L’ Apprezzo della Terra di Gioja del 1611

Un Regno o uno Stato o un Comune per poter provvedere alle  necessità della popolazione (istruzione, sanità, manutenzione strade, illuminazione, gestione rifiuti, lavori pubblici, servizi sociali ecc …) ha bisogno di ingenti risorse finanziarie. Per poter repire queste risorse si fa ricorso a contribuzioni dei cittadini, tassando beni e proprietà. Per poter operare in questa direzione […]

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Un Regno o uno Stato o un Comune per poter provvedere alle  necessità della popolazione (istruzione, sanità, manutenzione strade, illuminazione, gestione rifiuti, lavori pubblici, servizi sociali ecc …) ha bisogno di ingenti risorse finanziarie. Per poter repire queste risorse si fa ricorso a contribuzioni dei cittadini, tassando beni e proprietà. Per poter operare in questa direzione è indispensabile essere a conoscenza di tutto ciò che è presente nel  territorio di competenza, delle attività svolte dalla popolazione residente e dei loro redditi e proprietà.

Per quanto concerne Gioia del Colle i primi documenti che ci sono pervenuti e rimasti, riguardanti la situazione catastale del Comune, si riferiscono agli Apprezzi della Terra di Gioia. Il primo, indicato come Apprezzo della Terra di Gioja, del tabulario Federico Pinto, risale al 1611. 

Per ordine di V.S. mi viene commesso l'Apprezzo della Terra di Gioja, la quale se possedeva per il Signor  Duca di Atri, Conte di detta Terra, quale siede nella Provincia  di Terra di Bari posta su' una pianura nella parte più eminente d'essa, è munita tutta attorno, cinta di spessi Torrioni per defensione di questa. Se' ne entra per due Porte maggiori oltre la Piccola. Le strade per le quali si va discorrendo detta Terra sono tutte piane spaziose, e commode. Li abitazioni de Cittadini sono generalmente commode, però alloggiate da povera gente; e sebbene vi è alcuna persona commoda, non è di quantità notabile. 

Dentro e fuori di detta Terra  vi è abbondanza di sorgente acque, e quelle se ritrovano fra poco spazio di cavamento, dico da due in tre passi, e sì bene quelle, che se retrovano dentro la Terra sono salate, fuori di quella e non molto distante vi sono due Sorgenze di fresche pure e cristalline Acque, l'una detta di S. Francesco e l'altra nominata di S. Antonio. 

L'abitanti sono di buono aspetto, le donne di piacevole vista, li fanciulli pronti, e vivaci. Et il padrone di detta Terra ci possiede un Castello, nello quale vi è formato una principalissima habitazione a mio giudizio fundata da Reali forze; poiché è questa cinta da fortissime Torri poste nelli quattro angoli di esso fortissimo a difendere non solo le genti, che fussero dentro, ma anco a rendere sicura tutta la Terra, quando occorresse turbolenza d'inimici; e quello si ritrova al sinistro, che si fà nell'entrare di detta Terra dalla Porta Grande così nominata. Nel qual Castello se ci entra per uno supportico, ritrovando all'intrare di esso un Largo, e spazioso cortile, al piano del quale vi sono quantità di stanze, come sono cellari, cocine imperiali, stalle per diversi cavalli, ed altri animali, e più magazzeni atti per riponimento de' grani et altre vettovaglie.   

Vi sono pozzi sorgenti, e cisterne grandi per conservazione dell'acque piovane. Si sale sù il primo appartamento per la grada, che se trova a destra nell'intrare, che si fà in detto cortile, e se retrova una larga e spaziosa Sala di lunghezza di palmi 140, e larga palmi 40. Entrando più dentro se ritrova il braccio dell'abitazione, che s'unisce con detta sala consistente in camera, antecamera, e tre altre stanze con uno ristretto seu Oratorio attaccato e unito in detto braccio; all'ultima delle predetti stanze se sale per uno caracò o lumaca in una Torre nominata Imperadrice, dove se retrovano due camere l'una sopra l'altra.

Nell'altro appartamento vecchio, nel quale se sale per un altra scala posta a senistro nell'intrare di detto cortile, per la quale salendo se ritrova un altra sala medesimamente grande di lunghezza di palmi 100, e larga 40 con lo braccio delle sue stanze poste dalla parte di levante in diverse camere aderte (?), oltre le quattro diroccate all'estremo dell'uno e l'altro capo della suddetta sala; la quale abitazione gira attorno communicandosi l'un appartamento con l'altro; e detto Castello è comodo e capace per abitazione d'ogni Signore.

Sono in detta Terra devote ed onorevoli Chiese, nelle quali s'esercitano, et amministrano continuamente, e giornalmente i sagramenti dalli Preti, e Frati, che quelle servono, li quali vivono commodamente con l'intrate, che ricevono da dette Chiese, e particolarmente vi è la Chiesa Maggiore nominata il Capitolo, nella quale esistono Vicario, Arciprete, Primicerio, e 12 Canonici con 4 altri Preti di messe, 20 Diaconi e Suddiaconi, e Clerici, dalli quali unitamente dì per dì s'attende alla celebrazioni delle messe, ed alli continui officij della Chiesa, con quella attenzione, et venerazione che si conviene, et anco sodisfazione del Pubblico; e tengono li detti Preti d'intrata da docati mille da ripartirsi tra essi secondo loro gradi.

Vi sono ancora in detta Terra due altre Chiese una nominata Santa Maria della Grazia servita da monaci Domenicani, et ivi dimorano tre Frati più o meno secondo la volontà de Superiori, celebrandosi dalli detti continuamente, e giornalmente le sacre messe con molta frequenza del Popolo, e devozione di particolari benefattori. Vivono detti Frati parte con elemosine, e parte con le poche entrade, che tengono. Vi è l'altare maggiore con la Cona della Madonna, et altre Cappelle, delle quali ne sono Padronate.

L'altra Chiesa nominata di S. Francesco servita da Frati Conventuali, quale è posto fuori detta Terra un tiro di mano distante da essa, nella quale esistono cinque Frati di messa con uno Guardiano. Vi è nella detta Chiesa un altare maggiore con un altra Cona della Madonna. Vi sono ancora dell'altri altari Padronati sotto vocabolo di diversi Santi con molti Tumuli Antichi, dinotando molta antichità. Se vi celebra ogni giorno, et è detta Chiesa di molta divozione, e vi è concorso e frequenza di molte genti, a devozione delli quali si celebrano  da detti Frati  molte messe di devozione, ed oltre l'intrate, che detto Convento tiene per mantenimento de detti Frati concorrono anco delli benefattori di detto luogo molte elemosine, e poi dentro detta Terra vi sono altre Cappelle, nelle quali si celebra continuamente.

E fuori detta Terra sù una pianura vi sono tre Chiese, e Cappelle antiche poste in diverse parti della campagna, che hanno del guasto de numero 300 e più, e per questa quantità  ed antichità di Chiese dinota detta Terra essere stata di popolatissimo numero di gente, e di molta grandezza, che non è adesso.

Nella detta Terra di Gioja alli otto di settembre ve si fà una Fiera, dove vi concorrono infinite genti con copia d'animali d'ogni sorte non solo dallo contorno, ma anco da lunghe parti; et è detta Terra d'aria non molto sottile, nemmeno è sicura l'abitazione d'essa per tutto il tempo dell'anno.

E' distante detta Terra da Acquaviva miglia 8. Da Casamassima miglia 10, da Taranto miglia 24. Dalle Nuce miglia 12. Da Bari miglia 25. Da Barletta miglia 55. Da Potignano miglia 12 e dalla città di Napoli miglia 150 incirca, tutte di bonissima e reale strada, le quali sì d'estate, come d'inverno si passano felicemente senza niuno pericolo de' cattivi passi, et il Procaccio, che viene da Napoli per andare a Taranto passa  nello andare e ritornare per mezzo di detta Terra di Gioja, et ivi viene a fare continuamente stanza, per essere non solo capo giornata, ma anco per comoda abitazione.

E' di fuochi detta Terra secondo l'ultima numerazione ascendente al numero di 526, infra li quali vi sono tre Dottori di Legge, un Alfiero, un scolaro, et altre persone civili. Vi è uno Speziale di medicina. Vi sono 4 Cositori, 3 Ferrari, 3 Scarpari, 4 Mastri d'ascia, 2 Fabricatori, 3 Barbieri, 4 Potegari, 1 Chianchiere, 1 tavernaro, et altri Artisti.

E' detta Terra molto abbondante e graziosa de tutte cose non solo per causa delle robbe, che ivi dalli forestieri si conducono, ma anco per abbondanza e fertilità delli campi e territori che si possedono per li cittadini di detta Terra, quale sono tutti piani, ameni e fecondi, ed atti ad ogni sorte di coltura, et ne tengono quantità et abbondanza. Et oltre delli proprij, hanno li territorij communi dell'Universita. Vi sono quelli del Barone, oltre delli riserbati. Vi sono ancora altri territorij, che si possedono per diverse Chiese, nelli quali territorj Baronali, et Ecclesiatici può in quelli ogni persona sementare, pagando però a ciascuno delli predetti Padroni la meza semente, cioè la metà di quello che seminano. Et il Signore di detta Terra riceve oltre la meza semente la decima non solo dalli territorj proprij  de' Cittadini ma anco da qualsisia  altra natura di territorj Ecclesiastico, come Baronale, e Particolare, che si sementa Infra Distretto, ed entrano  in detta Terra di Gioija. Si fà abbondanza di vino e di molta bona qualità per le commode vigne, che possedono detti Cittadini.

Le Difese e territorj riserbati di detto Signore nelle quali sono abbondantissime Caccie d'ogni sorta consistono parte in Boschi alborati di Cerri, Cerque, et altri sorti di legnami, altre ve ne sono scampie di netta e rasa campagna, nelli quali luoghi vi è abbondanza d'infinitissimi erbaggi non soggetti a Doana per il che ne nasce sicurezza d'affitti, e rendono certi li pagamenti; poiche detti affitti si fanno a persone commode, sicure, e reali.

E gira lo Circuito di detto Territorio tra boschi, difese, territorj saldi, e seminatorj da miglia 70 in circa, tutti posti in pianura, fuorche certe collinette dalla parte di Monte Sannace, che rivoltano verso mezo giorno, e girano dette colline a modo di meza luna, e tengono dolcissime salite.

E confinando detto Territorio con lo territorio d'Acquaviva, con lo territorio di Motola, col territorio di Castellaneta, con lo territorio della Terza, Turi, e Casamassima, et altri confini.

Et  il Signor di detta Terra ci possiede la giurisdizione Civile, Criminale e Mista, le Prime, e Seconde cause, lo mero, e misto impero con li sottoscritti corpi d'entrade feudali, Burgensatiche, et annue entrade, le quali si riferiscono qui sotto distintamente, e separatamente, e contieneno quelli nelli infrascritti corpi cioè

L'Apprezzo continua con l'indicazione dei Corpi Feudali e relativi apprezzi, in ducati: quelli denominati di Monte Sannace, dello Gionto, della Gaudella, della Mezanella, del Nuovo Gionto, di S. Pietro, d'Amendolamara e Parchi di Bichiechio, di Castiglione, di Serramara e Gionto della via di Taranto, della Marchesciana,  della Credenzeria, per i quali territori e Difese esplicano il loro servizio 12 baglivi, in qualità di guardie. Si elencano  i proventi rivenienti da riscossione di decime dei grani, dei legumi, da altri beni , dal castello, dai possedimenti del Barone.

Seguono le Entrate Burgenzatiche: Parco dello Scudo, Parco dell'Ulivo, affitto dell'Osteria con diverse camere, affitto del dazio della carne, affitto e pigione della casa della Corte, proventi provenienti dalle vigne, affitto del Parco di Salzarello, Parco colla Piscina di Giosia, Deserti di S. Maria del Verzaro, i due quinti che spettano al Sig. Duca sopra la Gabella e dazio della farina che si possede per l'Universita di Gioja, affitto del Giardino dell'ingegno o di S. Francesco, affitto del Parco dell'Archidiacono, il territorio nominato le Grottaglie di S. Nicola, il territorio nominato il Vallone della Corte, il Parco dell'Abbate Ludovico.

Il totale dell'Apprezzo diella Terra di Gioja ascende  a ducati 263.600.

Il che è quanto riferisco a V. S. intorno al Particolare di detto Apprezzo rimettendomi però sempre del tutto al suo prdentissimo giudizio.

In Napoli, lo primo di Marzo 1611

Federico Pinto Tabulario

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30 Marzo 2020

  • Scuola di Politica

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