Cannabis: Come perdere la testa, e a volte la vita – Le considerazioni della dott.ssa D’Antona

La conferenza sulla Cannabis organizzata a Gioia del Colle dall'Associazione Recta Civitas ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso e interessato. Il tema della conferenza suscita ancora molte polemiche e molte perplessità circa gli effettivi danni provocati da questa droga definita leggera. Il mio intervento assieme a quello del dottor Lamparelli e dell'on. Carlo […]

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Maria Silvia D'AntonaLa conferenza sulla Cannabis organizzata a Gioia del Colle dall'Associazione Recta Civitas ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso e interessato. Il tema della conferenza suscita ancora molte polemiche e molte perplessità circa gli effettivi danni provocati da questa droga definita leggera. Il mio intervento assieme a quello del dottor Lamparelli e dell'on. Carlo Giovanardi (Firmatario della legge Fini-Giovanardi, che si prefiggeva tra le altre cose di abbattere la distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere), ha avuto come obbiettivo principale quello di sottolineare gli innumerevoli danni prodotti dal principio attivo contenuto nella cannabis (THC-Tetraidrocannabinoilo). 

E' importante sottolineare ai giovani ed agli adulti significativi nella vita dei ragazzi quanto sia pericolosa l'assunzione di questa sostanza che causando danni al cervello modifica il comportamento e l'attività cognitiva in maniera clinicamente significativa. Non è una droga banale ma provoca delle vere e proprie alterazioni cerebrali,

percettive e motorie, rendendo difficile il controllo delle proprie emozioni, dell'attività ideativi critica e di ragionamento.Da tutto ciò ne possono conseguire difficoltà sociali, interpersonali, problematiche legali e difficoltà a portare a termine i compiti legati al proprio ruolo.L'uso e la diffusione della cannabis sono sempre più problematici soprattutto tra i giovanissimi e aumentano il rischio e la probabilità di passare a droghe sempre più pesanti e sviluppare una vera e propria tossicodipendenza.
cannabisUno dei bisogni fondamentali che spinge i giovani ad usare la droga è il senso di immediato benessere che procura, dando la sensazione illusoria e fittizia che i problemi non esistano più, ma è falso, l'unica certezza con il permanere dell'abitudine e dei danni ad essa collegata, è di ritrovarsi come un naufrago alla deriva, immerso nell'oceano delle sue sofferenze perdendo i contatti con la terra. E' importante da parte degli adulti significativi nella vita dei ragazzi insegnare loro sin da piccolini che la realtà è fatta sia da aspetti piacevoli che spiacevoli, ci sono dei divieti, delle regole da rispettare e che a volte si può anche sbagliare, perché abbiamo sia potenzialità che limiti. E' utile allenare i ragazzi, i nostri figli, anche al sacrificio, ai NO, porgerci con loro da esempio di forza coraggio e responsabilità. E' utile non farsi percepire come dei falliti, ma come adulti disposti anche a fallire, in grado di tollerare le frustrazioni e mettere in piedi nuove strategie per affrontare la realtà.In questo modo i ragazzi quando naturalmente durante l'adolescenza si scontreranno anche con gli aspetti spiacevoli della realtà non si spaventeranno e correranno meno rischi di rifugiarsi nella realtà falsa, disimpegnata, infantile e illusoria che la droga offre. Attorno a questo argomento l'informazione deve essere corretta e serena, bisogna smitizzare l'uso della cannabis e non abbassare mai la guardia sui giovani, soprattutto da parte dei genitori che devono monitorare ed interessarsi sempre a ciò che fanno i loro figli (modulando la distanza senza diventare apprensivi e ossessivi).
Bisogna offrirsi ai ragazzi da sponda, da argine a cui aggrapparsi e a cui far riferimento nei tanti momenti di difficoltà che si troveranno ad affrontare crescendo.

Dott.ssa Maria Silvia D'Antona Psicoterapeuta familiare

 

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