Il pittore e scultore Giuseppe Jacobellis

Giuseppe Jacobellis è nato il 3 marzo 1869 a Gioia del Colle, dove è morto l’8 luglio 1955. Pittore e scultore, zio di Vito Sante, professore di storia e filosofia e Vice Preside del Liceo Scientifico di Gioia (1920-1997) e fratello di Agostino, farmacista, (1882-1960) frequenta inizialmente la Scuola di Disegno e Calligrafia di Gioia […]

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Da sinistra, in ordine: E. Castellaneta, F. Romano, G. Minei e Giuseppe Jacobellis

Giuseppe Jacobellis è nato il 3 marzo 1869 a Gioia del Colle, dove è morto l’8 luglio 1955.

Pittore e scultore, zio di Vito Sante, professore di storia e filosofia e Vice Preside del Liceo Scientifico di Gioia (1920-1997) e fratello di Agostino, farmacista, (1882-1960) frequenta inizialmente la Scuola di Disegno e Calligrafia di Gioia del Colle.

Frequenta successivamente lo studio di uno scultore fiorentino e in seguito studia presso le Accademie di Belle Arti di Venezia, Milano e Firenze.

Ha svolto il ruolo di insegnante nella Scuola Popolare di Disegno e di Calligrafia di Gioia del Colle.

Tra i suoi allievi spicca il pittore Raffaele Van Westerhout.

Ha partecipato a diverse mostre in ambito regionale e nazionale, imponendosi all’attenzione della critica.

Tra queste occupa un posto di rilievo la prima Mostra di artisti pugliesi in Roma. L’esposizione, organizzata da “Apulia”, Ente per l’Illustrazione della Regione Pugliese, ospitata nelle sale di Palazzo Salviati in Corso Umberto I a Roma, presso l’Associazione Italo-Americana, fu aperta al pubblico da maggio a tutto giugno del 1924.

Questa mostra, scrive Filippo Surico nella prefazione del catalogo, vuole dimostrare che    la nostra regione, vasta e ricca, non è soltanto il paese delle grandi boscaglie del rupestre Gargano, delle messi mareggianti del Tavoliere, delle Murge inghirlandate di viti e di frutteti, della costa ionica che s’inargenta del più vasto oliveto del mondo, ma è pure, oggi come ieri, sin dai più lontani tempi, anche la terra dell’arte e della poesia.Alla Mostra furono invitati anche pittori gioiesi: Enrico Castellaneta, Renato Iavarone, Francesco Romano e Giuseppe Iacobellis.

Nel 1921, anche a Taranto, fu organizzata una mostra a cui parteciparono per la prima volta artisti pugliesi. All’ organizzazione e alla realizzazione della esposizione che si tenne in due anguste sale del Regio Museo Nazionale, nei mesi di febbraio e aprile, a cui contribuì notevolmente lo scultore gioiese Giuseppe Masi, parteciparono gli artisti Francesco Romano, Enrico Castellaneta, Giuseppe Iacobellis e Giuseppe Masi di Gioia del Colle.

Busto di Giuseppe Del Re, opera dello scultore Giuseppe Jacobellis (1944), esposto nell’androne d’ingresso del Liceo classico di Gioia del Colle

Fra le sue opere scultoree di Giuseppe Jacobellis, segnaliamo bozzetti ispirati alla vita contadina e familiari, busti e bassorilievi di amici e personaggi della vita culturale e politica gioiese. Fra le sue opere pittoriche troviamo riproduzioni di paesaggi, di scene campestri e di soggetti allegorici.

Alcune sue opere pittoriche e soprattutto scultoree, sono esposte nella sede del Comune di Gioia, nella locale Pro Loco e in alcuni edifici scolastici di Gioia del Colle, tra cui il Liceo classico P. Virgilio Marone e la Scuola media Carano.

Il busto bronzeo, ricoperto di argento, raffigurante San Filippo Neri, che è esposto nella Chiesa Madre di Gioia, in occasione della festa del Santo viene portato in processione nella chiesa di San Francesco d’Assisi in Piazza Plebiscito e alla fine dei festeggiamenti ritorna nella sua sede originaria. Il progetto venne realizzato dallo scultore Giuseppe Iacobellis e il costo del busto  fu finanziato nel 1926 da donazioni di emigrati gioiesi  di New York, mentre la sua realizzazione  trovò compimento nel 1932, come possiamo leggere alla base e sul fianco della scultura.

È proprio il nipote, il prof. Vito Jacobellis,  colui che ci ha lasciato una biografia dello zio Giuseppe.

Fu promotore e fondatore, insieme al prof. Gennaro Minei e al pittore Enrico Castellaneta, della Scuola di Disegno di Gioia del Colle. I migliori artisti e artigiani locali hanno largamente attinto ai suoi preziosi insegnamenti, distinguendosi ed affermandosi, anche in campo nazionale, nei rami della pittura, della scultura, dell’intarsio e della decorazione, del ferro battuto, dell’ebanisteria, della plastica e della lavorazione in cemento.

Dedicò tutta la sua esistenza alla pittura, alla scultura e all’insegnamento. Visse quasi sempre a Gioia del Colle, conducendo una vita austera e riservata, lontana dal tumulto degli affanni quotidiani, libero da vincoli di qualsiasi natura.

Intese l’arte come creazione del bello, ansia di infinito, motivo e affermazione di libertà e di supremazia dello spirito.

I suoi tormenti, i suoi dubbi, le sue solitarie affermazioni di artista alla continua ricerca del bello e di forme più perfette e più vere li visse nel suo originalissimo studio bohemien ovattato di mistico silenzio (ubicato al pianterreno di Piazza XX Settembre n. 34, oggi sede di un bar).

In questo sacrario dell’arte presero forma concreta e viva le sue concezioni artistiche, si formò la sua tormentata personalità, maturò la sua concezione della vita e della società in uno sforzo continuo di meditazione e di interiorizzazione. Questi aspetti della sua personalità egli tradusse magistralmente in arte, materializzandoli in quadri di concetto, di immagini di carattere allegorico, di interpretazione e di idealizzazione della realtà.

Partecipò alla rassegna svoltasi nel salone del Circolo dei Galantuomini nel mese di giugno del 1911. Partecipò alla Mostra d’Arte tenutasi nel Circolo Nuovo a Gioia del Colle nel 1912 con una ventina di opere, di cui tre sculture, tutte di soggetti indigeni, dimostrando semplicità di gusto.  Concentrò le sue energie nel riprodurre sulla tela e in plastilina il carattere di ciò che impressionava e attraeva la sua curiosità. Partecipò inoltre alla Mostra di Arte e di Lavori Femminili di Gioia ad agosto del 1912, manifestazione tenutasi nelle aule della Scuola Elementare.

Busto di Gabriele D’Annunzio scolpito da Giuseppe Jacobellis e posizionato nell’androne d’ingresso del Liceo classico di Gioia

Nel marzo del 1917 partecipò alla Mostra d’Arte Pugliese a Bari con alcuni olii e sculture. Il critico d’arte G. Bortone, ammirando le sue opere, così scrisse: “Il Jacobellis è uno dei pochissimi espositori che nella scelta dei soggetti dimostrino acume e penetrazione particolari, il suo realismo non è fittizio, né ammette preziosità di forme.  Egli è un democratico in arte, ma un democratico sano, di quelli che mettono un sentimento sincero e buono come base di ogni attività”.

Nell’agosto del 1948 partecipò alla mostra di Pittura dell’Artigianato a Gioia del Colle con terrecotte e con dipinti, dai quali traspare una genuina spontaneità di espressione e un realismo privo di orpelli e di bardature.

Non partecipò ad altre mostre per il suo carattere molto riservato e timido. Preferì vita appartata vivendo in intimo raccoglimento le inquietudini dell’ispirazione artistica e rifuggendo da vanità, ambizioni ed esteriorità.

Amò la natura, alla quale si ispirò con tutto l’impeto della sua forza. Da essa, sempre avido e sitibondo, estrasse con pazienza certosina i sani umori, i colori, le luci, le ombre e i vari aspetti di vita georgica e familiare, che tradusse con rara perizia e maestria nei suoi maggiori capolavori.

Nella scultura abbiamo:

  1. Pregevoli bassorilievi in bronzo per effigie di familiari defunti;
  2. Numerosi busti di santi, artisti, scrittori, amici, personalità di rilievo nella storia locale e nazionale, come per esempio San Filippo Neri (Patrono della città), Giuseppe Del Re, Francesco Paolo Losapio, Giovanni Carano-Donvito, Gabriele D’Annunzio, Paolo Panessa, il preside prof. Quinto, Enrico Castellaneta, Gennaro Minei, un autoritratto e altri esposti nei vari istituti scolastici del Comune e nella sede della Pro Loco;
  3. Una serie di statue di medie e piccole dimensioni, magistralmente eseguite, come per esempio Il fabbro, Mietitore a Riposo, Cacciatore con cane, Contadino che pulisce la zappa, L’allattamento, Contadino con la fascina, Madre col bambino, Contadino con la zappa, Il mietitore, Pastore che riposa, nonché altre di ispirazione sacra.

Quadro del pittore Giuseppe Jacobellis, esposto nella sala del Sindaco di Gioia del Colle

Nella pittura abbiamo, fra le opere di gran pregio:

Il falò (1920), L’aratore nella nebbia (1922), Il ritorno all’ovile e I mietitori (1924), Tramonto rosso (1919),L’uomo e la lotta per la gloria (1921) Tramonto su Gioia del Colle (1938), La festa campestre di Monte Sannace (1929), Il tempo (1940), L’attesa (1912), Le spigolatrici (1908), I primi passi (1909), Primavera (1932), L’assetato (1930), Suonatori ambulanti (1936), Il raccoglitore di fascine (1933), Il contadino a dorso dell’asinello (1927), Ufficiali a raduno (1917), Lo studente (1942), Scena campestre (1941), e altri.

Ci sono poi molti ritratti di familiari e amici – circa 15 – mirabilmente eseguiti e di rilevante valore artistico (1890, 1893, 1895, eccetera); nonché una serie di bozzetti e dipinti di piccole dimensioni – circa 50 – riproducenti motivi e scorci di paesaggio locale. Sia campestre che urbano; spunti, scene, impressioni che nella immediatezza della espressione rappresentano forse la parte più pregevolmente significativa della sua produzione.

Infine una serie di disegni in bianco e nero che sono veri e propri studi di notevole impegno artistico.

Ebbe un senso quasi sacerdotale dell’arte a cui sacrificò qualsiasi altro interesse.

Morì in Gioia del Colle l’8 luglio 1955.

Nel 2002l’Amministrazione comunale autorizza l’intitolazione di una strada di Gioia al pittore e scultore Giuseppe Iacobellis, sostituendone la denominazione che aveva precedentemente, di Via II Raffaello Sanzio.

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26 Febbraio 2024

  • Scuola di Politica

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