Il recital “Il tramonto delle aquile”

A causa di condizioni meteorologiche avverse il 23 settembre 2023 si è tenuta nella splendida cornice della sala del trono del castello di Gioia il recital federiciano “Il tramonto delle aquile”, tratto dall’omonimo romanzo storico della scrittrice gioiese Chiara Curione. La manifestazione, fortemente voluta e sostenuta dal Lions Club Gioia del Colle Host “Terra dei […]

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Locandina del recital “Il tramonto delle aquile”

A causa di condizioni meteorologiche avverse il 23 settembre 2023 si è tenuta nella splendida cornice della sala del trono del castello di Gioia il recital federiciano “Il tramonto delle aquile”, tratto dall’omonimo romanzo storico della scrittrice gioiese Chiara Curione.

La manifestazione, fortemente voluta e sostenuta dal Lions Club Gioia del Colle Host “Terra dei Peucezi” e dal Leo Club “Stupor Mundi”, consistente in “parole, musiche ed emozioni”, ha visto la partecipazione dell’attore e regista Ivan Dell’Edera, dell’Hill’sJoy Choir, composto di tredici componenti, della maestra Ilaria Stoppini, flauto e direzione corale, dei musicisti Domenico Lopez – oud, Annarita Lorusso, violino/viola, Alessandra Partipilo, violino/viola, Vincenzo Bruno, contrabbasso e Giovanni Chiapparino, musiche, direzione e percussioni.

Scopo del recital, come ha sottolineato lo speaker della manifestazione, il dott. Giuseppe D’Aprile e il presidente del club Lions di Gioia, sig, Angelo Antresini, è stato quello offrire un Service alla comunità gioiese e di promuovere una raccolta fondi per restaurare il Crocifisso presente nel “Calvario” nei pressi della chiesa del Sacro Cuore, opera che versa in precarie condizioni e che rischia di rovinarsi completamente e di far perdere alla cittadinanza gioiese un altro antico e prezioso pezzo della sua storia.

Siamo soliti associare il nome Calvario al Golgota, il monte sul quale fu crocifisso Gesù, quindi un luogo di sofferenza, di morte, di dolore.

A ben vedere, però, la Croce non è un simbolo di morte, ma di salvezza e di gioia per gli uomini perché Gesù morendo ha riconciliato gli uomini con il Padre, ha salvato l’umanità corrotta dal peccato, donandoci il suo perdono e la vita nuova.

Teca centrale con il Crocifisso e l’altare sottostante

Più che di “Calvario”, nome che richiama alla mente il triste evento della morte di Gesù, preferirei chiamare quel sito “l’edicola del ringraziamento”.

Infatti sul montante sinistro adiacente alla lesena laterale sinistra è presente una lapide in pietra con la seguente iscrizione: Per divozione di D. Paola Gigante A.D. 1831. Si tratta di un componente della famiglia Gigante, ricca famiglia di agricoltori, probabilmente la stessa che era proprietaria dell’omonima grande masseria ubicata sulla via che porta ad Acquaviva delle Fonti, a circa 4 Km. dal Calvario. Sembrerebbe che la famiglia Gigante, in particolare donna Paola, abbia fatto costruire l’edicola per ringraziare il Signore per la grazia ottenuta a seguito della insperata guarigione di un proprio figlio. La signora Paola  aveva sposato un membro della famiglia Cassano, i cui discendenti successivamente ebbero in eredità la masseria Gigante.

Per quanto riguarda la cappella del Calvario occorre sottolineare che si tratta di una grossa edicola votiva, direi quasi unica nel suo genere, poiché ha la forma di un’abside all’interno della quale sono presenti cinque nicchie. Nella nicchia centrale, più ampia delle altre, è racchiusa la statua di Cristo Crocifisso, che poggia su una parete affrescata che raffigura la Madonna e a ciascuno dei due lati del Crocifisso una donna in atto di implorare Cristo; quella dipinta sul lato sinistro è inginocchiata e potrebbe simbolicamente raffigurare la signora Gigante nell’atto di pregare e ringraziare Gesù per la grazia ricevuta.

A differenza della narrazione degli evangelisti Luca e Giovanni che, sulla Crocifissione di Gesù sul Golgota o  luogo del Cranio, più comunemente ricordato come Monte Calvario, riportano che furono crocifissi con Lui  due malfattori, uno alla sua destra e l’altro alla sua sinistra, ai lati del Crocifisso in oggetto sono presenti quattro nicchie ad arco, nelle quali sono collocate altrettante Croci spoglie, che presentano nella parte superiore l’iscrizione tipica della Croce di Gesù: JNRJ ( Jesus Nazarenus Rex Judeorum), Gesù Nazareno Re dei Giudei.

Il Calvario con le cinque Croci

Avanzerei l’ipotesi che tale scelta stia ad indicare che la salvezza portata da Gesù e la riconciliazione con il Padre è per tutta l’umanità, simboleggiata dalle quattro Croci, non anonime, ma con l’iscrizione JNRI, che starebbero ad indicare i quattro punti cardinali, cioè la salvezza per tutto il mondo.

Sulla parte centrale esterna dell’arco che delimita la costruzione absidale è presente un tondo al cui interno si può leggere la seguente iscrizione: A gloria della SS.a  Croce la pia devozione dei fedeli. A.D. 1909.

Al di sopra di questo tondo si innalza un tetto spiovente interrotto nel punto d’incontro da una piccola soprelevazione rettangolare, sulla quale è posizionata una Croce trifogliata in ferro, cioè con i bracci che terminano a foggia di trifoglio. Anche quest’ultima scelta potrebbe avere attinenza con l’attività della famiglia della benefattrice, dedita al settore dell’agricoltura. Come per l’adiacente chiesa della Candelora, costruita ai margini del paese a protezione della città e delle produzioni agricole, la Croce trifogliata potrebbe costituire un ulteriore richiamo al mondo agricolo ed un elemento di protezione per le colture dei campi e dei suoi abitanti.

Una iscrizione, posta a destra del complesso, riporta la dicitura: Ricostruito e migliorato a cura dei Signori Carlo Losito, Carlo Lagravinese, Francesco Losito. Tale intervento risale probabilmente al 1909, anno che compare nel tondo posto al centro dell’arco, che ci ricorda il successivo intervento di ricostruzione.

Iscrizione presente sul lato sinistra dell’edicola

Ritornando al recital federiciano, oltre a sottolineare il notevole valore della ricerca storica effettuata della scrittrice Chiara Curione, che ha esposto in maniera chiara e brillante i momenti salienti della vita di Manfredi, figlio di Federico II, poi riportati in scena, vanno elogiati sia il regista e attore protagonista che il coro mirabilmente diretto dalla maestra Ilaria Stoppini, unitamente ai musicisti coordinati dal maestro Giovanni Chiapparino.

Un bravo a tutti, dagli organizzatori alla scrittrice, al regista-attore, al coro, ai musicisti e  ai direttori, anche perché le condizioni meteorologiche avverse hanno stravolto la collocazione scenica, confinandola in un ambiente al chiuso e più ristretto rispetto a quello precedente previsto, con cambiamenti di scena non preventivati, ma realizzati sempre con esito oltremodo positivo.

In realtà non poteva esserci ambientazione migliore della sala del trono del castello gioiese di Federico II per un avvenimento quale quello della sensibilizzazione del restauro del Crocifisso del Calvario, o dell’edicola del ringraziamento, come penso sarebbe meglio denominare, perché noto un parallelismo tra queste due realtà, pur diverse e lontane nel tempo tra di loro.

Tondo centrale con iscrizione e Croce trilobata

Come nella Croce tutta l’umanità si riconosce unita, da nord a sud da est ad ovest  della Terra (la presenza delle quattro Croci del Calvario) nel segno della pace e della salvezza riconquistata, così il disegno di Federico II, che purtroppo non ebbe la sperata  realizzazione a causa della sua improvvisa morte, era quello di unificare ed unire sotto il suo “manto” tutto il mondo  conosciuto nel suo tempo, dando vita a un’Europa unita, e creare anche un ponte pacifico con l’Oriente, progetto, quest’ultimo, già avviato con gli accordi stipulati pacificamente a seguito della Crociata che l’imperatore svevo effettuò nella Terra Santa.

L’edificio sacro, che parrebbe essere una proprietà privata, non dipendente dall’autorità religiosa, attualmente è curato personalmente dal dott. Vito Santoiemma, che ha “ereditato” questo compito dalla madre, subentrata a sua volta ad altre devote che a rotazione si prendevano cura dell’edicola e che con il passare degli anni non erano più abili a gestirla in modo continuativo, puntuale e consono alla sacralità del luogo.

Aspettiamo una risposta generosa da parte di tutti perché si possa dare subito avvio al restauro del prezioso e storico Crocifisso.

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25 Settembre 2023

  • Scuola di Politica

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