La Chiesa di S. Maria Maddalena

Nel borgo bizantino ( o prenormanno ) di Gioia, precisamente in via Santa Maria Maddalena, fino a qualche anno addietro nota come vico Vittorio Emanuele II,  in un pianterreno sito al n. 6,  una trentina di anni fa sono stati individuati i resti di un'antica Chiesa, che, ad un primo esame, farebbe pensare all'edificio di […]

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Chiesa Santa Maria MaddalenaNel borgo bizantino ( o prenormanno ) di Gioia, precisamente in via Santa Maria Maddalena, fino a qualche anno addietro nota come vico Vittorio Emanuele II,  in un pianterreno sito al n. 6,  una trentina di anni fa sono stati individuati i resti di un'antica Chiesa, che, ad un primo esame, farebbe pensare all'edificio di culto più antico di Gioia.

L'edificio potrebbe costituire il momento di transizione tra il definitivo abbandono dell'antico insediamento peuceta di Monte Sannace e lo sviluppo del primo nucleo abitativo che dal Casale di Joa  porterà allo sviluppo della città di Gioia.

La Chiesa, che oggi chiameremmo meglio Cappella, è di modeste dimensioni: mt. 12,70x 4,50 ed è posizionata secondo l'asse  Est-Ovest; l'ingresso era posto sul lato ovest, opposto alla piccola abside semicircolare sulla cui parete si notano resti di affreschi policromi.

La navata dell'edificio, che doveva avere una copertura  con tetti a spiovente, è scandita nel suo

sviluppo da due grandi archi a sesto acuto, oltre quello che sostiene la porta d'ingresso, arconi che partono poco più in alto rispetto al livello del pavimento.

Al centro dell'abside vi è  una finestra strombata, mentre sulle pareti laterali sono presenti due nicchie profonde.

Da un saggio di scavo effettuato nel 1986 dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia e basandosi sulla tipologia della struttura e  sulla tecnica edilizia  utilizzata gli studiosi presumono che la costruzione della chiesetta sia di influenza bizantina e che quindi  risalga a prima del X secolo d.C.

Anche dallo studio di quel poco che rimane degli affreschi si ritiene che gli stessi risalgano al X secolo e che l'edificio sacro sia stato un insediamento rurale del periodo tardobizantino. I resti dell'affresco presenti nell'abside, infatti,  sono sicuramente di influenza bizantina, come è dimostrato dalla presenza di paglia nell'impasto, tecnica utilizzata da quei popoli per alleggerire la malta e rendere più umido l'impasto. (Questi resti di intonaci e di affreschi rischiano di andare perduti irrimediabilmente se non si interverrà con un repentino restauro. )

Le fondazioni della chiesetta sono costituite da grossi blocchi calcarei e di tufo; anche i muri perimetrali sono realizzati in pietra calcarea, mentre i pilastri di sostegno sono costituiti da blocchi di tufo locale.

Chiesa Santa Maria MaddalenaLa Chiesa ha subito profonde trasformazioni che ne hanno alterato la primitiva funzione  sacra, fino ad essere utilizzata ultimamente come vano deposito da parte degli attuali proprietari.

Il nome del luogo sacro compare nella Visita Pastorale che l'Arcivescovo di Bari, Michele Puteo, effettua alla Chiesa e alla città di Gioia nel 1578; egli, infatti, invita il cappellano della chiesa di Santa Maria Maddalena dentro detta Terra a farla riparare entro un anno per farvi celebrare le messe, pena la corresponsione di una multa consistente nel pagamento di 200 libre di cera bianca lavorata.

Un ultimo accenno sulle condizioni della Chiesa lo ritroviamo nel resoconto della Visita effettuata dall'Arcivescovo di Bari, Ascanio Gesualdo, nel 1623; in tale circostanza l'Arcivescovo afferma che la Chiesa è distrutta  e profanata, ragion per cui  è costretto ad  interdire l'uso della stessa per qualsiasi rito sacro.

Il rettore della Chiesa, don Nicola Francesco Mariotta, probabilmente, provvide  ad  operare qualche restauro per evitare che la stessa fosse definitivamente sconsacrata, per continuare la celebrazione dei riti sacri e ricavarne da parte dei fedeli delle offerte sia per le necessità della Chiesa stessa  che per il suo mantenimento e  per le sue necessità. Qualche tempo dopo la sua morte, però, è probabile che, a causa del forte degrado, come il crollo del tetto, la Chiesa non abbia avuto più interventi di manutenzione e di restauro e sia stata lasciata al suo stato di abbandono, essendo utilizzate per le sacre funzioni le due Chiese vicine ( quella  S. Angelo e la Chiesa Madre ).

Essendo sottoposta al livello stradale ed essendo crollata la copertura,con l'espansione del centro storico del paese, la Chiesa, ormai in completo abbandono e sconsacrata, viene utilizzata come  zona di  deposito; il soffitto, che era crollato per incuria e per vetustà,  viene coperto da un pavimento sorretto da grosse travi di sostegno e la struttura  è  inglobata nel tessuto urbano;  su di essa, dal momento che presenta solide fondazioni, sorgono nuove costruzioni.

Non sappiamo se il nome con cui oggi la Chiesa viene ricordata sia stato quello originario assegnato nel momento della sua fondazione. 
Poiché il culto di S. Maria Maddalena in Puglia è attestato dopo il 1100, se la costruzione della chiesetta risalisse al X secolo, il titolo originario dato alla Chiesa sarebbe  sicuramente diverso da quello attuale.

Il luogo sacro testimonia le antiche origini dell'insediamento della popolazione a Gioia, per questo  spero che qualcuno prenda a cuore questo antico sito religioso, affinché  possa essere restaurato e aperto alla fruizione non solo dei cultori della storia locale, ma anche di tutti i gioiesi e dei numerosi turisti che visitano il nostro Comune.

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2 Comments (Open | Close)

2 Comments To "La Chiesa di Santa Maria Maddalena"

#1 Comment By Cronista96 On giovedì, 9 aprile 2009 @ 18:10

…Comunque professore ottimi articoli vediamo se indovina chi sono!!!…

#2 Comment By Francesco Giannini On giovedì, 9 aprile 2009 @ 20:57

So che non scrivi per ottenere un … ottimo voto, P.! Non ne hai bisogno.
…Comunque, Auguri di Buona Pasqua a te e famiglia.

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26 Marzo 2009

  • Scuola di Politica

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