Piazza Livia
La Piazza, che comprende il sagrato della Chiesa di Sant’Angelo ed il largo posto ad est dell’edificio religioso, prende la denominazione da Livia, la moglie di Bartolomeo Paoli. Il Paoli era il comandante del contingente schiavone che venne in Italia nella seconda metà del XV secolo, per combattere a fianco degli Aragonesi di Ferrante I […]
La Piazza, che comprende il sagrato della Chiesa di Sant’Angelo ed il largo posto ad est dell’edificio religioso, prende la denominazione da Livia, la moglie di Bartolomeo Paoli.
Il Paoli era il comandante del contingente schiavone che venne in Italia nella seconda metà del XV secolo, per combattere a fianco degli Aragonesi di Ferrante I contro gli Angioini.
Il Losapio ricorda che, al termine della guerra, alcuni Albanesi e Schiavoni fecero ritorno in patria, mentre altri si stabilirono a Gioia e formarono quello che, dalla loro presenza, prese la denominazione di borgo degli Albanesi.
Grazie ad essi Gioia si ripopolò e da 12 fuochi del 1447 (ogni fuoco era un nucleo familiare mediamente composto di 5 persone, che pagavano una tassa annua) si passò negli anni seguenti a 136.Il nome della moglie di Bartolomeo Paoli compare sotto le forme Liuba e Livia.
Il Losapio nel IV Canto del “Quadro Istorico-Poetico sulle vicende di Gioia in Bari detta anche Livia” afferma:
Qui pervennero dunque a stabilirsi
colonie d’Albanesi e di Schiavoni,
che per affinitate insieme unirsi
in contigue distinte abitazioni,
in sì poca distanza, che può dirsi
che formar con la terra due rioni:
anche oggidì si appella nel paese
il lor rione il borgo d’Albanese.
Il capo e duce delle nuove bande
fu un tal ser Pauli colla sua consorte
Di nome Liuba …
In un documento del 1661, rilasciato dal cancelliere della Curia Arcivescovile di Bari, Nicola Donato Gallisto, si parla della Chiesa Collegiata di S. Maria Maggiore. Tra i titoli del Cancelliere si cita: Ordinario Attuario della Curia Arcivescovile barese in Terra Jovia, seu Liviae.
Sulla facciata di una costruzione sita in Via Giovanni Rocca, angolo via Bartolomeo Paoli è visibile un bassorilievo su cui è presente lo stemma di Bartolomeo Paoli, consistente in una sciabola ritorta che esce con manico a punta al di sotto di un grande scudo.
Sulla facciata laterale sx della Chiesa di Sant’Angelo sono presenti due epigrafi. Una riporta queste parole: Anno Domini MCCCCC, regnante rege Federico et illustrissimo domino nostro Andrea Matheo Aquavivo, Brava Mastes Bielopaulic, Scavonus, cum uxore Liuba fecerunt hanc basilicam ad honorem Dei et Sancti Mihaelis, in qua ego primicerius Ioannes Rocha apostolicus tabellio reperi indulgentias annorum quingentorum vicesimorum omni die Lune et festorum Angelorum concessas per episcopos diocesanos.
Da tale epigrafe si evince che Brava Bielopaulic (nomi italianizzati in Bartolomeo Paoli), Schiavone, e Liuba (nome italianizzato in Livia), sua moglie, costruirono la Chiesa in onore di S. Michele e che il Vescovo concesse 525 anni di indulgenza ogni lunedì e nelle feste degli Angeli.
Sul bassorilievo murato nella sede del Municipio di Gioia sono presenti tre scudi; quello centrale rappresenta l’Arma degli Acquaviva D’Aragona, quello di destra l’Arma dell’Universitas Ioe, cioè dello stemma del Comune di Gioia, e quello di sinistra, con molta probabilità, l’Arma di Livia Pauli.
Il Consiglio comunale di Gioia nella seduta del 12 novembre 1863 dispose l’acquisto di un suolo al largo Sant’Angelo, per uno spiazzo pubblico. Tale spiazzo è l’attuale Piazza Livia.
Nel 2005 il Comune di Gioia, in riferimento alla delibera CIPE del 29 settembre 2004 e successiva delibera della Giunta Regionale, presentò alla Regione un progetto di infrastrutture e recupero e valorizzazione del Centro storico. Tale progetto era funzionale allo sviluppo turistico promosso dal programma integrato settoriale PIS Normanno-Svevo-Angioino. La proposta di finanziamento era di 750 mila euro con un cofinanziamento da parte del Comune del 15%.
In particolare oggetto del piano di recupero erano i tratti di Via ing. D. Boscia, Via Paolo Losito, Via Arciprete Gatta, Piazza Livia, Via Fusco, Largo Scarpetta, strade di collegamento con la Chiesa Madre, la Chiesa di S. Angelo, il Castello Normanno-Svevo, nell’ottica di favorire i processi di sviluppo socio-economico e la fruizione dei beni storico-architettonico-culturali del Centro storico.
Per Piazza Livia era prevista la sistemazione con elementi di arredo urbano (panchine in pietra), interventi per la musealizzazione di elementi architettonici con posa in opera di elementi illuminanti anche a pavimento, lo svellimento del manto stradale bituminoso e del basolato esistente e la posa in opera di nuove basole in pietra calcarea, che, una volta posizionate, hanno conferito al Largo un tocco di eleganza e un ritorno all’originario basolato, in armonia con il borgo circostante.
A Bartolomeo Paoli è intestata la via che dalla Porta del Casale (luogo che ancora oggi viene ricordato con la denominazione for la port) conduce alla Chiesa di Sant’Angelo, con l’indicazione capo schiavone, sec. XV-XVI, mentre a Livia la Piazza antistante la Chiesa, con l’indicazione moglie di Brava Mastes Bielopaulic, sec. XV-XVI.
In tal modo la coppia costituita da Bartolomeo Paoli e dalla moglie Livia a Gioia si ritrova unita sia in vita che in morte, anche nel ricordo dell’onomastica cittadina, che li vede accomunati nel borgo degli Albanesi, da loro abitato e ingrandito.
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10 Novembre 2021