Curiosità sull’inno di San Filippo Neri a Gioia del Colle
Non ci sono documenti certi che attestano l’introduzione di un Inno al Patrono San Filippo Neri. L’Inno attualmente in uso è stato adattato sul testo utilizzato per San Nicola di Bari, poiché presumibilmente quello ufficiale del Santo era andato perduto con il crollo del campanile della Chiesa Madre e del Cappellone di San Filippo, evento […]
Non ci sono documenti certi che attestano l’introduzione di un Inno al Patrono San Filippo Neri.
L’Inno attualmente in uso è stato adattato sul testo utilizzato per San Nicola di Bari, poiché presumibilmente quello ufficiale del Santo era andato perduto con il crollo del campanile della Chiesa Madre e del Cappellone di San Filippo, evento verificatosi il 23 febbraio 1942; si tratterebbe dunque non di una composizione originale composta in onore di San Filippo Neri, ma di un rifacimento melodico e testuale di quello nicolaiano.
In assenza di un testo specifico il giorno 23 luglio 2019 il maestro gioiese Giuseppe Montanarelli, attualmente in servizio nel Comune di Terlizzi, ha donato alla Confraternita di San Filippo Neri l’Inno al Santo e Glorioso Patrono della Città di Gioia del Colle, dal titolo “Gioia Ti Invoca”, Inno le cui parole e musica sono state scritte dallo stesso Montanarelli.
Maggiori informazione su questo evento è possibile attingerle su questo sito, digitando il seguente link: https://www.gioiadelcolle.info/il-maestro-giuseppe-montanarelli-dona-reliquie-e-inno-di-san-filippo-neri/.
Di seguito riporto una ricerca dell’insegnante Giuseppe Montanarelli, dal titolo: Curiosità sull’inno di San Filippo Neri a Gioia del Colle.Nel 1938 a Gioia del Colle, per sopperire alla mancanza di un inno liturgico in onore del Patrono San Filippo Neri, il celebre padre Salvatore Gotti, Frate Cappuccino, poeta e zelante religioso, declamò, secondo i canoni liturgici del Canto Gregoriano, dopo la benedizione solenne, a conclusione del Pontificale del 26 Maggio, l’ode o supplica personale dedicata al Santo della Gioia.
La preghiera, senza titolo, venne composta nel 1937 ed è costituita da quarantotto versi, ripartiti in otto strofe formate da sei versi ciascuna.
Alcuni Autori affermavano che il Gotti, amichevolmente, avesse chiesto l’ispirazione a don Cesare Franco, il quale fraternamente aveva donato i sei versi dell’ultima strofa, poco conosciuta, dell’inno “Salve o Nicola Fulgido”, omettendola nell’esecuzione ufficiale. La collaborazione di don Cesare Franco attribuiva maggiore prestigio alle opere presentate.
Per i medesimi Autori, prima di monsignor Franco Di Maggio, Salvatore Gotti aveva modificato il nome della città di Bari, con quello di Gioia, proseguendo la composizione in uno stile più aulico, caro a don Augusto Casadei.
L’ode del Gotti esalta le virtù eroiche dell’Apostolo di Roma, evidenziando il legame devozionale e patronale con la città di Gioia del Colle.
La poesia non fu mai musicata, fu declamata per soli tre anni di seguito e solo l’ultima esecuzione fu adattata alla melodia di don Cesare Franco.
Altri Autori locali sostenevano che la decima strofa dell’inno “Salve o Nicola Fulgido” non esisteva e che la seconda strofa adattata all’inno plagiato gioiese fosse composta dai primi sei versi della preghiera patronale del Gotti, ripresi quindi dall’Arciprete don Di Maggio, per completare il medesimo inno.
I parrocchiani Gioiesi della Chiesa Madre sostenevano che l’inno filippino fosse stato creato da Monsignor Di Maggio. Altri fedeli sostenevano che l’inno gioiese fosse stato donato dall’Arcivescovo di Bari.
Don Di Maggio impose l’inno senza dare troppe spiegazioni, sapendo che l’ultima strofa nicolaiana era stata già utilizzata in passato, ma in seguito dimenticata.
La preghiera patronale del Gotti, pubblicata per la prima volta sulla rivista religiosa ”La Lieta Novella”, nel numero del mese di Maggio dell’anno 1938, per contrasti personali, politici e liturgici, non venne più eseguita e ben presto dimenticata, soprattutto a causa degli eventi bellici, rimanendo tracciabili in alcuni archivi parrocchiali.
Il Gotti ha prodotto altre opere a carattere religioso, liturgico ed agiografico, che non sono state valorizzate e poi purtroppo dimenticate.
Risulta evidente che, non essendoci a Gioia del Colle un inno proprio ed ufficiale creato pe onorare il Patrono San Filippo Neri, l’Arciprete don Franco Di Magio nel 1950, con il consenso ed il permesso della Curia Arcivescovile di Bari, realizzò un inno ibrido improprio composto dal ritornello e dalla prima strofa del testo “Salve o Nicola Fulgido”, musicato da don Cesare Franco e scritto da don Augusto Casadei, unendo l’ultima strofa poco conosciuta, mai eseguita e poi omessa, del medesimo componimento, dal quale a sua volta il Frate Cappuccino Salvatore Gotti aveva tratto ispirazione e che aveva utilizzato, personalizzato o creato ex novo, per realizzare l’incipit della supplica devozionale dedicata al Santo Apostolo di Roma.
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29 Agosto 2023