMIU

-territorio e ambiente

-politiche giovanili

-politiche occupazionali e sviluppo economico

-cultura, scuola e sport.

La bozza di programma fu condivisa dalle altre tre liste (Partito Democratico della sinistra, Partito Comunista, Popolari) della coalizione e fu presentata agli elettori, chiamati a rinnovare il Consiglio comunale di Gioia il 23 aprile1995.

Brochure contenente il Progetto della Costituente Democratica

La Costituente Democratica ottenne quattro consiglieri (Giorgio Gasparre, Francesco Giannini, Antonio Lippolis e Leo Petrera) e due assessori (Filippo De Bellis e Pino Dentico) e il sindaco (Sergio Povia).

Durante i primi quattro anni del mandato amministrativo la Costituente Democratica ha contribuito alla rinascita della città, come testimoniano:

-La presenza di Gioia nel Comitato provinciale Euro

-la istituzione della sede distaccata della Camera di Commercio

-il conseguimento del Premio Montecelio per la comunicazione, dato al Comune nel 1999.

Inoltre la Costituente Democratica ha contribuito alla realizzazione del programma della coalizione ed in particolare:

-Ripianamento del deficit comunale di 14 miliardi di lire, con un avanzo di amministrazione al 31/12/1998 di lire quattro miliardi 712 milioni da utilizzare nel 1999

-apertura del nuovo plesso della Carano, del Mercato Coperto, del Teatro Comunale

-sistemazione di strade, piazze (S. Filippo Neri e Dalla Chiesa), giardini (Paolo VI e Piazza Pinto), marciapiedi, ecc.

-ristrutturazione degli immobili AMIU, del Macello, degli edifici ex IPAB (accanto all’ospedale), del Liceo classico, della Scuola Media Losapio.

-completamento del 5° lotto del Cimitero e del Campo Sportivo

-avvio dei lavori del Palazzetto dello Sport

-valorizzazione del Centro Storico (arredi in via V. Emanuele e Le Torri)

-approvazione PIP, PPA e PRU

-approvazione piani di insediamento produttivi D1 e D2

-approvazione Patto Territoriale

-recupero evasione TARSU e ICI con conseguente riduzione delle imposte

-servizi alle persone anziane e assistenza domiciliare, progetto Pegaso per i portatori di handicap

-ridefinizione della pianta organica

-attivazione dell’ufficio Informagiovani e relazioni con il pubblico.

Durante questo mandato, testimonianza del non attaccamento alla poltrona, a metà mandato c’è stato un avvicendamento di Consiglieri, anche per dare modo ad un maggior numero di persone di misurarsi con l’esperienza diretta amministrativa.

In coerenza  con i suoi fini, quali quello di favorire la partecipazione democratica  delle cittadine  e dei cittadini alla vita pubblica, la Costituente Democratica  a più riprese  ha proposto dei cicli di incontri  e dibattiti, tenuti nella Sala De Deo, finalizzati all’approfondimento degli aspetti della vita amministrativa e degli orientamenti politici generali. A fronte delle incertezze, dei progetti di secessione, della confusione tra diritti e privilegi,  della rottura della solidarietà, era necessario   riprendere la parola. riascoltarsi reciprocamente. costruire insieme la città affrontando percorsi inediti dove i valori occupano il primo posto. Infatti per Costituente la politica non era considerata patrimonio di ‘esperti’ né poteva essere il mezzo per gli affari.

La Costituente, con quei cicli di incontri proponeva ancora una volta la separazione della politica dal potere come itinerario di liberazione e di crescita collettiva.

Per continuare nel cambiamento intrapreso la Costituente Democratica ripresentò la sua lista in occasione delle elezioni amministrative del 13 giugno 1999.

In questa tornata elettorale la coalizione era composta da: Democratici di Sinistra, Comunisti Italiani, Partito Popolare Italiano, Rifondazione Comunista, Socialisti Democratici Italiani, Costituente Democratica e Lista Dini.

I candidati della Costituente Democratica anche questa volta, in collaborazione con le forze di coalizione, elaborarono un programma per la città vivibile, articolato in sei settori d’intervento:

-Politiche per lo sviluppo e l’occupazione: Qualità dello sviluppo locale, insediamento nuove imprese, innovazione e creazione di nuova occupazione, politiche comunitarie.

-Politiche sociali e sanitarie: i percorsi alla vita sociale ed i servizi alla Persona, educazione alla Legalità e Sicurezza Sociale, educazione alla Salute e le Politiche sanitarie.

-Cultura e Sport: istruzione e spettacolo, valorizzazione delle tradizioni locali, strutture e attività sportive.

-Territorio e Ambiente: strategie e concetti per una Città da vivere, una Città da abitare, una Città che funzioni, una Città verde.

-Efficienza e trasparenza della Pubblica Amministrazione: qualità dei servizi pubblici, trasparenza.

-Risorse e politiche fiscali: organizzazione, programmazione finanziaria, equità fiscale

Alcuni candidati della Costituente Democratica alle elezioni del 2004

I candidati di Costituente Democratica chiesero il voto non solo per l’attuazione del programma che presentavano, ma anche perché era l’unica formazione politica (movimento) che aveva mostrato coerenza, spirito di servizio e garanzia.

Coerenza, perché aveva cercato di realizzare il programma precedente che si era dato in quanto era tra le forze politiche quella che maggiormente aveva osservato l’art. 32 della 142/90, che prevede il compito di indirizzo e controllo politico-amministrativo da parte dei Consiglieri.

Servizio, perché aveva messo le sue forze a disposizione della città senza chiedere nulla in contraccambio. Non aveva mai posto questione di numeri e di poltrone.

Garanzia, perché aveva tutelato gli interessi dell’intera collettività gioiese e aveva garantito una corretta gestione della cosa pubblica tesa al miglioramento della qualità della vita della nostra città per tutti: bambini, giovani e non più giovani.

La Costituente Democratica si presentava agli elettori dopo quattro anni quasi completamente rinnovata e rafforzata perché credeva, con il consenso dei cittadini, di poter continuare a portare a maggior compimento il Progetto di Rinascita della città già intrapreso.

Nella lista si era dato spazio all’esperienza amministrativa maturata nei quattro anni precedenti con la ricandidatura degli Assessori e dei Consiglieri uscenti, ma nello stesso tempo si era voluto dare un segnale di novità e di freschezza, rinnovando la lista per ben quattordici persone. Una lista, però, formata da cittadini che non avrebbero mancato di far sentire la propria sensibilità ed esperienza nel mondo dei servizi sociali e dell’attenzione alle categorie deboli e nel settore dello sviluppo e dell’occupazione nella nostra città.

Tale scelta non è stata compresa al punto che in questa seconda tornata elettorale sono risultati eletti solo due candidati, uno dei quali ha svolto il compito di Presidente del Consiglio Comunale.

Anche durante questo mandato gran parte del Progetto della coalizione è stato realizzato, grazie al notevole contributo dato dalla Costituente Democratica.

Durante il turno elettorale del 2004 la Costituente Democratica ha ripresentato una nuova lista, ma, non avendo riscosso sufficienti consensi, non ha ottenuto alcun consigliere eletto, sicuramente perché il movimento, a differenza dei partiti politici, era carente nel settore della propaganda elettorale e  considerava il perseguimento del bene comune come unico obiettivo dell’impegno politico. I candidati, infatti, tutti professionisti, impegnati nella propria attività lavorativa, si consideravano prestati ‘a tempo determinato’ alla politica e non politici di professione; la politica, dunque, intesa come servizio e non come potere. Questa mancata esposizione pubblica dei candidati della Costituente Democratica non ha sortito  risultati positivi nella terza tornata elettorale.

Pur continuando a supportare, con l’esperienza maturata in nove anni, la nuova amministrazione, dopo qualche anno il movimento si è naturalmente sciolto, tagliato fuori dalle scelte portate avanti dalla successiva coalizione.

Resta, però, la soddisfazione che il Progetto presentato alla Città era stato sostanzialmente realizzato, che nove lunghi e intensi anni di governo avevano comportato molti sacrifici personali e altrettante gratificazioni, nell’aver riportato la nostra Gioia ai suoi migliori trascorsi, nella speranza, anzi certezza, che il seme gettato potesse continuare a germogliare e  che anche altri sperimentassero la bellezza e l’orgoglio di dedicare parte della propria vita a servizio degli altri, per il raggiungimento del bene comune.

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27 Dicembre 2020

  • Scuola di Politica

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