Angelo Lamanna, un artista ignorato

Quest’anno ricorre il 20° anniversario della morte di un musicista gioiese che ha dato lustro alla nostra città e che merita una menzione particolare, anche se non ha rivestito il ruolo di Direttore del Gran Concerto musicale di Gioia. Si tratta del Maestro gioiese Lamanna Angelo, nato l’8 agosto 1923 e morto il 26 dicembre […]

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Il maestro Angelo Lamanna

Quest’anno ricorre il 20° anniversario della morte di un musicista gioiese che ha dato lustro alla nostra città e che merita una menzione particolare, anche se non ha rivestito il ruolo di Direttore del Gran Concerto musicale di Gioia.

Si tratta del Maestro gioiese Lamanna Angelo, nato l’8 agosto 1923 e morto il 26 dicembre 2004.

Figlio d’arte, cominciò giovanissimo suonando in numerose bande del Sud; si distinse come solista suonando come strumento musicale il flicorno tenore/baritono.

Lamanna sin dal 1932 ha ricevuto le sue prime lezioni di musica in teoria musicale e solfeggio dal padre Rocco, suonatore di sassofono baritono e dal fratello maggiore Francesco, entrambi musicisti della banda locale.

Inizialmente ha imparato a suonare la tromba e nel 1933 ha perfezionato la sua abilità frequentando la scuola musicale dei Padri Barnabiti.

Come suonatore in si bemolle ha fatto parte della piccola Banda dei ragazzi diretti dal Maestro Filippo Melchiorre. Questi musicanti nel 1936 e nel 1937, insieme ai componenti della Banda grande, daranno corpo alla Banda di Gioia.

In seguito ha cambiato strumento e ha suonato l’eufonio, detto anche Flicorno baritono, Flicorno Basso o Bombardino, che è uno strumento musicale intonato in si bemolle, appartenente alla famiglia degli ottoni e alla sottofamiglia dei flicorni.

Ha studiato presso il Conservatorio Nicolò Piccinni di Bari, dove si è diplomato in trombone.

Lamanna presto si trasforma in un solista e vero virtuoso dello strumento. Ha suonato come solista con molte orchestre della Regione Puglia.

Nel 1939 sotto la direzione del maestro Falcicchio esordisce nella Banda grande come 2° flicorno tenore.

Dopo la sospensione dell’attività a causa dello scoppio della Guerra Mondiale riprende a suonare a Gioia con il maestro Falcicchio il 26 maggio 1945.

Nel 1946 lo troviamo come militare di leva e nel 1947 con la Bna inizia un lungo periodo di spostamenti in tutto il Meridione d’Italia.

Successivamente abbandona le bande da giro e dal 1951 al 1967 è capobanda del Concerto Giacomo Argento di Gioia, un complesso musicale che svolgeva servizio in occasione di processioni, funerali e cortei politico-sindacali.

Nel 1968 suona con la Banda di Ginosa, diretta dal maestro Cassano e poi con quella di Gravina di Puglia, diretta dal maestro Mugnolo.

Dal 1975 al 1989 suona nel Concerto Giacomo Argento come flicorno baritono, mentre negli anni 1979, 1985 e 1989 suona a Casamassima, a Santeramo in Colle e a Conversano.

La Banda musicale degli Orfani di guerra, istituita dai Padri Barnabiti a Gioia

Nel 1990 smette definitivamente di suonare per dedicarsi alla composizione di marce funebri e allegre. Poiché la professione di musicante di bande da giro non consentiva degli introiti finanziari tutto l’anno, necessari per soddisfare i bisogni necessari suoi e della famiglia, approfittando della nuova legge sull’insegnamento della musica nelle scuole, insieme ad un atro musicante gioiese, Giovanni Mastrovito, si iscrive come privatista al Conservatorio Nicolò Piccinni di Bari per conseguire il diploma per esercitare l’attività didattica. Dopo essersi diplomato è stato nominato docente di educazione musicale presso varie scuole secondarie, tra cui la Scuola Media Losapio di Gioia del Colle.

Si era dedicato sin dai primi anni ’50 alla composizione soprattutto di marce per bande: sinfoniche, militari e funebri, ma anche di pezzi per solisti per strumenti a fiato: clarino, tromba e sax, con l’accompagnamento della banda; infatti ancora oggi è ricordato soprattutto come compositore di marce.

Ha composto più di 80 opere; fra le più famose si ricordano la marcia sinfonica Cinesina, (donna cinese), Elegia e Pietà. Ha anche scritto una composizione intitolata A Paolo Falcicchio, in onore e ricordo del famoso Maestro.

La sua rinomata marcia Cinesina è un suggestivo brano dai colori particolari e ricercati, che viene ancora oggi eseguita, come riferisce Antonio Martino nell’articolo Quando la banda passò. Compositori e marce.  La Cinesina di Angelo Lamanna, su L’Ora del Salento del 13 giugno 2009 a pag. 13, che di seguito riporto.

Un compositore degno di nota è Angelo Lamanna (1923- 2004) di Gioia del Colle (BA). Da abile esecutore solista con il flicorno baritono, passò alla direzione di bande pugliesi e successivamente alla produzione di interessanti pagine di musica originale per banda.

Una sua rinomata marcia è “Cinesina”, un suggestivo brano dai colori particolari e ricercati.
Una breve introduzione prepara l’ascoltatore ad un percorso ricco di sorprese ritmiche ed interessanti soluzioni timbriche. Gli squilli degli ottoni, dal sapore decisamente pucciniano, creano la luce necessaria a tratteggiare un itinerario luminoso nella mente dell’ascoltatore; tale segmento infatti riecheggerà nel corso della composizione.

La prima idea musicale compare con l’ausilio delle ance, sottolineata dal tappeto ritmico – melodico realizzato da corni, flicorni bassi e percussioni. Il carattere che emerge è denso di energia profonda che volutamente sfugge alla luce prima individuata ed alcuni suoni lunghi polarizzano tale situazione per creare una tensione volumetrica all’interno della melodia.

L’obiettivo del Lamanna è inequivocabilmente quello di controllare il più possibile la dinamicità della melodia attraverso le sue scelte timbriche e mediante la fusione tra clarinetti e sassofoni generare un colore scuro con molta trazione affidata ai suoni lunghi evidenziati in precedenza.
Il cambio di rotta giunge speditamente non appena l’intervento degli ottoni fa lievitare la tensione rimasta sottocutanea ed esplode per rivestirsi di quel tratto già individuato nella fase introduttiva.
Gli ottoni elaborano un’iniziativa carica di luce per invadere il campo uditivo di un alto spessore sonoro, in controtendenza alla prima parte del tema.

L’intervento dei flicorni bassi riconduce a situazione più tranquilla e indirizza l’ascoltatore verso una nuova idea musicale.

Sono i sassofoni contralti e tenori, coadiuvati dai flicorni tenori e baritoni i veri protagonisti di questa nuova fase.

Non può sfuggire l’intervento di risposta delle ance realizzato sui suoni lunghi della seconda melodia, un ulteriore dialogo che inonda il fruitore di emozioni – evocazioni. Il punto apicale di tutta la composizione emerge nel momento in cui i flicorni chiari mettono in luce parte del secondo tema e lo rinvigoriscono di tutta l’energia ancora sopita.

Il compositore decide di ampliare notevolmente il dinamismo volumetrico di tutta la marcia e conferire un deciso colore forte alla seconda melodia, inizialmente già circondata da un tappeto armonico più solido e stretto. Il successivo e naturale diminuendo, realizzato anche timbricamente, conclude la fase espositiva delle due idee per poi riproporle e consolidarle nelle memoria dell’ascoltatore.
La composizione può essere collocata nel genere delle marce caratteristiche sia per struttura sia per forma. Si deve riconoscere al Lamanna l’accurata capacità di scelte nel calibrare la luce del suono attraverso il colore degli strumenti.

Alcuni musicanti della Banda musicale di Gioia “Angelo Lamanna”

Il 20 dicembre 2009 Rocco Lamanna, figlio di Angelo Lamanna, scrive in memoria del padre il seguente articolo: Angelo Lamanna. Un artista ignorato.

Paestum, domenica 30 giugno 2009; con le retine ancora impressionate dai millenari templi, torniamo in albergo; ma ad un certo punto restiamo bloccati, qualcuno del posto ci avverte che ne avremo per molto, perché c’è la classica processione! non ci resta che aspettare; il fastidio però, va via in un attimo, quando nell’aria sentiamo risuonare imperiose le note di “Cinesina”; non mi sorprendo, ma la soddisfazione è tanta.

Negli stessi giorni su L’ora del Salento veniva pubblicato un bellissimo articolo, ancora su Cinesina.
Siamo contenti che qualcuno ne parli e che la sua musica continui ad essere suonata dagli Abbruzzi alla Sicilia; però dopo qualche anno dalla morte, di cui tra qualche giorno cade il quinto anniversario, torno a chiedermi: perché Gioia lo ha sempre ignorato?

Certo la musica per banda è una musica minore. Certo in vita lui amava starsene in disparte essendo incapace di qualsiasi interessata relazione e non credo che da anima si dia troppa pena che i suoi concittadini non lo abbiano granché considerato.

E in fondo anche a noi in famiglia è sufficiente ricordarlo nelle sue parole e nei suoi gesti quotidiani.
Ma forse, anche attraverso queste poche righe, la Comunità gioiese che alla sua Banda musicale assegna un posto importante nella storia della città, potrebbe (o dovrebbe?), dopo tanti anni di ottuso silenzio ricordare colui che – della musica per bande – è stato un grande compositore.

Alcune delle sue composizioni, soprattutto le marce funebri, sono ancora suonate da numerose Bande. A lui è intitolata una Banda cittadina.

Composizioni del maestro Angelo Lamanna.

Marcia Caratteristica: Ester.

Il maestro Angelo Lamanna mentre suona il violino

Marce funebri: A Paolo Falcicchio, Addolorata, Amarezza, Angoscia, Ara Pacis, Cordoglio, Corona di spine, Crisantemi, De Profundis, Desolazione, Dolore, Eco Dolorosa, Elegia, Giovedì Santo, Lacrime, Martedì Santo (irreperibile), Mater Dei, Mater Dei (irreperibile), Mercoledì Santo (irreperibile), Mestizia, Ora Pro Nobis, Passione, Pax, Pietà, Rimpianto, Sabato Santo, Santa Croce, Sepolcro, Sotto i Cipressi, Strazio, Tormento, Tristezza, Venerdì Santo, Via Crucis, Vita Eterna.

Marce militari: Arcisate, Ausonia, Clio, Elena, Lux. Meridiana, Santeramo, Saturnia, Viva la piazza.

Marce sinfoniche: Altamura, Anima Latina, Aria Festosa, Cinesina, Conversano, Elisa, Ferragosto, Gioia del Colle, Gravina di Puglia, Molise, Mottola in Festa, Omaggio a Capurso, Palagiano, Pentafon, Rapolla, Settembrina, Vecchi Pastori.

Scherzi Marciabili: Atella, Marcolino, Zia Rosa.

Altre composizioni: Busto di Bronzo, Vecchio Solitario.

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16 Febbraio 2024

  • Scuola di Politica

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