Lo stemma del Comune di Gioia del Colle

Nella seduta  della Giunta comunale del 23-9-1898 il Sindaco D’Eramo cav. Daniele riferisce alla Giunta che presso gli eredi del fu Pietro Nicola Favale esisteva una lapide antica contenente lo stemma di Gioia.  Ricorda: E’ noto che il Comune nel 1820 censì alcuni casamenti alla piazza, che furono acquistati dal dott. Pietro Nicola Favale. ( La […]

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L’Arma Ioe

Nella seduta  della Giunta comunale del 23-9-1898 il Sindaco D’Eramo cav. Daniele riferisce alla Giunta che presso gli eredi del fu Pietro Nicola Favale esisteva una lapide antica contenente lo stemma di Gioia.  Ricorda: E’ noto che il Comune nel 1820 censì alcuni casamenti alla piazza, che furono acquistati dal dott. Pietro Nicola Favale. ( La Piazza di cui si parla è l’antica Piazza di Gioia cioè Piazza Duomo, di fronte alla Chiesa Madre ). Questi demolì i vecchi casamenti ricostruendone uno nuovo con altri che possedeva in attacco a quelli cedutigli dal Comune. Dalla demolizione dei vecchi casamenti risultò un’antica lapide con la data del 1840 delle dimensioni di circa un metro per 80 centimetri, sulla quale erano incisi uno stemma dell’Università di Gioia, quello della casa d’Aragona e un altro che non si potuto ancora decifrare. Per la importanza della lapide sarebbe stato conveniente di farne l’acquisto nell’interesse del Comune, ma poiché per ora gli eredi del fu Pietro Nicola Favale non sono disposti a cederla, così il Presidente sindaco ha fatto le pratiche per ottenere il permesso, come fu ottenuto di farne fotografia.Sul bassorilievo, sullo scudo posto sul lato sinistro è riportata la seguente scritta: PR. IOES. De ROCCHA ME SCULPSIT 1480 (mi ha scolpito il Primicerio Giovanni De Rocca), mentre sullo stemma sinistro, raffigurante la coppa di gioie,  è riportato: ARMA IOE, sormontato dalla scritta UNIVERSITAS  IOE  (Stemma di Gioia   Città di Gioia).

Il 27 agosto 1932, a seguito della circolare prefettizia del 5-5-1932, il Consiglio comunale di Gioia del Colle è convocato per deliberare sul Riconoscimento dello Stemma del Comune. In tale riunione il podestà, Vincenzo Castellaneta, così si esprime: Considerato che lo stemma, consistente in una coppa dal coperchio alzato, ricolma di gioie, in campo ubertoso, trae la sua origine da una scultura eseguita nel 1480 su di una pietra murata nella sede dell’Università di Gioia, sulla quale trovansi scolpiti tre stemmi: a sinistra quello di Gioia con scrittura sovrastante “Universitas Joe”, nel centro quello Aragonese sormontato dalla corona reale, a destra quello degli Acquaviva duchi d’Atri e conti di Conversano. Ciò perché la scultura venne eseguita durante la Signoria di Giulio Antonio Acquaviva, che nel 1456 avendo sposato Caterina Orsini-Del Balzo, ed essendo così divenuto cugino affine di Ferdinando I d’Aragona, ottenne da costui nel 1478, anche per atti di valore compiuti, un privilegio col quale fu annoverato nella famiglia e Casato d’Aragona, con facoltà per sé e suoi successori di aggiungere al proprio il cognome d’Aragona e di mettere in mostra le armi regie accanto alle sue. Considerato che lo stemma, da quel tempo avuto in legittimo possesso dal Comune, si riferisce ad una tradizione del tempo, cui molti si attennero,  compreso il Padre Bonaventura da Lama “Cronaca  dei minori osservanti Riformati”, Lecce 1724, secondo la quale una sconosciuta Regina, passando di qui, avrebbe perduto una gioia ed avendola ritrovata, in segno di giubilo, volle che Gioia si chiamasse questa terra. Delibera chiedere il riconoscimento pel legittimo possesso, da parte della Consulta Araldica, dello stemma come sopra indicato, del Comune, obbligandosi a pagare le tasse e i diritti prescritti per tale riconoscimento.

In realtà, come riportato nella riunione della Giunta comunale del 23-9-1898 il bassorilievo era murato nello stabile del più volte Sindaco di Gioia, il dott. Vito Nicola Favale, ubicato in corso Vittorio Emanuele angolo via Principe Amedeo, che era stato sede dell’Universitas di Gioia, ossia sede del Comune fino al successivo trasferimento nell’attuale sede nell’ ex Convento di San Domenico.

Si deve alla generosità della signora Maria Loreta Santovito, proprietaria dello stabile del fu dott. Favale, se il 9 novembre 1997 il bassorilievo quattrocentesco è stato asportato dalla sua abitazione per essere collocato nel Palazzo San Domenico o Municipio di Gioia.

Scudo inserito sul lato sinistro del bassorilievo contenente l’Arma Ioe

Nella relazione fatta dal Podestà è presente una imprecisione, poiché l’Arma Ioe  è scolpita sul lato destro del bassorilievo. Nella parte centrale è presente lo stemma della Casa d’Aragona, mentre dubbi permangono per quanto riguarda lo scudo riprodotto sulla parte sinistra del bassorilievo. Il Podestà asserisce che quello è lo stemma degli Acquaviva, duchi d’Atri e conti di Conversano. Nella Storia di Gioia dal Colle del prof. Giovanni Carano-Donvito si avanza l’ipotesi che potrebbe trattarsi dell’Arma di Livia Pauli, moglie del condottiero schiavone Bartolomeo Paoli.

La zona del Montenegro, territorio da cui proveniva il Paoli, dove esiste una vallata dal nome Bjelopauljti, che rimanda al nome Bartolomeo Paoli, ha come stemma un’aquila bicipite, cioè con due teste.

La presenza, sul lato sinistro del bassorilievo, della scultura di uno scudo all’ interno del quale, oltre ad un elmo con cimiero, è scolpito uno scudo con la raffigurazione di un volatile con le ali spiegate, verosimilmente un’aquila, potrebbe fare pensare  o all’ imperatore Federico II, personaggio che ci rimanda alle origini di Gioia oppure potrebbe far riferimento ad Andrea Matteo di Acquaviva, che nel ‘400 era duca d’Atri e conte di Conversano,  possedimento di cui Gioia faceva parte, il quale nel suo stemma araldico annovera anche la presenza di quattro aquile.

Arma di Andrea Matteo d’Acquaviva

Se così fosse lo scultore Giovanni de Rocca avrebbe rappresentato sulla pietra la sintesi della storia di Gioia, descrivendola sul bassorilievo in  ordine cronologico, a partire dalla dominazione normanno-sveva che ha avuto in Federico II il suo primo e vero sviluppo, proseguendo con la dominazione legata alla famiglia Acquaviva d’Aragona che ha detenuto il possesso del territorio di Gioia nel periodo in cui il primicerio e scultore visse, per finire con la rappresentazione dello stemma connotativo del nostro Comune.

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15 Giugno 2022

  • Scuola di Politica

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