I ‘fuochi del Carmelo’ a Gioia
La settimana del mese di luglio 2023 dal 9 al 16 agosto a Gioia è stata caratterizzata da temperature elevate che hanno superato anche i 40 gradi. Si potrebbe pensare che si sia trattato di un fenomeno singolare e fuori dall’ordinario, ma alcune testimonianze ci attestano che anche nei tempi passati era frequente che intorno […]
La settimana del mese di luglio 2023 dal 9 al 16 agosto a Gioia è stata caratterizzata da temperature elevate che hanno superato anche i 40 gradi.
Si potrebbe pensare che si sia trattato di un fenomeno singolare e fuori dall’ordinario, ma alcune testimonianze ci attestano che anche nei tempi passati era frequente che intorno alla metà del mese di luglio, e in particolare in concomitanza della festività della Madonna del Monte Camelo o del Carmine, si presentavano giornate eccessivamente calde.
A conferma di quanto detto, di seguito riporto una ricerca del nostro concittadino, l’insegnante Giuseppe Montanarelli, dal titolo I fuochi del Carmelo a Gioia del Colle. Mese di Luglio.
Anticamente a Gioia del Colle si celebravano i riti popolari dei Sacri Fuochi del Carmelo.
Meteorologicamente durante i mesi centrali del mese di Luglio, soffiavano in Paese, vampe infuocate dei venti Scirocco e Favonio, che parevano incendiare l’aria e venivano paragonate a fuochi invisibili, simbolo dello Spirito Santo.
Il fenomeno atmosferico si verificava solitamente durante la novena, i giorni festivi della memoria liturgica di Maria Santissima del Monte Carmelo, Regina delle Sante Anime del Purgatorio, compresi i giorni successivi, fino all’Ottava della Festa. I Gioiesi ritenevano che la Madonna del Carmine facesse spirare in Città e nell’Agro Gioiese il vento caldo umido Scirocco, misto al torrido e secco Favonio, per far comprendere ai Fedeli viventi, le pene che soffrivano transitoriamente, le Anime Sante, immerse nel fuoco purificatore del Purgatorio, in modo da accelerare, attraverso le preghiere e le buone azioni caritatevoli, la loro salita in Paradiso. Pertanto i Gioiesi celebravano solennemente la festa della Madonna del Carmelo perché, attraverso la Sua potente intercessione, poteva abbreviare la permanenza delle Anime nel Purgatorio, recitando al tramonto, durante il novenario e l’ottavario della festività, i Cento Requiem o il Santo Rosario specifico per le Anime più bisognose di suffragio o per quelle abbandonate da tutti.
La recita del Rosario veniva accompagnata, ogni giorno, dall’accensione di un robusto ramo di ulivo, simbolo di pace, che veniva spento con l’acqua benedetta contenuta in una brocca, simbolo degli unguenti portati dalle Pie Donne presso il Sepolcro di Gesù, al termine delle preghiere.
Il rito si concludeva con la degustazione di cocomeri e vino rosso primitivo rinfrescato.
L’acqua spegneva il fuoco, come le preghiere donavano sollievo alle Anime desiderose di raggiungere Dio. Le ceneri, poi, servivano per concimare la Terra e renderla fertile.
Durante tutto il periodo festivo in onore della Madonna del Carmine, i Fedeli si recavano di buon mattino presso il Cimitero cittadino, per lavare le tombe e cospargerle con l’acqua benedetta contenuta in tre brocche, simbolo della Santissima Trinità.
Il rito che simboleggiava la rinascita, il battesimo, la purificazione e la resurrezione, cercava pietosamente di mitigare l’eccessiva calura ‘rinfrescando’ le tombe, concedendo un umano sollievo spirituale alle Anime. Infatti dopo il pietoso rito dell’abluzione le donne esclamavano in dialetto Gioiese: ‘Difrisc all’Anm Sand du Priator’.
Il rito dei Fuochi del Carmelo veniva organizzato con la collaborazione della Confraternita del Purgatorio e con il supporto più recente della Confraternita di Maria Santissima del Monte Carmelo.
Più anticamente il 20 Luglio si celebrava la festa liturgica del Profeta Elia, precursore del culto della Vergine Santissima, unitamente alla Solennità che ricordava la Nascita storica di San Giuseppe Sposo, patrono dei moribondi e della Buona Morte.
La Madonna del Carmelo veniva invocata per la pioggia propiziatoria, mentre lo zelante Profeta Elia, armato di spada infuocata, era invocato per far spirare venti più freschi e scongiurare gli incendi.
In questo periodo si raccomandava ai bambini e agli adulti scorretti, di recitare preghiere riparatorie o di realizzare i ‘ Fioretti di Sant’Elia’, cioè piccole buone azioni quotidiane, che aiutavano l’ascesa delle Anime Purganti in Paradiso, invitando anche a non imprecare o pronunciare parole volgari, in quanto Sant’Elia avrebbe potuto bruciare, con la sua spada infuocata, la bocca dei maleducati.
Le Confraternite del Purgatorio e del Carmine onoravano le Anime Sante con offici liturgici, opere pietose di Carità, assistendo i malati e confortando chi era addolorato per la perdita di una persona cara.
In particolare la Confraternita del Purgatorio curava la festa di Sant’Elia e la Solennità della Natività di San Giuseppe, quando officiava nel Cappellone del Santissimo Sacramento in Chiesa Madre.
Nel tempo la pratica popolare dei Fuochi del Carmelo, la Festa di Sant’Elia e la Solennità della Nascita di San Giuseppe sono state completamente dimenticate, permanendo un’insolita calura che caratterizza i giorni centrali del mese di Luglio.
IL culto per la Madonna del Carmelo è molto sentito a Gioia, come testimoniato
-dalla presenza di una statua della Madonna del Carmelo nella Chiesa Madre,
-dalla presenza sul tamburo della cupola della stessa chiesa della seguente iscrizione: Confraternitas Mariae Virginis de Monte Carmelo in laudem Matris Dei et hominum A. D. MCMXXXVIII, La Confraternita della Vergine Maria del Monte Carmelo a lode della Madre di Dio e degli uomini anno 1938,
– dalla presenza di un altare privilegiato nella Chiesa Madre di Gioia, sul quale è presente una tela del pittore Paolo Lanari, del 1797. La tela, oltre a rappresentare la Madonna del Carmelo, che regge in braccio il Bambino Gesù, nella parte inferiore raffigura le anime purganti tra lingue di fuoco, in attesa di transitare in Paradiso.
Quest’ultimo particolare richiama gli affreschi che erano presenti nella chiesa adiacente a quella Madre, dedicata a Santa Maria delle Anime del Purgatorio, così chiamata per gli affreschi in essa presenti, che raffiguravano le Anime Purganti. Se ne ha conoscenza attraverso la Visita del vescovo di Bari, mons. Diego Sersale, che nel 1662 ordina di rimuovere dalla chiesa ossa e teschi di morti che vi erano presenti. Nel 1695 l’arcivesvo mons. Carlo Loffredo ordina di adombrare le figure delle donne purganti presenti sulle pareti della Chiesa del Purgatorio, coprendone le parti nude con lingue di fuoco, per non offendere gli occhi di chi le guardava.
La Chiesa oggi è la Cappella di Maria Bambina o del SS. Sacramento, di pertinenza della Confraternita del Purgatorio fino al 1845, quando fu ceduta alla Chiesa Madre in cambio della chiesa di San Francesco. Aggregata alla Chiesa Madre e dedicata a Maria Bambina, venne affrescata con scene della vita della Madonna, di donne famose riportate nella Bibbia e con l’albero di alcune Sante Vergini.
Dalla Visita effettuta nella Chiesa Madre di Gioia nel 1623 dall’arcivescovo di Bari,mons. Ascanio Gesualdo, apprendiamo che, rispetto alla precedente Visita, sono stati costruiti tre nuovi altari, uno dei quali in onore di S, Maia del Monte Carmelo, appartenente alla famiglia Sforza.
Nella Chiesa Madre è presente la Confraternita di Maria SS. del Monte Carmelo, istituita nel 1882 dall’arcivescovo di Bari, mons. Francesco Pedicini.
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16 Luglio 2023