Il mercoledì delle Ceneri a Gioia del Colle

La Chiesa con la fine del Carnevale, il Martedì Grasso, dà l’avvio al periodo quaresimale, che inizia  simbolicamente con il mercoledì delle Ceneri. La Quaresima per la Chiesa costituisce un momento forte nel cammino della salvezza perché, attraverso i quaranta giorni che precedono la Pasqua, i cristiani sono chiamati ad un cammino di penitenza, di […]

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Celebrazione delle Sacre Ceneri, inizio della Quaresima

La Chiesa con la fine del Carnevale, il Martedì Grasso, dà l’avvio al periodo quaresimale, che inizia  simbolicamente con il mercoledì delle Ceneri.

La Quaresima per la Chiesa costituisce un momento forte nel cammino della salvezza perché, attraverso i quaranta giorni che precedono la Pasqua, i cristiani sono chiamati ad un cammino di penitenza, di rinunce e di conversione, simboleggiato dal segno sacramentale dell’imposizione delle ceneri sul capo dei fedeli e dalla recita delle formule: Convertitevi e credete al Vangelo oppure Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai.

La conversione che ci viene richiesta deve essere profonda, sincera; essa non consiste tanto nel cambiamento di atteggiamenti esteriori, quanto in un vero rinnovamento interiore sia nel modo di pensare che di vivere, di amare, in aderenza alla Parola di Dio, che viene ricordata al momento dell’imposizione delle ceneri e durante la celebrazione eucaristica.Durante la Messa del giorno vengono benedette ed imposte le ceneri, che si ricavano preferibilmente dai rami di ulivo benedetti nella domenica delle Palme dell’anno precedente.

Riporto alcune riflessioni di Don Tonino Bello, che così si esprimeva a proposito di due simboli importanti per i cristiani, le Ceneri e l’Acqua: Carissimi, cenere in testa e acqua sui piedi. Una strada, apparentemente, poco meno di due metri. Ma, in verità, molto più lunga e faticosa. Perché si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri.

A percorrerla non bastano i quaranta giorni che vanno dal mercoledì delle ceneri al giovedì santo. Occorre tutta una vita, di cui il tempo quaresimale vuole essere la riduzione in scala. Pentimento e servizio sono le due grandi prediche che la Chiesa affida alla cenere e all’acqua, più che alle parole. Non c’è credente che non venga sedotto dal fascino di queste due prediche. Le altre, quelle fatte dai pulpiti, forse si dimenticano subito. Queste, invece, no: perché espresse con i simboli, che parlano un “linguaggio a lunga conservazione”.

È difficile, per esempio, sottrarsi all’urto di quella cenere. Benché leggerissima, scende sul capo con la violenza della grandine. E trasforma in un’autentica martellata quel richiamo all’unica cosa che conta: “Convertiti e credi al Vangelo”…Quello “shampoo alla cenere”, comunque, rimane impresso per sempre: ben oltre il tempo in cui, tra i capelli soffici, ti ritrovi detriti terrosi che il mattino seguente, sparsi sul guanciale, fanno pensare per un attimo alle squame già cadute dalle croste del nostro peccato…

Intraprendiamo, allora, il viaggio quaresimale, sospeso tra cenere e acqua.

La cenere ci bruci sul capo, come fosse appena uscita dal cratere di un vulcano. Per spegnerne l’ardore, mettiamoci alla ricerca dell’acqua da versare… sui piedi degli altri.
Pentimento e servizio. Binari obbligati su cui deve scivolare il cammino del nostro ritorno a casa.

Cenere e acqua. Ingredienti primordiali del bucato di un tempo. Ma, soprattutto, simboli di una conversione completa, che vuole afferrarci finalmente dalla testa ai piedi.

Riporto di seguito una ricerca storica del nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli.

Deposizione della cenere sul capo di un fedele

Il Mercoledì della Sacre Ceneri a Gioia del Colle

Anticamente a Gioia del Colle, allo scoccare della mezzanotte del Mercoledì delle Sacre Ceneri, la campana sorda della Cappella della Confraternita del Purgatorio, ubicata presso la Chiesa Madre, con i quaranta rintocchi annunciava l’entrata liturgica della Quaresima, con i riti penitenziali e del perdono.

Dopo i rintocchi, dalla medesima Cappella partiva la processione penitenziale che, entrando in Chiesa Madre riceveva dall’Arciprete l’anfora sacra contenenti le ceneri ottenute bruciando i rami di ulivo benedetti nella Domenica delle Palme dell’anno precedente.

La processione si apriva con la grande Croce lignea penitenziale dei Misteri Dolorosi, attualmente dispersa, seguivano i Confratelli del Purgatorio, il Capitolo della Chiesa Madre, ed i portatori dell’anfora delle Ceneri, che venivano distribuite a tutte le Chiese della città, per essere imposte sul capo dei fedeli durante le Sante Messe solenni della sera.

Ogni Chiesa cittadina allestiva il trono effimero che ospitava per tutto il tempo quaresimale la statua dell’Addolorata e del Crocifisso. Al termine del giro di tutte le Chiese la processione rientrava in Chiesa Madre e quindi i penitenti disperdevano nei campi le ceneri laiche del fantoccio carnevalesco di Slemozzavino, come gesto propiziatorio.

Il Mercoledì delle Ceneri era giorno di digiuno ed astinenza, pertanto da mezzogiorno fino alle ore quindici in tutte le Chiese c’era l’adorazione eucaristica. Dalle ore quindici alle ore diciassette c’erano le pubbliche confessioni comunitarie. Quindi in Piazza San Francesco di Assisi si riunivano i pubblici penitenti incappucciati che, in processione ed in tono dimesso, raggiungevano le Chiese cittadine, per partecipare alle Sante Messe Solenni contemporanee, alle ore diciotto che culminavano con l’imposizione delle Ceneri.

Al termine degli uffici liturgici i pubblici penitenti a capo scoperto e festanti, in processione tornavano in Piazza San Francesco di Assisi, per ricevere la benedizione solenne con l’acqua santa, al termine della quale, tutti i fedeli ritornavano alle proprie case dove consumavano la quarticella quaresimale o il pizzarello gioiese, cioè il filone di pane dello stesso impasto della focaccia, che veniva consumato nei Venerdì quaresimali.

Il pizzarello aveva la forma di una barca che simboleggiava la Chiesa, ma anche quella della trave o del patibulum orizzontale della Croce di Gesù. Al centro del pizzarello c’erano tre pomodori rossi rotondi tagliati a metà che rappresentavano la Santissima Trinità e le piaghe provocate dai tre chiodi della Crocifissione. Il pizzarello veniva consumato anche farcito con la ricotta forte, con le cipolle o con le erbe amare.

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17 Febbraio 2021

  • Scuola di Politica

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