Il Circolo Unione

L'anno 1868, data che si trova dipinto sulla lunetta ovest della sala piantone e d'aspetto della Caserma – Compagnia dei Carabinieri, che è posta  a destra della porta d'ingresso, ricorda  che a tale anno  risale la fondazione del Circolo Unione di Gioia del Colle. Esso, infatti,  viene fondato nel 1868, ( qualche anno dopo il fatidico […]

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Circolo UnioneL'anno 1868, data che si trova dipinto sulla lunetta ovest della sala piantone e d'aspetto della Caserma – Compagnia dei Carabinieri, che è posta  a destra della porta d'ingresso, ricorda  che a tale anno  risale la fondazione del Circolo Unione di Gioia del Colle.

Esso, infatti,  viene fondato nel 1868, ( qualche anno dopo il fatidico 1861, data che segna la proclamazione dell'Unità d'Italia ) con il nome di Circolo Nazionalista Sannace.

Già dal nome si comprende come i suoi soci, rappresentanti di famiglie nobili gioiesi, da una  parte manifestano tendenze nazionaliste e antiborboniche e dall'altra fanno riferimento alle radici storiche della nostra  gente, la cui  prima comparsa risale all'insediamento urbano di Monte Sannace.

Successivamente il Circolo prende il nome di Forze Civili.

La prima sede del sodalizio è stata il Castello Normanno Svevo, ubicazione che viene mantenuta fino al 1874, quando il Circolo si trasferisce  in Corso Vittorio Emanuele.

circolounione2Intorno al 1880, fenomeno ripetitivo nella storia del nostro Comune ( vedi Bande, Società calcistiche, Partiti politici ) si verifica la scissione in due Circoli, a causa della diversa estrazione sociale ed ideologia dei vari soci, che dà luogo a due diversi " partiti ": quello dei signori e grandi proprietari terrieri e quello dei nuovi intellettuali e professionisti che si affacciano sempre più attivamente alla vita del Circolo.

Questo dualismo viene ricomposto alla fine dell'Ottocento e dà origine ad un sodalizio che prende il nome di Circolo Nuovo,  che ha come sede il Convento di S. Francesco.

Alla fine del primo conflitto mondiale, in piena Belle époque, alcune sale del Circolo vengono affrescate ed utilizzate per feste di gala.

Circolo UnioneCon l'avvento del fascismo si cambia nuovamente denominazione e si chiama Circolo Littorio; quest'ultimo nome era ancora visibile sulle due porte d'ingresso allorquando stavano per aver inizio i lavori di restauro dell'ex Convento di S. Francesco.

Alla caduta del fascismo prende il nome definitivo che ancora oggi conserva, cioè Circolo Unione. Fino a qualche tempo fa si soleva chiamare questo sodalizio con l'appellativo di Circolo dei Signori, perché gli iscritti appartenevano ad una ristretta élite di soci selezionati sia per censo che per cultura e per nobiltà di origini.

Fino alla fine del secondo millennio la sede del Circolo è stato il piano terra dei locali del Convento dei Francescani, in piazza Plebiscito.

L'incendio dei locali del Circolo, avvenuto il 28 marzo 1948, provoca numerosi danni. I soci si rimboccano le maniche e a meno di un anno di distanza lo riaprono ancora più bello di prima. Infatti le sale  vengono restaurate e abbellite dalle decorazioni del più volte Presidente, nonché maestro elementare e pittore per hobby, Michele Cuscito Montesano, che oltre a raffigurare il confronto tra sogno e realtà, ne dipinge anche il motto Post fata resurgo.

In quello che un tempo era il salone d'ingresso si possono ammirare ancora oggi affreschi, decorazioni e fregi sulla volte a botte, mentre 9 bambini che danzano, accompagnati dal suono di un tamburello, sono raffigurati nelle due lunette che lo delimitano, con la firma dello stesso Montesano e la data del 4 marzo 1948.

Tra gli ambienti del Circolo da segnalare un'ampia sala, posta a sud del Convento di S. Francesco, comunemente indicata come sala delle cerimonie, anch'essa abbellita dagli affreschi del Montesano, nella quale si svolgevano oltre che manifestazioni culturali anche  balli, serate di gala e di beneficenza, rappresentazioni teatrali.

Circolo UnioneDal 1980 il Circolo Unione ha il suo nuovo logo, consistente in uno scudo  che presenta a suo interno tre cerchi concatenati; quello centrale, più grande contiene al suo interno il numero 1868, data della fondazione. Al di sopra dei cerchi vi è il motto Post fata resurgo e le iniziali del sodalizio C U, anch'esse concatenate. Nella parte superiore dello scudo vi è la scritta: Circolo Unione; in quella inferiore la seguente scritta: fondato nel 1868 – Gioia del Colle. 

A seguito dei lavori di restauro e ristrutturazione del Convento, per adibirlo prima a sede della Biblioteca comunale e successivamente destinata a sede del Comando della Compagnia dei Carabinieri,  agli inizi del terzo millennio la sede del Circolo è stata spostata in Via Roma n.54, di fronte al Liceo Ginnasio P.V. Marone, sede che occupa attualmente.

Con il passare degli anni il Circolo Unione ha perso la caratteristica di associazione elitaria, eliminando le barriere di classe che erano alla base dell'associazione e aprendo le sue porte anche a nuovi soci e ha favorito anche  la formazione  di un gruppo femminile.

Infatti il Circolo Unione, che ha uno Statuto Sociale, funziona quale centro permanente di vita associativa aperta alla realtà cittadina; è apolitico e non persegue fini di lucro.

Gli scopi del Circolo sono:

  • il mantenimento di un sempre più fiorente Centro di ritrovo per i propri soci;
  • l'organizzazione di manifestazioni culturali, artistiche e ricreative;
  • la partecipazione a tutte le forme di Socializzazione, di Solidarietà, promuovendo iniziative nell'interesse della Comunità.

Questa apertura è ancora più evidente negli ultimi anni attraverso le iniziative culturali e benefiche che il Circolo Unione sta portando avanti.

Tra queste ricordiamo l'istituzione e assegnazione del Premio Gioia, assegnato nel 1966 al prof. Pietro Argento, e successivamente al dott. Andrea Benagiano e ai proff. Vito e Orazio Svelto, il restauro di una tela presente nella Chiesa Madre, l'assegnazione di borse di studio a giovani distintisi negli esami di stato conclusivi del ciclo di studi superiori, numerose conferenze e dibattiti su svariate tematiche.

In tal modo, come ebbe a dire un suo Presidente, il dottor Erasmo Pastore, il Circolo Unione cerca di svolgere il ruolo di cassa di risonanza dei problemi di Gioia del Colle, con l'attività dei singoli soci.

Oggi  esprime anche presenze importanti nella vita cittadina, così come ha registrato in passato, quando numerosi soci hanno contribuito con la loro esperienza e il loro impegno a governare e a promuovere lo sviluppo della nostra Città.

Il prossimo anno, il 2008, il Circolo Unione festeggerà i 140 anni di vita, consapevole che ha da recitare ancora un ruolo importante nella nostra Comunità cittadina nel campo sociale, economico e culturale, come testimoniano gli ultimi appuntamenti messi in atto dall'attuale Presidenza.

Il Circolo Unione di Gioia del Colle, proseguendo nel suo ruolo di propulsore  dei veri e sani valori che sono alla base di una società civile,  anche al di là dell'inesorabile scorrere degli anni e delle ricorrenze centenarie, rimane sempre attuale, giovane e vitale, pur con la sottile  patina  lasciata dal  tempo,  e conserva intatta la carica per poter proseguire per tanti lustri ancora nel percorso di elevazione sociale e culturale della comunità in cui è chiamata ad operare.

Le prime due foto : Affresco e Circolo Littorio sono tratte da : Roberto Scaravaglione e Lorenza Dell'Aera – Il convento di S. Francesco di Gioia del Colle – La Storia e il Restauro

La terza foto di palazzo San Francesco è tratta da : AA.VV. . Gioia Vol. III

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6 Comments (Open | Close)

6 Comments To "Il Circolo Unione"

#1 Comment By Tommaso Donvito On martedì, 7 agosto 2007 @ 22:52

E siccome a Gioia tutto ciò che costituisce tradizione da fastidio, abbiamo spostato la sede del Circolo Unione. Perchè la sede in piazza Plebiscito era parte della tradizione e senza di quella questa viene ad essere sminuita. Per fare cosa poi? La Caserma dei Carabinieri. Con le loro macchine di servizio parcheggiate sui marciapiedi della piazza, perchè gli spazi destinati alle auto di servizio sono occupate da altre auto, che non hanno la classica scritta CARABINIERI sulle fiancate: forse perchè si tratta di macchine civetta, o forse perchè si tratta delle auto private dei militari ? E chi ce lo potrà dire mai ? Chi potrà mai avere il coraggio e l'ardimento di andare a verificare ? Di fare la multa ai Carabinieri ? No, meglio così, piuttosto che avere il secolare Circolo Unione in piazza. Anche così si fa politica e lotta di classe.

#2 Comment By Francesco Giannini On lunedì, 13 agosto 2007 @ 0:57

Per completezza di informazione vorrei ricordare che allorquando alla fine del secondo millennio l'Amministrazione comunale decise di " dare lo sfratto " al Circolo Unione, lo fece non per cacciare i " Signori " o per una " lotta di classe ", ma per una necessità impellente: ospitarvi la Biblioteca Comunale. Infatti la Soprintendenza Archeologica aveva richiesto al Comune la consegna dei locali al primo piano del castello, nei quali aveva sede la Biblioteca Comunale. Per i locali utilizzati dal Circolo Unione il Comune percepiva un fitto, mentre per continuare a far funzionare la Biblioteca avrebbe dovuto reperire dei locali idonei a tale scopo, da prendere in fitto. Su proposta del sottoscritto, che curò la parte del programma della coalizione che vinse le elezioni del 1995 riguardante il settore Cultura, Scuola e Sport, si pensò di allocare la Biblioteca, con annessa Pinacoteca ed emeroteca a Palazzo S. Francesco, sito posto in posizione centrale e privo di barriere architettoniche, quindi facilmente fruibile anche dai diversamente abili. Ritenendo Palazzo San Francesco un sito non idoneo come sede della Compagnia, per la mancanza di parcheggi e di garage per le auto dell'Arma, per la obiettiva difficoltà di raggiungere in tempi celeri i vari Comuni che cadono sotto la competenza della Compagnia di Gioia nei momenti in cui si richiedevano tempestivi interventi, soprattutto essendo Piazza Plebiscito sede di manifestazioni civili, politiche e religiose, con la Direzione Regionale dell'Arma dei Carabinieri era stato raggiunto un accordo circa la sistemazione della Compagnia, che si sarebbe spostata nella zona 167, in via A. Moro, dopo il restauro e il completamento del rustico ex Scuola elementare e Scuola media. Là la Compagnia avrebbe avuto a disposizione locali idonei per i militi, per gli alloggi dei militari, per le auto di servizio e si sarebbe giovata di una rete stradale che avrebbe consentito rapidi e tempestivi spostamenti in caso di emergenza. Difatti dopo il rilascio dei locali da parte del Circolo Unione negli stessi, provvisoriamente, fu trasferito l'Archivio Storico del Comune e si dette inizio ad alcuni lavori, come il restauro della facciata ovest del Palazzo San Francesco, l'apertura di una uscita di emergenza su Piazza Luca D'Andrano e la ristrutturazione di alcuni precedentemente fittati ad un privato, da utilizzare come pinacoteca comunale. La Giunta Comunale il 24 giugno 1998 conferiva l'incarico per la progettazione esecutiva e la direzione dei lavori per la manutenzione straordinaria, la ristrutturazione interna, per gli impianti idrico, fognante ed elettrico, per la messa a norma di sicurezza e accessibilità del piano terra di Palazzo San Francesco, agli architetti G. Donvito e R. Wallach e la stessa Giunta il 7 aprile 1999, sul mutuo da contrarre presso la Cassa DD. e PP., di L. 1 miliardo e 200 milioni, somma necessaria per l'intero intervento, richiedeva una anticipazione alla stessa Cassa. La storia ci dice che gli eventi sono andati diversamente da quanto era nelle nostre intenzioni, ma su questo evolversi degli avvenimenti parlarne non serve a nulla, tanto meno a restituire l'immobile allo scopo per cui il Circolo Unione fu " sfrattato ".

#3 Comment By Tommaso Donvito On lunedì, 13 agosto 2007 @ 11:46

Le sue precisazioni erano conosciute. Sapevo dell'iniziale destinazione a Biblioteca Comunale. Ma c'è da dire che fatto un programma si realizza tutt'altro. L'allocazione della Biblioteca Comunale al limite avrebbe avuto un senso. Ma adesso la Biblioteca dov'è allocata ? mi sembra nel palazzo ex Bar Pro Gioia , se non vado errato. E lì, le barriere architettoniche sono state rimmosse ? Sarebbe stata preferibile una certa coerenza: prese delle decisioni, portarle avanti. Il mio commento scaturisce dall'apprezzamento dell'articolo della storia del CU, che io non conoscevo. E la considerazione che ho fatto, dopo averlo letto, da cittadino non socio del CU, è stata: che peccato aver perso una parte di storia di Gioia ! Da parte di qualcuno quella decisione fu vista come una decisione politica, contro qualcuno da colpire: e può darsi che sia solo una malignità. Ma sta di fatto che non c'è la volontà e la capacità di salvaguardare le tradizioni del nostro paese.

#4 Comment By Donato Stoppini On lunedì, 13 agosto 2007 @ 19:45

Se ben ricordo, però, Palazzo San Francesco, era già stato sede della Biblioteca Comunale fin dagli anni settanta. Infatti, erano stati messi a disposizione degli angusti, freddi e umidi locali situati nella parte superiore del convento. Locali non facili da raggiungere. Per tutti i fruitori della biblioteca, anche per gli allora giovani come me, era considerata, non a torto, un'impresa arrivarci per via del buio sempre presente, anche di mattina. Per non parlare del pomeriggio, quando, in assenza totale di visibilità, perché spesso e volentieri mancava l'illuminazione elettrica per via delle lampadine sempre rotte o fulminate, si saliva e scendeva per quelle scale ripide e strette a lume di naso o a "tentoni", saltando su quei scalini troppo alti e lisci a proprio rischio e pericolo. Anche allora non ci si preoccupava molto del problema dell'eliminazione delle barriere architettonniche. Quindi, dopo oltre 30 anni, non è cambiato nulla. Se poi si parla di "sfratto politico" nei confronti del Circolo Unione mi chiedo: cosa centravano in tutto ciò le associazioni, dei mutulati e dei reduci della I e della II guerra mondiale, da decenni allocati in altri locali del Palazzo San Francesco? La vera "lotta di classe" contro chi è stata perpetrata? La "volontà e la capacità di salvaguardare le tradizioni del nostro paese" può riguardare soltanto il Circolo Unione? E la memoria storica dei nostri purtroppo "poveri" ed illusi antenati, dove la mettiamo? E a proposito di soci del tanto "bistrattato" e "vituperato" Circolo Unione, non sarebbe interessante far sapere ai gioiesi i loro nomi e cognomi? Donato Stoppini

#5 Comment By Francesco Giannini On lunedì, 13 agosto 2007 @ 23:39

Nel caso del Circolo Unione non si tratta di mancanza di coerenza o di promettere qualcosa e realizzare altro. Le promesse non mantenute non sono da attribuire agli Amministratori del tempo, ma al fatto che l'Arma , dopo aver concordato la nuova sede della Compagnia nella " zona 167 " e aver fatto sfoggio del plastico che ne presentava il progetto definitivo, cambiò le carte in tavola, rinunciando a tale allocazione. Improvvisamente un giorno constatammo che la serratura dei locali appena restaurati a piano terra del Palazzo san Francesco, prospicienti Piazza Luca D'Andrano, detenuti dal Comune, era stata sostituita e all'interno erano state parcheggiate le auto dei Carabinieri, senza che alcun cenno fosse dato al Sindaco, come lui stesso riferà. Successivamente dai locali che si trovano al piano terra di fronte a piazza Umberto I furono sfrattate sia l'Associazione dei Combattenti e Reduci che quella dei Mutilati ed invalidi di guerra ed anche la Pro Loco dai locali di Piazza Luca D'Andrano. Seguirono numerose rimostranze da parte delle Associazioni summenzionate, della Pro Loco e di Consiglieri comunali. Palazzo San Francesco è un bene demaniale, concesso in uso al Comune per scopi sociali e per la Caserma dei Carabinieri, per cui chi gestì " l'esproprio ", decidendo di assegnare ai Carabinieri l'intero stabile, che non è quindi di proprietà comunale, non sentì il bisogno di informare il Comune sullìutilizzo del Palazzo ad uso esclusivo della Benemerita. Tutti i tentativi esperiti per evitare la " perdita " di Palazzo San Francesco sono caduti nel nulla quasi esclusivamente per la ferma volontà dell'Arma di utilizzare l'intero immobile e solo in parte per la rassegnazione dell'allora Sindaco.

#6 Comment By Donato Stoppini On lunedì, 20 agosto 2007 @ 19:47

Prof. Giannini, posso farLe alcune domande in merito? Tutti quei "tentativi esperiti per evitare la "perdita" di Palazzo San Francesco", e relative risposte, perché, non sono mai stati resi pubblici, se non a voce? Non sarebbe stato meglio rendere partecipe di questa controversia anche la cittadinanza, divulgando i documenti in questione, "sollevando" così il sindaco Povia e l'allora Amministrazione da presunti sospetti di aver voluto "agevolare" la "Benemerita" a scapito del Circolo Unione, della Pro Loco e delle Associazioni dei Reduci e dei Mutilati di Guerra? Perché non si è pensato a mettere in atto questo tipo di "chiarimento" sull'intera vicenda? Quali sono state le cause "ostative"? Se non c'era e non c'è, a maggior ragione oggi, nulla da temere o da nascondere? Per amore della "verità", e nel rispetto della "Storia", ci sarà qualcuno che avrà il coraggio di farlo? Donato Stoppini

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7 Agosto 2007

  • Scuola di Politica

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